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Autore: Secret Whispers    03/12/2014    0 recensioni
Questa fanfiction è l'unica presentata al contest La Lontananza organizzato dal Secret Whispers GDR Forum.
"Se fossi stato uno forte, non mi sarei mai impuntato per impedire che gli staccassero la spina. Se fossi stato uno forte, all'ospedale non ci avrei mai messo piede e mi sarei rifatto una vita. Avrei addossato tutta la colpa a Mike."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La fiction che segue è l'unica presentata al contest "La Lontananza" indetto dal Secret Whispers nel mese di Novembre 2014.
L'autrice,
Seebaru, ha acconsentito che la sua opera fosse esposta su questa pagina.
 

.Titolo: Giorni felici
.Autore: Seebaru
.Fandom: tratta dalla role Clyde x Michelle
.Personaggi: Clyde, Michelle (che viene solo menzionato).
.Avvertimenti: angst
.Rating: giallo
.Genere: introspettivo, sentimentale, malinconico.
.Breve introduzione: Una pagina di diario scritta da Clyde, che vuole essere un piccolo specchietto su tutto ciò che è passato per la testa del ragazzo mentre il suo unico amore era in stato comatoso.
.N.d.A.:
 non sono sicura di aver interpretato bene il tema della lontananza richiesto dal contest, ma quando l'ho letto ho pensato subito alla role di Clyde e Michelle e mi sono detta che valeva la pena fare un tentativo. Il titolo della fiction deriva dallo spettacolo teatrale omonimo: ho pensato che fosse un buon titolo per questo piccolo brano.

____


Giorni felici

 

11 novembre
 

Con oggi fanno otto mesi.
Se non avessi un calendario, forse crederei che è passato un secolo. I giorni si confondono tra loro, ormai. Perché non dovrebbero? Che si tratti di lunedì o di venerdì, del primo di novembre o del ventisette agosto, le cose non cambierebbero di una virgola. Le stagioni passano, nel frattempo, e mi sembra incredibile che siamo già a metà autunno; forse solo loro mi aiutano a scandire con più chiarezza il tempo che passa.
Per il resto, in questi ultimi due mesi non è cambiato niente. Il lavoro è lo stesso, gli amici pure. Oggi è venuto a trovarmi Bengt a casa: ha portato dei topolini per il serpente di Mike, che adesso è abbastanza grosso da poter sfondare il vetro del suo terrario, poi mi ha chiesto di smettere di andare all'ospedale. Io l'ho sbattuto fuori casa.
Non posso credere che mi abbia chiesto una cosa simile. In realtà non riesco a capire nessuno: né lui né Nigel o Jana, né il mio capo al lavoro, né i De Rien - soprattutto quella strega della madre di Mike. Uno alla volta, anche più di una volta al giorno, mi chiedono tutti di smettere di andare all'ospedale. Di smettere di vederlo.
Maggie mi sembrava l'unica davvero capace di capirmi, almeno fino a oggi. Quando sono uscito dalla stanza, infatti, mi ha appoggiato una mano sulla spalla e mi ha detto che sono davvero molto forte, per riuscire ad aspettare che Mike si risvegli.
No, cazzo. E' tutto il contrario, dannazione. Io sono un fottuto debole.
Se fossi stato uno forte, non mi sarei mai impuntato per impedire che gli staccassero la spina. Se fossi stato uno forte, all'ospedale non ci avrei mai messo piede e mi sarei rifatto una vita. Avrei addossato tutta la colpa a Mike.
Invece sono debole, e mi sto prendendo la colpa di tutto ciò che è successo. Sono debole, e mi sento soffocare per tutto il tempo che passo fuori da quella stanza, quando dovrebbe essere il contrario.
Lo vedo ogni giorno, con quella faccia da cadavere e gli occhi chiusi, e spero che si svegli mentre io sono lì con lui. Gli parlo e continuo ad aspettarmi che lui mi risponda.
Chi voglio prendere in giro, poi? Lui non è davvero lì. E' in un posto lontano, chissà dove, dove io non potrò mai raggiungerlo. E' a un passo dalla morte e da lì ancora non si è smosso di un centimetro. Il giorno in cui tornerà, poi, so già che sarà molto diverso dal Michelle che ricordo io. Se tornerà.
Quando sono con lui, però, la butto sullo scherzo: "quanto ancora mi vuoi far aspettare?" gli chiedo, e poi rido da solo.
Sono passati otto mesi, e sono ancora da solo. Cazzo, Mike. Torna tra i vivi. Torna da me.
Se non fosse per i video che ci siamo fatti più di un anno fa, mi sarei già dimenticato anche il suono della sua voce, o quello della sua risata. Sta passando troppo tempo, e ogni giorno perdo un pezzo di lui. La verità è che, oltre ad essere un debole, sono terrorizzato.
L'unica persona che riuscirebbe a calmarmi, però, è troppo lontana.

  
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