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Autore: EmilyLiv_Grey    29/11/2014    1 recensioni
Un Killer inafferrabile. Una questione personale. Due squadre unite in un'unica battaglia. Nuovi amori e vecchie paure. Un passato che ritorna per alcuni, e un futuro da affrontare per altri.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 1- Serial Killer a New York City

Elliot Stabler non riusciva a prendere sonno, continuava a rigirarsi nel letto, con la paura che sua moglie Katie si svegliasse e si accorgesse del profondo turbamento del marito. Appena chiudeva gli occhi le immagini terribili di quei delitti tornavano ad essere realtà. Le stesse immagini che Olivia Benson stava fissando proprio in quel momento, seduta sul suo divano quasi inutilizzato, con un bicchiere di vino rosso in mano. Davanti a lei 5 foto di cadaveri, donne come lei, che avevano passato l'inferno prima di trovare sollievo nella morte.

C'era riuscito, il Serial Killer ci era riuscito a togliere il sonno a entrambi i detective, a penetrare nel loro cervello, a perseguitarli anche fuori dal lavoro.

Il distretto era in preda al caos, fuori decine di giornalisti e telecamere che la Benson doveva evitare cercando di conservare integra la sua dose di caffeina mattutina appena comprata da Starbucks. La situazione in cima alle scale non era più calma, un tabellone gigante sormontava le scrivanie dell'Unità Vittime Speciali di Manhattan, era ricoperto di fotografie, di date e di luoghi; lì sopra c'era tutto ciò che la polizia sapeva sui cinque delitti che avevano terrorizzato New York nelle ultime sei settimane. Il killer aveva sempre colpito di venerdì notte, e la tensione negli occhi di Elliot tradiva l'attesa di quella chiamata che aveva caratterizzato gli ultimi cinque venerdì mattina, e questo non sarebbe stato diverso. Il telefono nell'ufficio del Capitano Donald Cragen squillò, e un silenzio inquietante precipitò nella stanza. "Cragen"

Dall'altra parte del telefono si sentì un'operatrice del 911 dire con voce incerta: "Capitano, c'è un altro cadavere. E' stato ritrovato a Battery Park venti minuti fa" Il capitano posò il telefono senza convenevoli e chiamò i suoi due detective migliori.

 

Benson e Stabler arrivarono sul luogo in meno di un quarto d'ora. L'atmosfera in macchina era tesa, più silenziosa del solito. Entrambi si sentivano colpevoli, incapaci e frustrati, ma il solo fatto di essere lì insieme rendeva tutto un po' meno difficile, si sentivano meno soli. Vissero quel momento di intimità silenziosa, prendendosi una pausa dal Killer, dagli stupratori, dalla moglie gelosa di Stabler e dalla casa vuota di Benson.

Arrivati a Battery Park, i detective riconobbero ogni dettaglio. La vittima sdraiata sotto un albero, con i polsi legati. Era completamente nuda, e si vedevano bene i segni delle torture subite, quasi fossero la fotocopia dei delitti precedenti. La causa della morte era una pugnalata sul fianco, esattamente all'altezza della milza, per saperlo non c'era bisogno di aspettare il medico legale.

 

Il volto di Stabler si tese ancora di più, in preda alla rabbia. Nella sua mente erano comparsi tutti i fascicoli che lui aveva studiato per ore, tutti i dettagli, sempre uguali, senza errori. Per tre giorni quella giovane ragazza mora era stata tenuta prigioniera, torturata, ustionata, stuprata e infine trasportata quasi senza vita nel parco con un Iveco Stralis, una delle marche di camion più diffuse a NY, e lì uccisa con un colpo d'arma da taglio dritto nella milza, in modo da prolungare la sofferenza e lasciarla morire dissanguata.

Benson si strinse nelle spalle, guardava quella ragazza, i suoi occhi verdi aperti e senz'anima. Pensava agli amici, alla famiglia, al perché nessuno avesse denunciato la sua scomparsa. Immaginava i suoi ultimi pensieri, la paura, la vergogna, e la speranza che tutto finisse al più presto.

 

La dottoressa Warner, il medico legale, interruppe i pensieri dei due detective

"Non ci vuole un medico per capire cos'ha passato questa povera ragazza negli ultimi tre giorni"

"Noti qualche cambiamento? Qualche variazione nel modus operandi o nella firma?" chiese Stabler impaziente.

"Per ora no, ma sapete che dovete aspettare l'autopsia" disse la dottoressa, ormai frustrata nel trovare, o meglio non trovare, sempre le stesse cose.

 

Tornati al distretto fecero rapporto al Capitano. Con voce quasi rassegnata la Benson disse: "Nessuno ha visto o sentito niente, la Warner non ha notato cambiamenti"

"Ovviamente non troveremo fluidi o capelli, quindi niente DNA. Ci saranno solo quei fastidiosi frammenti di tappetini per Iveco" continuò Stabler, pieno di rabbia.

"D'accordo ragazzi, da soli non ce la facciamo" concluse Cragen, dirigendosi nel suo ufficio. Stabler e Benson lo seguirono confusi e contrariati.

"Capitano, è il nostro caso, lo prendiamo noi quel figlio di puttana" sbottò Elliot. Donald Cragen si sedette alla sua scrivania, ricoperta di targhe e fotografie, e con il suo salito tono calmo tranquillizzò i due detective: "Ho un vecchio amico nella sezione BAU dell'FBI, ci aiuteranno, ma il caso rimarrà nostro. Ora tornate al lavoro e prendiamo questo bastardo"

 

Quando i detective uscirono dalla stanza, il capitano alzò il telefono e compose un numero, leggendo una vecchia rubrica.

"David Rossi" rispose una voce roca al di là della cornetta.

"Ciao David, sono Donald Cragen, ho bisogno di un favore..."

   
 
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