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Autore: slanif    01/12/2014    3 recensioni
La pioggia era tante cose, per lui.
Forse, dopotutto, Donghae aveva ragione: la pioggia è solo il preludio a una bella giornata.
Per ora, la pioggia era solo portatrice di tristezza.
Ma presto sarebbe tornato al dormitorio, a casa.
E lì, la pioggia sarebbe tornata ad essere amica.
Lì, sarebbero tornate ad essere belle giornate.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leeteuk, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '50 Prompt'
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Titolo: Pioggia
Autore: slanif
Fandom: Super Junior
Personaggio/Coppia: Leeteuk, Un Po’ Tutti (accenni EunHae, YeWook, KyuMin e KangTeuk)
Prompt: 42
Rating: Verde
Conteggio Parole: 1015
 
 
 
La pioggia cadeva incessante da ore. Aveva piovuto tutto il giorno precedente, compresa la notte. Aveva piovuto talmente tanto forte che Leeteuk non era riuscito neanche a prendere sonno.
Aveva continuato a rigirarsi tra le lenzuola come un disgraziato.
Ci mancava solo la pioggia a rovinarmi il sonno, sbuffò tra sé spazientito.
Nemmeno di solito dormiva molto, perché le brandine della caserma erano scomode e dure, con le molle della rete che ti penetravano nei fianchi e nella schiena, perché il materasso era troppo basso per non farne sentire la presenza. L’aria era umida, fredda. Il riscaldamento non veniva mai acceso e loro dovevano lavarsi, spogliarsi e vestirsi con l’aria gelida che gli faceva venire la pelle d’oca. L’unica fonte di calore era la doccia, ma avevano un tempo massimo di dieci minuti, perciò durava sempre troppo poco per riuscire davvero a scaldarti dopo un’intera giornata nel fango e sotto il vento impetuoso dell’inverno.
Ormai era lì da oltre un anno.
Anche se la fine del suo servizio di leva era vicino, a Leeteuk sembrava che mancasse ancora un’eternità prima di poter riabbracciare i suoi fratelli.
Gli mancavano così tanto!
Nei giorni di pioggia come quello, poi, ancora di più.
Perché gli ricordavano quei lunghi pomeriggi accoccolati tutti sul divano a guardare un film mentre fuori imperversava la tempesta.
Ricordava Donghae che, amante della pioggia, non perdeva occasione di fotografarla e condividere con le sue fan il suo amore per questo agente atmosferico. E ricordava perfettamente Eunhyuk che, immancabilmente, lo prendeva in giro e gli diceva di crescere, con quel tono bonario di chi, in realtà, vorrebbe che la persona a cui lo dice non crescesse mai.
Ricordava Heechul sbuffante, che rientrava in casa e malediva quella maledetta pioggia che, nonostante avesse dovuto percorrere pochi metri, gli aveva comunque bagnato i capelli rovinandogli la piega.
Ricordava quella volta che Shindong era rientrato a casa completamente fradicio; così tanto bagnato che, una volta nudo, si resero conto che anche le mutande erano zuppe di pioggia. Poteva ancora sentire nelle orecchie la risata allegra del suo fratello, a quella scoperta, mentre si pavoneggiava che comunque là sotto era rimasto tutto ben pronto, perché nemmeno la pioggia poteva sconfiggere le sue doti amatorie!
Ricordava quella volta che Ryeowook aveva steso tutti i panni lavati. Un po’ in lavanderia e un pò in terrazza, da bravo tuttofare di casa, con un sole che spaccava le pietre. Tempo un’ora, e il cielo si era rannuvolato in un secondo scatenando il finimondo e bagnando, di nuovo, tutti i panni da poco stesi. Ne ricordava l’agitazione mentre, dagli studi di Sukira Kiss The Radio, aveva telefonato a Yesung pregandolo di ritirare i panni. Yesung aveva detto che non c’erano problemi, ma quando erano tornati a casa, i panni erano ancora stesi a inzupparsi sotto la pioggia incessante e Yesung aveva ritirato solo quelli nella lavanderia, scatenando urli e strepiti da parte di Ryeowook che lo aveva picchiato col mestolo di legno.
