Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Fatelfay    05/12/2014    1 recensioni
Sherlock non riesce a ottenere quello che vuole e Mycroft deve, come al solito, risolvere il problema
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Disclaimer: no, i personaggi non sono miei, né il telefilm, né quant’altro. E no, non ho scritto a scopo di lucro.



Driver License

 

- Cos’è successo questa volta?- Il riccioluto allontana lo sguardo.
- Niente.- L’altra figura, poco più alta di lui e più robusta sospira, cercando di non perdere la pazienza.
- Mamma è dispiaciuta. Di nuovo.-
- Non è colpa mia se non riesci a controllare la tua alimentazione.- Ribatte il riccioluto.
- Non che tu sia messo meglio. Se parli, possiamo risolvere il problema. Hai diciannove anni, quasi venti, quanto vuoi aspettare ancora?-
- Ho già un padre, Mycroft, non me ne serve un secondo.- Ribatte Sherlock. Cerca un pacchetto di sigarette nelle tasche del cappotto nero, ma quando lo trova, scopre che è vuoto. Mycroft sorride e gli offre il proprio. Il riccioluto ne accetta una, l’accende e tira una boccata. Il maggiore degli Holmes lo imita poco dopo ma tossisce subito.
- Fumi ancora come un adolescente.- Commenta Sherlock, un mezzo sorriso sulle labbra.
- Sono troppo forti.-
- Adolescente.- Continua a canzonarlo. Prende un’altra boccata e chiude gli occhi lasciandosi andare alla rilassatezza che gli induce la nicotina aprendogli i bronchi. E all’accelerazione mentale che arriva poco dopo.
- Non è colpa mia.- Incomincia. Mycroft solleva le sopracciglia incredulo ma dice solo:- Va avanti.-
- Non so cosa è stato. Andava tutto bene, finché la tizia, una donna adultera che non vedeva l’ora di tornare a casa per prepararsi per il suo appuntamento, mi ha fatto accostare e si è messa alla guida. Io le ho detto che non poteva, lei mi ha detto di stare zitto, io le ho spiegato perché non poteva e alla fine ha urlato, parole testuali, “te la puoi anche scordare”. Ma io non c’entro. Davvero!-
Mycroft ha ascoltato le spiegazioni di Sherlock senza battere ciglio, tra un tiro e l’altro. Sposta lo sguardo e sospira, senza più sapere che cosa fare. Non è come la prima volta che ha provato a fare l’esame, quasi tre mesi prima, in cui ha cambiato il tragitto per inseguire una moto secondo lui sospetta. Che il cambio di tragitto avesse previsto qualche senso vietato violato, la discesa di una rampa di scale, un tratto di strada fatto in retromarcia, il seguente in contromano, un frontale scampato, inversioni a U in mezzo agli incroci, un ciclista buttato fuori dalla carreggiata, attraversamenti con il rosso e il tamponamento della moto inseguita, non c’entrava minimamente. Non è nemmeno che Sherlock guidi male, nonostante il primo esame. Dopo aver litigato con tutti gli istruttori di guida, per un motivo o per l’altro (leggere la vita personale di qualcuno non fa mai molto piacere, come nemmeno gli insulti, o correggere la guida del proprio istruttore nella maniera più saccente possibile), Mycroft si è ritrovato costretto a insegnargli a guidare. Se esclude la prima guida di prova, che aveva avuto qualche imprevisto, (Sherlock che inveisce contro l’automobile e che fa il filo a quella del suo vecchio istruttore di guida), e alcuni infarti successivi (non tutti colpa di Sherlock) Mycroft può affermare che il fratello guidi molto bene. Quel tipo di molto bene che ti fa sentire sicuro e rilassato quando stai al posto del passeggero o dietro. Quel tipo di molto bene che ti fa desiderare di saper guidare bene almeno la metà di come fa lui. Una sera, Mycroft si è pure addormentato. E Sherlock è stato pure gentile. Ha guidato fino a casa e lo ha svegliato solo quando ormai l’aveva già posteggiata perfettamente. Se Mycroft sapesse che Sherlock gli ha fatto una foto con il cellulare mentre era fermo ad un semaforo rosso e che la conserva ancora, forse non penserebbe che sia stato così gentile.
Quindi Mycroft sa che non è sempre colpa del fratello. Anche se la maggior parte delle volte lo è. Come al secondo esame di pratica, durante il quale ha inchiodato con il freno a mano e senza premere la frizione per non investire un cane. Che il cane gli ricordasse molto Barbarossa, naturalmente, è solo un dettaglio.
Mycroft aspira ancora il fumo dalla sua sigaretta e lo lascia volare via. Ripete il gesto un altro paio di volte, finché la sigaretta non finisce. Allora la getta a terra e la spegne con la punta della scarpa. Aspetta ancora qualche secondo, si guarda attorno e poi sospira. È forse la peggiore idea che abbia mia avuto, ma non ne ha di migliori.
- Tra una settimana davanti a casa nostra.- Sherlock sbuffa ma annuisce. Finisce la sigaretta e allunga due dita, come se ne tenesse già in mano un’altra, verso il fratello. Lui gli passa subito una seconda e gliel’accende, prima di voltarsi e andarsene. Qualche minuto più tardi, la sigaretta ancora accesa, Sherlock sente le ruote e il motore dell’auto si Mycroft andare via.


