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Autore: Hermy1994    30/11/2014    4 recensioni
La guerra contro il Signore Oscuro è finita ma, una nuova profezia rischia di demolire il precario equilibrio che si è creato nel Mondo Magico. Una profezia che annuncia l'esistenza di un ragazza, Alexia Wilson; l'unica che secondo i Mangiamorte è in grado di far tornare in vita Lord Voldemort. La ragazza dev'essere quindi protetta dalle grinfie dei Mangiamorte e quale posto più sicuro di Hogwarts?
Si prospetta un nuovo e indimenticabile anno per il trio dei Miracoli, pronto a proteggere la nuova studentessa che avrà accanto a sè un' improbabile e alquanto affascinante guardiano: Draco Malfoy. Ma cosa succede quando il principe dei Serpeverde scopre che, proprio quella ragazza che lo sfida sempre e lo affascina ogni giorno di più è in realtà ciò che lui ha da sempre odiato? Tra incontri clandestini, feste organizzate di nascosto che aspettano solo di essere scoperte dai professori; tra inganni e duelli nasce una storia di amore e desiderio che coinvolge sempre di più la coppia più improbabile della scuola
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Note dell'autrice: Ecco il terzo capitolo della storia. La storia inizia piano piano a delinearsi e vi assicuro che dal prossimo ne vedremo delle belle.
Ho dovuto fare questi primi capitoli di introduzione perché, trattandosi di un personaggio completamente nuovo, volevo delineare la sua psicologia e il suo modo di approcciarsi a una realtà differente. Ho cercato di eliminare ulteriori spiegazioni su cose che noi, fan potteriani, conosciamo perfettamente e, spero di non essere risultata noiosa.
Detto questo, auguro una buona lettura a tutti.
Un bacione, Paola.







Capitolo III



***


*New school...New friends?*





Era la mattina del primo Agosto e Alexia si trovava alla stazione di King's Cross in perfetto orario. Aveva salutato calorosamente i suoi genitori circa dieci minuti prima quando l'avevano accompagnata con la macchina prima di recarsi al lavoro.
Sua madre era stata sul punto di piangere almeno cinque volte e, aveva dovuto abbracciarla in continuazione per farla calmare, o almeno per evitare spiacevoli figure di fronte alle centinaia di persone che già si riversavano nella stazione. Suo padre, stranamente, era stato molto più tranquillo,le aveva fatto un mezzo sorriso per poi stritolarla tra le sue possenti braccia. Sentiva già la loro mancanza.
Fece un lungo respiro profondo cercando di non farsi già prendere dalla malinconia e dalla loro lontananza. Anche perché ora aveva un problema molto più urgente a cui pensare.
Il binario 9 e ¾ non esisteva.
Aveva passato gli ultimi dieci minuti a cercarlo ma, niente; davanti a lei c'erano solo il nono o il decimo binario.
A questo punto Alexia pensava a due sole cose: o il vecchio ( e forse rimbambito) Albus Silente le aveva dato l'indicazione sbagliata; oppure si trattava davvero di uno scherzo, di pessimo gusto tra l'altro. Come potevano le oche della sua classe arrivare a questo punto?
Eppure Silente le era parsa una persona sincera,affidabile e, quando aveva fatto quel trucchetto con la poltrona nel salone di casa sua, gli aveva pure creduto!
Ormai sull'orlo della disperazione e, ne era sicura, sul punto di piangere spostò il carrello con le valigie sul lato del binario e si appoggiò al muro.
-Perfetto. Ora cosa dico ai miei genitori?- esclamò a nessuno in particolare, vergognandosi di se stessa per aver creduto a cose così assurde. Insomma, la magia non poteva esistere! Come aveva potuto essere così sciocca e ingenua?
Ora, con la coda tra le gambe, doveva chiamare sua madre e dirle che era tutta una farsa?
