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Autore: perrieyes    30/11/2014    3 recensioni
«Siamo uno sbaglio, tutti stanno male per colpa nostra» dissi passandomi una mano lungo il viso mentre sospirai per la millesima volta in quella nottata.
«Non può essere così sbagliato il nostro amore se fa felici noi due».
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Perrie Edwards, Zayn Malik
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
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Prologo.
 
La luce della mattina attraversava la grande finestra del salotto e illuminò il grande quadro posto dalla parte opposta.
Una ciocca bionda scappava dalla mia coda che teneva i capelli legati.
La casa era in gran fermento per il ritorno del loro primogenito maschile della famiglia Malik.
Il giovane ragazzo che avevo visto solo in foto stava tornando da una lunga vacanza durata ben tre anni.
Sarebbe tornato a Londra per prendere il posto del suo anziano padre nell’azienda di famiglia.
Non avevo idea che quel ragazzo mi avrebbe cambiato la vita.
 
Tenevo in mano un piumino color porpora che passavo attentamente sulle porcellane esposte sul tavolino circondato da tre divani bianchi.
Mi spostavo continuamente la ciocca bionda che mi ricadeva davanti gli occhi sbuffando ogni tanto.
Mi ero svegliata all’alba per aiutare mia madre, Debbie con le faccende domestiche.
Delle urla mi fecero spaventare leggermente mi voltai di scatto giuso in tempo per vedere le sorelle Malik correre giù dalle scale con i loro accappatoi rosa, lilla e azzurro mentre tra le mani tenevano dei vestiti.
 
«Perrie, aiutaci! » esclamò Doniya mentre venendomi incontro con un asciugamano bianco legato a forma di turbante per tenere i capelli bagnati lontano dalle sue spalle e un accappatoio rosa legato ben stretto in vita.
Mi mise sotto il naso i due vestiti che teneva tra le mani, uno bianco e uno nero.
Le altre due annuirono assieme alla sorella per poi prendermi dalle braccia iniziando a tirarmi assieme a loro su per le scale.
 
Le sorelle Malik di certo non possedevano pochi abiti, avevano una stanza solo per tutti i loro vestiti e scarpe.
Doniya sempre con l’asciugamano bianco in testa inizio a provare i due abiti che mi aveva mostrato poco prima e accennai un sorriso mentre toccai la gonna di seta di uno di essi.
Chissà come sarebbe uscire tutti i giorni con dei vestiti così preziosi e costosi ma dovrò accontentarmi dei miei vecchi levis.
 
Socchiusi gli occhi immaginandomi in un vestito color rosso scendere lentamente una scalina come quella delle principesse della disney e mentre tenevo una mano sul corrimano un ragazzo con un mazzo di fiori talmente grandi che coprivano il suo volto mi aspettava alla fine.
 
«Ei » mi scrollò da una spalla Waliyha che aveva indossato un vestito rosa confetto fin troppo corto per la sua età e alzai leggermente un sopracciglio guardandola per poi scuotere la testa «Non pensi che i tuoi slip si vedano un po’ troppo?» domandai alla ragazza mentre le sorelle si portarono la mano davanti alla bocca per trattenere delle risate provocate dalla mia domanda.
La mora arrossi leggermente per poi avvicinarsi a me intrecciando le braccia dietro al mio collo e si strinse a me appoggiando la sua guancia sulla mia «Sai che sei la mia fatina della fortuna e senza il tuo consenso non indosserei mai un vestito del genere ma è solo per il ritorno di mio fratello» sussurro al mio orecchio accennando una piccola risata alla fine, scossi con decisione la testa per poi sospirare scompigliandole i capelli neri e lisci.
Ero rimasta sola con Safaa che mi guardava con i suoi occhietti dolci e mi inginocchiai per essere alla sua stessa altezza e misi le mani sulle sue braccia «Piccola, tu non vuoi chiedermi nulla?» domandai guardando attentamente il suo viso.
Safaa sin dal primo giorno che la conobbi è sempre stata silenziosa e impaurita del giudizio altrui.
Era insicura e molto timida ma per questo mi inteneriva sempre di più, le sue sorelle le davano della principessina viziata essendo l’ultima figlia dei coniugi Malik era la più coccolata.
Mi ricordo ancora quando l’avevo vista la prima volta.
 
