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Autore: Luna Malfoy    30/01/2005    15 recensioni
Di quei violini suonati dal vento
l'ultimo bacio mia dolce bambina
brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio…
…ma sono lacrime mentre piove… [Carmen Consoli]
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ultimo bacio

“Di quei violini suonati dal vento
l'ultimo bacio mia dolce bambina
brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio…
…ma sono lacrime mentre piove…”

--- Carmen Consoli ---



Dicembre 2018 - Casa Weasley

Ginevra Weasley aveva gli occhi puntati sulla figura di suo padre. Stava seduto, in silenzio, con le mani congiunte davanti alla fronte e il volto basso. Aveva parlato in maniera sofferta, lo sguardo lucido e la mascella contratta, ma aveva mantenuto quell'aspetto fiero e orgoglioso di sempre. Sua madre, invece, era seduta sul bracciolo della poltrona, accanto a lui. Di tanto in tanto gli accarezzava i ciuffi rossi e tirava su col naso, decisa a reggere fino in fondo quella che per lei era una tortura, pur di rimanergli accanto e aiutarlo a ricordare.

"Papà..."

Ronald Weasley alzò gli occhi azzurri sulla figlia. "...dimmi."

"Mi dispiace... so che probabilmente ora... tu voglia darci un taglio, smettere di parlarne, ma... come fai a sapere tutte queste cose?!" Domandò incerta, intrecciando le mani sulla gonna che indossava e torturandosi le dita. Lo sguardo puntato sul tappeto persiano del salotto.

L'uomo si alzò dalla poltrona e camminò fino alla libreria in noce, che occupava un'intera parete della stanza. Afferrò un libricino dalla rilegatura rosso scuro, bordata d'oro e lo strinse forte in una mano. Non si voltò subito ad incrociare la figura della figlia. Prese prima un forte respiro.

"...l'ho trovato subito dopo la fine della guerra."

Ginevra allungò le mani, afferrando il tomo da quelle del padre. Lo fissò stupita per qualche istante, rigirandoselo tra le mani. "E' il diario di zia Ginny, questo?!"

Il mago annuì. "Sì... è il suo diario. Quando l'ho visto la prima volta, era nascosto sotto il materasso del suo letto... al quartier generale. Ho pensato che fosse uno dei libri che era solita prestarle tua madre, ma... quando l'ho aperto ho capito che non era così."

La ragazza abbassò di nuovo gli occhi sul diario, accarezzando con le dita la copertina, di vellutino e aprendolo. "C'è... scritto tutto quello che mi hai raccontato, papà?!"

"Tesoro..." Intervenne Hermione, alzandosi dal bracciolo della poltrona e inginocchiandosi di fronte alla figlia. Strinse le mani tra le sue e appoggiò le ginocchia, coperte da un pantalone nero, sul parquet del salotto. "Papà ti ha raccontato tutto questo... per farti capire che-"

Ma Ginevra scosse la testa, risoluta. "Papà... com'è morta zia Ginny e che ne è stato di... lui?!"

Ron sospirò impercettibilmente, così piano che neppure le due donne se ne accorsero. "Tua zia Ginny è morta sotto i miei occhi. Sotto gli occhi di tutti noi dell'Ordine della Fenice, tua madre e zio Harry compresi."

Le mani di Hermione si strinsero attorno al tessuto della gonna, indossata dalla ragazza. Distolse lo sguardo dagli occhi azzurri della figlia e si morse il labbro inferiore, reprimendo quelle lacrime malinconiche che premevano per uscire.

La giovane Ginevra si arrestò, col fiato mozzo in gola per quella rivelazione. Suo padre aveva assistito alla morte della sorella. Quella sorella che, a detta di molti, aveva amato e protetto da tutto. "...e lui?!"

"...anche." Si passò due dita sugli occhi, cercando di calmare il battito accelerato del cuore e il groppo che gli si era formato in gola.

Il peso dei ricordi lo stava schiacciando.

Ignorò i tentativi di sua madre di farla smettere, di non rievocare nella mente di suo padre quei sentimenti, quell'episodio così doloroso. Voleva e doveva saperne di più, a costo di sembrare egoista e azzardata.

"...com'è successo?!"

