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Autore: xLiulia    29/11/2014    2 recensioni
“Ho trovato un passaggio, un ragazzo è stato molto gentile, l’unico in un’ora che mi abbia notato” (Larry)
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sua madre glielo aveva detto: ‘Non andare con il maggiolino, è vecchio, potrebbe rompersi’. Sua sorella glielo aveva preannunciato: ‘Vai domani mattina, sono le tre del pomeriggio, quando arriverai saranno le cinque passate e sarà quasi buio’. Anche Niall glielo aveva detto: ‘Vai domani mattina a quella stupida fiera del libro, non conosci neanche quel paese!’. E invece no, certo che no, perché Harry era stupido. Ora si trovava in un paesino a due ore da casa sua, sotto la pioggia battente, con un maggiolino rotto di fianco e senza aver concluso nulla. Vicino a lui, c’era l’insegna del paese con su scritto ‘Benvenuti a Doncaster. 67,000 abitanti’ e, su quasi 70 mila persone, nessuno era disposto a dargli un passaggio, se ne stava lì, sotto la pioggia a chiedere l’autostop, con il pollice all’aria e coprendosi con il cappotto. Era marzo e faceva veramente tanto, troppo, freddo per i gusti di Harry.

Una Citroen nera gli sfrecciò davanti, senza degnarlo di uno sguardo, proprio come le altre sette o otto macchine successive. Harry era sfigato e non poteva farci nulla. Passò anche un camion, che lo bagnò con l’acqua putrida e stagnante che sostava a terra. Dopo circa mezzora di autostop, rientrò in macchina, scoprendo che l’aria calda non funzionava e che si gelava ma almeno aveva un tetto sopra la testa. Provò anche a chiamare un carro attrezzi o avvertire la madre ma, casualmente, il cellulare era scarico. Solito vizio di Harry, non ricaricare la batteria al cellulare. Dopo un quarto d’ora di imprecazioni e monologhi in macchina, uscì di nuovo fuori, ribagnandosi completamente e rialzando il pollice per l’autostop. Altre tre o quattro macchine passarono indisturbate senza degnarlo di uno sguardo.

‘Sono così insignificante per l’umanità?’ pensò Harry sbuffando.

Ma proprio quando aveva perso tutte le speranze, una Volkswagen alquanto appariscente si accostò accanto a lui.

“Hai bisogno di aiuto?” una voce nasale ma squillante, arrivò in suo soccorso come un raggio di sole.

“Sì, grazie. Sono bloccato, la mia macchina è rotta, ho il telefono scarico e abito a due ore da qui” urlò per sovrastare il rumore della pioggia.

“Salta su” urlò in risposta la voce. Harry, ringraziando dio in tutte le lingue del mondo, si fiondò in macchina con un sospiro di sollievo.

“Grazie mille, sei troppo gentile, nessuno mi ha dato retta”

Harry si ritrovò davanti un ragazzo della sua età o giù di lì, bello ma proprio bello da togliere il fiato. Gli zigomi alti e gli occhi del mare, lo attirarono per primo, mentre dei capelli caramello erano lasciati lunghi e disordinati come una steppa. Aveva un piccolo nasino alla francese, prettamente femminile, e le labbra fine a rosa. Era proprio bello, di quel bello che ti faceva stare male.

Si guardarono per un tempo indeterminato, poi il ragazzo spezzò il ghiaccio.

“Sono Louis” si presentò questi accennando un sorriso storto.

“Piacere, Harry”  disse lui abbassando lo sguardo verso le dita anellate.

“Cosa ti porta qui, Harreh?” chiese Louis con il tipico accento dello Yorkshire.

“Libri. Sono venuto per la fiera dei libri che si svolge ogni anno in un posto diverso” confessò Harry rialzando lo sguardo verso il ragazzo.

“Appassionato di libri, eh? Io sono più tipo da calcio” disse lui con una risata contagiosa.

Passarono qualche minuto così, a studiarsi di nuovo.

“Cosa posso fare per te?” domandò Louis, sorridendo e mostrando i canini appuntiti.

‘Le pieghe intorno agli occhi sono così adorabili’ pensò Harry, dicendo un ‘aaww’ nella sua testa. Quel ragazzo lo avrà preso per pazzo.

“Oh, hai un telefono? Dovrei chiamare mia madre o mia sorella o chiunque possa riportarmi a casa, ho la macchina vecchia e rotta” annunciò Harry legandosi i lunghi capelli in un codino sopra la testa. Louis seguì tutti i suoi movimenti, come incantato, per poi annuire e porgergli il cellulare.

Harry compose in fretta il numero di casa e i soliti ‘tu tu tu’ precedevano la successiva risposta.

Pronto?

“Mamma? Oh grazie al cielo! Avevi ragione, la macchina si è rotta e ora sono bloccato qui” disse Harry con una punta d’imbarazzo.

Sei un stupido, Harry! Te lo avevo detto ma tu non mi dai mai retta. Ora come fai? Hai i soldi per affittare una camera? Non rimanere in macchina per nulla al mondo, intesi?” Anne, la madre di Harry, sputò quel fiume di parole con una voce alterata e potente. Anche Louis sentì la conversazione, per quanto la voce di Anne fosse alta. Infatti, il ragazzo alla guida, rise forte, guadagnandosi un’occhiata tra il divertito e di imbarazzato da parte del riccio.

Louis, dal canto suo, rise ancora più forte portandosi una mano alla bocca con fare che di virile aveva poco, se non niente.

