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Autore: shihoshinichi99    03/12/2014    3 recensioni
Sono passati ben sette anni, ma quei tempi non si possono dimenticare, restano impressi nella memoria e nulla li rimuove. Aspettano “il Giudizio Universale”. Come succederà? Come finirà? Sono domande a cui nessuno può rispondere, a meno che non possegga una macchina del tempo o qualche antico manufatto dai poteri stupefacenti. Ma io non ho niente di tutto ciò (per fortuna) e non avrei mai potuto sapere che un giorno le nostre strade si sarebbero di nuovo incrociate.
-Buongiorno! Mi esponga il suo problema …- dissi all’uomo che mi sedeva di fronte, annuivo e non ascoltavo davvero, “tanto” pensavo “sono un famoso detective” -Continui pure …-
-L e stavo proponendo di condurre uno stage … le va bene?-
by Shihoshinichi99
p.s. Questa è la terza serie di "Mentre la neve cade", seguito di "La neve color rosso sangue"
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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AD OSSERVARE LA NEVE CADERE
cpitolo 1: la studente migliore


Sono passati ben sette anni, ma quei tempi non si possono dimenticare, restano impressi nella memoria e nulla li rimuove. Aspettano “il Giudizio Universale”. Come succederà? Come finirà? Sono domande a cui nessuno può rispondere, a meno che non possegga una macchina del tempo o qualche antico manufatto dai poteri stupefacenti. Ma io non ho niente di tutto ciò (per fortuna) e non avrei mai potuto sapere che un giorno le nostre strade si sarebbero di nuovo incrociate.
-Buongiorno! Mi esponga il suo problema …- dissi all’uomo che mi sedeva di fronte, annuivo e non ascoltavo davvero, “tanto” pensavo “sono un famoso detective” -Continui pure …-
-L e stavo proponendo di condurre uno stage … le va bene?-
-Certo, nessun problema … - risposi mentre giocherellavo con la matita -Un attimo, cosa?-
-Uno stage … le spiego: In America vi è una delle scuola più prestigiose del mondo, dove gli studenti seguono vari progetti, tra cui vi è un concorso … ma in realtà ci basiamo sui voti … dove uno studente viene scelto per seguire un poliziotto/ detective, qui entra in gioco lei, per ben due mesi. Molti studenti stanno facendo ora il test … che ne pensa? È disposto a sostenere questa iniziativa?-
-Perché io?- chiesi sapendo già la risposta.
-Beh … in realtà avevamo pensato a un detective di Osaka, ma quando gli abbiamo chiesto se sapeva bene l’inglese, ecco, lasciamo stare …- fece una smorfia divertita.
-Lei è americano?-
-Sì …-
-Si sente dall’accento - risi e poi tornai serio. -Quindi sono una seconda scelta?-
-In realtà no, l’abbiamo lasciata in pace perché un ispettore della zona ci ha detto che era molto impegnato, ma quest’anno mi hanno acconsentito di parlarle … che ne pensa? Accetta?-
-Ehm … e lo studente mi seguirà ovunque?-
-Sì, beh a parte la vita privata … però se potete accoglierlo, non dispiacerebbe?-
-Questo non credo sia un problema … okay, ci sto-
-Davvero?!- si alzò in piedi felicissimo.
-Sì, mi piace l’idea … Arigatou- salutai.
-Hope to hear you soon, Thank you very much- “è davvero americano!” pensai, sentendo la pronuncia.
-You’re welcome!- risposi entusiasto.
“Devo ripassare il mio inglese” dissi tra me e me e chiesi un caffè al poliziotto dello studio accanto, che aveva la moca pronta.


