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Autore: Harue    04/12/2014    10 recensioni
"Io non sono decisamente una brava persona, chibi-chan. Non dimenticarlo mai." [OiHina][ KageHina]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                             Epilogo

 

Tooru si rigirò nel letto sentendolo stranamente freddo, si voltò per controllare e si accorse che l'altro lato era vuoto. Guardò la radiosveglia, erano le 2.34 di notte e di solito Shouyo non si alzava a quell'ora a meno che non si sentisse male, ma in quel caso era impossibile non sentirlo visto che non si premurava certo di essere silenzioso. Decise quindi di alzarsi e andare a vedere cosa gli fosse successo. Mise piede in salotto rischiando di scivolare a causa di una piccola pozza d'acqua sul pavimento, residuo di un pomeriggio passato a fare a gavettoni con chibi-chan, versandosi bottiglie d'acqua addosso e correndo in giro per la casa. Si appuntò mentalmente di asciugare quel macello il giorno dopo per evitare che qualcuno si facesse male e nel mentre individuò il suo ragazzo fuori sul balcone, con gli occhi puntati su nel cielo. Lo raggiunse in fretta e lo abbracciò da dietro.
“Posso partecipare anch'io a qualunque trip mentale tu ti stia facendo?” gli disse teneramente cercando di celare un po' di preoccupazione. Era da quando erano tornati dal loro weekend che era strano e ora Tooru voleva saperne il motivo.
Shouyo restò in silenzio per almeno un minuto, poi sembrò decidersi a parlare dopo un grosso sospiro.
“La scorsa settimana quando eravamo a Nara ho...ricevuto una telefonata” disse cauto.
“E' successo qualcosa in famiglia?” gli chiese Tooru, ben sapendo che era l'unica cosa che potesse scuoterlo così tanto.
“No” disse il più piccolo “Era Kageyama”.
Tooru si paralizzò per un istante, colto completamente di sorpresa. In effetti la seconda cosa che poteva ridurre Shouyo in quello stato a parte la sua famiglia era Tobio, chi altri sennò?
“Ma mi ha solo chiamato per dirmi delle cose...riguardo la pallavolo, nient'altro, giuro.” si affrettò ad aggiungere Shouyo a disagio, percependo lo stato del suo ragazzo.
Tooru in ogni altra situazione avrebbe messo su la sua solita maschera gioviale, dicendo che non c'erano problemi, che andava tutto fottutamente bene. Ma in quel caso trovò davvero difficile allestire le sue solite scenette, quando si trattava di Tobio la sua facciata veniva sempre miseramente frantumata
“Mi ha detto che a breve dovrebbe rientrare in Giappone insieme a... un coach americano, qualcosa così. Io però gli ho detto di lasciar perdere, che non dovrebbe più stare in pensiero per me perchè sto bene” proseguì Shouyo, poi si girò verso Tooru guardandolo negli occhi “Gliel'ho anche detto, di noi intendo. Gli ho spiegato che ci sei tu accanto a me e che non mi manca nulla, non ho bisogno di tornare a giocare a pallavolo a quei livelli, sarebbe assurdo e basta” disse con un po' di tristezza.
Tooru s'intenerì leggermente a quelle parole, nonostante il trambusto interno che sentiva; avrebbe voluto essere lì a gustarsi il momento in cui Tobio era venuto a sapere che Shouyo adesso era suo, che non era rimasto ad aspettare il suo ritorno come in qualche mieloso e irrealistico film sentimentale, ma che era andato avanti e soprattutto era andato avanti con lui, il suo rivale di sempre. Che brutto colpo doveva essere stato per il Re! Ed era delizioso, era così dannatamente giusto. Tobio aveva avuto tutto ciò che lui aveva desiderato: il talento naturale e congenito, la vittoria alle nazionali, una carriera e riconoscimenti all'estero. Ma adesso Tooru stringeva forte tra le braccia il suo amore, quello che la maggior parte delle persone scalpita per trovare ma muore senza aver mai nemmeno intravisto e adesso era diventato suo, perchè lui l'aveva aspettato, perchè se lo meritava, almeno questo. Tooru non era stupido, era ben consapevole dell'immensità del rapporto tra i due, ma come ogni altra cosa, se non poteva riceverla dall'alto l'avrebbe ottenuta con forte volontà, lavoro, dedizione e un pizzico di astuzia.
Sho-chan. Il suo piccolo, bellissimo Sho-chan lo guardava incerto e un po' colpevole dal basso e Tooru decise ancora una volta di trarre vantaggio dalla situazione.
“Non sono arrabbiato, ma avrei preferito saperlo subito invece di vederti in pena per tutta la settimana. Mi sento come se tu mi avessi messo da parte e mi sento un po' ferito” cantilenò con tono di rimprovero.
Ebbe l'effetto desiderato quando sentì Shouyo agitarsi e scuotere forte la testa “Non voglio che pensi questo...davvero non...”
Non lo lasciò continuare perchè lo bacio con impeto. Shouyo sembrò tranquillizzarsi e diventò più audace, prese la mano di Tooru e ne baciò le dita lunghe e affusolate, prendendo poi a succhiarle una ad una. Gli aveva detto più volte quanto adorasse le sue mani, delicate al punto da essere quasi femminee ma allo stesso tempo forti e ruvide per via degli infiniti allenamenti.
“Mi fai impazzire quando fai così” soffiò Tooru sulle labbra dell'altro quando non potè più resistere ai movimenti tentatori di quella bocca; quel misto d'innocenza e impudicizia di cui solo chibi-chan era capace lo faceva andare fuori di testa, riusciva a fare le cose più sconce mantenendo sempre una certa sembianza d'ingenuità e candore.“Camera?”
"Salotto.” replicò Shouyo deciso prima di spingerlo non tanto delicatamente dentro casa facendolo poi sedere sul divano. Quando il più piccolo s'inginocchiò tra le sue gambe Tooru riuscì ad accantonare il pensiero di Tobio. Per il momento poteva permetterselo.