Ma Ron non l'ascoltava più. Fissava il vuoto, ignaro delle parole della figlia, mentre in testa gli rimbombavano i rumori della battaglia, l'odore acre di sangue e morte e quelle urla straziate di soldati e Mangiamorte.


11 Ottobre 2000 - Hogsmeade

L'estate che seguiva il mio diploma alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, segnò l'inizio della sanguinosa seconda guerra, contro il Signore Oscuro. Schiere di Mangiamorte, avevano incominciato ad attaccare ogni angolo del mondo magico in modo freddo e spietato, estendendosi ai confini della Londra babbana e colpendo i familiari dei mezzosangue. Persone indifese, perlopiù vecchi e bambini, venivano fatti fuori con ferocia, per mezzo di maledizioni senza perdono o armi babbane, procurate durante i numerosi saccheggi.

Il mio progetto, sin da quando mi era stato chiesto di orientarmi verso una carriera (nel periodo pre-G.U.F.O.), era sempre stato quello di diventare Auror. Mi sarei arruolato nelle milizie dell'Ordine della Fenice come soldato semplice e avrei fatto carriera, pronto ad affrontare l'ormai prossimo scontro con Voldemort. Non credevo di certo che quello scontro, sarebbe arrivato così presto.

Avevo affiancato Harry, quando ci era stato consegnato il modulo per il reclutamento e non mi era stato proprio possibile convincere Hermione a non farlo. A risparmiarsi quell'inutile sofferenza. Volevo che vivesse lontana da tutto quello, che vivesse felice. Lontana da me, se necessario. Ma, come mi disse lei una volta, avevamo affrontato tutto insieme e non potevamo separarci proprio nel momento di maggior bisogno.

Allo stesso modo, un anno dopo, avevo cercato di impedire quell'atto a mia sorella. Ginevra era testarda, come un po' tutti noi membri della famiglia Weasley e proprio non mi fu possibile farla desistere. Avevamo litigato non so neppure quante volte, su quella questione, eppure, fui io stesso ad accompagnarla al quartier generale, l'estate del duemila, per firmare ed entrare a far parte dell'Ordine.

Non mi capacitavo di come, due delle donne più importanti della mia vita, indossassero quel mantello nero, bordato di blu, quella maschera color notte e quel distintivo, che le rendeva a tutti gli effetti delle combattenti. Entrambe infatti, avevano rifiutato di occuparsi della burocrazia dietro una quanto mai sicura scrivania.

No, loro volevano combattere faccia a faccia con il nemico. Ed è così che le ricordo.

La prima volta che ci spedirono su campo, mi spaventai io stesso della reazione che ebbero. Mia sorella in primis. Sapevo che Hermione aveva un'energia e una forza di volontà indescrivibili, seconda forse solo a me ed Harry, che eravamo uomini. Ragionamento maschilista, me ne rendo conto, ma non cambio di certo opinione. Ma Ginevra era una vera sorpresa. Lottava con incantesimi potenti, armi alla mano, accesa di quella rabbia e di quel desiderio di vendetta che accomunava gran parte dell'armata. Avevamo visto molti dei nostri amici perire sotto il fuoco nemico. Primo tra tutti Dean Thomas. Credetti fosse anche quella, una delle ragioni che l'avevano spinta ad unirsi all'esercito magico.

Contrastava gli attacchi dei Mangiamorte con potenza e precisione, non permettendo a nessuno di coglierla di sorpresa. Rammento di un solo episodio in cui abbassò la guardia, ma procediamo con ordine.

Era di una di quelle mattine in cui ti svegli e preferiresti non farlo. Sin da quando avevo aperto gli occhi, un peso opprimente e una strana sensazione negativa mi avevano occupato i pensieri, ed era stato con quel brutto presentimento, che avevo iniziato la giornata, insieme al caffé caldo e brodoso che servivano alla mensa dell'Ordine. Hermione ed Harry discutevano di un nuovo attacco nei pressi del quartiere residenziale di Hogsmeade e di un nuovo omicidio, avvenuto alle porte di Diagon Alley. Mi ero estraniato di proposito da quella conversazione che non faceva che accrescere il mio pessimo umore. Mi odiavo quando capitava. Ero scontroso, irascibile e di poche parole. E quelle poche che pronunciavano, finivano per far indispettire qualcuno. Harry, probabilmente, era l'unico immune, ormai fin troppo abituato al mio carattere impossibile.