-Alexia? Alexia Wilson?- a distrarla dai suoi piagnistei fu una voce femminile.
Alexia alzò di scatto la testa e incrociò lo sguardo di una giovane ragazza, probabilmente della sua stessa età, che le sorrideva.  Aveva dei lunghi e vaporosi capelli castani legati in un'alta coda e indossava dei semplici jeans con una camicetta bianca. I suoi occhi, color caramello, la osservavano con gentilezza ma anche con un velo di simpatia. A primo impatto appariva come una ragazza educata e intelligente.
-Si?- domandò piena di aspettativa staccandosi rapidamente dal muro.
-Sono Hermione Granger. Silente ci ha mandato a prenderti.- annunciò la ragazza con cortesia.
-Oh, grazie al cielo!- esclamò Alexia riconoscente andandole incontro – pensavo che fosse tutto uno scherzo! - aggiunse stupidamente vergognandosi come una ladra.
Hermione rise spensieratamente – Tranquilla, è tutto vero.- la rassicurò tendendole la mano.
Alexia le strinse la mano quasi con ferocia facendo un sorriso a trentadue denti.  Era tutto vero. Era tutto vero!
Non era una matta. Era tutto vero!
Hermione, continuando a sorriderle, si voltò verso la massa di gente che le accerchiava – Harry! Ron! Venite, l'ho trovata!-.
Alexia si guardò intorno incuriosita notando subito due ragazzi che correvano verso di loro. Uno aveva i capelli quasi arancioni, il viso incorniciato da moltissime lentiggini e una statura più che imponente. Sembrava una grande e grosso omone ma con la faccia di un impertinente bambino. L'altro ragazzo era moro, più basso e magro ma con dei bellissimi occhi verdi incorniciati da dei semplici occhiali rotondi. Alexia fu sicura di aver scorto una piccola cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
-Meno male! Sono stanco morto!- esclamò il ragazzo rosso appoggiandosi teatralmente addosso a Hermione.
– Sono solo le dieci del mattino, come fai ed essere già stanco?-
- Sono venti minuti che non facciamo altro che camminare!- esclamò lui con un espressione di pura sofferenza. Sembrava che avesse corso per chilometri e chilometri - Comincio ad avere fame!-. Alexia cercò di nascondere una risatina di fronte al broncio che il rosso aveva fatto.
Il ragazzo moro rise spensieratamente quando Hermione diede all'omone un forte scappellotto sulla fronte – Come diavolo fai già ad avere fame? Tua madre aveva fatto la colazione per un esercito! Ora, non fate i maleducati e salutate Alexia.- concluse indicando la ragazza ancora accanto al muro.
I due si voltarono verso Alexia obbedendo immediatamente a Hermione.
-Io sono Harry. Molto piacere- annunciò quello moro tendendo una mano.
Lei ricambiò la stretta rispondendo – Alexia, piacere mio.-
-Io invece sono Ron!- Esclamò il rosso tutto pimpante afferrandole la mano con impeto dalla presa di Harry e stritolandogliela con forza - Sono molto contento di conoscerti. Cavolo! Riuscire a guarire le persone con un tocco dev'essere fantastico. Se avessi il tuo potere potrei uscire indenne da ogni partita di Quidditch! Che figata! Ma come fai a...-
-Ron!- esclamò Hermione indispettita guardandolo oltraggiata – Ti sembra il luogo adatto per parlare di queste cose?- gli disse abbassando la voce e indicando con un dito la gente attorno a loro.
-Ma io...-
-Niente ma! Andiamo a prendere i posti, poi potrai parlare di quello che ti pare!-.
Alexia li guardò curiosa. Quei due erano sicuramente fidanzati. Lei lo guardava irritata ma si vedeva quanto gli volesse bene. Lo testimoniava il piccolo sorrisetto che cercò di nascondere mentre posava le mani sui fianchi cercando di far durare la severa espressione. Lui, invece, la guardava con una tale adorazione da farle venire il diabete. Perfino quando gli aveva dato lo scappellotto sulla fronte aveva continuato ad osservarla con gli occhi a forma di cuoricino!
