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Autore: njaalls    01/12/2014    2 recensioni
Corri veloce e rischia tutto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Metto lo spazio aiutore prima, perchè a volte credo che inserirlo alla fine rovini un po' tutto.
Questa breve os sarebbe dovuta essere parte di una raccolta che, per pigrizia e mancanza di ispirazione, non ho mai concluso.
Spero vi piaccia, tra qualche settimana probabilmente ne pubblicherò un'altra su Niall, giusto perchè a Niall Horan non so dire proprio no. Grazie di cuore. Per tutto.
Njaalls

 
corri veloce e rischia tutto

 
La finestra è semi aperta e fa un freddo boia, mentre Freya si gira e si rigira tra le coperte, con il pigiama di flanella a scoprirle le caviglie.
La camera sa di paura e rabbia e i loro corpi sono spaventati e arrabbiati, mentre il sonno è il nemico dal quale non possono sfuggire. Prima o poi.
Freya ha i capelli sciolti e una miriade di lentiggini sulle guance, gli occhi che si aprono e poi si chiudono e le mani che stringono un po' il cuscino, un po' il copriletto a fiori, cercando quiete. Si mette a sedere.
Louis ha gli occhi serrati e un braccio dietro la testa, il volto rivolto al soffitto e dorme, dopo almeno tre ore passate a consumarsi le unghie e a tastare il letto alla ricerca dell'altro corpo caldo.
Freya sospira, si tocca la fronte nervosamente, sospira di nuovo e lo guarda, prima di scendere dal letto.
Cammina a piedi scalzi e chiude la finestra che lui ha lasciato aperta perché C'è troppo tanfo, Re! e forse è vero, ma la puzza continua a rimanere ovunque: sui mobili, sulle tende, sui loro corpi e non ci possono fare niente se hanno un disperato bisogno di nicotina e coccole, baci e ancora nicotina. E va bene così, alla fine, devono solo tirare di più le coperte e vuotare i posacenere.
La giornata è stata tremendamente stressante e pesante e ora grava tutta sulle gambe lunghe, sulle braccia gracili e le spalle fragili di Freya che, con quella criniera biondo cenere, quasi rossiccia, sembra forte e cazzuta, ma proprio cazzuta non lo è e non lo è mai stata.
Freya è un concentrato di dolore e tristezza repressa, mista alle carezze di Louis e ai suoi baci che la mattina sanno di caffè e per il resto della giornata sanno di fumo. No, scuote la testa, perché anche di prima mattina, la bocca di Louis ha un retrogusto e un odore di tabacco, oltre quello del collutorio scadente che lei ha comprato l'ultima volta che hanno fatto la spesa. E dovrebbe buttarlo nel lavandino una volta per tutte, il collutorio, perché Sa di pipì e menta, Re! e Da quando bevi pipì e menta, Louis?, ma fa schifo, sul serio, un po' come fanno schifo le merendine che Louis ha messo nel carrello mentre non lei guardava e Te le potrei tirare in testa e ti faresti male! gli ha ringhiato contro, ma poi ha messo in bocca quel collutorio e, Dio, facevano schifo entrambi. Hanno riso e hanno fatto l'amore.
Louis è Louis ed ora è sveglio, si stende su un fianco e i suoi occhi sono azzurri, veri e non come il mare. Il mare è trasparente, il mare è falso, mentre Louis è la franchezza fatta persona, spiccio, diretto e Freya non sa esattamente cosa sono loro, insieme.
Sì, sono una coppia, dividono un letto e fanno spesso l’amore, ma poi Freya piange e Louis è lì per confortarla come un amico, le cinge le spalle e per lei sarebbe pronto anche a diventare un fratello, o un padre, e lei non lo ringrazia mia abbastanza, un po' perché non gli piace scoprirsi così tanto, un po' perché a Louis non importa davvero delle risposte che deve ricevere per cortesia, gli bastano le braccia di Freya che gli cingono il collo.
E «Re» è un sussurro impercettibile, lento e che si mischia al suo stesso respiro stanco e si mette a sedere, la tira dall'elastico dei pantaloni e con attenzione la abbraccia.
Freya ha il volto sconvolto dalla paura e dalla rabbia e Louis non è granché spaventato, ma più incazzato, sì, e quando la tocca fa attenzione che le sue mani non siano troppo brusche e i suoi modi troppo rudi. È Freya e Dio solo da cosa ha veramente passato e il tribunale oggi era affollato, Louis le ha stretto la mano ed è stata un'atrocità sentirla tremare per tutto il tempo, senza poter far nulla per consolarla come si deve.
