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Autore: JonS    05/12/2014    1 recensioni
Pensaci bene Sherlock, cos'è che manca nell'intreccio dei pezzi che non riesci a rimettere insieme? Ma certo, è John che manca.
*potrebbe contenere spoiler*
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Devo ringraziare 'Frozensify' (che ho scovato su youtube) e i suoi splendidi video, tra cui quello che ha ispirato questa breve storia. Lo lascio anche a voi. https://www.youtube.com/watch?v=yLli7DD5xDQ .  
 


 

  

 

"At the temple
 there is a poem called "Loss" carved into the stone.
 It has three words, but the poet has scratched them out. 
You cannot read loss, only feel it.” 
 
― Arthur GoldenMemoirs of a Geisha 

 

Chiudi gli occhi e pensaci, pensaci bene. C'è qualcosa che hai sbagliato, hai dimenticato un particolare e questo, si questo è servito a far crollare tutto. 
Pensaci bene Sherlock, cos'è che manca nell'intreccio dei pezzi che non riesci a rimettere insieme? Ma certo, è John che manca.  
 
Quella stretta di mano che era più simile ad un abbraccio e quella freddezza che ti riscaldava l'animo, ora lo senti, in questo corpo troppo stretto per filtrare del tutto i sentimenti.  
Perché quando un amico se ne va, nulla è più come appare, nulla è come lo ha lasciato anche se non si è mossa nemmeno la polvere dal pavimento. 

Ripensa a quel caso, non lo hai mai risolto, forse avevi paura, eh Sherlock?! Avevi paura che ti dicessero che eri tu la causa, e forse lo sei stato davvero. 

"Tieni gli occhi fissi su di me". Eri già la causa, quando gli sussurrasti dalla fredda cornetta di un telefono, la volta che fingesti di morire. Ma lui di dolore ne morì davvero; ogni giorno quell'anima allegra si spegneva e ogni istante che trascorreva, era come una puntina che si infila sotto un piede, fastidiosa e dolorosa. E John ha tenuto sempre gli occhi fissi su di te, su quella lapide scura in cui si perdeva con lo sguardo, ogni giorno, per due anni. 

E hai fatto promesse che non avresti mantenuto, promesse che si fanno col cuore, e tu Sher, quel cuore ce l'hai chiuso in qualche cassetto o perso nel disordine della tua casa, magari lo troverai un giorno, vicino alle sigarette nascoste da John, per impedirti di fumare in un ora il quantitativo mensile che, comunque, non ti sarebbe concesso di inalare. 
 

Il cappello farà di te un detective, agli occhi della gente, ma John faceva di te un uomo, e potevi vedere l'umanità nel tuo sguardo riflesso in uno specchio, ed ora questa condensa ti tappa gli occhiDov'è ora John? Tu non puoi vederlo e il suo lascito viene portato via dalle parole, le troppe parole della gente.  
 
Ad osservare la realtà si perde sempre un pezzo della propria anima, come uno sparo che ti attraversa lo sterno e ti scava la carne, come un avvoltoio sulla carcassa incustodita. E la tua anima è intatta Mr. Holmes, e non c'è più John a mandarla in pezzi e rincollarli nelle ore di sonno perse dietro a qualche caso irrisolto. 
 
John in una foto in bianco e nero che lo ritrae nel giorno delle promesse del vero amore, e tu sei stato testimone e hai giurato in silenzio che l'avresti sostenuto, che ci saresti stato, ma dov'eri quella notte? Dietro qualche caso o perso nel tuo castello mentale. 
E John stava lottando per la sua vita incrinata sulla strada verso casa. Sai bene che il nemico era il tuo, gli interessi suoi erano i tuoi, ed eravate così simili da farti paura, ed è per questo che sai di aver parte nella morte di John, che la colpa del tuo nemico è anche la tua.  
 
Ed ora cos'è che può risolvere Sherlock Holmes? La morte non puoi certo aggiustarla, tantomeno risolverla, non rientra nelle tue possibilità e sei abbastanza intelligente da capirlo. 
 
Chiuderti nel tuo palazzo mentale per ritrovare i suoi consigli, le parole, gli sguardi, piangere senza saperlo realmente fare, lasciando che le lacrime cadano sulle tue guance, sputate da quegli occhi che preferisci tenere chiusi, immaginando e perdendoti. 

Perché è questo che fanno gli amici. Gli amici rimangono. 

E tu rimarrai seduto sulla sedia di John che ha ancora il suo odore. Respirerai la mancanza e penserai che niente dura in eterno e magari un giorno dovrai scusarti ancora con John, per averci messo tanto a tornare da lui.

  
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