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Autore: MillyMalfoy    31/10/2008    5 recensioni
Nella Praga di inizio '900 due ragazzi si incontrano, uno scrittore e un pittore, costretti a dividere un appartamento, per poi scoprire che l'arte unisce, ma l'amore completa. Draco/Harry, saranno presenti anche altri personaggi, ma la storia verterà principalmente su Draco e Harry.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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“Sono senza parole” concluse un giovane ragazzo, di poco più di venticinque anni, dai capelli biondi, elegantemente e ordinatamente pettinati, di carnagione bianca e due sfuggenti occhi azzurri. Un lungo cappotto nero lo riparava dal freddo, una costosa sciarpa gli proteggeva il collo, una sigaretta iniziata fra le dita, rosse per il freddo.

Perché l’autunno a Praga è una dolce tortura. Le nuvole alte nel cielo a coprire un timido sole, un gelido vento che soffia senza tregua, la pioggia leggera che cade più volte al giorno, senza la minima avvisaglia.

“Non credevo che sarei mai vissuto così tanto per poter vedere un Malfoy senza parole” scherzò divertito un ragazzo dai capelli neri e due pungenti occhi grigi. I suoi vestiti erano altrettanto eleganti, ma più eccentrici. Il velluto lo ricopriva e il verde acqua era il colore che attirava gli sguardi.

I due ragazzi se ne stavano seduti al tavolo di un bar, uno dei migliori caffè della città.

“Blaise, sono quasi due ore che siamo qui, e quasi sedici anni che ci conosciamo. Tu dovresti sapere meglio di chiunque altro che io non ho mai perso la mia loquacità, ma capisco che per un caprone come te sia difficile concepire il concetto di frasi figurative. Però per alcuni di noi la vita è più che una semplice avventura…” rispose altezzoso il ragazzo biondo, mentre sollevava la sua tazza di the per portarsela alle labbra.

Era così che i due ragazzi solitamente passavano i loro pomeriggi, seduti a bere senza fretta, né obblighi.

Osservando curiosamente i passanti attorno a loro correre freneticamente da una parte all’altra della città, impegnati a trovare un luogo in cui ripararsi dal freddo di Novembre, oppure intenti a cercare di guadagnarsi qualche soldo, altri con la semplice convinzione che l’azione sia meglio che l’attesa.

“Ci sarai questa sera Draco?” chiese il ragazzo moro.

“Non lo so davvero Blaise, dovrei restare a casa e provare a scrivere, dovrei riuscire a incominciare a concludere qualcosa di concreto” rispose Malfoy.

“Ma tu stai già combinando qualcosa di buono! Anche solo restandotene qui fermo seduto a vivere, a osservare il mondo e ad imparare da lui, dalla sua complessità e dalla sua diversità. Dimmi Draco, come puoi pretendere di raccontare il mondo e le sue nefandezze, se prima non ci immergi le mani e incominci a scavare? Questa sera verrai con me alla festa dei Finnigan, e nessuna recriminazione! Magari potrai incontrare qualcuno di così interessante da ispirarti un nuovo personaggio per il tuo stramaledetto romanzo!” spiegò appassionato Blaise.

“Sono stanco di te e delle tue prediche, lo sai…” incominciò a spiegare svogliatamente Draco “Zabini, svegliati, non sono io la minaccia alla tua arte, ma tutto l’assenzio che ingoi la notte o tutto il distruttivo oppio che fumi durante il giorno”.

“Non importa quello che blocca la mia arte, sei tu quello che vuole riuscire a cambiare il mondo, sei tu quello che vuole diventare famoso, che vuole vedere il suo nome su qualche libro per la scuola. Io voglio solo essere lasciato in pace” disse Blaise, mentre ingerì in un solo sorso il liquido trasparente che conteneva il bicchierino di fronte a lui.

“Povero, sensibile, triste, Blaise. L’incompreso. Sei patetico.  Comunque devo ammettere che sei riuscito a convincermi, questa sera verrò con te alla grande festa autunnale” tuonò Draco.

