Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: mamie    05/12/2014    10 recensioni
La visione di "Interstellar" in cui era ripetuta ossessivamente la poesia di Dylan Thomas, mi ha fatto tornare in mente l'episodio della serie classica "Il sepolcro dello spazio". Questo è un piccolo omaggio a quel momento in cui Harlock rischia di cedere (ma non lo fa) alla disperazione.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harlock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NON ANDARTENE DOCILE IN QUELLA BUONA NOTTE
 
Lo spazio celeste è meraviglioso,
a volte però può diventare un inferno.
 
 
Ecco il terrore vero di ogni marinaio. Più della tempesta che straccia le vele e abbatte gli alberi, più del cannone che apre le falle e fa volare ovunque schegge mortali. Quando il mare è liscio e lucido come uno specchio e di vento non spira neppure una bava sottile. Quando ogni manovra è inutile e resta solo la campana a scandire i quarti e il picco del sole che pare ardere senza che mai venga il tramonto.
Ecco lo spettro di tutte le navi: la bonaccia.
Nello spazio non è diverso, solo è più buio e il fulgore lontano delle stelle pare sbeffeggiare i piccoli esseri che osano sfidare quell’immenso mare.
 
Noi aspettiamo la nostra morte.
 
Potresti sorridere all’irruenza di Tadashi che vuole fare qualcosa, ma non lo fai. Sarebbe ingiusto trattarlo da bambino. Ti limiti a poche parole, e a un altro sorso di vino. Presti orecchio distrattamente al morbido tintinnare dell’arpa di Meeme.
 
La cosa più sorprendente è sopravvivere all’idea di essere vivi e non poter fare nulla.
 
La morte è sempre stata la compagna più vicina dei tuoi giorni. A volte la senti che ti sfiora come un alito freddo e dolce, come un sussurro suadente. Le sorridi, perché per te non ha il volto ghignante che è replicato ovunque su questa nave, ma il sembiante gentile di coloro che hai amato.
Però una cosa è andare incontro al proprio destino in mezzo alla battaglia. Altra cosa aspettarla immobili, mentre i giorni si consumano come la fiamma baluginante di una candela. Sarai veramente capace di fare anche questo? Sarai capace di restare te stesso anche là dove il tempo si è fermato?
 
Così eterne e immutabili come sembrano, anche le stelle cambiano. C’è sempre un momento in cui la quiete si trasforma in movimento, e noi stiamo aspettando quel momento.
 
Ma non lo sai se sarà il cambiamento che ti permetterà di tornare a vivere o quello che segnerà l’ultimo rintocco dell’orologio.
 
Non si può mai essere sicuri, di niente.
 
L’Arcadia sussulta e si scuote, improvvisa. È come il pianto di un neonato che urla al mondo di essere vivo.
Il mare delle stelle ha ripreso il tempo, lo salutate con gioia, come se tornasse il vento a gonfiare delle antiche vele. È come riavere lui al tuo fianco e tornare, per uno splendido momento, di nuovo a vivere.
 
Non andartene docile in quella buona notte,
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.
 
 
 
[i]
 
[i] NOTA: tutte le parti in corsivo sono tratte dall’episodio Il sepolcro dello spazio. L’ultima frase invece, e il titolo, sono tratte dalla famosa poesia di Dylan Thomas.
  
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