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Autore: Nat_Matryoshka    27/11/2014    6 recensioni
Due lettere senza un vero destinatario, due dichiarazioni lasciate in un cassetto per raccogliere ricordi: una per Annie, una per Finnick.
Dal testo:
"Ho cercato di seguire il tuo consiglio: non ho lasciato che la disperazione mi stringesse tra i suoi artigli. Devo farmi forza per nostro figlio, per te, ma soprattutto per me stessa. I Giochi sono finiti, la bambina è andata via con loro, Annie Cresta si è lasciata scivolare la cenere di dosso e sta provando a camminare da sola, percorrendo quei passi che, fino a poco tempo fa, non avrebbe mai nemmeno immaginato di poter percorrere."
[Finnick/Annie || post!Mockingjay, spoiler solo per chi non ha letto Il Canto della Rivolta]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Come foglie secche al vento
 

 





“Gli aeroporti hanno visto più baci veri delle sale matrimoniali,
le mura degli ospedali hanno sentito più preghiere di quelle di una chiesa.”

(Anonimo)
 
 
 



Annie,
quando ti ho vista brillare tra le luci bianche e fredde dell’ospedale, ho subito pensato di sognare.
Aspettavo la scossa, quella spinta che ti riporta alla realtà strappandoti alla crudeltà di un sogno nel quale avevi creduto fin troppo, ma la scossa non è mai arrivata: c’eri solo tu. Ti sei tolta di dosso le flebo che i medici tentavano di attaccarti addosso e mi sei corsa incontro; altro non ricordo, la gioia di riaverti accanto copriva tutto il resto, come un rumore di fondo interrotto ogni tanto dai baci, dalle chiacchiere a bassa voce che diventano sempre più fragorose, come un’esplosione.
Abbiamo colmato lo spazio di quella che sembrava un’eternità appoggiando le nostre teste vicine, poi un bacio ha cancellato ogni ricordo, azzerando tutto. Un foglio di un bianco accecante, più bianco delle mura dell’ospedale, steso tra il tempo che abbiamo trascorso separati e quello che ancora abbiamo da vivere insieme, momento dopo momento.
Ma la guerra non ci fa riposare un attimo, e ogni giorno che passa vengo assalito dalla paura di non vivere a sufficienza per farti capire quanto ti ami: per questo ho deciso di metterlo per iscritto in questa lettera, anche se sei a pochi centimetri da me e potrei sussurrartelo all’orecchio, piano abbastanza da non svegliarti, forte abbastanza perché il messaggio arrivi al tuo cuore. Sto scrivendo e ti guardo dormire a pochi metri di distanza, distesa nel nostro letto, i capelli sparsi sul cuscino come raggi di sole pigri e caldi, rossi, meravigliosi. Quante volte li ho sfiorati mentre dormivi, portandomi alle labbra una ciocca per imprimermi il tuo profumo? Troppe, tanto che ho perso il conto. Mi trattengo dal farti una carezza che potrebbe svegliarti e penso a quanto sia fortunato: rifletto sul fatto che, anche se un destino crudele mi ha voluto gettare nell’Arena perché vedessi e facessi quello che ho visto e che ho fatto, mi ha anche concesso un modo per essere felice. Un regalo inaspettato, una donna con cui condividere i miei cocci rotti, qualcuno con cui rimetterli assieme e provare a dare nuova forma a quel che è rimasto di me.
Per questo ti chiedo di non piangere, qualunque cosa mi succeda: non lasciare che la disperazione ti riporti ai giorni in cui ancora vivevi sulla tua pelle i Giochi. Allontanali da te, sostituiscili con il nostro tempo assieme, quello che nessuno può portarci via. Lo so che è difficile, ma io sarò qui ad aiutarti.
Se dovessimo trovarci lontani, quando guarderai un tramonto o lascerai che la pioggia scivoli lungo i vetri senza pensare a nulla, prendi questa lettera e pensami, ricorda ogni sfumatura della mia voce, ogni intonazione. Tu hai riempito il mio vuoto con una forza che forse nemmeno sai di possedere… ora sta a me riempire il tuo. Spero di riuscirci.
 
Con amore,
F.