Nonostante quella sera le cose fossero andate per il meglio Tooru non riusciva a sentirsi tranquillo, il pensiero che Tobio avesse tentato di riavvicinarsi lo pungolava con insistenza. Prese ad osservare il suo ragazzo più attentamente del solito, innervosendosi per ogni minima distrazione riflessa sul suo volto, per ogni momento in cui sembrava isolarsi con la mente, tutte paranoie che di certo non giovavano alla loro relazione né alla sua sanità mentale.
La situazione precipitò quando alcuni giorni dopo fece un incontro, il più sgradito possibile.
Era appena uscito dalla palestra dopo gli allenamenti serali quando si ritrovò di fronte una figura sgradevolmente familiare, quella di Kageyama Tobio.
“Oikawa-san?” lo chiamò con una piccola esitazione.
Tooru si bloccò, talmente turbato da non sapere cosa rispondere. Fece un cenno di saluto ai compagni di squadra e si preparò a fronteggiare il suo interlocutore.
Tobio fece un piccolo inchino “Scusa se mi presento così all'improvviso ma dovevo assolutamente parlarti, sono tornato in Giappone due giorni fa e...”
“Tobio-chan” sputò Tooru pieno di fiele, quasi come se fosse un insulto “vorrei poter dire che il nostro è un incontro gradito ma temo proprio che non mi sia possibile”.
“So di non piacerti, Oikawa-san” disse cauto l'altro “ma non si tratta di me, sono venuto a parlarti di Hinata”.
Tooru sbuffò alzando gli occhi al cielo. Era ovvio, cos'altro poteva spingere Tobio a venirsi a mortificare ancora una volta di fronte a lui?
“ Come siamo perspicaci! Comunque non capisco cosa c'entri tu con Sho-chan” disse mettendo ben in evidenza il nomignolo confidenziale con cui lo chiamava “dovrebbe averti già informato che adesso ha una sua vita...con me.”
“ E' proprio per questo che sono venuto qui” proseguì Kageyama impassibile, a quanto pare non voleva dargli nemmeno la soddisfazione di mostrarsi geloso o avvilito, il bastardo doveva sempre mostrare la sua fottuta superiorità in ogni circostanza. “Devi aiutarmi a convincerlo ad incontrare il mio coach, è un'occasione che non può perdere, l'ho chiamato varie volte nelle ultime settimane ma lui ha rifiutato, pensa di non essere in grado di riprendere...”
“ Mmmh, fammi pensare” motteggiò Tooru “Sai, non credo di averne tanta voglia. Secondo te, dopo essermi preso cura di lui in questi ultimi due anni dovrei spingerlo di nuovo fra le tue braccia e perdipiù restare a guardare come un cretino, giusto? Magari potrei mettergli un fiocco al collo e dargli una lettera coi miei migliori auguri prima di spedirtelo, che ne dici?”
“ Ti ho detto che non lo sto facendo per me. Shouyo non è ancora finito come giocatore e tu lo sai benissimo! Sei stato proprio tu anni fa a convincermi che poteva migliorare ancora e guarda poi dov'è riuscito ad arrivare.” ribadì Kageyama cominciando a scomporsi “ Non voglio interferire con la vostra relazione, ma non voglio neanche che lui ci rimetta a causa della nostra vecchia rivalità.”
“E quindi io dovrei credere” fece Tooru sardonico “che se ricominciaste a collaborare e allenarvi insieme i tuoi sentimenti e atteggiamenti verso di lui rimarrebbero assolutamente casti, platonici e disinteressati?” sbuffò una risata amara “Ahi ahi Tobio-chan, ma per chi mi hai preso?”.
Kageyama si agitò, visibilmente in difficoltà, la soggezione che il suo senpai aveva sempre avuto su di lui riemerse ancora una volta “Io so solo” disse poi flebilmente “che in tutti in questi anni ho cercato continuamente un modo per tornare qui e aiutarlo a ricominciare, non voglio che il suo talento vada sprecato e scommetto che in fondo non lo vuole nemmeno lui. Tu invece vorresti sacrificare tutto questo per la tua gelosia, Oikawa-san?”
