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Autore: LaniePaciock    04/12/2014    8 recensioni
Che ne dite di andare a dare una piccola sbirciata al futuro?
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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“Royal!” esclamò Castle, cercando di richiamare il grosso labrador nero a pelo corto diversi metri avanti a lui. “Royal!” tentò di nuovo con il fiatone, correndogli dietro, ma quello pareva non sentire ragioni. Aveva adocchiato quel gruppo di piccioni e ci si stava fiondando sopra senza preoccuparsi minimamente dei suoi padroni alle spalle. “Cagnaccio del malaugurio, vieni qui!” tentò di nuovo lo scrittore, esasperato, ma ancora una volta nulla.
“Rick.” lo riprese la voce divertita di Beckett, seduta comodamente a terra sopra una grossa tovaglia in plastica stesa sull’erba mentre controllava il contenuto di un vecchio zaino. “Lascialo stare, non c’è nessuno che possa disturbare a parte i piccioni. Inoltre sai benissimo che tornerà da noi tra poco.” Castle borbottò e sbuffò, ma alla fine tornò a sedersi accanto a Kate con il broncio stampato in faccia. Beckett ridacchiò, ma poi mise da parte lo zaino e si allungò verso di lui per lasciargli un piccolo bacio sulle labbra in modo da far sparire il muso. Lo scrittore ne approfittò subito. La colse di sorpresa e con una sola e rapida mossa la fece sdraiare sotto di lui sulla tovaglia, tentando di approfondire il bacio. “Castle, siamo in pubblico!” lo avvertì lei, a metà tra il serio e il divertito, spostando il viso e facendo baciare allo scrittore solo la sua guancia. Rick arricciò il naso. In realtà, nonostante il piacevole tepore del sole, non c’era molta gente al parco poiché era un giorno settimanale ed era anche ora di pranzo. Inoltre il piccolo spiazzo d’erba dove stavano era scostato dal sentiero principale, quindi potevano avere abbastanza privacy.
“Sto solo giocando con mia moglie in un bel giorno di primavera durante un pic-nic!” disse in tono provocatorio, scendendo a baciarle il collo. Kate si morse il labbro inferiore. Sapeva benissimo dove sarebbe finito quel loro gioco se fossero stati a casa da soli.
“Fai il bravo.” lo riprese divertita, spingendolo leggermente per la spalla in modo che si alzasse da lei. Rick sbuffò, ma si tirò su da lei. Non prima comunque di averle rubato un ultimo bacio. Sembravano due adolescenti, eppure erano solo due adulti innamorati e sposati da dieci anni.
“MAMMA!!” urlò all’improvviso una bambina di non più di quattro anni, dai capelli rossicci e gli occhi di una tonalità verde-azzurra, che correva veloce verso di loro. Rick e Kate fecero appena in tempo a voltare la testa che si ritrovarono la piccola addosso a tutta velocità. “Mamma!! Tyle mi tila i capelli!” esclamò la piccola in tono piagnucoloso, attaccandosi al collo di Kate e sdraiandosi su di lei dove fino a pochi secondi prima c’era lo scrittore. La donna sospirò piano e iniziò ad accarezzare i capelli della piccola.
“Tyler!” chiamò Rick con tono serio. Un bambino di circa sei anni, capelli chiari e occhi verde-nocciola, spuntò da dietro un albero poco lontano con aria colpevole. Aveva una bandana gialla legata storta attorno alla testa, un occhio coperto da una benda nera, un mantello rosso alle spalle e una piccola spada di legno in mano.
“Ha cominciato lei!” attaccò subito con un broncio offeso identico a quello del padre. “Stavo giocando con Nick ai pirati e Joa ha iniziato a inseguirmi e tirarmi il mantello!”
“E’ vero!” gli diede man forte un altro bambino arrivato in quel momento dietro il fratello minore. Questo non doveva avere più di nove anni, capelli castani, occhi blu e come l’altro indossava un mantello, però verde, e aveva una spada di legno in mano.