Mia madre ha sempre lavorato per la famiglia Malik ma io non avevo idea di chi fossero visto che da quando ero nata mi avevano cresciuta i miei nonni materni.
Nonna Amelì mi raccontava sempre di questa grande famiglia e segretamente sognavo di essere una Malik.
All’età di novant’anni mia nonna morì proprio come mio nonno mesi fa.
La sera prima della sua morte la vidì guardare attentamente una soap opera venezuelana, le lascia un veloce bacio sulla guancia per poi andare verso la porta d’ingresso uscendo velocemente mentre compose un numero sul iphone bianco.
 
Quando tornai dal mio lavoro notturno in un pub fuori Londra la trovai nella stessa posizione di ieri, risi leggermente pensando che si fosse addormentata con gli occhiali per guardare la televisione sulla punta del naso.
«Nonna, svegliati » dissi divertita mentre posavo sul tavolo la giacca di pelle e la borsa che aveva in mano, mi morsi leggermente il labbro non sentendo la sua risposta.
Mi avvicinai con cautela al divano per poi emettere un urlo vedendo gli occhi di mia nonna ormai completamente aperti, mi misi una mano davanti alla bocca iniziando a piangere disperatamente.
 
«Perrie, ti ricordi la prima volta che ci siamo viste?» domandò timidamente la bambina prendendomi la ciocca di capelli biondi tra le dita e annui leggermente per poi alzare gli angoli della bocca in un sorriso.
Mi infili l’uniforme grigia che mi arrivava sopra al ginocchio e mi legai un piccolo grembiule sopra di esso.
Mia madre era riuscita a farmi assumere in casa Malik subito dopo  la morte di mia nonna, misi una mano sul ciondolo a forma di cuore che aveva legato attorno a un cordoncino nero.
Quel ciondolo era una regalo di un anno fa da parte di nonna Amelì ed era l’unico modo per sentirla ancora vicino.
Mi asciugai con rapidi una lacrima che mi era scesa lungo la guancia sinistra feci un respiro profondo e aprì la porta di  servizio per uscire.
Camminai per il grande giardino di casa Malik e si fermai a qualche passo da una bambina china su un libro e mi avvicina a quest’ultima.
«Ciao» dissi accennando un piccolo sorriso alla bambina.
Quando alzò gli occhi dal libro mi scrutò attentamente per poi alzare un sopracciglio «Sono la nuova cameriera, Perrie, la figlia di Debbie» le porsi la mano fin troppo bianca per essere nel mese di luglio «Safaa» sussurrò la bambina per poi guardarmi la mano e stortò leggermente il naso.
Mi sembrò subito una bambina silenziosa ma piano piano riuscì a sciogliersi un po’.
 
Il rumore della porta mi fece alzare di colpo sistemandomi con cautela l’uniforme blu e tolsi la mano da quella della bambina.
I signori Malik erano molto rigidi sull’educazione dei propri figli e non volevano che perdessero troppo tempo assieme a una ragazzotta con me.
Trisha Malik entrò nella stanza con addosso un pantalone nero e una giacca bianca legata con un bottone ci guardò in modo interrogativo per poi guardare la figlia «Safaa, vai con le tue sorelle a prepararti» ordinò la donna indicando con un dito la porta.
La bambina eseguì l’ordine e prima di uscire mi guardò accennando un piccolo sorriso e dopo pochi secondi sparì dalla mia vista e riportai il mio sguardo sulla donna «Perrie, ricordati che sei qui solo per lavorare e non per perdere tempo o meglio non sei qui per far perdere tempo alle mie figlie» disse la donna avvicinandosi a me per poi girarmi attorno «Stiamo facendo un favore a tua madre ma ricordati che alla prima mossa falsa sei fuori» mi disse dopo aver finito di girare attorno a me, annui velocemente con la testa «Non si preoccupi signora Trisha» la donna annuì lentamente per poi uscire dalla stanza sbattendo leggermente la porta.
Sospirai per poi prendere gli abiti che le ragazze avevano lasciato a terra e gli appesi alle grucce degli armadi.
 
