Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |       
Autore: Amantide    01/12/2014    3 recensioni
Una FF ambientata tra il secondo e il terzo libro, in cui Annabeth e Percy saranno alle prese con qualcosa di più insidioso dei soliti mostri con cui li abbiamo visti combattere... i loro sentimenti.
Come se questo non bastasse a complicare la situazione ci sarà la profezia che l'Oracolo ha pronunciato per Annabeth tanti anni prima. La perseveranza di Annabeth e il coraggio di Percy li porteranno alla ricerca della verità che si rivelerà assai diversa da come se la immaginavano.
Dal testo:
"Mia madre ha fatto centro. Il problema è che non è mia mamma ad avere una cotta per Annabeth, sono io. E io, nonostante le nostre avventure insieme, non penso di aver mai fatto colpo su di lei."
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Percy/Annabeth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Angolo dell'autrice: Ciao a tutti. Oggi pubblico la prima FF su Percy Jackson. E' un periodo che sono ossessionata da questo libro/film e questa storia ne è il risultato. :-) Vi informo che per ora ho letto solo i primi due libri (sono in attesa degli altri tre... speriamo che la feltrinelli si muova a spedirmeli perchè voglio assolutamente sapere come continua la storia!) quindi non so nulla di come va a fine la saga e tanto meno come si evolve la situazione sentimentale tra i protagonisti. Per tanto questa FF è totalmente frutto della mia immaginazione. E' la prima volta che scrivo in prima persona (di solito prediligo la terza) ma sono felice di essermi messa alla prova con qualcosa di diverso, e devo ammettere che è stato divertente calarmi nei panni di Percy e raccontarvi la storia come lo farebbe lui! Mi sono trovata a dover sostituire parole e frasi che da autrice mi piacevano molto ma che Percy non avrebbe mai detto e devo ammettere che non è stato facile, ma il libro è narrato da lui e volevo scrivere qualcosa che fosse fedele al testo originale! Concludo invitandovi a commentare, commentare, commentare (senza spoilerarmi nulla ovviamente!) Come dico sempre, le vostre opinioni sono preziose per noi autori che siamo costantemente alla ricerca del pelo nell'uovo per poter migliorare!




 
Bentornato al campo Percy



Ci risiamo. Un’altra estate stava per cominciare, e io mi preparavo a trascorrerla nel posto che più preferivo al mondo: il Campo Mezzosangue. Nonostante fossi arrivato solo da un paio d’ore non avevo perso tempo. Avevo raggiunto la casa numero tre, quella dedicata a figli di Poseidone, il che significava che era a mia completa disposizione, dato che il mio fratellastro se n’era andato alla fine della scorsa estate per lavorare nelle profondità del mare. La casa era esattamente come la ricordavo: con le pareti tinte di blu, oggetti che richiamavano il mare in ogni angolo ma soprattutto impregnata di odore di salsedine da cima a fondo.
Non avevo saputo resistere, appena arrivato avevo abbandonato i miei averi sul pavimento dell’ingresso ed ero corso fuori al molo.
Ora, con i jeans arrotolati fin sotto il ginocchio sedevo sul pontile in legno con i piedi a mollo nell’acqua e le Nereidi che mi fissavano dal fondale.
Per un attimo avevo visto il viso di una di loro trasformarsi in quello di Annabeth e la cosa non mi aveva stupito dato che erano mesi che non facevo altro che pensare a lei.
Ne erano trascorsi quasi nove da quando c’eravamo salutati l’ultima volta e questo era uno dei motivi per cui ero felice di essere qui, ritornare al campo per l’estate significava rivederla. Anche se, diciamocelo, durante la maggior parte delle nostre giornate al campo lei non faceva altro che cercare di uccidermi o mutilarmi in duello.