“Ragazzi, sapete benissimo che vostra sorella è più piccola.” li riprese la donna, mettendosi seduta con ancora la bambina stretta al collo. “Dovete lasciarla giocare con voi.”
“Ma lei è una femmina!” esclamò Tyler con una smorfia.
“Non importa, signorino.” lo rimproverò Rick, carezzando piano la schiena della figlia. “Femmina o meno, è la vostra unica sorellina, per cui vedete di trattarla bene.”
“Se lei non tirasse i mantelli e non si mettesse in mezzo alle spade…” borbottò Nicholas.
“Allora trovate qualcosa che potete fare insieme in modo che non si senta esclusa.” commentò Beckett, lanciando al figlio un’occhiata di rimprovero. Il piccolo dovette capire subito perché abbassò lo sguardo sull’erba con aria colpevole.
“Non voglio più giocale con lolo.” mormorò la piccola, stringendosi di più al collo della madre. “Sono cattivi.”
“Non siamo cattivi!” esclamarono insieme i due fratellini, punti sul vivo.
“Allora dimostratelo.” disse semplicemente Castle. Non era un vero e proprio rimprovero il suo stavolta, solo un incentivo a comportarsi meglio. “Siete i fratelli maggiori, dovreste prendervi cura di Johanna, non cacciarla.” Tyler e Nick si guardarono per un momento, quindi si mossero a disagio sul posto, non sapendo bene cosa dire.
“Joa, se vuoi…” iniziò Nicholas cauto. “Se vuoi possiamo giocare ai cavalieri e tu fai la principessa…”
“Ma stavamo giocando ai pirati!” esclamò Tyler, evidentemente molto preso da quel mondo fantastico. Nick gli lanciò un’occhiataccia che avrebbe fatto concorrenza a quelle della madre.
“Allora continuiamo con quello, ma Joa fa… uhm… la sirena, ecco!” disse il bambino. “E noi dobbiamo salvarla perché un cattivo pirata fantasma l’ha catturata per farsi dire dov’è… ehm… ah, sì, dov’è il tesoro delle sirene!” Rick sorrise leggermente. Il suo figlio maschio più grande aveva la stessa inventiva che aveva lui alla sua età.
Fu solo a quel punto che la piccola Johanna spostò un poco il volto dal petto della madre per lanciare un’occhiata ai due fratelli.
“Davvelo posso fale la silena?” chiese piano, quasi in un pigolio. Kate sorrise dolcemente e le lasciò un piccolo bacio tra i capelli. La piccola pareva quasi un pulcino indifeso. Anche se sapeva bene che a volte poteva avere lo stesso caratterino che aveva lei da bambina. Nick sorrise alla sorellina e annuì. Tyler fece un piccolo sospiro teatrale (un’eredità che doveva aver preso dalla nonna), ma alla fine le sorrise anche lui e si avvicinò, allungandole una mano. Johanna ci pensò per un momento, mordendosi il labbro inferiore indecisa. Quindi mise la sua manina in quella del fratello e si fece tirare su in piedi. “Pelò voglio una stolia di silene bella, come quelle che lacconta papà.” disse la bambina rivolta al fratello maggiore. “E senza gli alieni veddi che metti sempre e che mi fanno paula!” Kate lanciò un’occhiata divertita a Rick e lui la ricambiò ridacchiando, ma insieme alzando le mani colpevole. Quello del narratore era un tratto che Nick aveva preso da lui.
Il maggiore sbuffò appena, ma alla fine annuì.
“Va bene, va bene, una storia di sirene bella, d’accordo.” acconsentì. Aveva un’aria fintamente seccata, ma tutti sapevano che era solo scena. Nicholas adorava quanto il padre raccontare storie.