 
**
Mi sistemai scocciata il ciuffo biondo da davanti agli occhi, da un’ora sto facendo avanti indietro dalla cucina al salotto con un vassoio pieno di bicchieri da champagne.
L’ospite speciale non era ancora arrivato e tutti scalciavano i piedi spazientiti del ritardo del giovane, la porta di servizio si aprì e una valigia fu lanciata sul pavimento della cucina, spaventata si allontanai leggermente da essa e presi tra le mani il vassoio vuoto.
Sentì due voci parlare tranquillamente e lasciai cadere il vassoio dopo che un ragazzo e una ragazza fecero il loro ingresso dalla porta «Perché siamo dovuti entrare dalla porta di servizio come dei poveracci?»  domandò leggermente nervosa la ragazza mora che aveva ai piedi dei vertiginosi tacchi bianchi, il ragazzo moro si passò una mano tra i lunghi capelli neri e si morse  il labbro inferiore con gli incisivi.
Non si erano ancora accorti della mia presenza così avanzai verso il salotto ma prima che potessi fare qualcosa mi andai a scontrare con mia madre che fece cadere  il vassoio e successivamente me.
«Perrie!» esclamò mia madre vedendo a terra e sbuffai leggermente vedendo i pezzi di bicchiere a terra e sulle mie gambe, borbottai qualcosa iniziando a togliere i pezzi di cristallo dalle mie gambe.
Mentre toglievo i pezzi di vetro dalla mia gamba sinistra due mani si posarono sulla mia gamba destra togliendomi rapidamente dei pezzi, voltai il viso verso quello del mio aiutante.
Dischiusi leggermente le labbra notando il ragazzo moro di prima aiutarmi con attenzione e cautela, abbassai lo sguardo sulla mia gamba e il suo colore di pelle contrastava con il mio fin troppo bianco.
Una volta tolte le schegge di cristallo dalle gambe mi alzai attentamente tenendo una mano sul bancone di marmo  «Grazie» dissi alzando il viso verso la persona che mi aveva aiutato.
Dischiusi leggermente le labbra vedendo il volto del ragazzo moro dalla carnagione olivastra, i suoi lunghi capelli coprivano la sua fronte e con un gesto veloce della mano destra se li sposto all’indietro passandosi poi la punta della lingua sul labbro inferiore.
Non so per quanto rimasi incantata a guardarlo ma a un certo momento vidi mia madre andare incontro a questo ragazzo abbracciandolo istintivamente.
Abbassai lo sguardo per poi collegare chi fosse quel bel ragazzo, Zayn Malik.
Il primogenito della famiglia Malik.
Mia madre si stacco lentamente dall’esile corpo del ragazzo e gli accarezza entrambe le guance con le mani «Come sei diventato bello» disse mia madre guardandolo con la testa china di lato mentre il moro si lasciò scappare una risata «Debbie, mi sei mancata terribilmente!» disse lasciandole un bacio sulla guancia destra e successivamente la ragazza entrata assieme a lui tossì per attirare l’attenzione su di lei.
«Lei è la mia ragazza: Ariana» disse il ragazzo prendendola per mano presentandola a mia madre, scossi leggermente il capo vedendo mia madre abbracciare questa sconosciuta.
Presi la scopa che era dietro alla porta e inizia a spazzare i cocchi di cristallo mentre mi spostavo una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio sentendo le chiacchere tra mia madre e i due ragazzi «Ma che diavolo state combinando qui?» domandò Trisha Malik entrando in cucina come una furia visto che è da diversi minuti che nessuna delle sue due cameriere non entrava in salotto con i vassoio pieni di champagne.
Mi guardò in cagnesco vedendomi con la scopa in mano e prima che potesse dire qualcosa la sua attenzione fu catturata da suo figlio che la guarda con un sorriso raggiante e in giro di pochi minuti le forti braccia del ragazzo catturarono il corpo della madre.
 