 

                                                                                   ∞∞∞∞

 

Non era nato in quella città e non aveva nemmeno mai veramente compreso come ci fosse arrivato. Il suo cognome rappresentava una delle più antiche e nobili famiglie di tutto l’impero Asburgico. Era stato allevato da una tata e da un precettore inglese: la signora Sprite e il professor Snape. Sapeva perfettamente conversare in Inglese, in Francese, nella sua lingua madre, e in Ceco, che aveva dovuto imparare per poter sopravvivere. Conosceva il Latino e il Greco, la filosofia, aveva studiato i grandi classici e al contempo aveva una eccellente conoscenza delle scienze e della matematica. Sapeva suonare perfettamente  il  violino e conosceva qualche semplice nota al pianoforte. Era bello, aveva un corpo snello ed elegante, era garbato e gli erano state impartite le buone maniere. I suoi lineamenti forti e ben delineati creavano un contrasto magico con la delicatezza della sua pelle. Il colore e la morbidezza dei suoi capelli lo facevano rassomigliare ad una visione angelica.

La letteratura e la sua scrittura erano la sua grande passione, la sua ragione di vita, il motivo primo per cui aveva accettato di trasferirsi in una città lontana e straniera, perché Praga era la sua via di fuga da una vita preconfezionata, da un matrimonio combinato, da una noiosa esistenza fatta di ricchezza e imposizioni sociali.

Era scappato per poter essere libero.

Draco non voleva altro che poter incontrare e vivere una grande esperienza da poter raccontare e tramandare al mondo, di cui poter scrivere e piangere.

Erano passati nove mesi da quando era giunto su di un vecchio treno nella povera Praga.

Aveva trovato un bell’appartamento luminoso e spazioso, situato in Josefov, l’antico quartiere ebraico.

Ma i problemi per il giovane ragazzo incominciavano solo in quel momento a palesarsi davanti ai suoi occhi.

I soldi che aveva con il sé il giorno in cui aveva lasciato la sua casa natale erano oramai finiti e lui non era ancora riuscito a scrivere nulla più che una decina di capitoli del suo romanzo.

Proprio questo era quello che riempiva, in quel momento, la mente del giovane rampollo dei Malfoy, mentre si osservava davanti allo specchio, mirando la sua immagine sempre perfetta e gradevole.

“Devo trovarmi un coinquilino, devo riuscire a trovarmi un lavoro, devo crescere” disse a voce alta, mentre raccoglieva dal suo letto il capotto, per poi fermarsi e osservare il suo pulito appartamento.

“Credo che abbia ragione Blaise: sarò sempre un maledetto borghese” disse ridendo con se stesso, uscendo di casa e chiudendosi la porta dietro le spalle.                                                                                

 

 

                                                               ∞∞∞∞

 

 

I Finnigan non erano altro che una delle più generose e magnanime famiglie di tutto l’Impero. Nati in Inghilterra, ma cresciuti a Vienna.  Il figlio più giovane di una coppia di industriali si chiamava Seamus, un ricco Don Giovanni.

Ogni mese i Finnigan davano vita a un’ esclusiva festa nella loro lussuoso appartamento nel centro della città. Venivano invitati solitamente gli intellettuali più importanti e gli artisti più promettenti e talentuosi della città.

Blaise veniva invitato regolarmente, in fin dei conti era l’erede della famiglia più ricca della Romania, e le sue storie erano sempre pungenti e divertenti. Tutte le famiglie più abbienti se lo contendevano per l’intrattenimento dei loro salotti.

Draco veniva così puntualmente trascinato dal suo migliore amico a queste feste che alla fine risultavano sempre le più formali e tediose a cui avesse mai preso parte. E pensare che veniva da una famiglia davvero attiva socialmente.

Entrarono nel ricco ingresso della casa e furono accompagnati dalla bella padrona di casa nel salotto. Un maggiordomo ritirò i loro cappotti e un cameriere offrì loro dello spumante.

Blaise venne subito chiamato da una decina di signori di mezza età,  in trepidante attesa di una delle insolite storie del giovane ragazzo di origine rumene.

Draco invece cercò una comoda poltrona su cui sedersi.

Dal suo appartato angolo poteva osservare liberamente le donne elegantemente agghindate e gli uomini in doppio petto conversare amabilmente su ogni genere di argomento, a partire dalle situazioni più frivole , per poi giungere a discussioni sui grandi dilemmi della vita.

Sorrideva amaramente Draco dal suo angolo protetto e nascosto, perché per lui era tutto così assurdo e senza senso: quello che tutte le persone attorno a lui raccontavano era così lontano da ogni esperienza da lui vissuta.

Le risate gli rimbombavano nelle orecchie disorientandolo, così continuava a bere un bicchiere dietro l’altro.