“Non ti permetto di parlarmi così, stronzetto arrogante” disse Tooru fra i denti “sono stato io a rimettere insieme i cocci mentre tu eri in America a mostrare ai “plebei” occidentali quanto fossero magnifiche e geniali le tue alzate da Re, e vieni qui a darmi dell'egoista?”
Tooru capì che era meglio chiuderla lì prima che gli rifilasse il pugno che aveva evitato dieci anni prima, magari con gli interessi, soprattutto quando vide lo sguardo di Kageyama infuocarsi.
“Sho-chan è libero di fare ciò che vuole, ma la decisione spetta solo a lui, non ti aspettare un aiuto da parte mia. Io non gli faccio mancare nulla e stiamo bene così, non vedo perchè cambiare lo stato delle cose col rischio di procurargli altro dolore.” e detto ciò si mise il borsone in spalla e si avviò verso l'automobile.
“Sembra proprio che i nostri ruoli si siano invertiti rispetto al passato, Oikawa-san” sentì mormorare Kageyama.
Oikawa lo ignorò e salì in macchina infilando le chiavi nel pannello di accensione.
Il più giovane aveva ragione, Tooru voleva mantenere lo status quo perchè per lui era meglio così. Voleva tenere Shouyo vicino a sé, proteggerlo e vezzeggiarlo, voleva vederlo felice, come in fondo era stato negli ultimi anni, c'era forse qualcosa di male?
Arrivato sotto casa appoggiò la testa al sedile e si massaggiò le tempie stancamente. Tobio per tutti questi anni non aveva fatto altro che sforzarsi alacremente e trovare la strada per tornare da Shouyo e fargli di nuovo spiccare il volo come un tempo. Era così disgustosamente nobile e integerrimo che gli dava la nausea. Doveva ammetterlo, era spaventato a morte e quando andava nel panico veniva fuori la parte peggiore di sé.
Rientrato a casa trovò Shouyo che lo aspettava con la cena pronta, ma non riuscìa trovare il quadretto piacevole come al solito.
“Che cos'hai? E' successo qualcosa?” disse l'altro vedendo il suo sguardo cupo.
“ Ma niente di che, Sho-chan. Sono soltanto venuto a sapere che hai sentito Tobio-chan spesso nelle ultime settimane e hai pensato bene di non dirmi nulla, ma non è che me la sia presa eh, no, no, assolutamente.” disse che un tono che invece faceva intendere il contrario.
Shouyo si irrigidì “Mi dispiace, volevo evitare di farti innervosire.”
“Mi fai arrabbiare molto di più se mi nascondi le cose! Sembra che tu voglia farmela sotto il naso.”
“Che stai dicendo?” esclamò Shouyo offeso “Non voglio ingannarti in nessun modo.”
“ Allora la prossima volta mettimi al corrente, almeno sistemerò le cose per conto mio ed eviterò di trovarmi Kageyama Tobio a farmi le imboscate fuori dalla palestra, perchè sai, non è che sia la cosa più piacevole del mondo!”
“Cosa? Lui era...”
“Guarda, onestamente è l'ultima cosa di cui vorrei parlare. Voglio solo mangiare, farmi un bagno e andarmene a letto.”
La serata proseguì nel gelo più totale. Tooru ne ricordava pochi di litigi così brutti tanto da non parlarsi più per ore. Iniziò a pentirsi quando si coricò e Shouyo non arrivò tempestivamente al suo fianco. Di solito il letto era il luogo dove avvenivano le loro riappacificazioni: chibi-chan si stendeva accanto a lui e lo abbracciava forte tuffando il viso nel suo petto, si accarezzavano a vicenda la schiena e tutte le tensioni svanivano naturalmente senza bisogno di parole. Non questa sera però.
Tooru percepì che qualcosa si era rotto e si sentiva sotto pressione, come se il tempo a sua disposizione stesse per scadere, come se i grani di sabbia della clessidra stessero per esaurirsi, fuggendo via troppo velocemente. Con questo pensiero infausto in mente scivolò nel sonno, troppo stanco per potersi tormentare ancora.
La mattina dopo trovò Shouyo già sveglio e pronto per uscire, si scambiarono un bacio rapido prima di salutarsi un po' troppo freddamente.