-Ah! Le vacanze invernali! Non sei contenta?!-
-Sì, ma ora ci sono gli esami, ayame- chan-
-Uffff …- fece sbuffando -Lo so,non serve che me lo ricordi! Ai-chan, mi aiuti a studiare?-
-Certo! When are you free?-
-Ah … basta inglese … parla chiaro …- disse sbuffando nuovamente.
-Ahahah - rise l’altra ragazza -Dimmi quando sei libera …-
-Sempre per te!- rispose un ragazzo da dietro, aggrappandosi alle spalle di Ayame-chan.
-Spa-ri-sci!-
-Come non mi ami?!- fece l’altro, come stupito.
-Per niente! Stavo parlando con Ai-chan!- gli fece la linguaccia e Ai rise.
Ayame-chan era una ragazza molto divertente, ma anche intelligente. Studiava per diventare una giornalista, per questo la maggior parte delle mattine arrivava a scuola mezza addormentata e non seguiva mai le lezioni. Era alta circa 1 metro e 60, aveva i capelli biondi e lisci fino alle spalle, aveva uno sguardo vispo che non si faceva sfuggire nulla, occhi marroni e, ogni giorno, sorrideva senza interruzione.
Il ragazzo, Shouta, era molto simpatico e sapeva a memoria tutte le formule di matematica appena le vedeva, studiava per diventare professore al liceo della sua città. Era sempre incollato ad Ayame-chan e la guardava con occhi dolcissimi, si prendeva sempre cura di lei e se aveva bisogno, lui c’era. Era più di tutte e tre, capelli castani chiaro e gli occhi marroni come quella della ragazza. Qualcuno chiedeva sempre se erano fratelli e lui rispondeva “MAGARI!”.
-Ai? Come mai parli così bene l’inglese? Non hai nemmeno i lineamenti giapponesi …-
-Mia madre era americana, per questo i lineamenti, e per l’inglese, ho già studiato qui e quindi ci sono abituata …- Ayame l’abbracciò.
-Ah! Sei meravigliosa! Ai-chan? Perché ti fai chiamare così?-
-Cos’è? La giornata “scopri chi è Ai”?- risero fino all’appartamento che condividevano.
-Domani danno i risultati dei test per quello stage … eh, Ai?- la ragazza stava borbottando.
-Sì?! Dimmi … -
-Perché non l’hai fatto, avresti vinto …-
-Non è vero e comunque tutti sanno, tranne te magari, che si basano sui voti di tutti gli studenti dell’istituto, non sui risultati dei test-
-Quindi l’ho fatto per nulla?-
-Ma poi che te ne fai di un mese con un poliziotto?- Ayame la guardava sbalordita della domanda -Ah! Mi sono risposta …-
-Ei, ragazze?! Che mangiamo?- saltò di nuovo fuori Shouta.
-Che vuoi? Abbiamo pasta …- ripose Ayame.
-E pasta …- continuò l’altra.
-E ancora pas … ah no! PIZZA!!- gridò Ayame contentissima.
-Ti amo!- rispose Shouta.
-IO NO!- disse Ayame, postando la pizza dalla portata del suo amato che stava prendendo lo slancio per prendersela.
-Mangiamo dai!- disse Ai-chan.
-OKAY!- risposero all’unisono i due amici.


Il giorno dopo, il trio era fuori dall’istituto e stava preparando il piede destro per entrare, come tutte le mattine, insieme, ma un altoparlante posto all’esterno annunciò:
-CARI STUDENTI, OGGI ANNUNCIEREMO NELL’AULA DELLE CERIMONIE, IL NOME DELLO STUDENTE CHE AVRA’ L’OCCASIONE DI SVOLGERE LO STAGE DI DUE MESI … AL SEGUITO DI UN DETECTIVE! VI ATTENDIAMO ALLE 10 NELL’AULA DELLE CERIMONIE, IN ORARIO RAGAZZI, SALUTI- e si chiuse l’annuncio.
-Bene …- disse Shouta -Entriamo?-
Le ragazze annuirono e il trio continuò per la sua strada.


-Ci siamo! L’aereoporto!- dissi in ansia per l’arrivo dello studente prescelto.
-Sei pronto, Shinichi?- mi chiese Ran.
-Certo, non sto più nella pelle!-
L’aereo atterrò e quello che vidi mi fece ricordare ciò che cercavo di dimenticare.
Una ragazza snella, alta, con due valigie, teneva in mano la locandina della scuola con, credo, le informazioni utili su dove andare.
Le andammo incontro.
Non so, ma qualcosa mi diceva di non accettare quella conversazione, perché tutto sarebbe cambiato, ma poi sbuffai e seguii Ran a conoscere la ragazza che mi avrebbe seguito per due mesi.
-Buongiorno!- disse sorridente Ran -Sei dell’istituto americano?-
-Sì …- la ragazza teneva lo sguardo sul foglio, stava fissando il mio nome.
-Qualche problema?- le chiesi.
Ebbe un tremito e di nuovo provai il desiderio di andarmene, di lasciare tutto lì.
-Hai freddo, cara?- chiese Ran, passandole il suo cappotto, ma lei lo respinse.
-No, grazie … sto bene-
-Ah, okay …- Ran mi lanciò una occhiataccia come “dille qualcosa”, “è te che deve seguire”, “è un po’ timida!”  e io chiesi -Come ti chiami?-
-Non mi trattare come una bambina, grazie-
Finalmente alzò il viso.
-Haibara?!?!- dissi, quasi che tutto l’aereoporto mi senti -Che … che … ci fai qui?!?-
-Mi hanno scelta, bell’amico! Non mi avevi nemmeno riconosciuta!- portò lo sguardo altrove.
-Sei cambiata molto, ecco perché!- disse Ran, per me.
Ai alzò lo sguardo e ci osservò dall’angolo degli occhi.
-Vi siete sposati?-
-Sì- rispose Ran al settimo cielo.
-Bene-
-Andiamo?- dissi alla fine.
La ragazza annuì e senza dire altro ci seguì verso la macchina.