Ricordava quella volta che Kyuhyun e Sungmin avevano litigato (tanto per cambiare!), e Kyuhyun era uscito di casa sotto la pioggia, vagando per almeno due ore senza meta con la macchina. In casa, lui aveva dovuto consolare il pianto ininterrotto di Sungmin cercando di farlo calmare e ragionare, facendogli promettere che non appena Kyuhyun fosse rientrato, avrebbero fatto pace. Sungmin pareva convinto, almeno fino a che Kyuhyun non era rientrato e la prima cosa che aveva fatto era stato dirgli che era un bastardo maledetto e, ovviamente, avevano ripreso a litigare. Ancora gli veniva da sorridere sconsolato a quel ricordo: quei due erano davvero incorreggibili!
Ricordava la tranquillità con cui Siwon accettava la pioggia o il sole o il vento o direttamente un tornado. Al suo fratello niente lo scomponeva. Lui era un animo puro, un cuore allegro, e non si faceva abbattere mai da niente e nessuno, figurarsi da un po’ d’acqua che cadeva giù dal cielo!
Ma soprattutto ricordava Kangin. Quegli occhi piccoli e allungati che lo fissavano nella penombra della stanza, con quella luce fioca che penetrava dalle tende leggermente scostate, mentre loro erano sdraiati a letto e la pioggia creava un sottofondo soffuso e piacevole. Ricordava le lunghe notti a rotolarsi nel letto, a scaldarsi e amarsi, accompagnati da quella musica dolce e confortevole che sapeva di casa.
Ma adesso quella pioggia non sapeva di casa.
Non c’era nessuno a farlo ridere, o a scaldarlo sotto le coperte.
Adesso era solo.
Come la pioggia che cadeva incessante giù dal cielo, si sentiva come se precipitasse e fosse vicino allo schianto. Era nella fase subito prima dello schiantarsi al suolo, quando sei consapevole che accadrà ma in cuor tuo speri ancora che qualcosa succeda e che tu non ti infrangi.
Ma lui era infranto.
Si sentiva devastato.
La pioggia non gli ricordava solo i suoi fratelli.
Gli ricordava anche quella notte maledetta in cui suo padre aveva sterminato tutta la sua famiglia. Gli ricordava la corsa dal dormitorio alla caserma principale per rispondere alla chiamata in piena notte che un concitato manager gli aveva fatto. Tra un balbettio e l’altro, aveva spiegato ciò che era accaduto. Gli aveva detto, in sostanza, che era diventato orfano.
Ricordava lo smarrimento, i suoi anfibi neri che affondavano nelle pozze di fango schizzandogli i pantaloni mimetici e rendendoli completamente sporchi e zuppi.
Ricordava le sue lacrime che si mischiavano alla pioggia e l’urlo pieno di dolore che non era riuscito a trattenere nel petto mentre le sue ginocchia cedevano e lui cadeva a faccia avanti nel fango.
La pioggia, incessante, gli cadeva addosso, ferendogli la faccia con la sua violenza.
L’aveva gelato, intorpidito, e forse, con la sua presenza, l’aveva reso così distante dal Mondo che per qualche momento quel dolore insopportabile era parso solo un sogno.
La pioggia era tante cose, per lui.
Forse, dopotutto, Donghae aveva ragione: la pioggia è solo il preludio a una bella giornata.
Per ora, la pioggia era solo portatrice di tristezza.
Ma presto sarebbe tornato al dormitorio, a casa.
E lì, la pioggia sarebbe tornata ad essere amica.
Lì, sarebbero tornate ad essere belle giornate.
 
 
 
FINE

   
 
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