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Autore: Gnarly    29/11/2014    4 recensioni
[Stydia] [Stiles!centric]
Dopo tre mesi di silenzio tombale, senza contare i precedenti sedici anni, Stiles decide di confessare a Lydia i sentimenti che prova nei suoi confronti.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Say something
Say something, I’m giving up on you
I’ll be the one, if you want me to
Anywhere, I would’ve followed you
Say something, I’m giving up on you
.
- Say Something, A Great Big World & Christina Aguilera
 
 
Sono tre mesi che mi auto-impongo di andare da Lydia e confessarle quello che provo per lei, nonostante già lo sappia, ma ogni volta succede qualcosa di brutto.
Inizio a pensare che sia io a portare sfiga.
L’ultima volta che avevo intenzione di parlarle, sono stato posseduto da un Nogitsune, e diciamo non avevo il pieno controllo delle mie facoltà mentali.
Sto camminando avanti e indietro per la mia stanza blaterando cose senza senso in attesa del suo arrivo da più di venti minuti.
Basta Stiles, sembri uno psicopatico.
Prendo il foglietto dalla tasca dei pantaloni e ripeto di nuovo il discorso che dovrebbe far scoppiare Lydia in lacrime.
Ho guardato dodici film romantici da cui trarre spunto per scrivere un monologo melenso, solo per Lydia.
Non esiste tortura più dolorosa.
Esistono veramente delle persone che credono a quelle cose?
S’incontrano tutti allo stesso modo: vanno a sbattere l’uno contro l’altra, finiscono di nuovo per terra a causa delle loro scarse capacità motorie, vanno ad un appuntamento, s’innamorano, si tradiscono, si perdonano e si sposano.
Perché?
Sento il campanello suonare e mio padre scendere le scale per andare ad aprire la porta.
È lei. È Lydia, me lo sento.
È inquietante persino per me il modo in cui riesco a percepire la vicinanza della ragazza dai capelli biondi fragola.
«Ehi Stiles, ho letto il tuo messaggio e sono corsa subito qui. Perché tanta fret…» non le faccio finire la frase, interrompendola.
Se iniziasse a parlare lei, dimenticherei il discorso che mi sono preparato la scorsa notte.
«No, Lydia. Ora parlo io» dico, per la prima volta dopo la morte di mia madre, sicuro e deciso.
Sento qualcosa tipo “Come se non lo facessi mai”, ma non gli do molta importanza.
«Devo dirti una cosa importante, Lydia. Avrei dovuto farlo tempo fa, ma non ne ho mai avuto il coraggio. Io…» non finisco la frase, scombussolo completamente il piano.
È stupido parlare dei propri sentimenti a qualcuno con un discorso pre-preparato. Le parole devono uscire spontanee, dal cuore, e dubito di non riuscire a dire qualcosa di sensato, data la mia logorrea.
«Ricordi quando alle elementari ricevesti un mazzo di margherite?» le domando.
«Certo, era il primo regalo che mi ha fatto Jackson.»
Scuoto la testa con un sorriso tristemente ironico dipinto sul volto.
«No, Lydia. Quei fiori te li ho regalati io. Ho passato tutto l’intervallo a girare per l’istituto alla ricerca di qualcosa di carino da offrirti per il tuo compleanno. Inizialmente volevo darteli di persona, però Jackson aveva detto che ci avrebbe pensato lui a farteli trovare, così glie li lasciai. Quando ti vidi così felice mentre Jackson ti porgeva i fiori, capii che lui aveva scambiato i biglietti d’auguri, ed io non ce l’ho fatta a dirti la verità.»
Lydia mi guarda intenerita, con gli occhi lucidi.
Vedo un debole sorriso spuntare sul suo viso, ma non ne sono sicuro.
«Perché non me l’hai detto?» mi domanda.
