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Autore: Mary Lunanera    04/12/2014    1 recensioni
Londra, stazione di King’s Cross.Due nuovi studenti, un ragazzo ed una ragazza, avevano fatto la loro comparsa, sulla banchina, con le rispettive famiglie. La famiglia dei Malfoy e quella dei Weasley.
Dal capitolo quinto il rating sarà arancione per certe scene esplicite che si susseguiranno nel corso della storia.
Personaggi:Nuova generazione, Scorpius/Rose, Serpeverde, Grifondoro, Nuovi personaggi.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Diritti e doveri di un Malfoy

 

Pov Scorpius

Dopo aver trascorso del tempo con Rose e parlato degli avvenimenti tra i nostri rispettivi genitori, mi sentii sollevato. Ammetto che rimasi sconvolto e confuso dal comportamento di mio padre. Lui, uomo taciturno, incapace di dimostrare i propri sentimenti, specchio di mio nonno Lucius, riusciva ad amare e lottare per esso. Tutte le incertezze, le incomprensioni  che mi portavo dietro fin da bambino vacillarono. Iniziai a riconsiderare la sua figura: forte, sconsiderato, passionale, protettivo e soprattutto innamorato.  Padre, chi sei veramente?

Rose voleva avere un confronto con la madre e nessuno mi impediva di fare altrettanto. La sera stessa chiamai a mio cospetto l’elfo che mi venne affidato alla nascita; potevo chiamarlo quando volevo, ma prima di allora non ho mai approfittato del privilegio donatomi. Il suo nome… combaciava con un elfo del passato.

-         Quinzy! Ho bisogno di te!

Con un sonoro puff il piccolo elfo apparve di fronte a me. Quinzy alloggiava ad Hogwarts dall’inizio del mio secondo anno a scuola. Fu mandato da mia madre per usufruire dei suoi servigi, ma promisi a Rose di non schiavizzarlo e lo lasciai libero, donandogli un indumento. Per la gratitudine del mio gesto, promise di essermi fedele in eterno e ogni qual volta lo avessi desiderato mi avrebbe aiutato con gioia.

-         Signorino, quale onore!- esclamò inchinandosi.

-         Come stai Quinzy? Ti trattano bene gli altri elfi del castello?

-         Sono tutti gentili, signorino, sono felice di vivere qui con lei.

-         Mi fa piacere…senti, vorrei che mi facessi un favore, se sei d’accordo.

-         Un favore? Ma certo signorino! Quinzy farà tutto quello che gli verrà chiesto.

-         Te ne sono grato. Voglio che ti rechi a casa mia, devi dire a mio padre che ho necessità di vederlo al più presto.

-         Devo…parlare con il padrone?

-         Si. È di primaria importanza.

-         Va bene…-pigolòQuinzy lo farà per il Signorino Scorpius.

-         Grazie. Devi parlare solo con lui, hai capito?

Con un nuovo inchino, fece un debole sorriso e si smaterializzò con uno schiocco delle dita. Ebbi  l’impressione che temesse di ritornare alla villa.

A cena, quella sera, tutto sembrava scorrere tranquillo: Narcissus parlava in continuazione di ragazze, Albus mangiava e ascoltava accondiscendente il suo sproloquio ed io buttavo ogni tanto l’occhio al tavolo di Rosy, dove lei faceva altrettanto. Il nostro era un messaggio silenzioso ma sapevamo entrambi cosa significasse e più passava il tempo, più il nostro bisogno di contatto cresceva. Al tavolo degli insegnanti i docenti mangiavano, parlando del più e del meno e la Cooper era indifferente a quello che le succedeva attorno, tranne a qualche sguardo che lanciava di sfuggita nella mia direzione. All’inizio mi metteva a disagio ma dopo aver scoperto che tipo fosse, poteva essere un abitudine del suo vecchio lavoro.

La posta  via gufo della sera arrivò dopo aver mangiato. Rose ricevette una lettera, forse proprio quella che aspettava da sua madre e anche io stranamente ne ricevetti una. Mi sembrava improbabile che mio padre avesse già mandato una missiva dopo aver parlato con Quinzy, non mandava mai lettere. Infatti non era mio padre che scriveva, ma mio nonno. Mi invitava a recarmi la sera stessa presso l’ufficio della preside perché aveva urgente bisogno di vedermi. Non capivo il motivo di tale fretta: forse aveva messo sotto torchio il povero elfo vedendolo ritornare a Villa Malfoy o era successo qualcosa di grave alla mia famiglia? Era decisamente strano. Nonno Lucius assomigliava come una goccia d’acqua a mio padre. Dopo la morte della nonna divenne taciturno e rimaneva sempre nella ala opposta della casa. Solo, con i suoi ricordi e i rimpianti del passato;  non ha mai avuto una grande considerazione di me e mi parve alquanto strano ricevere da lui un richiamo.

Un ora dopo mi recai di fronte alla porta dell’ufficio della preside. A ricevermi c’era proprio lei, con il solito cispiglio.

-Buonasera Sig. Malfoy. Di norma non ammetto che i parenti degli alunni possano conversare con gli studenti quando sono sotto la tutela della scuola, ma si da il caso, che suo nonno ha ancora…una certa influenza presso il Ministero, è non ho potuto oppormi.

-Sono mortificato Preside…

- Non è colpa sua, stia tranquillo. Ora la lascio, così da poter parlare in privato con il Signor Malfoy.

-La ringrazio e scusi ancora…

Chiuse la porta ed io mi avvicinai davanti al camino dell’ufficio, attorniato dai quadri dei vecchi presidi. Mi guardavano dalle loro tele senza proferire parola, silenti e attenti a quella novità.