“Perché non giocate qui vicino?” chiese Beckett ai tre prima che si allontanassero. Castle la guardarò sorpreso. Kate teneva tantissimo ai loro e li teneva sempre d’occhio, ma di solito non era una persona che tratteneva incollati i bambini. Tendeva anzi a lasciarli un po’ andare, anche se a malincuore. La donna arrossì appena e si morse il labbro inferiore come poco prima aveva fatto la figlia. “Vorrei sentire anch’io questa bellissima storia di sirene e pirati.” I tre bambini la guardarono stupiti, ma poi fecero tre enormi sorrisi. Beckett cercava di passare più tempo possibile con loro, ma da quando aveva avuto la promozione a capitano del dodicesimo il lavoro la teneva sempre piuttosto occupata. Se non altro ora aveva orari più regolari e qualche giorno di ferie in più. Oltre che molti meno pericoli.
Castle sorrise dolcemente e si posizionò accanto a lei, cingendole i fianchi con un braccio mentre i piccoli si preparavano a quello che sarebbe stato a metà tra un gioco e una rappresentazione teatrale.
In quel momento tornò anche Royal dalla sua corsa dietro ai piccioni. Si fiondò tra i bambini senza remore, nonostante fosse grosso quasi il doppio di loro, saltellando allegro e tirando un poco i mantelli, cercando un modo per partecipare anche lui a quello strano gioco. Castle e Beckett scoppiarono a ridere quando, nel bel mezzo di un combattimento tra Nick e Tyler, il cane acchiappò al volo una delle spade di legno, iniziando così a essere inseguito da tutti e tre i bambini per riavere il giocattolo. I due genitori non si preoccuparono di una possibile reazione del cane a quella caccia. Royal era con loro da quando Nick era nato ed era un gran giocherellone che non aveva mai morso o dato problemi e che amava i tre padroncini.
“Sai,” iniziò Kate osservando divertita i loro tre figli che cercavano di accerchiare il cane per convincerlo a mollare la spada. “Nick ti assomiglia sempre di più con le sue storie.” Rick ridacchiò.
“Forse, ma vogliamo parlare di certe occhiate che lancia?” domandò retorico. “Sembri tu!” Beckett sbuffò, ma con un mezzo sorriso. Quindi si appoggiò con la testa alla spalla dello scrittore. Castle le lasciò un piccolo bacio sul capo e la tirò più vicina a sé, carezzandole intanto una gamba che aveva intrecciato con le sue. “Abbiamo dato vita a tre creature fantastiche, lo sai?” mormorò dopo qualche secondo, osservando i loro piccoli rotolarsi per terra con il cane, ridendo come matti, per strappargli la spada dalle fauci. Kate sorrise e annuì appena con il capo, incapace di parlare.
“Vorrei solo avere più tempo per loro.” sussurrò però dopo qualche secondo la donna.
“Scherzi?” chiese Rick stupito, scostandosi da lei quel tanto che bastava per costringerla delicatamente con una mano ad alzare il capo per guardarlo negli occhi. “Tu dai tutto il tuo tempo e le tue energie per loro ogni volta che non sei al distretto. Tu li ami e loro lo sanno. Sei capace di dimostrarlo dicendogli che gli vuoi bene, ma anche preparando il loro pranzo, accompagnandoli a scuola, aiutandoli a fare i compiti o ad acconciarsi i capelli. Lo dimostri quando stanno male e prendi giorni di ferie solo per stare con loro. Lo dimostri cercando di farli diventare gli uomini e la donna che un giorno saranno, spiegandogli il tuo lavoro e il mio, dicendogli che ci sono cattive persone al mondo e mettendole in guardia da esse. Lo dimostri spingendoli a dare il massimo in qualunque cosa loro sceglieranno di fare e insegnandogli a essere responsabili verso sé stessi e gli altri. Ma se tutto questo non servisse, posso dirti solo che vedo il tuo sguardo.” Kate aggrottò le sopracciglia confusa e Rick le lasciò un bacio sulla fronte divertito. “Il tuoi occhi raccontano quanto tu ami questi bambini.” spiegò semplicemente, tornando a guardarla in quegli occhi verde-nocciola leggermente umidi e a volte insicuri, quando si trattava di legami affettivi, di cui si era innamorato. “E loro lo sanno, perché sono estremamente intuitivi. Lo sanno come lo so io. Neanche io ho bisogno di sentirmi dire che mi ami tutti i giorni. Certo, sentirlo fa piacere…” commentò Rick con un mezzo sorriso, facendo ridacchiare leggermente la donna. “Ma mi basta leggere i tuoi occhi per saperlo.” Kate si morse il labbro inferiore, gli occhi lucidi per le sue parole. Quindi scosse la testa e sorrise, prima di prendergli il viso tra le mani.