Sembravano così caratterialmente differenti ma, tra loro, c'era una strana e amichevole intesa.
Il ragazzo che si chiamava Harry la guardò fintamente esasperato e, alzando con indifferenza le spalle, le disse –Non farci caso. Ron è un caso disperato.-
-Hey! Guarda che sono qui!- esclamò risentito l'omone con le guance leggermente arrossate. Alexia capì subito che non amava essere preso in giro.
Nel corso degli anni aveva sviluppato un 'innata capacità nel riconoscere i caratteri delle persone che la circondavano. Visto che non aveva  avuto molti amici e persone con cui parlare aveva imparato ad osservare ogni cosa e, di conseguenza, riconoscere la personalità di chiunque le risultava abbastanza facile.
Ron era un libro aperto. Un ragazzo che voleva crescere, visto il fisico possente, ma che in fondo in fondo era ancora un bambinone : spassoso ma allo stesso tempo gentile e amichevole.
Harry invece era più pacato. Sembrava cortese e comprensivo ma c'erano degli indizi che le rivelavano i tempi bui che aveva passato. Silente le aveva raccontato la sua storia e, sembrava che il ragazzo non volesse lasciarsela alle spalle. Lo si capiva dalla postura leggermente rigida e un po' incurvata. Harry era un ragazzo che aveva sofferto molto ma, visto il bellissimo sorriso che sfociava, appariva più che mai deciso ad andare avanti.
Hermione, doveva ammetterlo, le incuteva quasi timore. Era risoluta, decisa e molto arguta. Sicuramente era il collante del gruppo e lei neanche se ne accorgeva.
-Sto solo dicendo la verità.- constatò Harry sorridendo divertito.
-Ma non...-
-Ron! Smettila di parlare e prendiamo le valigie- esclamò Hermione di scatto azzittendolo all'istante.
Il rosso la guardò spaesato pronto a dire qualcosa ma, lo sguardo inceneritore della ragazza lo immobilizzò sul posto
Alexia nascose un sorrisetto, perché era certa di averlo sentito bisbigliare “ ma non ti era finita la crisi premestruale?” mentre afferrava il proprio carrello con le valigie.
-Un momento...ma dov'è il binario?- domandò guardandoli spaesata – Ho girato e rigirato ma non l'ho trovato!-
-Tranquilla- la rassicurò Harry poggiandole una mano sulla spalla – dobbiamo attraversare il muro tra il nono e il decimo ed è fatta.- poi, notando gli occhi spalancati di Alexia, le indicò il famoso muro da oltrepassare – Sò che sembra strano ma, non ti spiaccicherai, l'importante è correre e...chiudere gli occhi.-.
Alexia deglutì rumorosamente, cercando di mascherare il proprio timore. Attraversare un muro? Sembrava tutto così assurdo e irreale!
Hermione, che intelligentemente aveva fiutato la sua fifa, si fece avanti, attraversò di corsa il muro e, sparì all'improvviso.
-Oh porca puttana!- esclamò Alexia  sconcertata  facendo ridere sguainatamene i due ragazzi.
Harry e Ron le fecero un gesto di incoraggiamento. Adesso toccava a lei.
Fece un profondo respiro per darsi forza.
Okay. Stai calma. Non ti farai male. E' tutto sotto controllo!
Afferrò decisa  il carrello con le valigie e, scattò in avanti chiudendo inconsapevolmente gli occhi. Quando li riaprì, soli pochi secondi dopo, si trovava in un binario totalmente differente da quello di poco prima dove spiccava un enorme treno nero avvolto dal vapore.
Oh cazzo.
Per essere sicura di non essere morta sul colpo sfracellandosi contro il muro iniziò a testarsi il corpo. Costole sane, cranio sano, gambe non spezzate. Perfetto.
