18 Luglio 2002

Caro diario,
Oggi,come al solito,sono andata al parchetto vicino a casa.
Mamma e papà non hanno potuto accompagnarmi così,sono andata da sola.
Quando sono arrivata all'entrata del parco sono avanzata fissando l'erba verde sulla quale camminavo mentre il vento che soffiava a sbalzi mi solleticava le guancie e mi spettinava i capelli facendoli svolazzare ovunque.
Superato il grande scivolo rosso e le due altalene,ho passato il campetto di sabbia e mi sono diretta verso la panchina sotto agli alberi che la proteggevano dal tiepido sole che solo a volte faceva capolino riscaldando con i suoi raggi.
Mi sono seduta a gambe incrociate e ho iniziato a guardare gli altri bambini che si rincorrevano,si dondolavano sui giochi e ridevano,come non mai
-Forse- ho pensato -anche io sarei dovuta andare là e buttarmi,correre e ridere insiema agli altri- ma,non lo ho fatto,come non lo faccio mai : la paura di "ferirmi" era troppa,è sempre troppa.
Ho pensato ancora -Magari,c'è chi è fatto per correre spensierato e chi,come me,per guardarlo ed essere felice per egli.
O magari,devo solo scoprire cosa mi rende veramente felice e poi,farlo : BUTTARMI-
Smisi di pensarci,mamma dice che queste sono cose di cui non mi devo preoccupare,devo divertirmi....come piace a me.
Mi sono girata poi,nella direzione del campetto di sabbia.
C 'era un bambino,con tanti capelli ricci che giocava a rincorrere una palla che,lui stesso lanciava con i piedi :era così buffo,correva chino per

cercare di afferlare quella palla bianca e nera.
Gli altri bambini lo stavano guardando e si capiva benissimo che lo stavano prendendo in giro.
Se era così che si divertivano,io non volevo essere come loro!
Per quale motivo dovevano prendere in giro quel bambino?
Io vedevo solo una persona,come me,come tutti che si divertiva a modo suo e poi loro,non erano certo meglio: uno aveva le orecchie talmente grandi che se Dumbo lo avesse visto si sarebbe spaventato e poi,non continuo perchè non mi piace abbassarmi a questi livelli Diarietto mio.
Poi,ho abbassato lo sguardo sul libro che avevo portato con me,lo avevo già letto tante volte ma mi sembrava che cambiasse ad ogni mia letta e all'improvviso mi sono ritrovata i piedi di qualcuno d'avanti al mio viso chino sulle pagine,ho alzato lo sguardo e di fronte a me vi era quel bambino. Aveva tutti i capelli riccioluti e scuri sparsi in aria e sulla fronte leggermente sudata,due grandi occhi scuri che teneva spalancati,con la bocca impegnata in un sorrisetto che gli lasciava intravedere i denti mentre le mani le aveva intrecciate dietro alla schiena e dondolava lentamente avanti ed indietro sui piedi.
Aveva dei pantaloni neri e delle bretelle che gli passavano sulla maglietta bianca con il colletto.

"Ciao!"esclamò sorridendo ancora di più.
"C....ciao"risposi balbettando,era la prima volta che qualcuno si rivolgeva a me.