Una settimana più tardi, Sherlock è davanti alla casa dei suoi e Mycroft viene a prenderlo con una macchina nuova che Sherlock non ha mai visto. Lo porta su una via non molto trafficata, accosta l’auto e scende. Sherlock lo imita subito.
- Buongiorno signor Holmes.- Incomincia Mycroft, davanti al muso dell’auto, le chiavi in mano.
- Sarò il suo Esaminatore. È la quarta volte che prova a dare l’esame, giusto?-
- Sì.- Afferma Sherlock anche se vorrebbe solo dire a Mycroft di smetterla con quella pagliacciata e di togliersi quel sorrisetto compiaciuto dalle labbra. Lui ha dato solo un esame, lui. Impeccabile come al solito, lui.
- Spero che questo le vada meglio. Non ci sono i doppi pedali, non me ne faccia pentire.- E detto quello, il fratello maggiore passa le chiavi al fratello minore, lo supera e va ad accomodarsi sul sedile del passeggero. Allaccia la cintura con calma, prende una cartellina da sotto il sedile, la apre e prende una penna. Sherlock, intanto, si è seduto al posto del conducente e saggia la frizione. Fa avanzare lo schienale, che il fratello tiene sempre un po’ reclinato all’indietro. Sistema gli specchietti retrovisori laterali e quello centrale. Si mette la cintura. Infila le chiavi nell’accensione, le fa girare e l’auto si accende. Frizione e freno sono ben premuti.
- Dove devo andare?- Chiede, cercando di essere gentile, anche se non ci riesce più di molto. Se Mycroft vuole recitare, lui non sarà da meno.
- Torniamo indietro. Esegua un’inversione a U.- Sherlock si guarda attorno, per assicurarsi che non ci sia nessuno e registra nuovamente la curva pericolosa e cieca neanche dieci metri davanti a loro. Se qualcuno arrivasse potrebbe non vederlo. Potrebbe esserci un incidente. Sherlock si morde un attimo il labbro: l’ultima volta che a corretto qualcuno mentre era in una macchina è stato sbattuto fuori. E ora Mycroft ha tutto il potere che vuole sul suo esame. Poi afferma di non avere manie di controllo e onnipotenza.
- Signore. Siamo nei pressi di una curva pericolosa. Non è il luogo ideale in cui fare inversione di marcia.-
- Buona osservazione. Vada dritto.- Mycroft accenna un sorriso compiaciuto. Eccolo, l’ennesimo test. Sherlock si guarda attorno nuovamente, mette la freccia a destra per immettersi nella circolazione anche se non c’è nessuno e fa avanzare la macchina. Esegue la curva pericolosa con calma calcolata, freddezza naturale e controllo perfetto. Sa guidare, dopo tre ore di guida lo avevano capito tutti, anche se molti lo avevano insultato e allontanato solo dopo i primi cinque minuti di vicinanza.
