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Autore: Xandalphon    27/11/2014    6 recensioni
Ed ecco a voi il seguito di "The true tale of princess Himiko". Quale destino attende ora la strana coppia di una giovane principessa e di una scorbutica volpe dalle nove code che ha assunto forma umana? Sicuramente lotte e intrighi, sullo sfondo di un antico Giappone. E, ovviamente, Kurama permettendo, parecchia ironia...
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kurama, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'Himiko'
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My little queen

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Il sovrano di Yamatai guardò basito il cadavere del suo consigliere dagli inquietanti occhi rossi. Poi guardò ai suoi piedi. Un'imbarazzante macchia di liquido aveva decorato il pavimento.

 

Non aveva mai creduto nella magia. Era un uomo d'affari, lui. Troppo impegnato a far sopravvivere il proprio regno per badare alle storie delle vecchie comari. Che il popolo adorasse e venerasse pure quel che voleva, ma per quanto riguardava lui, non esistevano né oni, né yokai, ne akuma. Gli unici veri dei erano l'oro ed il potere.

 

Ma quel giorno aveva avuto un saggio del fatto che, forse, il mondo non era semplice e scontato come lui credeva. Quel giorno aveva visto la magia. Quella vera, non i trucchetti di qualche straccione errante che fa felici i bambini, o quelli inventati dai sacerdoti per incutere timore nei fedeli e fargli spillare più quattrini sotto forma di offerte votive.

 

Quelle erano forze che andavano al di là di ogni sua comprensione. Il buco nel muro che dava sul suo giardino privato non era frutto della sua immaginazione. Quella era la gente delle antiche leggende. Gli uomini venuti dal mare che sapevano controllare gli elementi!

 

No, non era più posto per lui, quel dannato palazzo. Doveva scappare, e subito! Inciampando e barcollando si avviò verso la sala del tesoro e sgraffignò quanto poteva mettere in un sacco, per poi sparire. I servitori, che lo videro schizzare fuori in tutta fretta dopo aver sentito degli strani rumori provenire dalla sala da pranzo privata, si chiesero cosa diamine stesse succedendo, ma non osarono fermarlo. Fu l'ultima volta che videro il loro sovrano.

 

***

 

Solo dopo diverso tempo, Kurama e Himiko si accorsero dell'esistenza del mondo intorno a loro. Dopo la paura e la felicità, ora veniva lo stupore. La sala era vuota. Del sovrano loro anfitrione, nessuna traccia.

 

Si guardarono intorno piuttosto confusi.

 

“E adesso?” Fece Himiko

 

“Beh, bambina, adesso è il caso che leviamo le tende prima che...”

 

Kurama non fece in tempo a concludere la frase che degli uomini armati di spada entrarono, sfondando la porta e urlando: “Sua Maesta!”

 

“...Ecco, appunto. Proprio quello che stavo dicendo...” Riprese Kurama, sbuffando rassegnato. Himiko, Mugi, Naruto... Erano le poche eccezioni che confermavano la regola che gli umani fossero mortalmente prevedibili.

 

Poi, ignorando palesemente le guardie che si avvicinavano minacciose, si rivolse a Himiko e le chiese: “Questi qua li vuoi fritti o in padella, pulce?”

 

La ragazza rispose: “No, aspetta, grande volpe... Non penserai mica di farli fuori? Stanno facendo solo il loro dovere, no? E poi non mi sembrano troppo pericolosi... Non si può proprio risolvere la cosa pacificamente, secondo te?” Chiese dubbiosa lei.

 

“Non dicevo mica di ammazzarli... Solo fargli perdere i sensi dopo averli gonfiati per bene di botte... Sai, sei troppo buona, Himiko... Colpa dei geni difettosi degli Uzumaki, suppongo...”

 

“Ehi!” Esclamò piccata lei.

 

Il capo delle guardie ascoltò piuttosto basito il discorso tra i due. Era un tipo alto e muscoloso. E molto, ma molto sicuro di sé. Se c'era una cosa che proprio non riusciva a sopportare, era di essere bellamente ignorato in questo modo.

 

Si trovava di fronte due stranieri: un ragazzo dai capelli di uno strano color rosso e una delicata ragazza con gli occhi azzurri e la pelle diafana. Il cadavere del consigliere del re era a terra e il re stesso era scomparso.

 

A rigor di logica quei due erano assassini inviati da qualche nemico, per quanto faticasse a crederlo, vista la costituzione apparentemente non proprio robusta dei due. Perché non avevano timore di lui, il temuto Daijiro Kobayashi, primo difensore del regno?

 

“Dove si trova il nostro sovrano?” tuonò con la sua voce possente.

 

“Vedi? Adesso è pure incazzato. Giuro che se riesci ad uscire di qui senza pestarlo almeno un po', smetto di chiamarti 'pulce' e 'scricciolo' per una settimana.” Spiegò tranquillamente Kurama, sempre rivolto ad Himiko.

 

“Facciamo un mese?” Disse lei sorridendo. Con tutta la calma del mondo si avvicinò all'uomo nerboruto e gli disse, inchinandosi: “Ci perdoni signora guardia, ma eravamo ospiti del re e del suo primo ministro. All'improvviso però quest'ultimo è come impazzito ed ha estratto la sua spada per ucciderci tutti. Presumibilmente si trattava di una spia di un paese straniero che aspettava solo il momento giusto per compiere il suo esecrabile gesto. Noi lo abbiamo sconfitto dopo una lunga e feroce battaglia. Quanto al re, non sappiamo dove si sia nascosto, poiché siamo svenuti e abbiamo ripreso i sensi solo da poco, dopo l'aspro scontro.”

