Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: Holyheadharpies    30/11/2014    0 recensioni
"Ero all'ultimo boccone quando Bridget fu sul punto di farmi strozzare:
-Ti ha guardata-"
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NdA: Sono consapevole del fatto che la trama è un clichè, ma chissenefrega. A me piace e per me l'amore, quello vero, non ha limiti dettati dall'età. 



Avrei voluto piangere, uscire da quell'angusta classe e sbattere forte la porta, ma non potevo perché le aspettative nei miei confronti erano alte, forse fin troppo. E la professoressa di italiano, che io adoravo e che avrei voluto veder compiaciuta, mi guardava fissa, in attesa trepidante della mia risposta. 
"Descrivi il rapporto tra Manfredi di Svevia e Dante all'interno del canto." 
Dio, la mia brillante parlantina se n'era andata chissà dove e mi aveva lasciata in balia di una confusione di personaggi e cantiche che, ne ero sicura, mi garantiva uno sguardo perso ed inebetito. Cercai di pensare ad un aggettivo appropriato, risalendo ai tanti libri impegnati che ero solita leggere ma quel giorno la mia lingua si era come arrotolata su sé stessa e la mia mente aveva issato un muro invalicabile per qualsiasi pensiero che non fosse la fuga immediata. Sapevo di essere infantile e sapevo che avrei dovuto rispondere con un linguaggio elevato ma le uniche parole che uscirono dalla mia bocca furono:
-Credo che Manfredi sia simpatico- 
Simpatico? Davvero avevo detto che era simpatico, neanche avessi avuto dodici anni? Sentii nitidamente la mia amica Bridget sbatterai il palmo della mano in fronte in segno di sconforto. Avrei voluto farlo anch'io.
-Oh. Bhe, suppongo che potremmo dire così..oppure, e credo che rispecchi meglio ciò che Dante volle trasmettere, che Manfredi, ora umile ed obbediente, nutre un profondo rispetto nei suoi confronti ed è per questo che gli si avvicina per parlargli- rispose la professoressa un po' delusa, sorridendomi incerta. Era buona, la professoressa Eveline, ma non stupida, e che fossi con la testa da un'altra parte era chiaro come il sole.
-Ok, d'accordo Rebecca puoi tornare al tuo posto.- mi comunicò mentre impugnava la penna ed apriva il temuto registro azzurro. Mi tremavano le ginocchia mentre mi alzavo, prendevo la mia Divina Commedia e me ne tornavo al posto, accanto a Bridget che cercò di rassicurarmi con un sorriso a trentadue denti ed i pollici in su. La guardai affranta senza dire nulla. 
Non avevo mai fallito un'interrogazione di italiano. Ero sempre preparata nei migliori dei modi, facevo approfondimenti e riflessioni critiche su fatti o personaggi e non c'era domanda in grado di destabilizzare la mia sicurezza. A dirla tutta, non avevo mai neanche fallito un'interrogazione, persino a fisica, che risultava una delle materie più ostiche per me, riuscivo ad arrivare al sette pieno. Ma quel giorno la mia mente si era chiusa ed io non ero riuscita a ragionare, o anche solo a ricordare quello che avevo studiato e per me quella era la peggiore delle sconfitte. Tirai un sospiro di sollievo solo quando suonò la campanella della fine delle lezioni e la professoressa Eveline fu uscita senza che io ebbi il coraggio di chiederle il voto o di chiederle come fossi andata in generale. Brooke mi si affiancò mentre ero intenta a chiudere lo zaino e ad infilarmi il cappotto.
-Sei stata..sconcertante.- ammise ridendo non proprio velatamente. Alzai gli occhi al cielo -Ma davvero? Pensavo di essere andata alla grande!-
-Ed infatti è così!- intervenne Bridget fulminando Brook con lo sguardo -E poi hai altri problemi per la testa ora, no? La professoressa Eveline capirà.- Annuii, in fondo il divorzio dei miei era un motivo valido per fare quasi scena muta, anche se non volevo giustificarmi se ero stata pessima. Saggia e schietta Bridget. Eravamo amiche dalle elementari insieme a Brooke, ed eravamo riuscite a mantenere il nostro equilibrio grazie ai nostri caratteri così diversi. Brooke era la sportiva, da piccola aveva praticato tennis agonistico, ora lavorava part time al centro sportivo vicino casa e continuava ad allenarsi ogni qual volta trovava un ritaglio di tempo libero. Bridget era quella bella ed ammaliante, capace di irretire ogni ragazzo della scuola grazie alla sua indifferenza sconcertante. Era alta ( e questo implicava gambe chilometriche), occhi azzurri, denti di un bianco brillante, ed ovviamente era bionda.  Ed infine c'ero io, ed io non ero un granchè. Non ero alta ma mi consideravo carina, i capelli lunghi leggermente ramati sulle punte ed un'amore sconsiderato per la lettura. Ero un cliché. L'eterna brava ragazza che nessuno considerava degna di nota. Ci avviammo al bar della scuola per comprare il pranzo, guardando sconsolate il cielo grigio di autunno che minacciava una pioggia imminente. 