Ginevra era entrata poco dopo e aveva quell'aria battagliera e determinata, che ormai le vedevo addosso tutte le mattine. Era cambiata la mia piccola farfalla dalle ali rosse. Era cresciuta. E non lo potevo accettare. Crescere così, in quel modo orribile, alla sua giovane età, era quanto di più ingiusto trovassi al mondo.

Ci spedirono in battaglia e con ancora il cuore oppresso da quel sentore di pericolo, non furono poche le volte in cui tentai di convincere mia sorella e rimanersene alla base. Non era una missione più pericolosa delle altre e lo sapevo bene, ma ciononostante, quella volta mi sentivo ancor meno sicuro e convinto di volerla veder combattere al mio fianco.

L'agguato scattò, in quelle vie isolate di Hogsmeade, così come programmato con il nostro infiltrato nelle file dei Mangiamorte. Ero troppo impegnato a tirar fuori la bacchetta e la spada, per accorgermi di ciò che mi stava avvenendo intorno. Avevo trovato il mio bersaglio, o sarebbe meglio dire che lui aveva trovato me... da quel momento il resto non contava. Fu dura. Ogni qual volta riuscivamo a farne fuori uno, un altro sbucava dal nulla e dovevamo ricominciare. Sembravano infiniti.

Soltanto molto tempo dopo, forse un'ora, forse di più, io ed Harry eravamo liberi e potemmo dare una mano ad Hermione, accerchiata da tre incappucciati. Cercai Ginevra nella folla. Ero disperato, credevo di non vederla più. E invece era lì in mezzo, forte e coraggiosa, che affrontava il suo nemico dalla maschera d'argento. La riconoscevo dal suo modo di attaccare col pugnale e dalla forza con cui impugnava la bacchetta, nella mano sinistra.

C'era tensione, nell'aria. Aleggiava intorno a noi come il puzzo di morte e sangue. Tutta la zona ne era pregna e se non fosse stato per una forte abitudine a tutto quello scempio, credo che ne saremmo stati soffocati. Il cielo era scuro. Me ne accorsi quando alzai la testa e quando riabbassai lo sguardo, sulla battaglia, maledissi il mio momento di distrazione.

Ginevra era a terra, probabilmente ferita. Accanto a lei, il corpo dell'incappucciato. Si erano colpiti a vicenda in uno scontro diretto, come mi spiegò Hermione poco dopo. Mi precipitai accanto a mia sorella, prendendola per le spalle e scuotendola. Le tolsi la maschera e le aprii il mantello, rabbrividendo. Uno squarcio profondo si apriva all'altezza del ventre. Era rimediabile, ne ero convinto. Forse troppo convinto. E continuavo a ripeterglielo. Le dissi che sarebbe guarita, che era stata grande, che persino io ed Harry, più vecchi di lei, non saremmo riusciti a tener testa ad un Mangiamorte in quel modo. Mi si sciolse il cuore a vederla accennare un sorriso, un sorriso così bello che persino i suoi occhi contribuivano ad allargare. I suoi occhi azzurri, come i miei. Mi accorsi solo in quell'istante che gli occhi di Ginevra, non erano vivi e gioiosi come quando era bambina, non lo erano più da tempo, ma troppo preso da me stesso, non me ne ero accorto.

Quegli occhi, pochi minuti dopo, si chiusero per sempre.

Piansi come un disperato.

A nulla valsero i leggeri scossoni di Harry e la vista di Hermione sconvolta, ferma accovacciata vicino a mia sorella, con una mano stretta tra le sue. Avevo perso la mia farfalla dalle ali rosse. Tutti noi, avevamo perso una persona meravigliosa.

Credo di aver spaventato a morte entrambi i miei migliori amici, quando mi alzai di scatto e mi avventai sul corpo esanime del Mangiamorte che aveva osato uccidere Ginevra. Credo che non saprò mai l'espressione sconvolta e furiosa che avevo sul viso, quando la maschera cadde dal volto dell'uomo che stringevo per le spalle, ormai morto, rivelando che si trattava di lui.

