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Autore: adrianamente    29/11/2014    3 recensioni
La notte successiva alla Battaglia di Hogwarts vissuta da Ron ed Hermione.
Tratto dalla storia:
"Era come se ci fosse un’aura attorno a lui, una fitta nebbia, ed Hermione proprio non sapeva come avrebbe fatto a scacciarla via."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hestia Jones, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Dolore.

Era notte fonda ed Hermione Granger si era ritrovata a scendere le traballanti scale della Tana, stando attenta a non poggiare i piedi su quelle più scricchiolanti, senza nemmeno rendersene conto. Nonostante l’ora tarda la vecchia casa della famiglia Weasley era più rumorosa che mai. Non che ci fosse effettivamente baccano. Nessuno stava ridendo rumorosamente, nessun rimprovero della signora Weasley rivolto ad uno dei suoi sette, sei, figli le arrivava alle orecchie, nessuno giocava chiassosamente a Quidditch nel giardino. 

 

Erano i singhiozzi soffocati, quasi inaudibili, provenienti dalle camere da letto dei componenti di quella rossissima e un po’ meno numerosa famiglia di maghi, a non permetterle di dormire. Erano assordanti, le penetravano il cuore come una lama affilata, le riempivano le orecchie fino ad uscirle dagli occhi. E con questi ancora umidi dal suo di pianto, arrivò a poggiare i suoi piccoli piedi scalzi sul pavimento fresco del piano terra.

Non sapeva dire dove fosse diretta, sapeva solo di volersi allontanare da quel rumorosissimo dolore che echeggiava fra le pareti della Tana.

Andò in cucina e cominciò a preparare una camomilla. Prese il bollitore dalla credenza, sussurrò un flebile Aguamenti con la bacchetta rivolta al suo interno e lo poggiò sui fornelli.  Aprì lo stipetto più alto della cucina e in punta di piedi prese la camomilla biologica, rigorosamente babbana, che lei stessa aveva regalato al signor Weasley tempo addietro. Si sedette in una sedia traballante nell’attesa che l’acqua bollisse.

Si alzò di fretta quando il bollitore emise un fischio acuto e perforante, nonostante nessuno stesse dormendo voleva comunque evitare di recare disturbo alcuno. 

Proprio mentre versava la camomilla profumata e fumante in una grande tazza dei Cannoni di Chudley, una voce alle sue spalle richiamò la sua attenzione.

 

-Ce n’è un po’ anche per me?

 

Hermione sussultò leggermente.

Ron stava poggiato sulla soglia della porta.

 

-Certo!

 

Rispose Hermione sorridendogli.

 

Mentre prendeva una seconda tazza e vi versava dentro la camomilla, non poté fare a meno di soffermarsi ad osservare il suo migliore amico. Era come se, improvvisamente, fosse invecchiato una decina d’anni. Lei lo aveva sempre visto come un bambino troppo alto ed estremamente capriccioso, ma nell’ultimo tremendo anno era cresciuto come mai prima ed era diventato un uomo. Lo aveva visto sotto una nuova luce, dopo tutti quegli anni Hermione aveva finalmente conosciuto Ronald Weasley. Aveva imparato a riconoscere la paura, quella vera, nei suoi occhi e non aveva nulla a che fare con le crisi isteriche che aveva alla vista dei ragni. Lo aveva visto, arrabbiato, fuggire via. Aveva persino creduto che potesse odiarla dal profondo dell’anima, prima di capire che quella era solo insicurezza. Lo aveva visto far ritorno, con un coraggio nuovo che gli brillava negli occhi e quella volta aveva capito una cosa importantissima. Lo aveva visto combattere con accanimento e furbizia e, sempre nella stessa notte, lo aveva visto vicino come mai. Arrossì a quel pensiero. 

Infine aveva scoperto un’ultima cosa, che avrebbe preferito rimanesse celata per sempre, il suo dolore. 

Lo scopriva ancora, in quella cucina tanto familiare, nel pallore del viso stanco, negli occhi contornati da profonde occhiaie, nei capelli rossi totalmente in disordine. Era come se ci fosse un’aura attorno a lui, una fitta nebbia, ed Hermione proprio non sapeva come avrebbe fatto a scacciarla via.

Presero entrambi posto nel grande tavolo in legno, Hermione a capotavola, Ron alla sua destra.

Cominciarono a sorseggiare la camomilla lentamente e quando Ron iniziò a fissare un punto indefinito della stanza, Hermione alzò la mano libera e con tutta la delicatezza che possedeva, gli accarezzò la guancia ispida. Fu subito dopo quel contatto che Ron cominciò a piangere. All’inizio le lacrime si limitarono a scendere silenziose, poi vennero accompagnate da sussulti e singhiozzi. La mano di Hermione ferma sul viso umido di Ron.

Poi il silenzio. Ron prese la mano di Hermione nella sua, si alzò, fece un passo, si abbassò su di lei e la baciò sulle labbra, rapidamente e con così tanta naturalezza che sembrava non avesse fatto altro in tutti quegli anni se non baciarla. Non arrossì come era solito fare, non cominciò a balbettare, non cercò pessime scuse per ciò che aveva fatto. Sembrava che il vecchio Ronald Weasley fosse andato via. Si rivolse con dolcezza e decisione ad un’Hermione ancora un po’ stordita.

 

-Grazie.

 

Ed Hermione capì che un po’ di quel dolore era andato via.

Angolo dell'autrice:
So che una miriade di autori ha già scritto su questo delicatissimo argomento, il dolore di Ron e il suo secondo bacio ad Hermione, ma non ho potuto fare a meno di dire la mia la riguardo. Spero che vi piaccia e mi auguro che recendiate, anche le critiche sono ben accette.

A.

   
 
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