Urla. Sentivo solamente le sue urla strazianti ed il mio sangue che ghiacciava nelle vene.

Nel momento in cui Bellatrix, quella pazza, aveva ordinato a Codaliscia di portarci in cella per poter conversare da sola con Hermione, i nostri occhi si incontrarono. So per certo che nei miei vi lesse puro terrore, panico, disperazione... Io, nei suoi, trovai la consapevolezza che la "chiacchierata" con Bellatrix non sarebbe stata amichevole, ma non solo: quei due occhi dorati tentavano di mandarmi un messaggio... "Mi raccomando"? "Stai tranquillo"? "Addio"? Non riuscii a decifrarlo.

Uno strattone mi costrinse ad interrompere quel contatto e cominciai ad urlare mentre io ed Harry venivamo allontanati con forza dalla stanza. Finimmo catapultati in una cella buia, dove vi trovammo anche Luna, il folletto Unci Unci ed Olivander, il fabbricante di bacchette. Lo stupore scomparve in un secondo, spazzato via dalle grida di Hermione. Non capii più nulla. Cominciai a sbattere le mani, la testa, i piedi, contro le pareti, così come Harry. Non riuscivo a pensare, vedevo tutto sfocato, avevo perso completamente il controllo.

Era forte la mia Hermione, lo sapevo bene, ma in quel momento non pensavo ad altro che alla fragilità del suo esile corpo e alla spietatezza della bacchetta di Bellatrix.

E rieccole di nuovo, quelle urla... Mai avrei pensato che avesse tanta voce. Non volevo credere che fosse finita, doveva esserci un modo per uscire di lì, eppure una frase continuava a rimbombare nella mia testa: "La ucciderà".

Mi vennero in mente i genitori di Neville, le conseguenze della lunga tortura che avevano subito... E rabbrividii al pensiero di Hermione, la mia adorabile so-tutto-io, ridotta in quello stato.

All'improvviso Codaliscia venne a chiamare Unci Unci e lo portò da Bellatrix. Le grida di Hermione cessarono. Ed ecco comparire Dobby... Non riuscivo a connettere abbastanza il cervello per capire appieno cosa lui ed Harry si stessero dicendo, né per rendermi veramente conto della pietosa fine che fece Codaliscia qualche istante più tardi. Ricordo solo la corsa per raggiungere la stanza piena di Mangiamorte, la vista di Hermione stesa a terra, pallida, con gli occhi colmi di lacrime: la sua era una maschera di puro dolore. C'era ancora, era viva, dovevo raggiungerla. Ci scagliammo contro i Mangiamorte, dando sfogo a tutta la rabbia e la paura che avevamo dentro: non eravamo mai stati tanto vicini a perdere la nostra migliore amica e la cosa ci aveva scossi letteralmente.

La nostra attenzione fu richiamata da Bellatrix, che stringeva a sè Hermione e le premeva la bacchetta contro la gola.

Se dopo qualche attimo potei stringere tra le braccia il corpo ormai privo di forze di Hermione, lo devo solo a Dobby, quel piccolo, sciocco, elfo libero che ha sacrificato la sua vita per noi.

Ora mi trovo a Villa Conchiglia, nella stanza dove mio fratello Bill e sua moglie Fleur hanno sistemato Hermione. Non so dove sia Harry, ma al momento mi interessa solo restare qui con lei, che dorme coperta da un candido lenzuolo. Fleur è riuscita a guarirle le ferite più gravi, l'ha aiutata a fare un rapido bagno e ad indossare una delle sue vestaglie. La osservo... Ha il viso contratto in una piccola smorfia di dolore, una mano stringe forte le lenzuola, mentre la scritta "Mezzosangue" che Bellatrix le ha inciso sulla pelle sta lì in bella mostra, come uno schiaffo a tutto ciò che la ragazza ha fatto nel corso degli anni per dimostrare quanto sia effettivamente migliore di tutti quegli ottusi purosangue. Penso di non aver mai provato tanto terrore in vita mia come qualche ora fa: cosa diamine avrei fatto se quella sciocca l'avesse uccisa?