I loro corpi si abbracciano e i loro cuori sono già uniti, un nodo stretto che non fa male e che sta lì da quando si sono incontrati in uno squallido pub di Doncaster, una Freya silenziosa e seccata e un Louis chiacchierone e pretenzioso. Credeva davvero che se le avesse offerto da bere, avrebbe guadagnato una chance in più, perché le piacevano i suoi capelli rossicci, ma poi le si è seduto troppo vicino e Freya ha avuto paura, scoppiando in lacrime, prima di scappare via. Si sono rincontrati un mese dopo e Doncaster ha fatto la sua parte.
Adesso c'è silenzio, la camera chiusa e il loro monolocale che non è molto più grande della stanza da letto, ma se ci sono le braccia di Louis e le sue mani ruvide ad accarezzarle la pancia, va tutto bene, si ripete, e ha passato troppo tempo a cercare il riscatto, la via di fuga. E Louis l'ha saputa guidare, tenendo per una volta la bocca chiusa e masticando le parolacce quando scappava a gambe levate, è rimasto in disparte e ha aspettato.
Ed è stato paziente e non c'è un grazie per quello che ha fatto.
Freya è cresciuta tacendo, nell'ombra e avrebbe semplicemente potuto mettere prima un punto a tutto quel casino che era la sua vecchia vita, quella prima di Louis e delle sue labbra, dei capelli che cambiano come il vento e dei suoi jeans arrotolati alle caviglie, ma non l'ha fatto ed è vissuta sotto delle mani violente e proprio non se le meritava, le botte, e nemmeno sua madre. Poi Louis ha preso la chiave del suo cuore, che cosa patetica, e sono finiti in un tribunale e non lo ringrazierà mai abbastanza, semplicemente non può e no non vuole. E non ci sono parole, ne carezze paragonabili alla ventata d'aria fresca che Louis porta con sé e Freya potrebbe scrivere un libro ed elencare tutti i suoi difetti, ma che ama fino all'inverosimile dopo tutto, e litigano e lei è davvero troppo gelosa, lui un po' meno, ma molto più invadente e non sa tenere la bocca chiusa. E solo Freya sa quante brutte figure le abbia fatto fare, perché non usa filtri e Sei un coglione, sparisci dalla mia vista! ma poi si sono cercati e tutto è andato un po’ meglio.
E ora le ferite bruciano, quelle sul corpo magro e quelle sotto la pelle, più difficili da curare. Ma Louis è bravo a disinfettarle e lei non protesterà quando il dolore sarà troppo forte, lancinante e le verrà voglia di urlare.
Ed è anche abituata alla cicatrice che porta addosso, troppo pesante, ma che fa parte di lei. Louis l'ha odiata e continua a farlo, ma si è quasi abituato pure lui e la sopporta in qualche strano modo, lì sulla spalla destra, perché ha Freya e le sue smanie, i suoi attacchi di panico e i suoi pianti continui e va tutto bene.
Il silenzio è sovrano, in una ormai mattina troppo fredda e troppo difficile da affrontare, perché Freya e Louis hanno una relazione, ma niente va mai nel verso giusto e loro non sanno mai in che punto inizia il loro amore, o la loro amicizia, o la fratellanza, ma Louis la tiene tra le braccia e si concentra sul suo battito.
Ormai stanno insieme da un anno e si stupisce di quanto sia cambiata, si sia lasciata andare e abbia cercato di lottare contro la piccola Freya, quella che non riusciva ad essere mai orgogliosa e serena, che non sapeva cosa fosse il coraggio e il gridare per farsi valere.
Poi è arrivato Louis e se avesse saputo che la sua vita sarebbe cambiata e migliorata così drasticamente, avrebbe parlato di più e più forte. Ma non può tornare indietro e ora può essere quello che vuole, può essere libera e può essere amata. E ogni giorno, ci pensa Louis a dirle che è bella, stupenda e tutto quello che non vede.
«Otto anni ai domiciliari»
«Ti sembrano troppi?» e Louis ha paura che dica sì, perché infondo è suo padre ed è troppo buona, ma Freya scuote la testa e lui ne è quasi rincuorato.
«Gliene avrei dati il doppio» ammette con voce tremante e una lacrima scivola fino al braccio di Louis, che rabbrividisce, ma non glielo dà a vedere. «Almeno non potrà più avvicinarsi, dopo. Cinquanta metri, Lou, e l'ho dovuto guardare in faccia solo poche ore»
«Non si sarebbe comunque più avvicinato a te, cinquanta metri o no» e le bacia il collo e respira il profumo dei suoi capelli e lo preferisce anche a quello del tabacco.
Crescono passo dopo passo e lo fanno insieme e va bene così, alla fine.
  
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