 



Annie si rigirava la lettera tra le mani: l’aveva letta e riletta tante volte da saperla a memoria. Le carta le scricchiolava sotto le dita magre, le lacrime l’avevano resa secca e fragile come una foglia e altrettanto leggera, come se da un momento all’altro potesse sparire nel nulla, così come se n’era andato il marito.
La posò sul tavolo, accanto al foglio che aveva appena finito di riempire di parole e che aspettava soltanto di asciugarsi, l’inchiostro nero ancora umido che spandeva intorno il suo odore di antico, quasi di biblioteca. Strano che le parole per rispondere le fossero venute in mente solo ora, a distanza di anni… forse le erano rimaste bloccate da qualche parte tra il cuore e la gola senza la minima intenzione di venire fuori, un grumo di tristezza e di frasi senza un senso preciso, legate da sentimenti comuni: la nostalgia, il dolore, la mancanza: suo marito era stato una presenza che non era facile dimenticare da un giorno all’altro. Non lo avrebbe mai, mai potuto dimenticare.
Si fece coraggio e raddrizzò le spalle, appoggiando un foglio sopra l’altro come a volerli unire per farli restare insieme il più possibile. Una vocina infantile la chiamava dalla stanza accanto, reclamando la sua presenza: la ragazza tirò su col naso e si precipitò in quella direzione, mentre le lettere sul tavolo sussultavano appena per lo spostamento d’aria, frusciando come foglie secche al vento.

 
 




Finnick,
dal primo momento in cui ci siamo incontrati, ho capito che avrei potuto affidarmi a te completamente.
Ricordi com’ero? Una bambina goffa ma rapidissima in acqua, uno scricciolo lanciato nell’Arena che si è salvato soltanto perché è rimasto nascosto e ha nuotato fino allo stremo delle forze, mentre il proprio compagno di Distretto veniva decapitato e gli altri morivano… e ricordi cosa sono diventata dopo? Una ragazza fragile che gridava all’improvviso coprendosi le orecchie con le mani, che scoppiava a ridere senza motivo nel bel mezzo di una discussione, che si svegliava durante la notte con incubi più grandi di lei pronti a divorarla. È stato solo grazie a te se ho potuto lasciarmi alle spalle queste due donne e vivere di nuovo.
La nostra vita insieme ci ha dato tutto quello che poteva darci: ci siamo incontrati di nuovo, ci siamo sposati, abbiamo avuto un figlio. La guerra poteva portare via tutto, saresti potuto morire durante l’Edizione della Memoria… invece ce l’hai fatta, ce l’abbiamo fatta, e tutto quello che abbiamo vissuto mi sembra ancora un miracolo. Anche ora che non ci sei più.
Ho cercato di seguire il tuo consiglio: non ho lasciato che la disperazione mi stringesse tra i suoi artigli. Devo farmi forza per nostro figlio, per te, ma soprattutto per me stessa. I Giochi sono finiti, la bambina è andata via con loro, Annie Cresta si è lasciata scivolare la cenere di dosso e sta provando a camminare da sola, percorrendo quei passi che, fino a poco tempo fa, non avrebbe mai nemmeno immaginato di percorrere. Questo mi hai insegnato col tuo amore, ed è questo che insegnerò a nostro figlio, quando sarà abbastanza grande da capirlo da solo.
Penso che ti piacerebbe: è un bambino straordinario. Katniss e Peeta sono sempre stati al mio fianco e mi hanno aiutato a crescerlo e a farmi essere meno triste, anche se nulla potrà riempire completamente il vuoto che hai lasciato. Ogni tanto mi capita di guardare un tramonto o la pioggia e di pensarti, ed è in quel momento che prendo la lettera che mi hai scritto e la rileggo, cercando di pensare alla tua voce e di non piangere… se anche mi scappa una lacrima, si tratta solo di un attimo: quando guardo verso l’alto con uno sguardo da bambina colpevole, un attimo dopo arriva quasi sempre qualcuno a portarmi un po’ di felicità.
L’amore può sopravvivere al tempo? È una di quelle domande che possiamo porci all’infinito, senza arrivare ad una risposta certa… il nostro, però, non ha seguito questa logica. Non pensi che anche per questo possiamo ritenerci fortunati?
E, per quanto riguarda le volte in cui hai detto di amarmi, non devi preoccuparti: sono state sufficienti. Se così non fosse stato, ora non sarei qui a ringraziarti per tutto quello che mi hai dato.
 
Con amore,
A.












Ho visto Mockingjay e bam!, l'ispirazione ha bussato alla mia porta. Sono in un periodo di blocco, per cui non so esattamente se questi miei pensieri abbiano una qualche forma o coerenza... avevo una gran voglia di scribacchiare qualcosa su Finnick ed Annie, una delle mie OTP, e mi sono fatta guidare dall'istinto, mettendo su carta le parole così come mi venivano in mente. Prendetelo pure come un piccolo sfogo senza pretese, il primo in questo fandom.
Se voleste farmi sapere cosa ne pensate, come al solito ne sarei molto felice <3

Alla prossima!
Nat
   
 
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