«Avevamo otto anni, Lydia. Sprizzavi felicità da tutti i pori, quel giorno. Eri bellissima mentre ridevi. Ed io ti amavo. So che sembra impossibile, ma ti amavo. E ti amo ancora. Sai quanta rabbia e forza ho dovuto sopprimere per evitare di tirare un pugno a Jackson ogni volta che vi baciavate? Ero geloso, sentivo un dolore all’altezza della pancia così forte che a volte mi sembrava di svenire. Ma ti amavo, e sapevo che non ricambiavi, quindi ti ho lasciato stare. Quando la lucertola-gigante-sputa-bava-paralizzante-che-dopo-essere-morta-e-resuscitata-si-è-trasformata-in-lupo-mannaro se ne è andata, ho pensato che finalmente mi avresti prestato le attenzioni che bramavo da tanti anni, ma è arrivato Aiden e i miei sogni si sono dissolti nel nulla. Da quel giorno non ti ho più fatto pressione, aspettando un tuo accenno, acconsentimento alla mia presenza… ma niente, non è successo niente. Ti sono stato vicino più di chiunque altro dopo la morte Allison, e non te ne sei nemmeno resa conto» sputo le ultime parole quasi con rabbia, non nei confronti di Lydia, ma nei miei, perché non sopporto l’idea di aver aspettato così tanto tempo per dirle quello che provo.
Lydia assottiglia lo sguardo, restando zitta.
Inizialmente ho pensato che stesse cercando di accumulare in qualche modo tutte le informazioni appena ricevute, ma quando si avvicina con fare rabbioso, capisco che la sua intenzione non è quella di discutere come due esseri umani.
«Di' qualcosa. Di' qualcosa, Lydia» è più una supplica, che un ordine.
Mi tira un pugno sul petto talmente velocemente che nemmeno me ne rendo conto.
«Sei uno stupido, Stiles» le lacrime iniziano a scenderle sulle guance.
Sul serio, Lydia? Ho passato un’intera giornata a prepararmi psicologicamente per questo incontro, e tu mi offendi?
Si scaglia contro di me, iniziando ad assestarmi pugni con una forza che non sapevo nemmeno possedesse.
«Sei un vero stupido» ripete.
Ora sì che la mia autostima ha fatto un salto di livello.
«In questo periodo sono stata divorata dai sensi di colpa. Mi vergogno del fatto che ci abbia messo così tanto tempo a capire cosa provo per te. Insomma, sono Lydia Martin, il genio di Beacon Hills, e non sono riuscita a comprendere i miei sentimenti nei tuoi confronti.»
Esausta, poggia la testa sul mio petto.
Spero che non senta il battito del mio cuore che è accelerato notevolmente.
Ho desiderato l’abbraccio che ci lega da così tanto tempo, che adesso mi sembra un sogno.
«Ti amo, Stiles. So che questo periodo è un casino, ma promettimi che proveremo a far funzionare le cose. Promettimelo.»
«Te lo prometto, Lydia» le dissi in sussurro.
«E promettimi anche che il nostro rapporto non cambierà, che continueremo a litigare per ogni cosa e che non saremo una di quelle coppie che fanno venire il diabete» aggiunse sghignazzando.
Ridendo, rispondo: «Prometto anche questo.»
Siamo ancora uniti nell’abbraccio, e non voglio più staccarmi.
Il suo corpo sembra fatto su misura per essere incastrato con il mio.
La sua testa è posata sull’incavo del mio collo, mentre le braccia mi circondano la vita come se fossi la sua unica ancora di salvezza.
Le carezzo i capelli biondo fragola che, per tutto questo tempo, sono riuscito ad ammirare solamente da lontano.
Alla fine è valsa la pena aspettare.
Forse, se avessi confessato tutto prima, ora non sarei qui con lei.
Mi piace questa posizione, potrei rimanerci per ore.
La chiamerò “posizione da Lydia combattente”.
Magari in futuro mi tirerà altri pugni, e la battaglia finirà con questo abbraccio.




Note dell'autrice: sono tornata a rovinare il fandom, siete contente? *ride maniacalmente*
Ho sempre pensato ad una Lydia aggressiva, e devo dire che mi piace. Mentre scrivevo questa One shot ho riso in un modo che nemmeno vi potete immaginare. So che suona strano, ma è così. Ce lo vedete voi Stiles che viene picchiato da una ragazza? Io sì, non so il motivo, ma sì.
Bene, dopo avervi esposto le mie intelligenti osservazioni, vi spiego l'ultima parte della fic: Stiles è solito a rovinare i momenti dolci/romantici/teneri/chi più ne ha più ne metta con la sua ignoranza in campo sentimentale, giusto?
Non potevo fare una storia troppo dolce perché non si sarebbe addetta né a Lydia né a Stiles.
Anyway, fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima,
Gnarly
 
 


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