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Autore: Cocol_Sasso_97    01/12/2014    2 recensioni
"Sin dall'antichità vi sono testi che raccontano della vita sentimentale degli dei dell'Antica Grecia e dell'Impero Romano. Le storie passionali e carnali degli dei sono innumerevoli e tanti sono anche i figli nati da loro ma, col tempo, si diede sempre meno importanza agli dei. Con l'imperatore romano Teodosio I, gli dei scomparvero, sostituiti dalla cultura cristiana."
« Scusa tanto ma chi cazzo ti conosce? »
« Vuoi dirmi che non parli mai con gli sconosciuti? Però possiamo rimediare » si chinò verso di lui e gli porse la mano « Piacere, mi chiamo Antonio »
Lovino lo osservò diffidente, poi sbuffando tornò ad osservare il mare « Il piacere è tutto tuo »
[...]
« Allora Lovino, vogliamo andare a scuola? Faremo tardi al tuo primo giorno! »
« Come diamine sai il mio nome?? »
"Sono stati ritrovati tuttavia testi più recenti, risalenti al periodo dopo Teodosio, che ancora narrano degli dei. In particolare, un documento narra di Poseidone, il quale sembrerebbe aver improvvisamente smesso di divertirsi coi mortali…"
« Chi sei tu? »
« Io sono il mare » mormorò lui, lasciando un po' la presa sulle sue spalle e guardandola intensamente « Io sono Poseidone »
Spero di avervi incuriositi :D
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, 2P!Nyotalia, Nyotalia, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I
Roma, II^ metà del IV secolo


 

"Sin dall'antichità vi sono testi che raccontano della vita sentimentale degli dei dell'Antica Grecia e dell'Impero Romano. Le storie passionali e carnali degli dei sono innumerevoli e tanti sono anche i figli nati da loro ma, col tempo, si diede sempre meno importanza agli dei. Con l'imperatore romano Teodosio I, gli dei scomparvero, sostituiti dalla cultura cristiana."

Poseidone guardava la costa italiana dal suo regno quale era il mare. I suoi fratelli avevano abbandonato da tempo ogni speranza di farlo divertire con loro.
Da qualche mese, il dio del mare passava le sue giornate immobile, davanti a quelle spiagge dove le onde si infrangevano diventando schiuma. Ogni giorno, le onde sembravano concentrarsi su quella spiaggia, così come l'attenzione di Poseidone. Si ritiravano solo una volta calato il buio, quando anche il dio tornava nel suo regno.
Zeus e Ade non capirono mai per quale ragione l'attenzione del dio fosse rivolta a quelle spiagge, fino a quando non posarono anche loro lo sguardo su di esse.
Videro l'oggetto delle attenzioni di Poseidone e capirono cosa interessava tanto il loro divino fratello.
La giovane donna che tutte le giornate sedeva sulla spiaggia a passare i suoi pomeriggi a cucire attentamente, senza sbagliare un solo passo, senza pungersi una sola volta. Era brava nel suo lavoro, quando lo faceva.
Zeus e Ade notarono sin da subito la scarsa voglia di lavorare di quella ragazza ma Poseidone sembrava non notarlo.
Poseidone si limitava ad osservarla e quando ella si ritirava, la sua immagine rimaneva impressa nella mente del dio.
I lunghi capelli scuri raccolti in una corona di trecce, mentre alcuni boccoli le ricadevano sulla pelle candida del seno e delle braccia. Gli occhi ambrati, pieni di luce, avevano rapito il dio, così come quello strano ciuffo arricciato verso l'alto che la donna non riusciva a domare.
La ragazza amava il mare, lo aveva detto più volte a Poseidone.
« Se solo potessi vivere col mare » sospirava mentre passava i denti del pettine tra i capelli.
« Se solo fossi libera come le onde del mare » sussurrava mentre cuciva « libere, ma pur sempre incatenate alla bellezza del mare e sempre richiamate da esso quando finalmente giungono alla costa… »
« Se il mare fosse umano, non dubito del fatto che vorrei stare con lui per sempre… »
A Poseidone bastò.

"Sono stati ritrovati tuttavia testi più recenti, risalenti al periodo dopo Teodosio, che ancora narrano degli dei. In particolare, un documento narra di Poseidone, il quale sembrerebbe aver improvvisamente smesso di divertirsi coi mortali…"