Shouyo arrivò al lavoro in leggero anticipo e imprecò mentalmente alla vista delle scartoffie sulla scrivania. Non sopportava di doversi occupare della burocrazia spicciola, preferiva quando lo mandavano a fare le consegne, almeno si muoveva un po' invece di stare ore inchiodato alla scrivania. Gli mancavano i tempi in cui poteva allenarsi tutti i giorni a pallavolo; certo giocava con la sua squadra amatoriale nei weekend, ma non era di sicuro la stessa cosa.
Si prese un caffè bello forte per restare sveglio, visto che la notte precedente aveva dormito ben poco, si era steso sul letto per poche ore, trascorse in gran parte ad osservare il suo compagno dormire, tracciando ogni tanto i contorni del suo viso con le dita, troppo scombussolato per prendere sonno. Tooru era davvero bellissimo, quel tipo di bellezza fine e naturale che si manifestava ancora di più quando i tratti del suo volto si ammorbidivano nel sonno. Avrebbe potuto avere chiunque, se solo avesse voluto, non c'era alcun dubbio.
Poi però quelle fattezze erano cambiate, il mento era diventato più spigoloso, gli occhi allungati, le labbra più sottili, i capelli più lisci e scuri e si era ritrovato di fronte il suo primo amore, almeno quello che ricordava dai tempi in cui erano adolescenti, il viso ancora acerbo, imberbe e sempre accigliato. Ripensò a quello che gli aveva detto Tooru, al fatto che si fosse presentato di fronte a lui, umiliandosi pur di tentare di convincerlo. Rise tristemente. Tutto questo era così...così da Tobio. Nonostante i contrasti iniziali e gli apparenti insulti si era sempre fatto in quattro per permettergli di brillare sul campo, per far sì che potesse combattere in aria con le proprie forze, persino sfiancarsi di allenamenti per imparare quell'assurda e improbabile alzata a parabola, fregandosene di restare nell'ombra e di lasciare a lui tutta la gloria:
“Perchè si sa che il ruolo dell'alzatore è meno scenografico” gli aveva detto una volta mangiucchiando la cannuccia del suo brick di latte “Ma a me non importa, fintanto che facciamo punto e vinciamo. E soprattutto fintanto che la smetti di farti seghe mentali e complessi d'inferiorità, da stupido idiota quale sei.” aveva commentato prima di dargli un bacio che sapeva di latte e vaniglia, eccessivamente dolce, in contrasto col suo tono burbero.
Il ragazzo che aveva amato era così: uno che terrorizzava i bambini col suo sguardo truce ma poi sorrideva imbarazzato e felice quando Natsu gli metteva una coroncina di fiori in testa; era esteriormente impassibile ma soffriva realmente per gli insulti e le malelingue sul suo conto ed era rimasto sinceramente ferito dal rifiuto della sua vecchia squadra; era uno in apparenza arrogante ma che in realtà era sempre molto rispettoso verso senpai e compagni.
Tooru per contro era...meraviglioso, davvero. Lo trattava con ogni riguardo, lo faceva divertire, scacciava ogni pensiero negativo coi suoi atteggiamenti da bambino troppo cresciuto, e Shouyo si era abbandonato ben volentieri al tocco delle sue abili mani, saziando una fame fisica ed emotiva che di protraeva da troppo tempo. Però più passava il tempo e più si rendeva conto di vivere in una sorta di torre dorata, aveva tutto ma gli mancava quello che desiderava davvero, era comodo e al sicuro, protetto da un vetro attraverso cui vedeva scorrere la sua vita come se fosse uno spettatore, ed era come se Tobio si fosse messo a bussare ossessivamente su quel vetro, cercando di svegliarlo, di tirarlo fuori dalla sua zona di comfort, sapeva che sarebbe anche stato capace di romperlo in mille pezzi e farsi sanguinare le mani pur di raggiungerlo. Tooru l'avrebbe tenuto in braccio e custodito come un tesoro ma Tobio l'avrebbe costretto ad alzarsi in piedi e andare ovunque avesse voluto con le proprie gambe, anche a costo di prenderlo a calci.
Shouyo sospirò mestamente, aveva bisogno di pensarci ancora ma in fondo la sua decisione l'aveva già presa.