“Ti amo Rick Castle.” mormorò sinceramente, prima di avvicinare il volto dello scrittore al suo per baciarlo. Lui strinse a sé Beckett e approfondì il bacio, incurante del mondo esterno, incurante degli anni passati, incurante di tutto. C’erano solo loro. Come la prima volta.
Un momento dopo però Rick e Kate furono brutalmente staccati da una massa in movimento composta dai loro tre figli e dal cane che gli si erano gettati addosso all’improvviso.
“Bleah!” esclamarono Nicholas e Tyler con una smorfia. “Vi stavate baciando??” domandò il maggiore schifato. Johanna al contrario sorrise felice e si piazzò in mezzo tra i suoi genitori per avere un abbraccio doppio. Il cane, evidentemente dello stesso parere, abbaiò felice e si intrufolò sotto un braccio di Kate per avere anche lui la sua dose di coccole.
“Beh, ora non più grazie a voi...” borbottò Castle, a metà tra il seccato, il rassegnato e il divertito. Kate gli lanciò un’occhiataccia, ma il piccolo sorriso sulle sue labbra diceva che non era davvero arrabbiata per quel commento. In fondo anche lei era stata interrotta anche se, al contrario del marito, non credeva fosse il caso di rinfacciarlo ai loro tre figli. Rick sospirò per quel momento con la sua donna mancato e alla fine disse: “Dai, allora, chi vuole una storia?”
“IO!” esclamarono subito tutti i bambini insieme. Il cane abbaiò pure per manifestare il suo assenso. “Coraggio allora, seduti e buoni che ora racconto…” I due maschi subito si sedettero sulla tovaglia a gambe incrociate davanti ai genitori, Joa invece andò a occupare lo spazio tra le gambe della madre e Royal si piazzò comodamente di lato con la testa appoggiata alla gamba di Nick. “Uhm… però a questa storia serve un po’ di magia…” disse Castle grattandosi il mento con fare pensoso. “Chiudete gli occhi e contate fino a cinque!” I tre subito ubbidirono. Nicholas e Tyler iniziarono a contare mentre la più piccola semplicemente ripeteva le parole dei fratelli. In tutto questo, Rick ne approfittò per allungarsi ancora una volta verso Kate e strapparle un ultimo bacio prima della storia. La donna ridacchiò divertita, quindi posizionò più comodamente la figlia tra le gambe per ascoltare anche lei la storia. Non appena ebbero finito di contare, i bambini riaprirono gli occhi e li puntarono impazienti sul padre. “Bravissimi!” li lodò Castle con un sorriso. “E ora… che la storia abbia inizio…”

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Xiao! :D
As I promise, ecco la storia che avevo anticipato nell'ultimo capitolo (il 26) di Berlin! :) Che dire, è nata un po' così, per minaccia. XD Infatti dopo aver letto una certa parte del capitolo (non dico altro nel caso qualcuno non l'abbia letto e abbia voglia di farlo) Katia mi ha gentilmente minacciato di scrivere qualcosa di dolcioso, qualunque cosa mi venisse in mente, per riprendersi da Berlin. E così, puff, è venuta fuori sta cosa! XD (in modo che anche chi altro ha letto non mi uccida)
Anyway, per tutti, spero che vi sia piaciuta questa piccola fluffosità! :3 Ora torno nel mio antro oscuro. XD
A presto! :)
Lanie
ps: dovendo scriverla velocemente, i nomi dei bambini sono i primi che mi sono passati per la testa. Se sono parte di altre storie me ne scuso e se volete che li cambi, basta dirmelo. :)
  
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