– Visto che non era così difficile?- le domandò Hermione divertita mentre le veniva incontro.
Alexia fece due passi in avanti per guardarsi attorno ma sentì dietro le proprie spalle dei tonfi indistinti.
-Ma porca la puttana Harry! Non potevi aspettare un attimo prima di partire?-
-Scusa Ron.- rispose mesto questi.
Hermione si voltò verso di loro e scoppiò a ridere. Harry e Ron erano caduti l'uno sull'altro soffocati dalle loro stesse valigie. Fu impossibile per Alexia trattenersi dal ridere vedendoli così conciati.
-Che razza di idioti.- dichiarò Hermione dando loro una mano ad alzarsi per poi andare spedita verso il treno – Coraggio andiamo a prendere uno scompartimento-
Ron la raggiunse quasi subito – Non mi sembra vero di non dover fare a botte con qualcuno per aggiudicarmi un posto. Avere tutto il treno per noi è una figata pazzesca!-
- Ronald Weasley tu spera che non ti becco a fare a botte con qualcuno quest'anno altrimenti puoi stare sicuro che saranno cinquanta punti in meno per Grifondoro!- gli urlò la ragazza contro e ricevendo subito in risposta uno “scusa”. Quella ragazza era una forza della natura!
Tutti insieme, saliti sul treno, entrarono nel primo scompartimento che incontrarono.
Appena si trovarono seduti, Alexia si sentiva decisamente più rilassata. Fino a quel momento aveva creduto che qualcuno le venisse incontro gridandole “ scherzetto” ma, per fortuna, non era ancora successo. Sembrava tutto così irreale.
Si sentiva come un'altra persona, pronta ad affrontare l'incertezza del viaggio che la aspettava.
Sto andando in una scuola sconosciuta. Con professori e studenti mai visti e in un mondo completamente diverso dal mio.
Sono pronta?
Merda, si.
Si sentiva prontissima, esaltata ma anche un po' impaurita. Insomma, stava seguendo tre perfetti estranei in un treno completamente deserto per arrivare in una scuola di maghi!
-Allora...- disse Hermione catturando la sua attenzione e distogliendola dai propri pensieri mentre si metteva più comoda sul sedile – immagino che avrai delle domande.-
- Molte- ammise Alexia con sincerità.
-Coraggio spara!- la incalzò Ron su di giri – Hermione adora rispondere alle domande. Devi vederla in classe: sempre con la mano alz...ahi!- esclamò all'ultimo beccandosi un calcio sugli stinchi dalla suddetta ragazza.
-Almeno io il cervello lo uso!- esclamò Hermione inviperita – Ora taci e ascolta ciò che Alexia ha da chiedere-. Ron chinò  il capo con uno sbuffo e tornò a guardare Alexia con sincero interesse.
La ragazza si sentiva decisamente a disagio, non era mai stata tanto a lungo al centro dell'attenzione. Mai.
Tutti quelli che aveva incontrato nel corso degli anni l'avevano sempre guardata come se fosse un fenomeno da baraccane ma, per la prima volta, aveva davanti a se tre sguardi sinceramente incuriositi e interessati a lei. Solo lei, non alla sua stranezza.
-Allora...- cominciò a dire guardando fuori dalla finestra – Voi siete il famoso trio? Quello di cui mi ha parlato Silente?-
-Proprio così.- dichiarò Harry sistemandosi gli occhiali sul naso e facendole vedere da vicino la cicatrice a forma di saetta.
-In carne ed ossa- esclamò il rosso con un sorriso esaltato e tirando fuori il petto come se fosse un pavone a una mostra di bellezza, sotto lo sguardo disgustato di Hermione che gli sedeva accanto.
