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Autore: l y r a _    27/11/2014    1 recensioni
Sakura si chiede spesso se le scelte che ha compiuto nel corso della sua vita siano state tutte giuste. Si ripete sempre che lo sono, ma spesso dubita della veridicità di tale affermazione.
Questa flashfic partecipa alla NARUSAKU WEEK 2014 organizzata dal Promise of a Lifetime
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Un paio di note prima della lettura.

Note: Ho segnalato "What if", perché effettivamente questa flashfic (500 + 57 parole) ha come presupposto un se. Probabilmente avrei dovuto segnalare come coppia anche il NaruHina, che è implicato ma non esplicitamente presente nella storia. Ho preferito evitarlo per risparmiare ai fan NaruHina il rischio di leggere una NaruSaku indesiderata.
Continuity: Fra il periodo del film in uscita e l'epilogo del manga.
Disclaimer: I personaggi non appartengono a me, ma al signor Masashi Kishimoto che però non sa gestirli.

 
Questa flashfic partecipa alla NARUSAKU WEEK 2014 organizzata dal Promise of a Lifetime

Non sei mai stata una persona altruista

Non ti piacciono le notti in ospedale, non ti sono mai piaciute. Ti ricordano le promesse fatte e poi mantenute, i sorrisi rincuoranti e quel calore nel petto che non hai mai imparato ad apprezzare realmente. Ti ricordano le parole silenziose, quelle che si dicono con gli occhi, quelle che sapevi ascoltare col cuore ma che ora non riesci più a sentire.
Le notti in ospedale ti fanno sentire sola, anche se fisicamente non lo sei mai, ti fanno sentire una nullità, anche se sai che in molti ti devono la vita, ti fanno sentire stupida, anche se hai sempre creduto di non esserlo.
Le notti in ospedale, quelle con la luce della luna che filtra pallida dagli spiragli delle veneziane, ti fanno odiare te stessa per quello che hai fatto (o forse meglio per quello che non hai mai fatto).
Non ti piacciono quelle notti, specie quelle in cui hai il tempo di riflettere e di riconoscere che hai lasciato andare ciò che contava davvero ed hai finito per rimanere sola, come la tua maestra.
Ma lei non aveva avuto modo di scegliere, sussurra una voce maligna nella tua testa. Una voce aspra, risentita, ma allo stesso tempo così familiare che ti fa male.
Mentre rigiri fra le mani fredde l’ennesimo bicchiere di caffè, ripensi a quanto fredde fossero il giorno in cui hai accordato personalmente alla tua felicità il permesso di allontanarsi per sempre da te.
Ma non lo sapevo, ti ripeti.
Questa è la bugia che usi per mentire a te stessa quando sei in difficoltà. Interviene ancora quella voce fastidiosa, ma veritiera. Ed io odio le persone che mentono a se stesse.
Non ce la fai, scaraventi il bicchiere con violenza nel cestino, premi le mani sulle orecchie. Ma non puoi zittire una voce che esiste solo nella tua testa, anche se è la voce di Naruto.
Sulla tua scrivania c’è ancora l’invito alla sua cerimonia d’investitura. Non hai mai risposto, ma hai già deciso che non ci andrai. Gli mentirai ancora, gli dirai che hai da fare.
Gli mentirai come hai mentito ad Hinata, quella sera d’inverno in cui l’hai incoraggiata a parlare con Naruto, ostentando quel sorriso falso che lei non ha saputo recepire, ma che avrebbe ferito lui come un coltello nel cuore.
Non sei mai stata una persona altruista, Sakura, perché hai deciso di provare a diventarlo proprio quella sera? Ammetti almeno che il tuo tentativo di apparire tale è stato penosamente fallimentare. Ammetti almeno che sei rimasta la stessa ragazzina piagnucolona di sempre, quella che non faceva altro che aggrapparsi alla felpa di Naruto, supplicandolo egoisticamente di fare qualcosa che tu non avevi la forza di fare (ignorando deliberatamente che a lui forse, avrebbe fatto male).
Non avevi realizzato ancora che avevi bisogno di lui, perché per lui provavi qualcosa.
Andiamo, Hinata ... Diglielo! Sono sicura che Naruto non ti risponderà di no.
E a te, Sakura ... Cosa avrebbe risposto?
Non lo sai e non lo saprai mai, perché - per inerzia? Per orgoglio? - hai continuato a sostenere di non amarlo.
Allora stringi forte le ginocchia fra le braccia e vi affondi la testa, piangi di rabbia, di dolore, di rimorso. Tendi la mano davanti a te, per non affondare nella tua stessa disperazione.
Ma questa volta Naruto non c'è ad afferrarla. Ci sei solo tu.
   
 
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