Aveva lo sguardo serio come una volta, sentivo che era triste di rivedermi.
-Direi che potrei stare dal professore Agasa, no?-
-Ecco … il professore- mi interruppi, non riuscivo a completare la frase.
La macchina si fermò proprio di fronte alla sua villa. Stava cadendo a pezzi e le erbacce avevano riempito il giardino, la macchina gialla era ancora là, come quando è successo.
-Shiho, il professore se n’è andato- finì Ran.
Per la prima volta, non era Ai ad avere un cuore di ghiaccio, ma la donna che avevo sposato.
-No … no … NOOO!- urlò Ai, scendendo dalla macchina e dirigendosi verso il cancello arrugginito. Stringeva le sbarre e pian piano si accasciò a terra.
Teneva la testa contro il ferro freddo, le lacrime scendevano sulla prima neve caduta il giorno prima, e le mani stringevano quel cancello che non avrebbe più potuto oltrepassare.
-Andiamo Shiho …- disse Ran, che era scesa dall’auto.
-no …- rispose con un fil di voce la ragazza.
-Forza …- le aveva appoggiato la mano sulla spalla.
Ai si voltò e con un gesto veloce, tolse la mano da dov’era e le disse chiaramente: -Come puoi dirmi di andarmene dopo aver appena scoperto che l’uomo che voleva essere mio padre, è morto!-
-Scusami-
-No! Tu non sai che significa …-
-Come no?! Mio padre, ecco, è mancato l’anno scorso, infarto improvviso …- Ran portò le mani al viso.
-Scusami- ripeté piangendo e cadendo inginocchiata a terra.
Ai si alzò da dov’era e continuò: -No! Tu non puoi capire! Sai che significa vivere nella paura di essere uccisa, avere un padre assassino che ha ucciso sua moglie e sua figlia. E avrebbe fatto lo stesso anche con l’altra? E ora vengo a scoprire, che, a due anni di differenza, ho perso entrambi, mio padre e l’uomo che mi voleva bene più di qualsiasi altra cosa al mondo? Lo stesso Agasa mi aveva dato la notizia … e ora, speravo di avere almeno lui e invece che trovo? Una ragazzina che mi tratta da inferiore e che cerca di capire come mi sento?!- la conversazione stava diventando tremenda per rimanere in disparte ad ascoltare.
-Sei senza cuore, Shiho!- urlò Ran da terra.
Ai strinse le mani a pugno, si accovacciò e piangendo iniziò a tirare la neve contro il cancello. Contro il destino che le aveva tolto tutto.
-Ai …- dissi con tristezza, la fermai per le braccia e lei si girò e pianse stringendomi a sé. Più forte di quanto avesse fatto Ran nella stessa situazione.
“Io non posso capire davvero cosa provi, Shiho”
La stinsi anch’io e non la volevo più lasciare andare. Mai.

****************angolo*****************
Buonasera a tutti :) sono tornata e siccome non mi è piaciuto terminale "L aneve color rosso sangue" in quel modo, ho pensato di fare un seguito *-*
EH EH XD
okay, ci sono ... comunque come avrete capito, si ambienta sette anni dopo e si svolge tutto attorno a un mistero che la nostra coppia dovrà risolvere, certo non ci mettono due mesi, però quasi dai XD
Va bene ... spero vi sia piaciuta
attendo recensioni e varie annotazioni che volete fare ;)
Grazie :)
alla prossima
Shihoshinichi99 :-*

  
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