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Autore: Ino chan    02/12/2014    7 recensioni
Perché ha desiderato trovare così tanto Beth da starci male la notte e stordito il giorno e ora ha capito che desiderare qualcosa è solo la porta della sofferenza. Perché non c’è niente che si desideri più a questo mondo che duri più dello spazio di una notte passata ad osservare una casa che brucia.
[ 5x08 -Spoilers]
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La testa di Beth scatta all’indietro e il sangue schizza sulla parete e sul viso di Rick che arretra scioccato. È tutto così veloce, così assurdo, che non è davvero Daryl quello che sfila la pistola dalla cintura e la punta alla testa di quella stronza in divisa. Non è davvero lui quello che preme il grilletto e guarda la fronte di quella puttana aprirsi e il suo corpo cadere all’indietro.

È il dolore a farlo reagire.  È lui che lo fa uccidere per la prima volta una persona con il reale desiderio di farlo. Con il gusto e la voglia di premere il tasto indietro e rifarlo ancora, ancora e ancora.

Beth ha gli occhi aperti, una ferita sotto al mento e una fra i suoi bei capelli biondi.

Sembra sorpresa, forse non ha capito, probabilmente non ha realizzato. Daryl la guarda, nonostante Carol cerchi di farlo voltare, nonostante Rick voglia raccoglierla fra le braccia al suo posto.

Daryl non glie lo permette, glie la strappa dalle mani con un gesto quasi possessivo e la stringe al petto mentre si alza. È minuta come quando l’ha portata sulla schiena, anzi, forse, di più, tanto che anche se è un peso morto non fa fatica ad alzarsi con la ragazza fra le braccia.

Maggie grida come lui non riesce a fare, come lui vorrebbe tanto fare. Cammina verso di lei con i capelli di Beth che gli solleticano l’incavo del gomito e il braccio tutto, e la guarda buttare fuori il dolore come Daryl è certo non riuscirà mai a fare finché avrà vita.

Si ferma di fronte a Maggie ed ogni urlo è come un chiodo di bara.

Ogni grido di Maggie è benzina sul fuoco del suo senso di colpa.

 

-Daryl! Daryl!-

Daryl si volta e la prima cosa che vede è un telo di plastica verde occupare la porzione di cielo sopra la sua testa e Rick seduto accanto a lui con una mano premuta sulla sua spalla - Stavi facendo un brutto sogno. -

Daryl alza la testa, si mette a sedere, sono tutti accoccolati a circolo attorno al fuoco, protetti dal camion dei pompieri messo di traverso di fronte all’unica via di accesso dei vaganti, al vicolo che hanno scelto come riparo per la notte.

 Daryl si tocca piano la nuca, si guarda attorno. È stato solo un incubo?

No, non tutto. Beth ha davvero piantato quella forbice chirurgica nel petto di quella donna e quella le ha davvero sparato. Daryl ha visto davvero la sua testolina bionda scattare all’indietro e il sangue schizzare il muro e il viso di Rick e ha davvero ucciso quella troia con un colpo in fronte. Solo che quando si è girato a guardare Beth ha incrociato i suoi occhi verdi sconvolti dalla sorpresa e dal dolore mentre un rivolo di sangue le rigava il viso  come una goccia di pioggia su un vetro.

Colpo di striscio alla fronte, la fortuna concretizzata in una ferita che forse non lascerà nemmeno la cicatrice.

Beth è stesa accanto al fuoco, quelli dell’ospedale le hanno curato la ferita e ha la testa avvolta in un giro di bende impataccate di sangue. Daryl avvicina una mano al suo viso e si bea del respiro che gli sfiora il palmo, prima che la ragazza apra gli occhi e lui si senta un coglione.

-Stavi controllando che fossi ancora viva? - gli chiede Beth divertita.

-Visto che hai la brutta abitudine di sparire o di farti sparare appena giro gli occhi…-

Beth prova a ridere, ma subito si porta una mano alla fronte -Non è divertente Daryl, mi è passata tutta la vita davanti.-  Anche a me, pensa Daryl mentre la osserva - Dawn stava per ammazzarmi.-

-Alza un po’ la testa.-

Beth lo osserva perplessa, poi obbedisce e quando torna a stendersi, Daryl fa altrettanto, occupando la porzione di cuscino che ha tirato verso di sé.

-Comodo?- lo prende in giro Beth e lui annuisce mentre la ragazza alza la coperta che Maggie le ha amorevolmente rimboccato addosso e lo copre. È sicuro di avere più di uno sguardo addosso, non è da lui essere così affettuoso, ma ora come ora non gli importa.

Beth chiude gli occhi, nonostante la ferita, nonostante il cuscino e la coperta recuperati in una casa dove c’erano ben tre vaganti, sembra essere comoda e tranquilla.

-Mi perdoni?-

-Di che peccati ti sei macchiato Daryl Dixon?-

-Non ti ho protetto.-

La mano di Beth, sotto le coperte, cerca la sua. Le sue dita sottili la sfiorano brevemente, prima di cercare una stretta. Daryl la lascia fare e quando la ragazza si tira la sua mano verso la pancia, allunga il braccio senza fare storie.

-Non mi hai protetta, è vero, ma mi hai insegnato come farlo. Se non fosse stato per te, per quei giorni passati in tua compagnia, non sarei sopravvissuta in quell’ospedale.-

Dary serra la presa su quella manina piccina, su quelle dita calde attorno alle sue.

-Ti ringrazio.-

Daryl scrolla la testa,  ma Beth non vuole sentire ragioni o vaneggiamenti dettati dal senso di colpa - Dormi Daryl, va tutto bene.- sussurra dolcemente  mentre continua a tenersi la sua mano sulla pancia, stretta alla sua come se fosse qualcosa di prezioso.

Daryl vuole dirle che le vuole bene almeno, ma il sonno lo vince prima di poterlo fare. Gli occhi si chiudono sul profilo rilassato di Beth che osserva il cielo terso sopra di loro.

 

Quando Daryl si sveglia si rende conto di aver sognato quando la sua mano a vuota e non c’è nessun corpicino caldo accanto a lui. Beth è davvero morta e il suo cervello gli ha regalato un momento di blackout e un sogno rassicurante dopo che ha appoggiato Beth a terra e ha visto Maggie  arricciarsi su di lei piangendo e baciandole le guance esangui.

Deve essere svenuto o aver inserito il pilota automatico dopo aver consegnato Beth alla sorella, non lo sa, non gli importa.

Carol è seduta accanto a lui e quando si accorge che è sveglio gli accarezza delicatamente la testa.  Daryl si avvolge nel telone che gli hanno buttato addosso e tirandosi indietro, si  sottrae al suo tocco.

Non vuole essere toccato.

Non vuole essere consolato.

L’ultima che lo ha fatto è morta davanti a lui senza che potesse fare nulla, schizzandogli il suo sangue sul viso e in bocca.

-Daryl.- mormora materna Carol.

-Non mi serve niente Carol.- le risponde brusco  -Non voglio più niente.-

 Perché ha desiderato trovare così tanto Beth da starci male la notte e stordito il giorno e ora ha capito che desiderare qualcosa è solo la porta della sofferenza. Perché non c’è niente che si desideri più a questo mondo che duri più dello spazio di una notte passata ad osservare una casa che brucia.

 

 

 

   
 
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