**
Stavo rimboccando le coperte di Safaa che era andata a letto prima del termine della festa e mi stava raccontando di quando sia felice del ritorno  di suo fratello.
«Da quando parli così tanto?» domandai divertita mentre mi sedetti vicino a lei sul letto «Lo so ma sono troppo contenta che sia tornato il mio fratellone» la guardai dolcemente passando una mano tra i suoi morbidi capelli neri «Zayn è come un principe azzurro che salva le principesse in pericolo» continuò la bambina fin troppo emozionata per i ritorno del fratello e mi morsi il labbro sentendo la descrizione della bambina, mi alzai dal letto lasciandole un bacio sulla fronte «Ora dormi e domani potrai passare tutto il tempo con tuo fratello» la bambina annuì salutandomi con la manina e uscì lentamente dalla stanza chiudendo con delicatezza la porta bianca con delle stelline rosa attaccate ad essa.
«Sta già dormendo?» sobbalzai sentendo questa domanda e mi voltai di scatto vedendo il ragazzo di prima accennare un sorriso, annui velocemente con la testa «Con permesso» dissi prima di allontanarmi da lui, sentivo qualcosa di strano alla bocca dello stomaco e mi era successo da quando i miei occhi avevano incontrato i suoi «Aspetta» mi sentì richiamare e mi fermai di colpo voltandomi lentamente verso di lui, il moro avanzò verso di me continuando a sorridere.
«Non so il tuo nome» disse porgendomi la mano, aveva un tatuaggio su tutto il dorso ed emessi una leggera smorfia di disgusto per poi stringerla saldamente «Perrie, la figlia di Debbie» il ragazzo dischiuse leggermente la bocca alla mia affermazione e fece cadere la mano lungo il fianco mentre si avvicinava pericolosamente  a me.
 
Che diavolo saltava in mente a questo ora?
Camminai all’indietro mentre lui si avvicinava con cautela a me «Non ti ricordi proprio di me, vero?» la sua  domanda mi colse di sorpresa e mi fermai a un passo dal primo gradino delle scale che portavano al salone dove si stava svolgendo la festa.
 
Il ragazzo scosse successivamente la testa non sentendo una mia risposta e mi passò accanto procurandomi una scossa che attraversò tutto il mio corpo.
 
Avevo già conosciuto prima di allora Zayn?
Scossi il capo di nuovo per poi scendere velocemente le scale, notai i signori Malik ballare un valzer come la maggior parte degli invitati, camminai tra gli ospiti danzanti cercando di non essere colpita da nessuno.
Mi fermai sulla soglia della cucina ammirando le sorelle Malik ballare assieme a due ragazzi biondi, sicuramente gemelli e cercai con lo sguardo il ragazzo moro che mi aveva fatto tremare solo con un leggero tocco.
Mi alzai sulle punte dei piedi per cercarlo e lo vidi ballare assieme alla sua fidanzata che aveva presentato poco prima a mia madre.
Chiusi lentamene gli occhi immaginando di essere tra quegli ospiti a ballare un lento valzer.
 
Stavo ballando da sola con un vestito bianco con una gonna che mi scivolava lungo le gambe e mi  muovevo lentamente a occhi chiusi sorridendo come una bambina.
A un certo punto sentì una mano sul mio fianco e l’altra nella mia mano che penzolava in aria, aprì lentamente gli occhi guardando due occhi castani così profondi che passerei ore a vedere.
Il mio sorriso aumentò mentre tutti gli invitati sparivano e rimanevamo solo io e lui, eravamo come Cenerentola e il suo principe azzurro, due persone e un unico cuore.
 
Una caduta mi fece tornare alla realtà, aprì velocemente gli occhi vedendomi per la seconda volta in una sera a terra, mi guardai attorno imbarazzata accorgendomi di alcuni occhi puntati addosso a me.
Cercai di alzarmi senza fare altri danni e una mano si presa il braccio aiutandomi ad alzarmi, voltai il viso verso il braccio per poi alzarlo dischiudendo leggermente le labbra.
Zayn per la seconda volta mi stava aiutando.
 
Chi diavolo era veramente quel ragazzo e perché correva sempre in mio aiuto?
L’unica cosa certe e che il mio cuore palpitava più velocemente quando eravamo assieme.
 
HELLO PEOPLE:)
Sono tornata con una nuova storia, oh yeah.
Non vi dirò mai come mi è venuta in mente quest’idea.
La storia sarà leggermente diversa da Freedom ad esempio non ci saranno quasi mai gli altri componenti della band.
Lo so che Trisha o le sorelle Malik non sono veramente così ma è tutto frutto della mia fantasia.
Ditemi se vi piace se no non la continuo, aha.
Scusate eventuali errori,
un bacio.
 

Twitter: @vivodiperrie
 
 
 
  
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