La guardo ed è così bella...

"Ron" la sento mugugnare, con un filo di voce.

"Sono qui" le sussurro, accarezzandole una guancia delicatamente.

"Come stai?" mi chiede, aprendo lentamente quei suoi splendidi occhi da cerbiatto.

"Mi sa che dovrei fartela io questa domanda".

Sorride.

"Io sto bene" mi dice.

"Allora anche io" rispondo.

La vedo stringere i denti mentre cerca di mettersi a sedere; la aiuto e piano piano adagia la schiena contro i cuscini.

"Hermione... Scusami, davvero. Non sono riuscito ad impedire a Bellatrix di torturarti... Non riesco a smettere di pensarci" scoppio all'improvviso.

Mi guarda seria, poi mi prende una mano e la stringe appena.

"Non mi devi nessuna scusa, Ron... Era inevitabile e sono contenta che abbia deciso di prendersela con me piuttosto che con uno di voi due".

Scuoto la testa, contrariato... Eppure la capisco: anche io avrei preferito essere al suo posto, se questo fosse servito a fare uscire sani e salvi lei ed Harry da quella situazione.

"Ti prometto che non ti succederà più nulla, non ti toccheranno un'altra volta" dico, quasi arrabbiato.

"Shhh".

"Ma...".

"Ronald... Sai benissimo che non puoi promettermi una cosa del genere. Tra poco ci troveremo nel bel mezzo di una battaglia e potrebbe succedere anche di peggio".

"Tu non ti troverai proprio in mezzo a niente. Appena Harry ci dirà il suo piano, io lo seguirò e tu resterai qui al sicuro".

"Stai scherzando, vero?".

"No Hermione".

"Nessun posto è sicuro ormai, Ron!".

"Di certo stare qui è più sicuro che venire con me ed Harry!".

"Non rimarrò qui".

"Miseriaccia, Hermione! Possibile che tu non capisca?! Quella stupida pazza ti ha torturata solo qualche ora fa e ti avrebbe sicuramente ammazzata di lì a poco! Le sei sfuggiata... Harry le è sfuggito! E ora lei e gli altri Mangiamorte saranno ancora più furiosi, ancora più spietati!" esclamo, alzandomi di scatto e raggiungendo la finestra della camera.

"Vorrei tanto non capire... E invece conosco i rischi che corro, li conosco da tempo. Sapevo a cosa andavo incontro seguendo Harry e sapevo che prima o poi avrei avuto un incontro del genere con i Mangiamorte. Sono una mezzosangue, non mi aspettavo un trattamento migliore da parte loro. Ormai ci siamo dentro, Ron, non possiamo tirarci indietro... E non lo voglio nemmeno fare" mi spiega.

So che ha ragione, come al solito.

Non dico nulla, resto a guardare fuori dalla finestra, mentre sento il peso del suo sguardo su di me.

"Ehi..." sussurra.

Mi volto verso di lei e tutta la rabbia e la frustrazione scivolano via, lasciando il posto a ben altro... Affetto? Seh, ma chi voglio prendere in giro ancora?

Mi riavvicino al letto e per un po' restiamo in silenzio a guardarci negli occhi.

"Presto tutto questo schifo finirà, ne sono certo. La gente dovrà ricominciare tutto da capo, ricostruire il proprio futuro...E io... Io so qual è il futuro che voglio... E con chi lo voglio costruire" le dico, sperando che capisca.

Una lacrima le riga il volto e glia asciugo dolcemente.

"Sarà un bel futuro" mi sussurra con un sorriso.

"Pieno di battibecchi" rido.

"Puoi scommetterci".

Noto che lo sforzo di restare seduta e di parlare l'ha affaticata, perciò la aiuto a stendersi di nuovo e la guardo addormentarsi, mentre con una mano continuo ad accarezzarla piano.

Sì, sarà proprio un bel futuro.

Angolino dell'autrice

Ed eccomi tornata con una nuova Romione :) Ho fantasticato spesso su questo momento, perciò ho provato a buttare giù questa One shot :) Spero vi sia piaciuta e che mi lasciate qualche commentino :) Un abbraccio!