-Quindi...avete combattuto contro quel Voldemort e ora i suoi seguaci mi vogliono?-
-Non conosciamo bene la storia...- ammise Hermione con sincerità mentre il treno cominciava a partire – Da quando hanno saputo della profezia grazie a Bellatrix, i Mangiamorte credono che il tuo potere non sia in grado solo di guarire piccole ferite ma di resuscitare delle vite. Vogliono che Voldemort torni e lo faranno a qualsiasi prezzo. Per fortuna nessuno conosce la tua identità e, su questo siamo avvantaggiati. Ma dovremo aspettare il risveglio della Cooman per decifrare meglio la profezia che si riferisce a te.-
Alexia annuì poco convinta e provò a fare un'altra domanda ma venne interrotta da Ron- Mi fai vedere come puoi guarire? Dev'essere fantastico...-
-Sinceramente non lo so nemmeno io come faccio. È una cosa spontanea, appena vedo sangue o sbucciature, le mani mi tremolano e luccicano finché le ferite non vengono guarite. Non riesco a controllarlo; qualsiasi persona si fa male sento il bisogno di toccarla e farla guarire.-
-Qualsiasi persona?- esclamò oltraggiato il rosso come se avesse pronunciato una bestemmia – Anche uno Slytherin?- domandò guardando poi Hermione come spaventato dalla reazione di lei.
-Ron! Ma si può sapere che idiozia stai dicendo? Perché mai gli Slytherin non possono essere guariti?- esclamò la strega con le guance diventate prontamente rosse per il nervosismo.
-Ma loro sono i cattivi!- esclamò Ron corrucciato con il tono di un bambino di otto anni.
-E con questo?- urlò lei di risposta – Siamo esseri umani, tutti uguali. Uguali, Ron!-.
-Anche Draco Malfoy?- domandarono Harry e Ron contemporaneamente facendo sbuffare Hermione indispettita.
-Chi è Draco Malfoy?-  Si intromise Alexia curiosa ma quasi timorosa di fronte alla rabbia che scorse negli occhi di entrambi i ragazzi.
-E' un viscido, bastardo, deficiente...- dichiarò Ron con veemenza stringendo forte i pugni.
-Una carogna, figlio di mangiamorte, Slytherin fino al midollo...- esclamò Harry dandogli manforte  con gli occhi ridotti a fessure.
Alexia rimase colpita dalla loro reazione. Quello che scorreva nei loro sguardi era odio, odio puro. Sembrava impossibile che due ragazzi come loro potessero covare sentimenti del genere.
-Smettetela!- esclamò Hermione guardandoli esasperata, come se avesse ripetuto loro quel discorso milioni e milioni di volte – E' un ragazzo solo che ha dovuto seguire le convinzioni dei genitori. Non ha potuto scegliere come avete fatto voi, il suo destino era già segnato fin dalla nascita!-
-Non è vero!- annunciò Ron spazientito – Poteva tranquillamente ribellarsi ma ha scelto di stare con i mangiamorte!-
-Ha scelto di vivere Ron. Vivere! Sai benissimo che se fosse andato contro suo padre di sicuro sarebbe morto.-
-Meglio morto che dalla parte di Voldemort!- dichiarò Harry guardandola con gli occhi spalancati trasfigurati dalla collera.
Alexia osservò tutti e tre con aria guardinga. Sembravano sul punto di picchiarsi a vicenda. Quel Draco Malfoy doveva averne combinate di tutti i colori eppure Silente non aveva mai accennato a lui quando aveva accennato agli studenti di Serpeverde. Da come ne parlavano i ragazzi sembrava una persona pericolosa e da cui tenersi alla larga, allora perché il preside non l'aveva avvertita su questo?
Approfittando del breve silenzio creatosi dati gli sguardi omicidi che si lanciavano l'un l'altro, si rivolse a Hermione che sembrava l'unica in grado di portare avanti un discorso sensato– Questo Draco Malfoy sarà a scuola quest'anno?-
-Si..- le disse Hermione dopo pochi istanti una volta ritrovata la compostezza.