-Devo andare o farò tardi a lavoro- disse Brooke addentando una mela verde e fissando agitata l'orologio. 
-Deve fare piuttosto schifo uscire da scuola ed andare a lavoro- commentò pensierosa Bridget sedendosi sulle poltroncine della saletta del bar.
-Quasi quanto finire le lezioni e dover iniziare il corso di lettura- la rimbeccò aspra Brooke prima di salutarci brevemente e correre fuori, in attesa dell'autobus. Bridget mi guardò sconsolata.
-Dio, ha ragione! Ripetimi perché facciamo questo corso, Becky-
Risi mentre masticavo la mia insalata.
-Perché abbiamo bisogno di crediti extra. Io per alzare la media e tu per convincere i professori che ti stai finalmente impegnando a scuola-
Lei sbuffò irritata, poi però la sua espressione cambiò e sorrise maliziosa.
-Ecco il vero motivo per il quale fai quel corso di lettura-
Mi girai verso la porta d'ingresso dell'istituto, che si era appena richiusa. Una giacca di pelle consumata aperta dalla quale si intravedeva un maglione scuro ed una camicia bianca inamidata, libri tra le mani, mani grandi, forti, sulle quali spuntavano nitide delle venuzze, gocce di pioggia sulle spalle e sul volto perennemente freddo. Deglutii puntando nuovamente lo sguardo su Bridget.
-Dovrebbe essere illegale- 
Lei scoppiò a ridere di cuore, facendo voltare molti sventurati studenti che come noi erano costretti da corsi extrascolastici nell'istituto infernale. 
Ero all'ultimo boccone quando Bridget fu sul punto di farmi strozzare.
-Ti ha guardata-
                             *
-Ha gli occhiali da vista.- bisbigliò B al mio orecchio. 
-E allora?- 
-Bhe, lo rendono sexy, certo, ma se ne ha bisogno è perché non ci vede più tanto bene e quindi ha molti più anni di quanto immaginiamo- 
Uno "shh" proveniente da una ragazza scocciata interruppe le nostre riflessioni e riportò l'attenzione sul professore, che, dopo aver fatto l'appello, aveva iniziato a leggere. Il libro in questione era Persuasione, di Jane Austen, in classe ne avevamo letto un estratto. La voce profonda del professor Shard mi ammaliava perché non era il mio insegnante e non ero mai stata ad una sua lezione. Era bravo nella lettura, non sbagliava mai una parola e c'era una nota interpretativa nella sua voce che mi incantava. Nessuno dei miei coetaneei leggeva così. 
Chiusi gli occhi per un istante. Uno solo. Lo vidi seduto su un divano intento a leggere quel libro dalla copertina sbiadita, e poi mi vidi, in piedi, la schiena addossata alla parete, una tazza di té in mano ed un sorriso nascosto dai capelli arruffati. Leggeva per me. 
Adoravo vivere nell'utopicità di quei momenti, così tanto che spesso li confondevo con la realtà, ma chiedere di più era proibito.
La porta dell'aula si aprì senza che nessuno avesse bussato, ed entrò una bella donna bionda sui quaranta, dall'aspetto provocante. Miss Ruby, l'insegnante di sostegno che si vociferava avesse una relazione con il professor Shard, era solita attirare l'attenzione dei presenti.
-Scusami Adrian, la stampante non funziona, ti spiacerebbe darmi una mano?- 
-Sto tenendo un corso, Amber- replicò lui asciutto ma con una nota gioviale.
-Si chiamano per nome!- mi bisbigliò B concitata. Io la ignoraii, troppo presa dall'ascoltare quello scambio di battute per trarne conclusioni.
-È davvero urgente, sto per andare a casa.- 
Il professor Shard ci pensò su un po', poi acconsentì con voce stanca.
-D'accordo. Ragazzi tornerò tra un quarto d'ora, mi spiace per l'interruzione- disse ed uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Guardai la sua sedia vuota come in trance mentre ripensavo alle loro parole e se ci fosse qualcos'altro sotto. E mi sentivo anche un po' offesa perché c'era una parte malata della mia testa che mi suggeriva che era come se mi avesse dato buca per la sventola bionda. 
Poteva andare peggio? 
Bridget mi guardò pensierosa.
-Un quarto d'ora è un bel po' per salire al terzo piano e fare delle fotocopie con la fotocopiatrice funzionante, no? Secondo te sono andati a copulare nello sgabbuzzino?-
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Holyheadharpies