Ho scelto di sembrare empatica all'eccesso

strana, lunatica e insicura

piuttosto che finta a tutti i costi.
Ho preferito la verità più dolorosa
alla bugia meglio costruita
perché fingere non mi avrebbe portata lontano.
Ho cambiato tutto quando agli occhi degli altri
apparivo morta e insalvabile,
ho voluto dimostrare a me stessa che
niente è davvero perso per sempre
che spesso c'è un'alternativa che
non viene presa in considerazione solo perché
l'abitudine diventa più forte della voglia di stare bene.
Che si può ripartire da zero.
Che la speranza illude ma è necessaria,
ci fa lottare.
Ho guardato in faccia le mie paure e
anche se non le ho ancora sconfitte,
le ho riconosciute e le ho ammesse.
Ho cercato di ricordarmi ogni giorno che
sono umana, fragile, e nel farlo ho capito
che se non sarò io a volermi bene,
altri potrebbero farlo.
Altri mi ameranno al posto mio.
Ho capito che non sono mai sola,
neanche quando provo a isolarmi e chiudermi
nel mio universo insensato.
Che non ho scuse che reggano fino in fondo,
perché chi mi guarda attentamente non mi vede e basta,
mi legge dentro.