Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Gio_Snower    06/12/2014    5 recensioni
Fanfiction dedicata alla JeanMarco weeks.
Day One: Zero Gravity : In origine c'eravamo solo noi e l'Universo.
Day Two: Olympus : Ad un tratto spuntò una nuova razza che ci mise su un piedistallo e iniziò a chiamarci Dei.
Day Three: Homecoming : Ci siamo rincontrati ed è stato come ritornare a casa.
Day Four: Candlelight : Questa nuova vita è come la fiamma di una candela.
Day Five: Ash : E' il nostro destino, poiché siamo come cenere nel vento.
Day Six: Uniform : Non stiamo commettendo nessuna atrocità, è il volere di Dio.
Day Seven: Dreams : Sarà l'ultima volta? Sperarlo è come sognare, e noi siamo fatti della sostanza dei sogni.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Questo è un capitolo diverso dagli altri. Ho deciso di scriverlo così, di dargli questa fine e spero che la storia vi piacerà lo stesso, anche se ho addottato questo stile.
(*Piccolo appunto* I pezzi delle canzoni sono presi da: E.T. - Katy Perry, Moondance - Micheal Buble e Midnight Romeo dei Coldplay)




Dreams

  

Per troppo tempo ci siamo inseguiti senza restare uniti, ricordando di volta in volta le nostre vite precedenti, e con esse i nostri sentimenti... 



Occhi neri come la pece, come due buchi neri, nascosti dietro le lenti di spessi occhiali neri, che ti risucchiano senza via di scampo. 
«Merda!», bofonchi, mentre l'altro arrossisce. Lo riconosci, sai che è lui e quando ti guarda, sai cosa sta per dire, cosa le sue labbra stanno per articolare.
«Jean.», sussurra infatti, con quel suo unico modo di pronunciarlo.
«Marco.», è come un ansimo il tuo. E il suo nome per la tua lingua è come miele colato, come il cioccolato sulle fragole. 

 

You're so hypnotizing 
Could you be the devil, could you be an angel...

 

«Stai scrivendo cosa, Marco?», ti domanda con un sorriso dolce; quel sorriso che è così strano sul suo volto per gli altri che lo conoscono, ma che per te è semplicemente familiare. È casa, quel suo sorriso, così come il suo cipiglio e quello sguardo dorato, magnetico e duro. Anche la piega delle sue labbra è dura, sensuale. 
«Niente.», rispondi con un sussurro, arrossendo, incapace di nascondere i pensieri che si scrivono sul tuo volto scuro e lentigginoso, mentre Jean ghigna, leggendoti.

 

They say be afraid 
You're not like the others...


«Buon Natale, Jean.», mormora. Il suo volto è completamente rosso, e la colpa è di quel bacio che ti ha dato, così innocente e puro. Lo è sempre stato. Lo sai. 
«Buon Natale, Marco.», sussurri, mentre appoggi la tua fronte contro la sua. Alzi lo sguardo e ridacchi.
«Cosa c'è?», chiede Marco.
«Guarda lassù.», dici, indicando il vischio sopra di voi. «Non hai affatto un pessimo tempismo.», affermi, sorridendo di quel tuo solito ghigno. Una volta esso spaventavano gli uomini, una volta era il sorriso associato al Dio del Tartaro. 
Marco scoppia a ridere e ti abbraccia più stretto, un sorriso aperto sul volto. 
Metti una mano in tasca e tiri fuori quel che vuoi dargli: il tuo regalo. È un'agendina nera, una specie di piccolo diario, simile a quelli che Marco riempie sempre. 
«È bellissima.», mormora lui mentre l'accarezza, gli occhi lucidi. 
Santa Merda, pensi dentro di te. Oh, infondo è Natale. E lo baci. 

 

Can I just have one a' more moondance with you, my love
Can I just make some more romance with you, my love...

