Ne è valsa la pena
 

L’uomo dai capelli rossi entrò nel primo locale che incontrò sul suo cammino.
Ogni tanto aveva bisogno di staccare dalla sua ciurma, dalla sua famiglia, non perché provasse sentimenti negativi nei loro confronti ma perché a volte la solitudine fa bene all’animo.
E dopo quella passeggiata in solitaria aveva proprio voglia di bere qualcosa.
La locanda era semi vuota e scarsamente illuminata. Non era propriamente il suo genere ma per lo scopo per cui si trovava lì era più che adatta.
Si sedette su uno sgabello posto di fronte al bancone, alla destra di un ragazzo con un buffo cappello maculato sulla testa, e richiamò l’attenzione dell’oste con un gesto della mano.
-Un boccale di birra per favore- disse sistemandosi meglio sul sedile di legno.
Con la coda dell’occhio vide che appoggiata alla spalla del suo vicino vi era una lunga spada, tanto lunga da toccare terra. Da bravo spadaccino e intenditore si mise ad osservarla incuriosito.
Era proprio una bella arma nonché difficile da maneggiare. Il possessore doveva essere molto abile.
Si concentrò così sul volto del ragazzo semi celato dal copricapo.
Aveva un’aria familiare ma in quel momento non riusciva proprio a ricordare chi potesse essere.
Mentre lo studiava con ancor più attenzione si rese conto della sua mutilazione: gli mancava un braccio, proprio come a lui.
-A lei- disse il barista poggiando il boccale di vetro sul bancone di fronte a Shanks il rosso.
Ma l’imperatore non gli diede attenzione, assorto com’era nei suoi pensieri con gli occhi ancora puntati sul giovane.
Afferrò il bicchiere e si decise a parlare, spinto da un moto di interesse ed empatia.
-Com’è successo?- domandò, senza troppi giri di parole. Non ce n’era bisogno.
Law allontanò il bicchiere di rum ambrato dalle labbra.
-Per vendicare una persona importante- rispose semplicemente.
Non si sentiva infastidito che quell’uomo gli rivolgesse una domanda tanto personale. Anzi, era quasi onorato del fatto che un uomo tanto importante come Shanks il rosso gli rivolgesse la parola con tanta semplicità, come se si rivolgesse ad un suo pari.
Decise di proseguire con la conversazione.
-E a te?- domandò guardandolo di sbieco. Lo vide sorridere, con uno strano luccichio negli occhi.
Il rosso si perse un po’ a rimembrare quel fatto accaduto una decina di anni prima.
-Per difenderne una- rispose.
L’imperatore sollevò nuovamente il boccale e ancora sorridente porse un’altra domanda.
-Ne è valsa la pena?-
Vide le labbra del ragazzo allargarsi in un ghigno di felicità.
-Assolutamente sì- rispose afferrando il bicchiere.
Shanks avvicinò la sua birra al rum di quel ragazzo che, per quella sera, era diventato il suo compagno di bevute per poter brindare.
-Anche per me- disse prima di bere una lunga sorsata rinfrescante.


Angolo dell'autore:
Messaggio per Oda-sensei: njueklapkoibjsuineklfh!!!!!!
Detto ciò: appena ho letto il capitolo di oggi non ho potuto fare a meno di fare un collegamento tra Law e Shanks. Per questa ragione ho poi pensato di scrivere questa cosa assolutamente senza senso :D
Spero che almeno un po' vi sia piaciuta, e se avete voglia di parlare del capitolo io sono qui ;)
Alla prossima!