Guida, Sherlock, passa in seconda, poi in terza; conduce l’auto sulla strada e per il traffico senza alcuna esitazione, senza alcuna sbavatura, senza la più piccola incertezza, senza la più piccola imperfezione. Segue le istruzioni di Mycroft che arrivano sempre in tempo utile per essere eseguite. Ad un semaforo, Mycroft lo avvisa proprio all’ultimo che deve girare a sinistra. Sherlock non ha alcuna esitazione, reagisce prontamente, scattante. Rallenta un po’ più velocemente di quanto abbia mai fatto prima, ma sempre in maniera dolce, mette la freccia a sinistra e svolta. Intravvede il sorriso di Mycroft e sa di aver superato l’ennesimo test. Ne mancano pochi: i parcheggi sono perfetti, nonostante lo spazio esiguo che Mycroft gli ha indicato. La retromarcia è controllata, l’inversione a U perfetta e sicura. Sherlock utilizza tutte le marce, rimanendo nei limiti consentiti. Alla fine Mycroft lo invita ad accostare.
- Siamo su un dosso, signore.- Lo avvisa Sherlock. Un altro sorriso increspa le labbra del fratello maggiore.
- Vada più avanti. Giri alla prima a destra e parcheggi lì.- Sherlock obbedisce.
- Spenga l’auto e scenda.- Dice Mycroft mentre chiude la cartellina e si slaccia la cintura. Sherlock obbedisce. Fissa il fratello negli occhi davanti al muso dell’auto, come ha fatto mezz’ora prima. Mycroft gli chiede le chiavi. Il suo volto è freddo come sempre, non tradisce emozioni, e Sherlock non sa decifrarlo.
- Ben fatto. Questa è sua.- Dice Mycroft e gli consegna il rettangolo di plastica che attesta che Sherlock può guidare.
- Grazie, signore.- Ma Mycroft non ha ancora finito. Gli porge le chiavi dell’auto e aggiunge:- E questa è da parte mia e dei nostri genitori. Portaci a casa. Mamma ne sarà felice.- Sale di nuovo in macchina, Mycroft, e Sherlock lo imita. Accende l’auto, ingrana la marcia e parte.
- Mi devi un favore.- Gli ricorda Mycroft e Sherlock sbuffa.
- Ce n’è ancora di strada per tornare a casa. E ti ricordo che non ci sono i doppi pedali.- Mycroft gli lancia un’occhiataccia e si zittisce. Ma entrambi i fratelli Holmes stanno sorridendo.





 

 

Angolo del Delirio:

Ebbene no, non sono nel mondo dei morti, anche se forse qualcuno sarebbe stato contento. E sì, infesto ancora questo fandom.
So che è passato qualche anno tempo dall’avventura del Mastino di Baskerville, ma non tutti i cervelli se ne rendono conto subito. Il mio ci impiega un po’. Eppure la curiosità su come diamine faccia Sherlock ad avere la patente è rimasta e da ciò… se state leggendo queste righe sapete di già cosa è nato da quella curiosità.
Non so se esista qualcun altro che odia l'html, ma io, lo odio decisamente visto che non ho ancora capito come farlo funzionare.
Tralasciando questo non ho nient’altro da dire, vi saluto e spero di avervi fatto sorridere.
P. S.: molto probabilmente vi sarete già accorti che non so scrivere né introduzioni, né titoli. C’è qualcuno che si offre per darmi una mano? Grazie mille in anticipo.
Ciao!

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Fatelfay