 

Jean è completamente ubriaco, il suo volto rosso e i suoi occhi lucidi ti fanno ridere. Sta cantando una famosa canzone natalizia – stonandola come pochi – e ridendo fra una frase e l'altra, mentre i vostri amici ridono e battono le mani. Loro non ricordano il prima, lo sai.
Molti non lo ricordano.
«Marco, fermalo! Ti prego!», esclama uno.
Ridi e ti alzi.
«Non credi sia ora di lasciare il microfono?», gli domandi.
Jean sorride e si lecca le labbra.
Arrossisci.
Lui usa sempre dei trucchetti, lo sapevi, e li adori. Tutti, specialmente quelli che con l'arguzia – che anche Jean possiede, ma non usa – li rivolti contro di lui.
«Ehi, ehi, mancano 12 secondi, facciamo il countdown!»
11...
I tuoi occhi sono fissi nei suoi.
10...
Si stacca dal microfono e dal karaoke per il sollievo di tutti, che però sono impegnati a contare.
9...
Le sue labbra.
8...
Il suo volto.
7...
È un anno.
Da quanto non passavate un anno insieme?
6...
Forse non l'avevate mai passato.
5...
Sempre lontani, sempre distanti.
4...
Non siete mai potuti stare insieme per molto.
3...
Tranne che all'inizio, ma tu volevi di più. Volevi quello.
2...
È difronte a te, le vostre mani che si cercano.
1...
E ti bacia.
Buon anno nuovo, pensi, mentre ricambi, mentre le vostre lingue si intrecciano, mentre i vostri corpi si toccano e stavolta non sarà per l'ultima volta prima della prossima.

 

My heart is beating fast but my hands are moving slow
(Oh, Woah)
Feels so right you just can’t say no...

 

Controlli di essere solo in casa, prima di portare alle labbra la leggera striscia di pelle che è il tuo nuovo braccialetto. Ha il suo odore, è un suo regalo. Lo ami, non c'è che dire. Arrossisci dopo il tuo gesto, imbarazzato. 
La porta si apre e Marco ti vede. Sorride innocentemente e tu non puoi far a meno di sentirti imbarazzato a morte.
«Ugh, vorrei sotterrarmi...», mormori. 
Marco ride. «Sei davvero dolce, Jean.».
«Tu!», urli, ormai non hai speranze. Sai che il tuo volto rimarrà rosso per un bel po', forse per anni. «Piccolo demone! Lurido finto santo!», lo accusi. 
La risata di Marco, calda e dolce, ti sfiora e sprofondi nella piacevolezza della felicità. Solo con lui sei completo. 

 

Tell me baby, are we more than friends...



Mano nella mano i due ragazzi passeggiano, disinteressati ad alcuni sguardi curiosi, ad altri gentili, felici, che si crogiolano del loro essere normali, rilassati, ma sopratutto innamorati. Si guardano e si sorridono, chiunque li veda non può far a meno di notare quanto naturale sia per loro, quanto l'uno tenga all'altro. Perfino il ragazzo dall'aspetto lugubre sorride, e sembra davvero felice, insieme al ragazzo più alto e dall'aria ingenua, che lo guarda con occhi dolci. 
Sono così innamorati da far quasi schifo, così tanto che fra gli sguardi della gente ce ne sono alcuni gelosi, ma in senso buono. I due parlottano fra loro, litigano. 
«Jean, è tutta colpa tua!», lo accusa quello più alto.
«Sì, ma Marco, porca vacca io non...», prova a difendersi Jean, usando il suo solito linguaggio scurrile. Eppure, anche mentre bisticciano, non si lasciano le mani e i loro sguardi non si staccano mai per davvero. Camminano per strada sotto la luce del sole estivo, portando segreti e epoche remote, pieni di amori tragici e sentimenti complessi, dentro di loro.
Sono cose che nessuno saprà, ma che tutti vedranno. 
E ora avrebbero vissuto il loro sogno. 

 

«Staremo insieme fino alla fine dei tempi.»
«È il nostro destino.»

 
 
   
 
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