-...e faresti meglio a non avvicinarti a lui. È odioso.- aggiunse Ron.
Più che un avvertimento, il suo sembrava un ordine perciò, Alexia annuì energicamente cercando di rassicurarlo. Sembrava che per Harry e Ron quel ragazzo fosse Satana in persona!
-Allora...- disse cercando di cambiare discorso capendo che era un tasto dolente – Come mai Silente ha mandato voi tre a prendermi?-
-Dobbiamo aiutarti ad ambientarti. Fra un mese inizia la scuola e tu dovrai apparire completamente a tuo agio.- dichiarò Hermione con una serietà che la rendeva quasi irriconoscibile rispetto alla ragazza che Alexia aveva avuto davanti a se fino ad allora – Non hai poteri magici ma, questo nessuno deve saperlo. Dovrai sembrare una comune studentessa trasferitasi per l'ultimo anno. Ogni cosa nuova che vedrai potrà sbalordirti ma, di fronte agli altri, dovrai riuscire a mascherare la sorpresa. In queste settimane ti faremo vedere tutte le cose che per i maghi sono comuni: incantesimi, volo con le scope, modo di vestire, perfino il cibo. La professoressa McGranitt ha deciso che verrai smistata nella tua casa stasera, non il primo giorno di scuola davanti a tutti come si fa di solito. Teme che il Cappello Parlante possa dire qualcosa riguardo alle tue origini babbane. Quando...-
-Origini babbane? Cappello Parlante?- domandò Alexia interrompendola a causa della curiosità.
-I babbani sono persone senza potere mentre il Cappello Parlante è quello che smista le persone. Te lo metti in testa e in pochi minuti lui decide la tua casa di appartenenza: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero.- le spiegò pazientemente Hermione.
-Spero proprio che tu non finisca a Serpeverde...- annunciò Ron guardandola di sbieco – ti assicuro che ti troverai malissimo.-
Alexia deglutì rumorosamente. Serpeverde era la casa dei cattivi e dei figli di maghi oscuri ma, visto che lei non apparteneva a nessuna delle due categorie, poteva di sicuro stare tranquilla. No?
Hermione ignorò bellamente ciò che Ron aveva detto e, continuò a rivolgersi ad Alexia distogliendola per fortuna dai frenetici pensieri che la stavano assalendo – Dicevo... Quando sarai smistata potrai ordinare la tua divisa. Oltretutto, in questi giorni farai degli allenamenti con il tuo potere. I professori testeranno la tua abilità a guarire e cercheranno di aiutarti a tenerla sotto controllo. L'importante è però ambientarsi e riuscire a vivere tra i maghi.-
-Credo di potercela fare- annunciò Alexia convinta. Sapeva benissimo che la aspettavano dei giorni difficili e di duro lavoro ma, lei non era certo il tipo di ragazza che si arrendeva tanto facilmente. C'è l'avrebbe messa tutta e poi, era sicura, che Harry, Ron e Hermione le avrebbero dato un mano.
Da lì in poi la conversazione divenne più rilassata ed Alexia poté dare sfogo a tutta la curiosità che la attanagliava.
Il viaggio in treno verso Hogwarts fu così un susseguirsi di continue domande da parte di Alexia; di acute risposte da parte di Hermione e di interventi spassosi, a volte anche stupidi doveva ammetterlo, da parte di Ron ed Harry.




*



Hogwarts era semplicemente magnifica. Spettacolare. Bellissima.
Alexia non aveva altri aggettivi per descrivere quell'enorme castello.
Era enorme, pieno di maestosità e, già di primo acchito si capiva che era circondato da una sorta di velo incantato. Sembrava fuori dallo spazio e dal tempo, sembrava magico.
Alexia rise scioccamente mentre si allontanava da quella che i ragazzi le avevano presentato come la Sala Grande.
