Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Yujo    25/11/2014    3 recensioni
E' una modifica al rapporto tra Neji e Hinata nella prima serie. in un certo senso, è ispirata all'episodio 308 dello shippuden.
Se per caso ho scritto qualche sciocchezza, ditemelo, così non succederà di nuovo. Grazie buona lettura!
Dal testo
"Quando saltai e sferrai il colpo, non mi resi conto che i suoi muscoli non erano in tensione.
Me ne accorsi troppo tardi, quando il mio piede toccò le sue bracci, che non opposero nessuna resistenza, lasciandomi colpire il suo petto a piena potenza."
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Angelo custode

Hinata non era debole, anzi, era molto dotata, ma non riusciva a dare il meglio a causa della timidezza e della paura di deludere.

Deludere chi?

Me lo chiedo da quando iniziai ad occuparmi del suo addestramento.

Suo padre, mio zio, decise che mi sarei dedicato allo sviluppo delle sue potenzialità, secondo lui ancora acerbe.

Dovetti cambiare completamente il suo metodo di allenamento, ricominciammo da capo.

Con le arti magiche se cavava piuttosto bene, aveva un buon padroneggiamento del chakra, ma con ancora un margine di miglioramento.

Con le arti marziali, era tabula rasa, anzi, non c'era nemmeno la tabula.

Imparava molto in fretta: nel giro di pochi mesi era migliorata parecchio.

Tuttavia, quell'egocentrico di suo padre, non la considerava nemmeno. Lui viveva per Hanabi, la perfetta sorella minore.

Non mi interessava ciò che pensava lui, per me era bravissima: dava il meglio, anche se lo faceva solo in assenza di suo padre, perchè il suo sguardo la annichiliva.

Per due anni, tutto andò bene, almeno a livello d'addestramento.

Poi avvenne un cambiamento.

Un cambiamento drastico e che si rivelò drammatico: Hiashi volle di più.

-Avete due mesi. Tra due mesi deve essere in gradi sconfiggerti in 10 minuti.- mi disse

-Ma non può riuscirci in soli due mesi! Io ci ho messo anni per arrivare a questo livello!

-Non mi interessa! Questo è il minimo! E' l'erede della casata e non è nemmeno in grado di sconfiggere Hanabi, che ha 5 anni meno di lei!

Ogni mia protesta fu inutile: Hiashi fu irremovibile.

Hinata ed io non dovevamo far altro che darci da fare.

Dovetti aumentare le ore di allenamento e dovetti anche renderlo più duro, ma lei non si lamentò nemmeno un giorno.

Dopo un mese e mezzo era migliorata, ma non era al mio livello, neanche lontanamente.

L'ultimo giorno, mi sembrava distratta.

Lei non mi disse nulla, così io non mi preoccupai: non l'avessi mai fatto.

Dopo alcune ore, intorno alle 11 di mattina, vedendo che faceva più fatica del solito a tenermi testa,le chiesi se volesse fermarsi un attimo.

-Non è necessario, davvero. Andiamo avanti.

Non ero troppo convinto.

-Dev'essere colpa del caldo- mi dissi.

Decisi di metterla alla prova.

Le dissi di prepararsi a parare il prossimo colpo.

La vidi assumere la posizione di difesa, così caricai, pronto a sferrarle un drap kick con i contro fiocchi.

Tutto accadde molto in fretta.

Quando saltai e sferrai il colpo, non mi resi conto che i sui muscoli non erano in tensione.

Me ne accorsi troppo tardi, quando il mio piede toccò le sue braccia che non opposero nessuna resistenza, lasciandomi colpire il suo petto a piena potenza.

Mi sembrò di vivere tutto al rallenty: sentii le sue ossa rompersi sotto il colpo, poi lei che veniva sbalzata a diversi metri da me, il suo corpo che rotolava nella terra battuta del cortile.

Quando si fermò, non diede alcun segno di vita.

Ebbi l'istinto di correre da lei, ma una mano sulla mia spalla mi bloccò.

Hiashi.

Aveva visto tutto.

Iniziai a chiedere perdono, tremando, per aver esagerato, ma lui restò impassibile, non cambiò espressione nemmeno di fronte al cadavere della figlia.

-Se è morta, vuol dire che non era degna del nome Hyuga.

Non disse altro, girò i tacchi e se ne andò.

Mi cadde il mondo addosso.

Caddi in ginocchio e iniziai a piangere e a urlare.

Per due giorni ci fu un andi e rivieni di persone per la casa, anche se nessuno era davvero dispiaciuto, men che meno la sorella, che sotto sotto si era tolta di mezzo la primogenita, avendo così completo acceso all'eredità.

La sera del secondo giorno decisi di prendermi una piccola vendetta e, al tempo stesso, di espiare la mia colpa.

Andai nella camera ardente. Con una candela mi avvicinai alle tende e, dopo averla salutata un'ultima volta, diedi fuoco alla stanza.

Mi sedetti la centro della camera, ascoltando il crepitare del fuoco, il dolce suono delle urla di terrore di Hiashi e di Hanabi, il crollare delle pareti divorate dalle fiamme e attesi che il fuoco prendesse anche me.

Svenni, per l'aria satura di fumo, osservando la sua foto bruciare.

Mi risvegliai. Mi accorsi subito di essere ancora vivo. Intorno a me, il tatami con impressa la mia sagoma.

Mentre mille domande mi affollavano la mente, sentii un suono.

Una risata. La risata limpida di una bambina.

Mi alzai e, lentamente, iniziai a cercare il luogo di provenienza di quella splendida risata fra le pareti bruciate della casa.

Lo trovai poco dopo.

Nella stanza c'era una bambina, coi capelli corti e gli occhi di perla, con indosso uno yukata bianco con fiori di ciliegio.

La riconobbi subito: era Hinata da piccola.

Era vestita così la prima volta che la incontrai.

-Bravo! Mi hai trovata!

-Hi...nata...

La piccola scomparì e alle mie spalle comparve una Hinata adolescente, dai capelli lunghi e sciolti e vestita con uno yukata rosso con fiori bianchi: il suo preferito.

-Perchè sei così sorpreso di vedermi?

-Io... Tu... Io dovrei essere morto!

-Ma la tua morte mi avrebbe resa triste. E avrebbe reso tristi anche tuo padre e tua madre.

-Mi dispiace. Sono stato uno sciocco a credere di fare la cosa giusta!

Lacrime mi rigavano il viso, mentre continuavo a sputar fuori scuse a raffica.

-Calmati! Avrei comunque distrutto questa casa. Ti ringrazio, Neji. Ora continuerò a tenere d'occhio ciò che rimane della villa, in modo tale che nessuno decida di ricostruirla e di venirci a vivere.

E ora sono qui, seduto su quel che resta dell'engawa.

Vengo spesso qui, lei si fa vedere solo da me. Passiamo i pomeriggi a chiacchierare.

Uno di quei pomeriggi trovammo un ryu-teki. Era quello di sua madre e le aveva insegnato a suonarlo, prima di morire.

Ora la sto ascoltando suonare quel ryu-teki. (può interagire con gli oggetti, se vuole)

Emette un suono stupendo.

All'improvviso smette di suonare, si avvicina, si siede accanto a me e poggia la testa sulle mie ginocchia.

Inizio ad accarezzarle i capelli, fino a che non si addormenta, sempre che i fantasmi dormano.

Ma lei non è un fantasma: è un angelo custode. Il mio angelo custode.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Yujo