Le
cose più inaspettate quando accadono provocano in noi la sensazione di averle
sempre aspettate, diceva quella scrittrice, Beverly Sommers.
Eppure
io non sono mai stata una di quelle ragazze che non fanno altro che pensare
quando si sposeranno, come chiamare i loro figli, i loro abiti bianchi, l a
cerimonia, ecc.
No,
non sono il genere di cose che mi interessano.
Lo
studio e in seguito il lavoro, sono sempre stati al primo posto. Il profumo
della pergamena del G.U.F.O. è ancora impressa nei miei ricordi più cari.
Lo
studio, per molto tempo è stato il più grande scopo della mia vita,
l’obbiettivo di maggiore importanza.
Ron
faceva sempre battute cretine e aveva la
sfera emotiva di un cucchiaio.
In
poche parole il mio migliore amico.
Al
sesto anno, quando Lavanda gli girava intorno avrei voluto strangolarla.
Sfruttavo lo studio per liberarmi dallo stress. Dicevo sempre a Ginny (e a me
stessa) che era la paura per il ritorno di Voldemort. Ma sia io che lei,
sapevamo che era una bugia.
Ricordo
ancora con un brivido il nostro primo bacio.
Era
la prima volta che diceva qualcosa di protettivo nei riguardi degli elfi
domestici. Mi sentivo estremamente felice, che, per una volta, lui capisse
l’importanza degli elfi.
Capii
che lui era importante per me, più di un amico. Come acqua per i pesci, aria
per gli esseri viventi, ispirazione per il poeta.
Per
un attimo decisi di perdere la ragione e i calcoli...
E
lo baciai....
Dopo
sarei potuta morire, ma dovevo farlo, dovevo liberarmi.
Il
nostro matrimonio fu abbastanza sbrigativo, nonostante abbiamo impiegato molti
mesi per prepararlo.
Chiudo
gli occhi e rido come un cretina ripensando a come e quando me l’aveva chiesto.
Pioveva
a dirotto e avevamo litigato, come sempre... Non era niente di importante, la
cosa era talmente futile, che non la ricordo, ma per me l’aveva fatta grossa.
Era
sotto casa mia, sotto la pioggia, bagnato fradicio, tremava per colpa di un
fastidioso vento d’Ottobre,e i fiori che aveva in mano erano in condizioni
pietose.
Appena
lo vidi corsi giù con una sola vestaglia(dato che era notte fonda) e uno
stupido ombrello rotto.
“che
ci fai sotto la pioggia” gli chiesi stringendomi nella vestaglia intriso
d’acqua, sentendo il freddo entrare in me fino alle ossa.
“vuoi
sposarmi?” mi chiese porgendomi i fiori inzuppati e una scatoletta contenente
un anello.
***
Apro
la finestra del bagno e lascio che un leggero vento mi scompigli i capelli
folti.
Pochi
minuti.
Pochi
minuti e scoprirò se io, Hermione Jean Granger Wesley, diventerò mamma.
Io?
La signora Weasley, mamma?
E
se è un falso allarme?
E
se non lo è?
E
se nella mia pancia sta per nascere una creaturina?
E
come sarà?
Come
me o come Ron?
Biondo,
moro o rosso?
Con
le lentiggini?
E
se poi a scuola lo prenderanno in giro perché è mezzosangue?
E
se è femmina?
Un
minuto.
Un
minuto soltanto e scoprirò se questi discorsi hanno un senso.
Un
minuto e saprò se diventerò mamma.
Tormento
con il pollice la fede che si trova nell’indice., e poi mi passo le mani tra i
capelli.
30
secondi.
<< Hermione!
Dovrei andare in bagno, hai finito? È da un vita che sei lì! >> mi sgrida
Ron.
<< emh,
si... emh, ho quasi fatto... >>
<< Mione,
ti senti bene? >>
Tempo
scaduto.
Prendo
il test tra le mani.
ROSA!
È ROSA!
Sono
incinta!
Corro
fuori dal bagno e mi butto tra le braccia di mio marito... futuro papà...
<< mai
stata meglio! >>