La sera era già scesa da tempo e, dopo un viaggio durato ore ed ore, la ragazza non vedeva l'ora di accoccolarsi sul letto. Ma doveva ancora rimandare visto che, doveva incontrare il preside nel suo studio insieme ai due professori che le avrebbero presentato quella sera. Doveva essere smistata.
Mentre salivano quelle scale strane che si spostavano da sole, di fronte alle quali Alexia era rimasta letteralmente sbalordita, Hermione le spiegò qualcosa delle origini della scuola mentre Harry e Ron parlavano dello sport dei maghi per eccellenza, che Alexia aveva scoperto chiamarsi Quidditch. Era rimasta affascinata da uno sport del genere ma, ne era sicura, lei non sarebbe mai e poi mai salita su una scopa rischiando di rompersi l'osso del collo!
Rise tra se e se come una scema di fronte all'assurdità della situazione : luci che si accendevano con un colpo di ramo, scale che cambiavano direzione, alberi che si muovevano da soli, quadri che le parlavano. Le parlavano per davvero!
Giusto un momento prima un Lord incorniciato, probabilmente del Settecento, l'aveva invitata a fargli compagnia per un tè!
Hermione le sorrideva amichevolmente e rispondeva ad ogni curiosità che la assillava.
-Ma davvero puoi trovare ogni gusto?- domandò orripilata dopo aver saputo dell'esistenza delle Gelatine Tuttigusti +1.
-Certo!- le rispose Hermione ridendo – La ragazza di Harry, nonché sorella di Ron, una volta ha mangiato una gelatina al gusto di erba. Puoi trovarci dentro ogni cosa...-
-Mio fratello George mi ha detto che l'ha trovata al gusto di...-
-...vomito. Si, lo sappiamo Ron.- esclamarono Harry ed Hermione all'unisono con tono esasperato per poi ridere sguainatamene.
-Cacchio che schifo!- annunciò Alexia mentre raggiungevano un grande arco oltre il quale c'era una piccola scala.
Insieme salirono i gradini per poi oltrepassare una porta aperta e trovarsi così nello studio di Albus Silente.
Il preside era tranquillamente seduto dietro una cattedra e, di fronte a lui, si trovavano un uomo e una donna che subito si voltarono verso di loro.
-Ah, salve ragazzi!- esclamò Silente alzandosi in piedi guardando Harry, Hermione e Ron con un cordiale sorriso al quale i tre alunni risposero immediatamente. L'uomo poi si rivolse direttamente ad Alexia – Signorina Wilson, benvenuta.-
La ragazza rispose con un semplice “Grazie” riuscendo a mantenere la proprio compostezza nonostante lo strano nervosismo che la stava assalendo.
-Le presento la professoressa di Trasfigurazione, Minerva McGranitt e, Severus Piton, insegnante di Pozioni.-.
Fu difficile per Alexia non guardare la donna con occhi spalancati visto che, da come le avevano detto i ragazzi sul treno, era in grado di mutarsi in un gatto.
Era rimasta molto sorpresa nello scoprire che fuori dalla finestra della sua casa, durante il primo incontro di Silente, era lei il gatto strano e, doveva ammetterlo, piuttosto inquietante che aveva visto.
La McGranitt aveva un cipiglio severo e austero ma, niente in confronto all'uomo che le stava accanto. Il professor Piton la osservava con evidente disgusto e rammarico. Non ne rimase sorpresa, Harry l'aveva avvertita: “Odia i babbani e, avere te nella scuola per lui dev'essere un grande affronto”.
Perciò, facendosi coraggio e tenendo la testa alta, guardò entrambi i suoi futuri professori e pronunciò un deciso “ Salve”.
La McGranitt e Piton fecero un cenno d'assenso con la testa e spostarono la loro attenzione su Silente che cominciò subito a parlare.