“Forse sì, mamma. Non preoccuparti di me ora, volevo solo avvertirti. Di a Gemma che non potrò uscire con lei e Niall domani per la prova del vestito di matrimonio, lo so che mi andrà bene. Dille anche che appena torno, lo andrò a provare” la rassicurò Harry grattandosi la testa.

Ok, Harry. Visto che ha più tempo, Gemma cambierà sicuramente il colore del tuo completo da nero a azzurro, come aveva architettato all’inizio” disse lei ridendo.

“Come azzurro?! Mamma non permetterglielo! Non entrerò mai in chiesa vestito di azzurro, chiaro? Dille che Niall si scorderà il testimone!” urlò nel panico Harry. Lui vestito di azzurro? Neanche in un mondo parallelo. Louis, che se ne stava lì come spettatore, scoppiò in una risata cristallina, per colpa della reazione del ragazzo al posto accanto a lui.

Purtroppo non decido io, ma ci proverò” disse lei ridendo, per poi continuare “Con chi stai?” domandò lei, curiosa come tutte le madri del mondo.

“Ho trovato un passaggio, un ragazzo è stato molto gentile, l’unico in un’ora che mi abbia notato” confessò Harry sorridendo a Louis con un sorriso tutto fossette. Louis arrossì visibilmente abbassando lo sguardo. Harry si intenerì e sorrise ancora di più. Che si fosse preso una cotta? Harry ne era quasi certo, infondo le lentiggini e i capelli caramello gli erano sempre piaciuti. In più quel ragazzo aveva anche gli occhi celesti, non azzurri. Celesti, quasi ghiaccio. Harry ne era affascinato.

Sono contenta. E stai attento. Ti voglio bene” disse lei attaccando. Harry restituì il cellulare al proprietario con un ‘grazie’ riconoscente. Le loro dita si sfiorarono e una scintilla immaginaria scoccò tra i due. Harry era sempre stato un tipo romantico e melenso. Per questo era uno sfigato zitello.

“Hai bisogno di un posto dove dormire? Ho una casa grande e un ottimo divano letto” domandò Louis con un timido sorriso.

“Sicuro? Guarda che sono una persona ingombrante e fastidiosa!” gli annunciò Harry.

“Ho vissuto con 4 sorelle femmine, niente e nessuno è più fastidioso di loro. Domani puoi prendere il treno e te ne puoi tornare a casa tranquillo” lo rassicurò Louis sorridendo sinceramente.

“Non hai paura che io sia uno stupratore o un omicida?” domandò Harry sorridendo a sua volta.

“Sono sicuro che tu non sia uno stupratore o un omicida, né uno stupratore né un killer ha un maggiolino sgangherato come macchina” disse lui sicuro guardandolo negli occhi.

“Ehi! Sono belli i maggiolini. Purtroppo il mio ha smesso di campare, devo solo portarlo dallo sfasciacarrozze” Harry aveva nella voce una punta di malinconia e si asciugò una lacrima finta, facendo ridere Louis.

“Hai cose in macchina di valore? Prendile ora, domani non troverai nulla, se non il telaio”
 
 
*******************

Dopo tre quarti d’ora si ritrovarono a casa di Louis che risultò essere un attico molto grande e moderno. Mangiarono una pizza davanti il camino ed

Harry si meravigliò della confidenza e la fiducia che Louis gli aveva posto. Harry scoprì che Louis frequentava l’università di giurisprudenza, che viveva da solo da quattro anni, che era ricco e che il suo migliore amico era un certo Zayn. Louis, invece, scoprì che Harry non studiava ma che lavorava in un panificio da quando aveva sedici anni, che viveva con la madre e il patrigno, che passava le giornate festive a leggere e che il suo migliore amico era anche suo cognato, infatti Niall e Gemma si sarebbero sposati entro poche settimane. Louis, aveva alla fine capito Harry una volta sotto le coperte del divano letto del grande salone, era un ragazzo tanto simpatico e cordiale quanto bello. Harry aveva preso il così detto colpo di fulmine. Si ritrovava con un pigiama piccolo e che tirava, prestato da Louis, ma non gliene importava perché profumata di ammorbidente e di Louis. Harry aveva definito quell’odore Louis, un misto tra fumo e dopobarba, che aveva scoperto annusando, senza farsi vedere, i capelli di Louis. Harry si sentiva uno stalker.

Harry, però, non seppe mai che fosse Louis lo “stalker” e che, quando H si addormentò, passò tutta la notte a fissarlo per stamparsi in mente il volto di Harry, in modo che non se lo potesse dimenticare. Harry non seppe mai che anche Louis era cotto di Harry.

Quando la mattina successiva Louis accompagnò Harry alla stazione, quest’ultimo si sentì triste. Aveva ancora cinque minuti prima che il treno passasse e non li avrebbe sprecati per nulla al mondo.

“Non preoccuparti della macchina, la porto io dallo sfasciacarrozze” disse Louis guardandolo negli occhi e facendogli quel favore come se si conoscessero da una vita. Harry lo fissò per poi avvicinarsi a lui e, senza preavviso, lo baciò tenendogli la testa con le mani. Louis si irrigidì per poi sciogliersi sotto il tuo tocco e posando le mani sui fianchi di Harry. Fu un bacio travolgente, passionale ma anche dolce e… bello e desiderato.

Quando si staccarono per prendere fiato, Harry, rosso in volto, gli sorrise, baciandogli la fronte.

“Ci vediamo, Louis. Non è un addio, è un arrivederci” disse Harry.

“Ciao, Harry. Arrivederci” rispose Louis sorridendo anche lui, lasciandosi con un  altro bacio, senza sapere se si sarebbero veramente mai più rivisti.
  
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