Si lo so, fa strano anche a me parlare in questo modo di una ragazza, ma Annabeth sa il fatto suo ed è meglio non farla arrabbiare quando ha un’arma a portata di mano. Forse era proprio questo che amavo di lei. La sua tenacia e il suo sangue freddo erano caratteristiche rare tra le ragazze mortali e poi insieme ne avevamo passate delle belle, e ad essere sincero non vedevo l’ora di partire per una altra avventura con lei.
“Percy!” Una voce terribilmente simile a quella di Annabeth mi rimbomba nella testa. ‘Ok, sto impazzendo del tutto, adesso oltre a vederla sento anche la sua voce!’ Penso mentre con i piedi faccio dei cerchi nell’acqua che infastidiscono le Nereidi.
“Percy!” La voce chiama ancora e stavolta mi giro a guardare il pontile alle mie spalle. Annabeth corre verso di me con i capelli biondi che ondeggiano al vento. Non ho nemmeno il tempo di realizzare che quella è la vera Annabeth che me la ritrovo già appesa al collo.
“Mi sei mancato Testa d’alghe!” Dice sciogliendo l’abbraccio e scompigliandomi i capelli.
“Anche tu!” È l’unica cosa che riesco a dirle con tono inebetito. Ancora non mi sembra vero.
“Anche tu?” Mi domanda alzando un sopracciglio un po’ irritata. “Tutto qui?”
Arrossisco pensando a qualcosa di meglio da dire ma lei sposta lo sguardo sull’acqua e parla prima che io riesca a mettere insieme una frase decente.
“Ah ho capito… ho interrotto una piccola riunione di famiglia…” Dice alludendo all’acqua che s’increspa ai piedi del molo.
Non sapendo cosa dire di più sensato colgo la palla al balzo e annuisco a testa bassa. “Si, beh… se vogliamo chiamarla così…”
“Taciturno come sempre?”
“Già…” Mormoro un po’ abbacchiato scrutando le onde.
“Eddai Percy! Sai come sono gli Dei! Ormai dovresti averci fatto l’abitudine!”
La verità è che non ti abitui ad essere figlio di un Dio, questo ve lo posso garantire. Annabeth dice così ma sono certo che anche lei vorrebbe poter passare più tempo con sua madre.
“Com’è andata quest’anno?” Mi chiede per cambiare discorso mentre ci sediamo sul pontile.
“Considerando che sono riuscito a finire l’anno scolastico senza farmi espellere direi… alla grade!”
Lei spalanca gli occhi e mi guarda come se non mi credesse. Effettivamente, se la scuola non fosse finita solo il giorno prima non ci avrei creduto nemmeno io. Eppure era tutto vero. Per la prima volta nella mia carriera scolastica avevo chiuso l’anno accademico senza espulsioni e mia mamma ne era stata talmente entusiasta che per festeggiare si era chiusa in cucina un giorno intero e aveva cucinato ogni dolce che possiate immaginare, ovviamente rigorosamente di colore azzurro.
Questo pensiero mi fa venire un’idea. Mi alzo di scatto e corro verso casa scalzo, lasciando Annabeth seduta al pontile che mi guarda come se fossi matto.
Recupero il mio zaino dal pavimento e trovo il tapper pieno di dolci che mia mamma ha preparato il giorno prima. Torno sul pontile stringendo la piccola scatola di plastica come se fosse qualcosa di prezioso. È giunto il momento che Annabeth sperimenti la cucina di mia madre.
“E quello cos’è?” Mi chiede accigliata fissando il contenitore.
“I dolci di mia madre… ama cucinarli e la mia promozione l’ha mandata fuori di testa, ne ha cucinati a sufficienza per tutto il campo!” Spiego un po’ in imbarazzo offrendole i dolci.