 

Tooru rientrò a casa su di giri. La scorsa settimana aveva ricevuta la notizia che sarebbe stato convocato in nazionale, anche se come riserva, e da allora era come se camminasse a due metri da terra. Lui e Shouyo avevano festeggiato fino a tarda notte facendo a cuscinate, almeno finchè i vicini non avevano minacciato di chiamare la polizia. Gli sembrava che le cose si fossero sistemate rispetto al litigio di due settimane prima. Questo almeno era quello che pensava finchè non vide Shouyo seduto al tavolo della cucina, la posa e lo sguardo inequivocabili.
Chiuse gli occhi per un momento di fortificazione mentre si accingeva ad ascoltare la stessa solfa già sentita altre volte, che non si prese neppure la briga di ricordare.
“Ti sono davvero grato di tutto, Tooru. Hai fatto moltissimo per me in un periodo che non era esattamente il migliore della mia vita e...”
“No” fece Tooru sventolando una mano di fronte al suo viso “non attribuirmi ruoli che non mi appartengono. Non sono il principe azzurro che è venuto a salvarti per altruismo. L'ho fatto perchè ti volevo e sapendo che eri solo sono venuto a cercarti apposta, non c'è stato nulla di casuale nei nostri incontri, me ne sono completamente approfittato.” disse risentito, forse sperando in qualche modo di ferirlo.
“L'avevo già capito, non sono ingenuo come credi” borbottò Shouyo.
“Meglio così. Io non sono decisamente una brava persona chibi-chan, non dimenticarlo mai.”
“Ti sottovaluti troppo, Tooru.” rispose l'altro serenamente.
Si lasciarono in maniera tutto sommato pacifica, Shouyo non si risparmiò le solite frasi fatte e auguri per il futuro, che Tooru ovviamente non ricambiò, visto che ogni auspicio di felicità con Tobio sarebbe solo suonato ipocrita.

