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Autore: Hoel    25/11/2014    5 recensioni
"Tutto accadde sei anni fa, quando ancora frequentavo il penultimo anno di università."
Così incomincia la testimonianza di Naruko Namikaze, trascritta da Tobirama Senju, celebre horror writer. Una storia taciuta da molto, molto, forse troppo tempo e che tuttavia continua tuttora a tormentare la sua protagonista. Una confessione per poter finalmente scrivere il tanto agognato "The End".
Tutto incominciò sei anni addietro. Con un appuntamento. Cui Naruko non andrà mai.
Perché cosa - o chi - può averla persuasa a disdirlo?
***
[SasukexFem!Naruto; altre coppie ...]
Genere: Horror, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Menma Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Tobirama Senju | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Gender Bender, Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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B'soir!

Sebbene in stra-mega-ritardo (oramai Halloween è bell'e passato da un pezzo) ecco una mia nuova fanfiction horror. Non è lunghissima, prometto: se tutto va bene, ce la caviamo con 5 capitoli!

Ringrazio la mia amica giapponofila che m'ha lanciato la sua ennesima sfida: dopo l'Mpreg, infatti, Hoel si cimenta nel Genderbender! So che avrei potuto usare dei personaggi femminili dell'universo di "Naruto", ma ...  ma la sfida consisteva appunto nel cambiare sesso ad una, o più, coppie yaoi e ricamarci attorno una storia.  

Spero che la presenza del "Genderbender" non vi faccia storcere il naso: date una possibilità a questa storia, please! T^T Inoltre, non essendo un'esperta di cultura e società giapponese - malgrado le dritte della mia amica - mi scuso in anticipo per eventuali errori, incongruenze o occidentalizzazioni presenti nella storia. Mi appello alla licenza poetica. U__U

Come sempre, quando necessario, ad inizio capitolo ci saranno gli avvertimenti e a fine capitolo le note.

Vi auguro una buona lettura e un ringraziamento in anticipo a chi deciderà di lasciare un piccolo commento a questa fic.

 

 

 

 

H.

P.S.  L'aggiornamento di "Stigma" avverrà a breve, Hoel si scusa per questo abominevole ritardo, ma recenti avvenimenti le avevano fatto perdere un poco l'ispirazione e non sapeva più come proseguire. Adesso la vostra fedelissima è gasata al massimo e può continuare ad aggiornare. Anche "Missing" verrà aggiornata, dopo un inteso processo di re-editing.

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The Appointment

or

The Water Child

 

 

“Baby Blue, Baby Blue / I know that thing she did to you ... ...”

(Urban Legend "Baby Blue")

 

 

 

 

 

 

Avvolta dalla soporifera semioscurità che precede l'alba, la casa giaceva nel silenzio assoluto, condizione ottimale per dedicarsi ad attività richiedenti una grande concertazione.

Quali, ad esempio, la scrittura.

Sebbene a malincuore -  ricordandosi dell'insistente sollecitudine del suo editore - Tobirama s'accommiatò dal suo futon, nello specifico dall'abbraccio d'un dormiente Izuna, che pur tuttavia prese a serrare con possessività i suoi fianchi, quasi avesse intuito nella sua fase rem quel tentativo di fuga lavorativa. Avendo la possibilità di scegliere, Tobirama di certo non avrebbe disertato così l'uomo: che ridessero pure delle sue convinzioni all'antica, ma che morte e dannazione potessero cadere sulla sua testa se mai avesse rinunciato al sacrosanto gioco del cucchiaio e cucchiaino, dopo le libidinose coccole notturne!

E invece, per colpa di quel disgraziato dell'editore ...

Borbottando qualcosa d'intellegibile nel sonno, alla fine Izuna abbandonò la sua salda presa, girandosi dalla parte opposta e scoprendo così interamente la schiena nuda. Levandosi la piccola soddisfazione di baciargli quantomeno la spalla, Tobirama gli scostò con la scaltra rattezza d'un ladro i capelli dal collo, evitando che lo accaldassero ulteriormente. Izuna bofonchiò ancora qualcosa, cacciò un profondo sospiro e riprese a russare lievemente, strappando un muto risolino in Tobirama, nel frattanto che infilava una leggera vestaglia, osservandolo con tenero divertimento.

Scivolando via dalla stanza e procedendo a passi felpati lungo il corridoio, l'insonne (suo malgrado) raggiunse il piccolo studio, sistemandosi sulla sedia e accendendo poi il computer.