Sentì bussare poco dopo, vidi entrare Avalon Cooper con in mano un anfora finemente lavorata.

-Buonasera Sig. Malfoy. La preside McGranitt mi ha chiesto di darle la polvere volante rilasciatami dal Ministero della Magia.

-Buona sera a lei… professoressa. Si, devo vedere una persona.

-Immagino che saprà che è proibita tale forma di privilegio.

-Non è mia intenzione approfittarne.

-Immagino.- sorrise inarcando un sopraciglio.- Le va bene se l’appoggio sulla scrivania?

-Si, professoressa Cooper.- ero incapace di parlare con naturalezza di fronte a lei.

-Deve essere una persona importante, il suo misterioso interlocutore, per aver ottenuto il permesso che va contro l’ordinanza della scuola.

-Abbastanza…si tratta di mio nonno.

-Lucius Malfoy deve parlare con lei?- Annuii  mentre la Cooper continuava a preparare la polvere color smeraldo come se niente fosse, ma qualcosa era cambiato nel tono della voce.- Fatto. Quando avrete finito dovrà far subito ritorno nel suo dormitorio.

-Va bene Signorina.

Avalon uscì dall’ufficio, con il resto della polvere magica rimasta nell’anfora, lanciandomi un ultima occhiata di sottecchi e con uno strano ghigno. A volte faceva paura e continuava a ricordarmi una persona che conoscevo in passato, ma che non riuscivo a rammentare.

Di nuovo solo, aspettai la visita del nonno, in piedi con le mani dietro la schiena, immobile come sempre in sua presenza. Non si fece attendere; un lampo color smeraldo illuminò il camino e tutto l’ufficio facendo apparire la sua figura. Aveva il mantello e il suo bastone da passeggio, gli occhi impassibili, incapaci di trapelare alcuna emozione; non sono mai riuscito a capire il suo animo, come del resto quello di mio padre.

            -Buonasera nonno. A che devo la visita?

Uscì dal camino, si tolse il mantello passandomi davanti senza degnarmi di uno sguardo e si sedette nella poltrona dietro di me. Mi voltai per non dargli le spalle, in attesa. Ancora senza guardarmi inizio a parlare:

            -Sono venuto a conoscenza di un grave fatto, commesso da te, e volevo sentire dalla tua bocca se equivale al vero.

            -Un grave fatto? Non mi risulta; ho sempre seguito le lezioni diligentemente, senza recare alcun offesa alla nostra famiglia.

            -Ne sono sicuro.- ghignò- Io mi sto riferendo al tuo interessamento verso la giovane Weasley. È vero che vi state frequentando? - Il suo tono era pungente.

            - Si, e vorrei che le mie faccende private rimanessero tali.

            - Il tuo comportamento non si addice ad un Malfoy.-Sollevò gli occhi glaciali, per guardarmi-  Sei stato sconsiderato e ti impongo di tagliare il tuo legame con quella ragazzina.

            -Mai! Non ho idea di cosa tu abbia sentito, ma io voglio stare con lei e nessuno, neanche voi potrete impedirlo!

            -Come osi! La decisione non spetta a te. Sei in dovere di rispettare la Famiglia, e la ragazzina non rientra nel piano; se lo desideri, potrà essere solo un piacevole passatempo.

            -Rose un passatempo? Perché trattate le persone come se fossero futili oggetti? Ho scoperto di amarla, è la ragazza giusta per me e mi rende finalmente felice.

            -Tu cosa?-ride- Caro nipote, la persona giusta non esiste. Non esiste né in terra, né in cielo, né da nessuna altra parte, puoi starne certo. Esistono soltanto le persone, e in ogniuna c’è un pizzico di quella giusta, ma in nessuna c’è tutto quello che ci aspettiamo e speriamo. Nessuna racchiude in sé tutto questo, e non esiste quella certa figura, l’unica, la meravigliosa, la sola che potrà darti la felicità.

Rimasi senza fiato. Che uomo crudele e calcolatore riusciva a pensare tali eresie sull’amore? Soltanto lui, incapace di dare affetto a sua moglie, a suo figlio…spingendolo a rinunciare alla sua metà del cielo.

            -E’ inutile continuare la conversazione con voi… non tutte le strade conducono nell’abisso che mi volete imporre. È giunto il momento di alzarmi. Non rifarò gli stessi errori di vostro figlio!

            -Che vuoi dire? Perché tiri in ballo Draco, ora?

            -Lo sapete benissimo, nonno! Io non accetterò mai la ragione che mi obbligate, affronterò le sfide impossibili, non temo gli ostacoli e non ascolterò i vostri consigli.

Lucius Malfoy mi guardava con disprezzo, stringendo i pugni e trattenendo la sua rabbia che affluiva in me. Lo sentivo, ma cercai in tutti i modi di resistere. Non dovevo abbassare la guardia e ripetere lo stesso sbaglio di mio padre.

            -Se abbiamo terminato, vorrei tornare al mio dormitorio.

Mi voltai incamminandomi verso la porta dell’ufficio e l’aprii.

            -E’ la tua ultima parola Scorpius? – la sua voce era graffiante.

            -Si. Lei sarà sempre il mio solo destino, posso soltanto amarla, senza nessun freno. Arrivederci nonno.

Chiusi la porta dietro le mie spalle. C’era qualcuno o qualcosa che mi guardava dall’oscurità del corridoio; era la solita sensazione che mi accompagnava dall’inizio dell’anno, ma si affievolì mentre ritornavo nei sotterranei.

 

 

 

 

  
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