 

Si sedette sulla riva del fiume, lo smartphone in mano, componendo un numero ormai familiare. Aveva lasciato libero l'appartamento cosicché Shouyo potesse venire a prendere le sue cose senza l'imbarazzo d'incontrarlo.
“Si può sapere dove diavolo eri finito, Idiokawa? Saranno due ore che ti cerco” Hajime Iwaizumi si sedette accanto all'amico guardandolo con il solito cipiglio che riservava solo a lui. “Oh no!” disse poi esasperato “Ancora la valle di lacrime no, ti prego!” prese un fazzoletto e iniziò ad asciugargli le lacrime copiose, sperando che non iniziasse a colargli anche il naso.
“I-iwa-chan io...m-mi manca già” biascicò tra i singhozzi.
“Sì, sì lo so, benvenuto nel mondo dei comuni mortali! Adesso sai cosa si prova ad avere un cuore. La tua prima vera delusione amorosa va festeggiata, magari insieme alla convocazione in nazionale, che dici?” disse ironico ma in fondo dispiaciuto “A proposito, non ti ho ancora fatto le mie congratulazioni. Bel colpo, coglione. Spero che troverai qualcun altro da tormentare oltre a me.”
“Grazie” rispose Tooru con la bocca ancora impastata “Sho-chan ha detto che io mi sottovaluto.”
“Questo in quale universo parallelo?”
“Sei spietato!” disse Tooru col broncio.
Stettero un po' in silenzio finchè non fu Hajime a parlare con voce ferma:
“Non hai niente che ti manchi Tooru, davvero. Se solo ti concentrassi su quello che hai, invece di guardare sempre quello che ti sfugge...” scosse la testa e gli tirò una botta sulla nuca “Hai tutto quello che serve per essere felice, quindi vai avanti e non rompere sempre le palle al prossimo. Fai il tuo esordio in nazionale, diventa titolare e fai disperare tutti, compresi Hinata e Kageyama!”.
Tooru sbuffò una risata “Su questo ci puoi scommettere, Iwa-chan! E quando sarò campione mondiale umilierò Tobio e chibi-chan tornerà da me, ahahah” disse allargando le braccia. Non che ci credesse davvero, sapeva che Tobio si sarebbe occupato alla perfezione di Shouyo e viceversa, erano l'incastro perfetto in quel mondo scoordinato. Tooru non aveva nulla da rimproverarsi, ma come al solito quandosi trattava di Tobio era così: era bravo, anche troppo, ma non abbastanza. Forse in un'altra vita, in un altro tempo, in un mondo dove l'alzatore geniale non incontra il suo complemento perfetto, sarebbe potuto accadere, l'antagonista avrebbe vinto. Non che gli dispiacesse come ruolo, gli calzava a pennello a dire il vero.
“Su, ora alzati” disse Hajime con decisione “andiamo a berci qualcosa, almeno ti tiro un po' su”.
Ovviamente non l'aveva avvertito di aver riunito tutti i suoi compagni di squadra, oltre agli ex giocatori della Seijou, per festeggiare la sua convocazione. L'avrebbe gonfiato per tutto il tragitto e ne avrebbe volentieri fatto a meno.

 

Note dell'autriceEccoci qua! Avrei dovuto aggiornare prima ma oltre all'università ci si è messa anche la maledetta influenza, quindi mi ha rallentato!

Mi piace far soffrire Tooru, si vede? Ma si riscatterà prima o poi, sicuramente. La storia è quasi tutta dal PoV di Oikawa, ma qui ho fatto un'eccezione e ho fatto vedere anche quello di Shouyo per far capire meglio la ragione della sua scelta. Insomma, Hinata e Kageyama sono indivisibli, c'è poco da fare e Oikawa deve farsene una ragione, (povero ^^)

Ringrazio ancora chi mi ha seguito e commentato. Un bacio.

 

 

 

  
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