Draco Malfoy aveva ammazzato mia sorella e a sua volta era perito.

Credevo che avessero combattuto con tanto astio, consapevoli di chi avessero di fronte. Che l'odio, scaturito da anni e anni di beffe e insulti, fosse sfociato in un combattimento all'ultimo sangue, dal quale tutti e due, erano usciti sconfitti.

Lo credevo finché non misi mano al suo diario.

Sapevo che era sbagliato leggere i pensieri e i desideri più intimi e segreti di Ginevra. Lo sapevo, ma lo feci comunque. Aprii e sfogliai quelle pagine, nutrendomi dei misteri che mia sorella aveva custodito nel suo cuore, privando tutti noi di una amara e sorprendente verità.

"Nonostante tra noi due sia tutto finito, io amo Draco Malfoy più di me stessa. Se vado avanti, se guardo al futuro, è solo perché me lo ha chiesto lui. Vivo nel rimpianto di non aver potuto avere una storia alla luce del sole, una storia normale. Vivo nella consapevolezza che anche lui mi ha amata, anche se non è stato capace di dirmelo. Vivo... per noi. Per quel noi che forse il futuro ci riserva. Quando tutto sarà finito... quando avrò contribuito a ripulire il mondo magico, da quel male che ci ha divisi." Questo diceva l'ultima pagina, scritta durante il suo settimo anno a scuola.

Non avevano riconosciuto l'uno il volto dell'altra. Avevano lottato contro la persona amata e l'avevano uccisa, senza neppure saperlo.

Quel pensiero mi lacerò l'anima e mi svuotò il cuore.


Dicembre 2018 - Casa Weasley

"Non... è possibile."

Ron alzò lo sguardo sulla figlia Ginevra. Seduta, con le mani davanti alla bocca e gli occhi lacrimosi. Hermione era ancora inginocchiata davanti a lei, il volto nascosto dai palmi aperti e il corpo scosso da fremiti e singhiozzi.

"...è per questo che pretendo che tu non abbia rimpianti, Gin. E' per questo che voglio che dimostri a chiunque che nell'amore non conta a quale razza, Casa, o famiglia appartieni. Conta solo ciò che provano due persone. Noi, col nostro egoismo e il nostro disprezzo, abbiamo sacrificato la loro storia d'amore... e la guerra li ha riuniti. Ma a quale prezzo?"

"Nell'amore..." Singhiozzò la ragazza, alzandosi di scatto dalla poltrona e correndo ad abbracciare suo padre. Piansero l'uno contro l'altra, stretti e uniti come non mai. "Nell'amore conta solo l'amore. Grazie... grazie papà."


FINE


Note dell'autrice:

{Aereoporto di Fiumicino: Lady e Luna hanno fatto passare i loro bagagli e hanno consegnato il biglietto. [Destinazione Sconosciuta] Continuano a guardarsi intorno, preoccupate che Marcycas, Ryta e le altre lettrici possano raggiungerle. L'aereo parte, con un sospiro di sollievo delle due ragazze.}

Davanti al PC, l'unica cosa che resta è una foto in movimento di Luna che fa "ciao ciao" con la manina, con su scritto "Io e Lady partiamo per qualche tempo. Bye bye!" La camera, è stata completamente svuotata di libri, vestiti e tutto ciò che Luna possiede. Un foglio bianco, giace abbandonato sulla scrivania del computer.

"Grazie a tutte per aver letto questa storia. Siamo giunte dunque al termine. Spero che mi farete sapere cosa ne pensate (eh, ma ce le tiri così eh! ndLady ops, ma io li voglio i commenti ndLunaColBroncio ok, ma almeno siate magnanime! ndLady), se vi è piaciuta... ^^ Ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuta, capitolo per capitolo, e anche quelli che non hanno commentato ^^

Oryehn

Marcycas-The Lady of Darkness

Ryta Holmes

Scarlet Blood

Patty

Stellina

Sissichi

Cass93

Ginny88

^Erin^

Jennina

Ice Camille

Eugenie

Angele87

Florinda

Erda

Feddy_chan

Mary Angel

Tink

DarkPhoenix
Sky88

...spero vivamente di non aver dimenticato nessuno ^^

Alla prossima!
Luna Malfoy. "

   
 
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