-Allora...questa sera verrai Smistata.- disse l'anziano uomo facendo cenno ad Alexia di avvicinarsi a una delle poltrone – Siediti, per favore.-
Alexia obbedì e si sedette rigida mentre Silente voltò loro le spalle e aprì l'armadio dietro la scrivania. Da uno scaffale tirò fuori un logoro e vecchio cappello.
-Ora te lo metterò sulla testa. Il Cappello deciderà per te la casa di appartenenza-.
Alexia si accorse di essere abbastanza -troppo- nervosa.
Quel cappello le avrebbe scavato nella mente! Le avrebbe fatto male?
Mentre Silente glielo stava mettendo sulla testa Alexia si mosse a disagio chiudendo forte le mani a pugno.
-Albus e se....- cominciò a dire la McGranitt avvicinandosi alla cattedra impaziente ma venendo subito bloccata da Silente che, con un semplice gesto della mano, la invitò a non continuare il discorso.
-Minerva. Il cappello sceglierà per lei e noi accetteremo qualsiasi decisione.-
Alexia sentì distintamente lo sbuffo della donna mentre indietreggiava ma, non gli diede peso: il cappello si stava praticamente muovendo sulla sua testa!
-Bene,bene...- annunciò una profonda voce nell'aria, facendola sobbalzare sul posto – Una babbana a Hogwarts eh?-
Oh porca puttana! Ho un cazzo di cappello sulla mia testa che parla!
-Uhm...Tenace, determinata, intelligente...-
Oh cacchio!
-...gentile con gli altri, rispettosa delle regole, solitaria....hai bisogno di amicizie mia cara!-
Prova tu a vivere come un escluso per diciott'anni come ho fatto io!
-Esclusa eh? Tranquilla....ormai quei tempi sono passati. Vediamo un po': sei affettuosa ma molto restia a conoscere nuove persone. Poca fiducia negli altri...bontà,purezza,amicizia.-
Alexia stava impazzendo. Le mani le sudavano, le girava la testa e, il silenzio pesante nella stanza non la stava aiutando per niente! Era sicura che tutti gli occhi fossero puntati su di lei come se fosse un fenomeno da analizzare.
Poi, il cappello fece un urletto estasiato facendola trasalire sulla poltrona .
-Cosa...cosa vedi?- domandò impaziente con gli occhi rivolti verso la visiera vecchia che le incorniciava la fronte.
-Quel piccolo spazietto che vedo è forse quello destinato all'amore?-
-C...come?- domandò scettica e confusa.
Ti sembro una che sta pensando all'amore in questo momento?
Cappello del cazzo!
-Tranquilla cara, ho già scelto. La tua casa sarà....-
Alexia provò una strana sensazione mentre nella stanza si sentiva il gelo assoluto.
Perfino lo stesso Silente sembrava teso ed, era certa che la professoressa McGranitt era sull'orlo dello svenimento.
Perché il Cappello Parlante aveva scelto.
Perché il Cappello Parlante aveva parlato e, forse ora capiva il nervosismo di tutti.
-Serpeverde!-
Quello che accadde dopo fu il caos più totale e, se doveva essere sincera, Alexia non riuscì a mettere a fuoco ciò che le stava succedendo attorno.
Forse Harry, Ron ed Hermione avevano urlato in coro uno sbigottito “Cosa?”.
Forse Silente aveva fatto un mezzo sorriso mentre cercava di tranquillizzare il professor Piton.
Forse la McGranitt era davvero svenuta sulla sedia e nessuno se ne preoccupava.
Forse quello di Alexia era un sogno dal quale non si riusciva a risvegliare.
Forse si trattava davvero di uno scherzo.
Perché la cruda decisione era stata presa.
Alexia Wilson era una Serpeverde.

Una Serpeverde babbana tra l'altro.
Una Serpeverde tra i Serpeverde.
Una Serpeverde della stessa casa dello sconosciuto, almeno a lei, Draco Malfoy.
E forse, era proprio quella la cosa che più preoccupava tutti.
E, chissà perché, sopratutto lei.
  
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