Lei sorride e ne sceglie uno ricoperto di glassa. Lo assaggia e subito sul suo viso si dipinge un’espressione stupefatta. Mia madre ha fatto centro. Il problema è che non è mia mamma ad avere una cotta per Annabeth, sono io. E io, nonostante le nostre avventure insieme, non penso di aver mai fatto colpo su di lei. Anzi, sono quasi certo che lei abbia una cotta per Luke e la cosa non mi rasserena visto che lui è più grande, più affascinate, più alto e più bello di me. Ah giusto, dimenticavo la cosa più importante, Luke è anche un traditore e sta cospirando con il Re dei Titani per distruggere l’Olimpo… ma questi sono solo dettagli!
“Bene, bene!” Esclama una voce familiare in avvicinamento. Io e Annabeth ci giriamo giusto in tempo per vedere Grover trotterellare sul molo con indosso la maglia arancione del campo. “I tuoi migliori amici tornano al campo e invece di salutarti s’imboscano a mangiare dolcetti come due piccioncini!” Il suo commento mi fa arrossire ma sono così felice di rivederlo che mi alzo per abbracciarlo e soprattutto per nascondere ad Annabeth il colore della mia faccia. Quando ho la sensazione di aver ripreso un colorito normale mi stacco da Grover dicendogli: “È un vero piacere rivederti amico! Serviti pure!”
Grover non se lo fa ripetere due volte e si siede accanto ad Annabeth che gli tende il contenitore. Lui lo studia attentamente, poi estrae il tovagliolo che avvolge i dolci e comincia a masticarlo.
Lo guardo esterrefatto mentre lui mi dice: “Cellulosa! Voi umani non sapete cosa vi perdete!”
Io e Annabeth scoppiamo a ridere, Grover era mancato a entrambi.
Poco più tardi io e Annabeth ci salutiamo, lei torna verso la casa dei figli di Atena e io e Grover ne approfittiamo per fare una passeggiata tra i campi di fragole.
 
Il giorno successivo vengo svegliato all’alba dal suono del corno che rimbomba nella valle. Apro gli occhi a fatica ma l’idea di essere al campo e di non dover andare a scuola mi basta per farmi rotolare giù dal letto. Tyson in un certo senso mi manca, lui non aveva problemi ad alzarsi presto ed era sempre curioso di sapere cosa la giornata aveva in serbo pe lui. Forse dovrei imparare da lui.
Raggiungo la Casa Grande ancora mezzo addormentato, un gran numero di eroi sono già riuniti intorno a Chirone che sta annunciando le sessioni di allenamento della giornata. Nella folla scorgo Annabeth in mezzo ai suoi fratelli e la giornata improvvisamente mi sorride. Oggi avremmo potuto allenarci insieme.
Poco più tardi raggiungo l’armeria, se Annabeth non ha cambiato le sue abitudini, la prima attività a cui si dedica la mattina è il duello con le spade. Inizio a scegliere l’elmo e lo scudo mentre mi guardo in torno nella speranza di vederla, poi una voce mi fa trasalire.
“Ehy Percy! Pronto per essere fatto a pezzi?” Mi volto e vedo Clarisse impugnare due spade, l’elmo già allacciato in testa.
“Buongiorno anche a te Clarisse!” Esclamo sorridente mentre scelgo il mio elmo. “Devo dedurre che sei felice di rivedermi?”
“Vuoi scherzare? Certo che sono felice di vederti, la mia spada ha sentito la tua mancanza!”
‘Bentornato a casa Percy!’ Penso mentre afferro lo scudo più grande di tutti, contro Clarisse mi servirà.
“Scordatelo Clarisse!” Annabeth entra nell’armeria in assetto da battaglia. I capelli che ieri ondeggiavano al vento oggi sono legati in una lunga treccia e l’espressione dolce è stata sostituita dal fuoco della guerriera che c’è in lei. “Il primo duello dell’anno Percy lo fa con me, ormai è una tradizione.”
Che poi qualcuno mi deve spiegare per quale ragione le donne in questo campo vogliono farmi a pezzi.
“Nulla di personale.” Aggiunge Annabeth mentre Clarisse prende uno scudo ed esce alla ricerca di un nuovo avversario.