Decisamente, da quando aveva incominciato a riscuotere successo come horror writer, il suo editore  non perdeva occasione di sollecitare il suo cervello acciocché partorisse quanto prima storie e sceneggiature, tutte rigorosamente horror, che comparivano pian piano anche sulle riviste di manga e in sceneggiati, un traguardo notevole per la sua età. Il suo ultimo racconto breve, "Il Maestro delle Bambole", aveva vinto perfino il prestigioso Premio Akutagawa e ora si puntava al Premio Naoki. L'unico problema era il marketing, su quel punto non si riusciva a trovare un accordo con la sua casa editrice e i media. Tobirama infatti si rifiutava di rilasciare interviste: dopo che i critici avevano eletto il suo albinismo a causa principale della sua vulcanica creatività, aveva rifiutato di prestare la sua persona all'attenzione morbosa dei media, dei recensori e dei fan, i quali poi avevano incominciato a tartassare la sua famiglia con atti quasi di stalking e pretendendo di sapere tutto sulla sua vita. Se all'inizio la sua reticenza a mostrarsi in pubblico aveva giovato la sua fama di "Horror Writer", conferendo un'aura misteriosa ed evanescente, alla lunga i media si stavano stancando, premendo ogni membro dello staff della casa editrice affinché convincessero Tobirama a farsi intervistare perlomeno alla radio. Di sapere almeno da dove trovasse l'ispirazione. Ma Tobirama era irremovibile: non avrebbe ceduto a quel braccio di ferro, tanto non scriveva per i soldi. "Né perché soffro di albinismo", furono le uniche parole che concesse ad un giornalista tramite lettera, ma soltanto perché questi si stava per buscare una broncopolmonite a furia di aspettare alla porta di casa, in barba al meteo.

Intimamente, nel frattanto che cliccava la cartella "storie horror- divers", maledì la sua decisione d'aver inviato il suo primo racconto horror all'editoria: s'era trattato di una scommessa con suo fratello Hashirama, non aveva mai avuto intenzione di scrivere per professione. Forse per quel motivo aveva deciso di battere giù finalmente, dopo anni d'indecisione, quella storia.

"Eh ...  Se non si può fare a meno di ballare, che si balli dunque!", disse e aprì un nuovo file word, che nominò ...

 

L'Appuntamento

dalla testimonianza di Naruko Namikaze

 

E schioccate le dita, incominciò a scrivere:

 

Tutto accadde sei anni fa, quando ancora frequentavo il penultimo anno di università.

Sebbene il mio atteggiamento dimostrasse il contrario, non stavo attraversando un periodo chissà quanto felice: gli ultimi risultati accademici mi avevano molto demoralizzata, alienandomi dalla stima dei miei professori e conseguentemente dal loro supporto. Non ne conoscevo bene la ragione, ma una strana spossatezza mi aveva pervasa negli ultimi tempi, immalinconendomi e spronandomi alla ricerca di una qualsivoglia forma di distrazione, sia fisica che mentale, la quale mi allontanava progressivamente dallo studio. Era come se avessi perso ogni interesse, facendomi apparire ogni cosa grigia e asfissiante, una gabbia da cui anelavo d'uscire quanto prima. Ma a nessuno importava, men che meno ai miei professori, i responsabili della mia formazione intellettuale. Dall'alto della loro saggezza, non riuscivano a figurarsi il motivo per il quale una  valida studentessa di ventuno anni fosse rimasta così, da un giorno all'altro, vittima dei “vapeurs anglais”. Tentai di parlarne coi miei genitori, ottenendo purtroppo scarsi risultati. Talvolta avevo l’impressione di non essere null’altro che una delusione, una figlia ingrata che ripagava con la pigrizia i loro sforzi e sacrifici per aver permesso anche a me di studiare esclusivamente nei migliori istituti onde intraprendere una brillante carriera come docente universitaria. Solo Menma, mio fratello maggiore e unico confidente, mi capiva senza giudicarmi.

E Sasuke, ovviamente, il mio fidanzato.

Era stato Menma-nii ad avermelo presentato, essendo egli infatti il migliore amico d'Itachi-san, il fratello di Sasuke. All'epoca mi trovavo all'ultimo anno di liceo e, in tutta onestà, mi era subito divenuto antipatico e la cosa fu reciproca, avendomi Sasuke sempre rifilato commenti sferzanti e affatto gentili, dandosi grandi arie d’aristocratico e statua di ghiaccio. Alas, chi disprezza compra, mi ricordava la buonanima di mio nonno Jiraiya-ojisan e, puntualmente, col trascorre del tempo il nostro mutuale sentimento di fastidio e avversione si era sostituito ad uno d'affetto e di reciproco interesse. Quando avvenne il fatto, stavamo già insieme da un anno e mezzo, sebbene con molte riserve da parte dei miei genitori (mia madre soprattutto) e dei miei amici, giacché non vedevano di buon'occhio né Sasuke né la sua famiglia.

Sinceramente, non me ne calava un'emerita cippa. Quando stavo in sua compagnia, sulla mia vita ritornava a cinguettare la primavera. La mia inspiegabile depressione svaniva improvvisamente e le cupe ombre con lei. Sapevo che, sotto quella facciata gelida e altera, Sasuke m'amava teneramente, anzi, talvolta gli leggevo una lieve ma persistente ansia negli occhi, come se temesse in un mio ripensamento. Si sbagliava, non lo avrei mai lasciato. 

Mai.

Eppure ci andai molto, troppo, vicina ...

 

 

 

 

 

 

 

 

To be continued?

  
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