 

“Ahahahah! E io dovrei credere ad una storia così patetica? Dite le vostre preghiere, qualsiasi sia la divinità in cui credete, madamigella!” Detto questo, Daijiro abbatté la propria spada sul collo di Himiko, che la schivò a malapena. Con uno sbuffo di disappunto.

 

“Uffa...” Si limitò a dire, mentre sentiva dietro di sé Kurama che ghignava sommessamente.

 

Nei successivi dieci secondi, si scatenò il parapiglia: le cinque guardie più il loro capitano si avventarono contro i nemici, con tutta l'intenzione di farli a fette. Se non che, la graziosa ragazzina sbucava qua e là, davanti a loro... Dietro di loro... tutto intorno a loro. Per quanto si sforzassero, non riuscivano a colpirla nemmeno di striscio.

 

Fu un quel momento che Daijiro realizzò che gli stranieri, o quantomeno la ragazza, non erano affatto degli sprovveduti. Ma darsi per vinto? Mai! Mentre i suoi uomini barcollavano sentendosi mancare l'equilibrio, a furia di star dietro alle piroette e giravolte di Himiko, quello non si arrese, mulinando come una furia la propria katana. Cascasse il mondo, avrebbe ucciso quello spirito maligno spuntato fuori da chissà dove.

 

Kurama, che continuava a starsene a braccia conserte, assistendo allo spettacolo ridendosela sotto i baffi, ad un certo punto disse: “Ahem... bella mia, quello è ostinato... Raikirizzalo e andiamo a casa, forza!”

 

“Cosa hai detto?”

 

“Fulminalo, per tutti gli dei!”

 

“No! Lo ammazzerei di sicuro!”

 

“Ok, come vuoi, ma piantala di giocarci... Il fatto che mi stia nascendo della pietà per lui è una sensazione che mi ripugna.”

 

A quel punto, per quanto provasse un certo fastidio all'idea di fare davvero del male a qualcuno, diede finalmente un leggero (o quantomeno, quelle erano le sue intenzioni) calcio in un posto che di solito, se colpito, procura agli uomini un certo tipo di dolore. E che mette anche a serio rischio la sua possibilità di generare una prole.

 

“Waaaah!” Un urlo disumano proruppe da Daijiro mentre si inginocchiava a terra dolorante.

 

Kurama commentò: “Una pedata nelle palle? Ti sto proprio trasformando in un mostro crudele...”

 

“Dici che ho esagerato?” Chiese leggermente preoccupata Himiko.

 

“Un tantinello...” replicò la volpe in forma umana, con un eloquente gesto della mano, mentre si avviava verso il portone da cui erano entrati gli uomini.

 

Quando passò vicino ad un dolorante capitano delle guardie, si abbassò verso di lui e gli disse: “Comunque la piccola stava dicendo la verità. Porta un po' più di rispetto alle signorine, la prossima volta. Intesi?”

 

Per tutta risposta, però, quello si alzò, con fatica e disse: “Pe-perdonatemi miei signori... Ma cercate di comprendere... Ora il re è scomparso e noi siamo senza una guida!”

 

“Beh, non è che siano affari nostri, no? Andate a cercare il vostro amato sovrano e fategli riportare il culo sul trono...”

 

Nel frattempo, un'altra guardia entrò nella sala urlando: “Il tesoro! Manca almeno un quarto del tesoro!”

 

A quella notizia, Daijiro fece due più due e sibilò: “Razza di codardo bastardo...” Poi aggiunse, rivolto ad Himiko: “Mia signora, perdonatemi per la mia irruenza...”

 

"Piuttosto sono io che devo chiedervi scusa... Non avevo intenzione di farvi così male.”

 

“Me ne rendo conto. Siete una dama forte e gentile allo stesso tempo. Posso chiedervi il vostro nome?”

 

In quel momento Kurama sentì un fortissimo prurito alle orecchie. Se quello non era un segno di guai seri imminenti, non sapeva cos'altro potesse essere.

 

“Ahem... Himiko, messere. Il mio nome è Himiko.”

 

A quel punto, con lo scopo di farsi sentire da tutti i presenti che nel frattempo erano accorsi lì, urlò forte: “Lunga vita a Himiko, nuova regina di Yamatai!”

 

“E ti pareva. Le mie orecchie non mentono mai...” Fece Kurama, mentre guardava la sua pulce preferita fare una faccia sorpresa.

 

“Io... Regina?” Chiese, più che altro a sé stessa, la ragazza, sgranando gli occhi.

 

“In fondo, perché no, scricciolo? Anche se io te l'avevo detto che preferivo la repubblica...”

 

Angolino dell'autore

 

Come avevo promesso tempo fa, ecco il seguito delle avventure di Himiko e Kurama. Che ne dite? Adesso la piccola entra per davvero nella storia e nella leggenda, diventando, in modo del tutto inaspettato, regina del piccolo regno di Yamatai. Quali imprese la attenderanno ora?

 

Beh, seguite questa storia e lo scoprirete...

P.s: Ai pochi coraggiosi che seguiranno questa storia, segnalo anche che ho iniziato una nuova long fic, intitolata “The beginning of everything”, che narra, per come me la mia bacata mente le ha immaginate, le peripezie della giovane Kaguya, in un paese molto, molto lontano dalla Konoha che conosciamo, sia nel tempo, sia nello spazio, e come è arrivata ad essere ciò che si vede nel manga.

 

Seeya!

  
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