“Allora Testa d’alghe, ti ricordi ancora come si maneggia una spada?” Mi chiede con il tono austero che si riserva per i duelli.
“Se non ti conoscessi bene, direi che mi stai prendendo in giro!” Le dico mentre mi preparo a togliere il cappuccio a Vortice che stringo nella mano destra.
“Allora mi conosci proprio bene Testa d’alghe!”
A quelle parole estraggo Vortice dalla tasca e attacco Annabeth frontalmente. Lei non si fa cogliere impreparata e si difende alla grande. Le nostre spade s’incrociano altre cinque volte prima di riuscire ad uscire dall’armeria. Senza rendermene conto finiamo nell’arena di allenamento, dove sono in corso almeno altri dieci duelli. La cosa importante quando combatti con una come Annabeth è non abbassare mai la guardia. Non devo farmi distrarre da quello che ci circonda. Potrei stare ore a guardarla senza staccarle gli occhi di dosso, il problema è che corro il rischio di mettermi a fantasticare su di lei e la cosa potrebbe costarmi caro. Annabeth parte all’attacco un’altra volta e sento un fendente aprirmi la coscia destra. Mi rotolo sulla sinistra per schivare un secondo attacco e sento la sua spada sferzare l’aria dove un istante prima c’era la mia testa. Ok, se qualcuno non l’avesse ancora capito sono un po’ fuori allenamento, nelle scuole per mortali non si maneggiano spade, mi domando Annabeth come diavolo faccia ad essere sempre così in forma.
Mi rialzo giusto in tempo per parare un nuovo attacco, la ferita alla coscia si fa fastidiosamente sentire, sento il sangue pulsare forte all’altezza del taglio ed è proprio in quel momento che Annabeth decide che a suo parere mi starebbe bene un’altra ferita all’altezza del costato. Sento la lama infilarsi tra l’allacciatura dell’armatura e squarciarmi la maglietta. Quando vuole Annabeth sa essere più precisa di un cecchino.
“Forza Percy!” Grover ha raggiunto l’arena insieme ai suoi amici satiri e sembra intenzionato a godersi lo spettacolo.
Rincuorato dalla sua voce trovo la forza di rialzarmi e attacco Annabeth ad una velocità che sorprende anche me. Lei ha degli ottimi riflessi e si difende come può, la mia foga la mette in difficoltà ed è costretta ad arretrare fino ai margini dell’arena. È in quel momento che riesco a disarmarla e metterla letteralmente con le spalle al muro tra le grida degli spettatori. Finalmente ho la situazione sotto controllo, impugno entrambe le spade e gliele punto al collo. Lei mi guarda soddisfatta, evidentemente il combattimento è stato di suo gradimento, forse sono riuscito ad impressionarla. Ho ancora il fiatone e sento il sangue gocciolarmi lungo il fianco ma non mi azzardo ad abbassare le armi.
“Non ci siamo Percy.” Mi dice con le lame che le sfiorano la gola. “Ci sono andata piano e guarda che ferite ti ritrovi!” Mi apostrofa lei con  faccia schifata ammiccando ai miei tagli che sanguinano copiosamente. Mi sento ferito nell’orgoglio, le sento bruciare è vero ma sono le solite ferite che ti ritrovi alla fine degli allenamenti, o almeno credo. Abbasso lo sguardo per controllare l’entità della ferita alla coscia che ha ripreso a pulsare intensamente ed è in quel momento che Annabeth ne approfitta per assestarmi un calcio in faccia.
‘Grazie Annabeth!’ Penso mentre cado a terra rotolando sul fianco ferito, le mani a coprire il volto tramortito dal calcio della mia avversaria. E mentre mi gusto il sapore del sangue misto a quello della sabbia, sento i passi di Annabeth che si avvicina alle mie spalle.
“Mai abbassare la guardia Testa d’alghe!” È il suo unico commento mentre mi aiuta ad alzarmi. “Andiamo… in infermeria sentono la tua mancanza!”
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Amantide