“Malfoy, dovresti smetterla di nasconderti e cominciare a vivere” una voce interruppe il circolo di pensieri  del ragazzo dai capelli biondi.

“Seamus, cosa vuoi?” chiese infastidito Draco.

Gli si posizionò davanti un alto ragazzo dai capelli castani e gli occhi verdi. Delle lentiggini  gli coloravano le guance. Un sorriso perfetto rendeva il suo volto attraente.

“Draco, vorrei poterti presentare qualcuno, così che tu possa smetterla di importunare il povero Zabini” disse ironico Seamus.

“Ovviamente così potrai averlo tutto per te” rispose serio Draco.

“Non so bene per quale motivo, ma Zabini ha un certo successo con le donne e questo potrebbe essermi molto utile” ribatté Finnigan.

“Credevo che per quello bastasse la tua eredità” rispose Draco alzandosi dalla poltrona.

“L’acidità non ti farà diventare un grande scrittore” concluse Finnigan conducendo il biondo ragazzo lungo il corridoio per raggiungere il secondo salotto della casa.

“Harry Potter, questo è Draco Malfoy”.

Un tuono ruppe la tranquillità del cielo, e un lampo illuminò la notte.

La prima cosa che notò Draco furono gli immensi occhi verdi di Harry, i suoi vestiti poveri, ma estremamente adatti a quel fisico così magro.

“Harry è davvero un grande pittore” continuò a dire Seamus.

Draco strinse la mano di Harry nella sua e accennò un debole: “Piacere”.

Harry sorrise e disse: “Seamus come al solito esagera, sono solo un artista che cerca di rappresentare la sua parte di mondo”.

Seamus non perse occasione per correggerlo: “Non essere così modesto. Conosco Harry da una vita, abbiamo fatto le scuole insieme in Inghilterra. Draco sai che Harry si è appena trasferito da Parigi, dove ha avuto la fortuna d’incontrare artisti della fama di Picasso?”  chiese  retoricamente Seamus.

“Come mai ha deciso di lasciare Parigi in favore della nostra Praga?” chiese irritato Draco. Nessuno lo aveva mai presentato come Finnigan aveva appena fatto con Harry.

“Parigi sta diventando una città troppo mondana, oltre al fatto che volevo visitare la patria di noi artisti Bohemien” rispose Harry.

“Tu saresti un Bohemien?” chiese scettico Draco.

“Sì, perché cosa vi infastidisce nella mia filosofia signore?” chiese Harry.

“Nulla signor Potter, è solo che mi stupisce poter incontrare un artista che si professi un Bohemien. Immagino che ami vestirsi così per attirare un po’ di compassione, ma sospetto pure che la sua famiglia paghi regolarmente il suo affitto e che le permetta di poter arrivare a fine giornata senza essere posseduto dai crampi della fame” disse Draco con un sorriso ironico stampato sul volto.

“Questo è il problema delle persone con poca intelligenza, tendono a parlare a sproposito. Io sono orfano, non ho nessuna grande ricchezza che mi sostenga.  Sono solo, vivevo a Parigi in un appartamento piccolo e sporco che dividevo con altri quattro amici, e questi sono gli unici vestiti che possiedo. Non sono ricco, ma non m’importa, io non sopporto nemmeno tanto il denaro. Sono un artista e l’arte e l’amore sono l’unica cosa che possiedo e che bramo” disse Harry, mentre il suo torace si sollevava e riabbassava in modo quasi ipnotico.

Draco se ne stava in silenzio di fronte a lui estasiato dalla visione che ai suoi occhi si presentava, Harry era indubbiamente attraente e affascinante. Però Draco Malfoy era orgoglioso, e un’offesa non si dimentica facilmente.

“Allora avevo ragione, signor Potter quello che vi manca è l’amor proprio e la decenza, quel semplice sentimento di rispetto per gli altri esseri umani che devono starvi accanto, e subire il vostro stato di disordine e di trasandatezza”.

“Scontato e per nulla offensivo! Vede, Malfoy: ci sono persone che decidono di smettere di pensare e che pensano che osservare il mondo possa bastare a descriverlo, e che quindi decidono di incominciare a vivere con passione e dedizione” disse Harry prima di girarsi e abbandonare una conversazione che non avrebbe portato nulla di buono alla sua serata.

“Davvero bravo Malfoy, complimenti” disse sarcastico Seamus, prima di seguire Harry e lasciare solo Draco con in mano un bicchiere completamente vuoto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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