L'ago bronzeo solcava i due lembi di stoffa, legandoli gli uni agli altri con un filo sottile, bianco. La giovane donna si fermò con l'ago sopra la stoffa e lo abbassò lentamente, studiando la tunica che stava cucendo per la sorella. Sfiorò il tessuto con le mani e lo strinse poi al petto. Presto sarebbe toccato anche a lei.
Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal rumore delle onde che si infrangevano sulla sabbia e sorrise appena, chiedendosi se avrebbe mai avuto il coraggio di scappare in mare, pur di sfuggire alla sua sorte. Sposarsi non era ciò che più ambiva. Di sicuro non con qualcuno che non voleva sposare lei ma non era una sua decisione quella.
« Cosa cuci? »
La castana alzò lo sguardo e dovette coprirlo con una mano per osservare il giovane che le si era avvicinato. Non vi riuscì comunque, la luce le dava fastidio agli occhi. Abbassò lo sguardo « Chi sei? » chiese a sua volta, tornando a cucire la tunica.
Il giovane le si sedette accanto « Un qualcuno che la gente ha dimenticato » sorrise osservandola « E tu? »
« Nessuno che ti possa interessare » rispose lei scocciata, senza alzare lo sguardo.
« Questo non puoi dirlo »
La giovane donna non rispose, continuando a cucire con punti fini la veste, concentrandosi sul suo lavoro.
« Questa che stai cucendo è una tunica recta, non è così? » continuò lo sconosciuto, osservandola mentre cuciva.
La ragazza continuò a non rispondergli.
« Sono diversi giorni che la stai preparando »
A quel punto si fermò nuovamente ma evitò ancora di guardare lo sconosciuto « Come fai a saperlo? »
« Ti stai per sposare? »
« Non sono affari tuoi »
« Rispondi alla mia domanda »
Ma chi si credeva quell'uomo?
« Tu non rispondi alla mia » sbuffò scostandosi una ciocca di capelli dal viso e alzando lo sguardo sul mare « Anzi, alle mie. Non mi hai ancora detto chi sei. »
Lo sconosciuto sorrise, abbassando lo sguardo « D'accordo… Ti osservo da molto tempo, sono stato rapito dalla tua bellezza »
La giovane arrossì di colpo, vistosamente « Mi hai osservato? » chiese infastidita, senza alzare lo sguardo per l'imbarazzo ed evitando il commento dello sconosciuto « Da dove? » non aveva mai notato nessuno osservarla.
« Dal mare » disse lui, godendosi quella leggera brezza marina che soffiava e chiudendo gli occhi. La giovane si voltò ad osservarlo, per chiedere altre spiegazioni, ma la vista di quel ragazzo la fece pietrificare.
I capelli lunghi e scuri venivano mossi dal vento, ricordando il movimento delle onde quando soffia un leggero vento, mentre la pelle abbronzata gli donava una bellezza che poche volte aveva visto tra la gente di Roma.
« Chi sei tu…? » mormorò rapita dalla sua bellezza. Il ragazzo voltò il capo verso di lei e aprì gli occhi, mostrando due meravigliosi occhi verdi e le sorrise « Tocca a te rispondere alla mia domanda… Stai per sposarti? »
Lei sbatté appena le palpebre, mettendoci qualche secondo a recepire la domanda e a trovare una risposta. Spostò lo sguardo sulla tunica, scrollando il capo « Mia sorella si sposa… Io, probabilmente, sarò data in sposa ad un qualche sconosciuto tra qualche mese… »
« Non volevi stare per sempre con il mare? »
Lei sussultò e si voltò nuovamente a guardarlo « Tu come…Come fai a saperlo? »
Il ragazzo la ignorò e si voltò a guardare il mare « Io mi chiamo Antonio. Il tuo nome è…? »
« Elena… » rispose come ipnotizzata nel guardarlo.
« Beh, Elena, sono sicuro di una cosa »
« Cosa? »
Antonio si voltò a guardarla « Il mare è innamorato di te. Ama il tuo viso, ama il modo in cui ti rivolgi a lui, ama il tuo carattere… »
« Cosa stai… »
« Elena, se il mare ti chiedesse di passare del tempo con lui, cosa risponderesti? »
« Tu… Sei tutto pazzo, devi aver bevuto litri e litri di acqua e sale! »
Le mani di Antonio si posarono sulle spalle nude di Elena e lei sentì lo stesso bruciore che provava nel camminare a piedi scalzi sulla spiaggia « Cosa faresti Elena? Passeresti la vita con lui? Lo faresti anche se si presentasse alla tua porta dicendo di essere il mare? Gli crederesti? Lo ameresti come dici di amarlo e come lui già ti ama? »
Una delle tante ragazze che vivevano a Roma, probabilmente lo avrebbe guardato terrorizzata, ma non Elena.
Elena era confusa, ma una parte di lei era rapita dai suoi occhi verdi e da quella voce così calda, che sembrava volerla cullare con le parole.
Non gli rispose ma gli fece per l'ennesima volta la stessa domanda « Chi sei tu? »
« Io sono il mare » mormorò lui, lasciando un po' la presa sulle sue spalle e guardandola intensamente « Io sono Poseidone »


 




Salve!
Sono di nuovo qui a proporvi una nuova storia a cui pensavo da un po' ^^
O meglio, a più storie che pensavo da un po' che hanno formato questa!
Sapete, l'eterna indecisione tra het!Spamano, 2pSpamano, NyoSpamano, 2pNyoSpamano e... Boh alla fine ho unito tutto muahahah
Questo è solo il primo capitolo e spero di avervi incuriosito un minimo! 
Nel prossimo capitolo comparirà Lovinito *love*
Un bacione e spero alla prossima

§Cocol

P.s. La tunica recta è la tunica con le quali le antiche romane si sposavano ^w^

   
 
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