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Autore: Paddy    31/01/2005    7 recensioni
"Mi chiamo Wendy Moira Angela Darling!" Quanto tempo è passato da quando il suo primo e unico amore pronunciò quella frase? Peter Pan non lo sa. Non è più tornato da lei da quella magica e struggente notte in cui la lasciò tornare a casa. Perchè? Solo lui conosce la risposta. Ma sa anche che è ora di farlo.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti/e

Ciao a tutti/e! Ho visto “Peter Pan” proprio ieri sera... e la fine, mio malgrado, mi ha fatto quasi piangere! Così come le ff che ho letto in questa sezione! Per questa storia, o almeno per la sua fine, ho la larima facile... sigh, Peter e Wendy... buàà! Così ho deciso di scrivere una piccola, banale one-shots. Vi avverto, non ha la fine che io desidererei... ma è cio che penso accadrà...

Ah, per favore, non esagerate con... le critiche! Sono ancora una principiante... ma quelle costruttive mi faranno un gran piacere...

 

 

 

 

 

La finestra

-1-

 

 

 

 

 

 “Mi chiamo Wendy Moira Angela Darling!”

 

Quanto tempo era passato? Quanto era trascorso dal momento in cui aveva pronunciato quella frase?

 

Peter Pan non lo sapeva. E come avrebbe potuto? Lì, nell’isola che non c’è, il tempo non esiste e anche possedendo un orologio non ci si sarebbe accorti dei secondi, ore, minuti che passavano.

 

Lo stesso per lui, Peter Pan. Adesso era tutto più tranquillo, senza Uncino. Erano arrivati nuovi bambini sperduti. Un nuovo, crudele capitano. La vita continuava, nel suo mondo. Ma lui, Peter, era in crisi. Niente pareva più come prima. Neppure riusciva a godersi la vittoria. Che non era più tale, se non c’era lei.

 

Il bambino non sarebbe mai cresciuto. Le emozioni, le sensazioni, se c’erano, erano al livello degli anni che aveva. Però perfino lui si rendeva conto della tremenda veridicità della frase ‘lontano dagli occhi, lontano dal cuore’.

 

No! Invece no, era falsa. Cosa andava a pensare... la nostalgia per lei era costante. Era presente in ogni attimo della sua infinita esistenza. Cionostante, stava dimenticando. Il tempo, in quello, era crudele. Seppur il suo aspetto rimanesse lo stesso, si rendeva conto che la sua mente, o almeno la parte di mente in cui è insita la memoria, quella si modificava.

 

Stava dimenticando. Stava dimenticando le sensazioni provate con la sua vicinanza. Stava dimenticando il tono, il suono, il timbro della sua voce. Stava dimenticando i pochi, unici momenti trascorsi insieme a lei. Stava dimenticando l’unico vero amore della sua vita. Stava dimenticando Wendy.

 

Cosa fosse l’amore poi, non l’avrebbe mai saputo veramente. Disgraziatamente, la sua crescita mentale e fisica si era arrestata dal momento in cui aveva messo piede nell’isola che non c’è, ma il guaio era che stava attraversando proprio in quei mesi, il passaggio dall’infanzia all’adolescenza.

 

Un bambino, alla parola amore, restava confuso, al massimo pensava all’affetto per i genitori o alla dolcezza di una caramella. Ma un ragazzo... un ragazzo no. E lui era metà e metà.

 

Lui, Peter Pan, aveva inizialmente rifiutato quel termine e il suo significato. L’aveva rifiutato bruscamente. In quel momento la sua indole era bambina. Ma poi... quando Uncino gli aveva trafitto il cuore con quelle orribili parole...

 

“Lei ti sta lasciando... la tua Wendy. Vuole diventare adulta...”

 

“E cosa vedo ancora? Vicino a lei c’è qualcuno che non sei tu. Si chiama... lo Sposo!”

 

... allora, aveva provato una terribile fitta. Non capiva cosa fosse. Ma quando Wendy aveva posato le labbra sulle sue, comprese. L’euforia provocata da quel... ditale, avrebbe detto bambino. Bacio, avrebbe corretto ragazzo. Ecco, l’euforia durò parecchio. Ma quando l’abbandonò... quando la meravigliosa sensazione provocata da quel gesto era inequivocabilmente svanita... era arrivato il rimorso. E le domande.

 

Cos’era giusto? Cos’era sbagliato? Aveva fatto bene ad abbandonarla? A lasciarla andare?

 

Forse era colpa di Wendy... forse non le avrebbe dovuto permettere di lasciare l’isola. O magari... il che era più ovvio... lui aveva sbagliato.

 

I bambini sperduti sembravano così felici, con lei... e John, Michael... Wendy...

 

L’unico che aveva rifiutato quella felicità era stato lui. Lui si era sempre fatto sopraffarre dalla sua parte-bambina, che aveva paura di crescere. Di lavorare. Di invecchiare. Di morire. Aveva paura. E, senza saperlo, aveva rifiutato la vita. Aveva paura della vita. Quella vera.

 

Eppure... senza di lui, che ne sarebbe stato dell’isola che non c’è? Un’altro sarebbe giunto? Improbabile. Forse... ma non era sicuro. E non avrebbe mai più visto gli indiani, i pirati, le sirene, il suo rifugio. Addio giochi e magie con Trilli! Addio litigi e voli! Addio bella vita! Benvenuta noia...

 

No, non poteva lasciare l’isola che non c’è. Dipendeva da lui ormai... e lui da lei.

 

Ma per Wendy...

 

Il ragazzo che era in Peter, amava Wendy. Non riusciva a rendersene conto... ma era così. E per lei, per lei, non poteva fare quel sacrificio?

Cosa glielo impediva?

 

Probabilmente c’era rimasta male quando non volle seguirla a casa sua. Dovrà aver pensato, si disse Peter, che non tenevo abbastanza a lei da abbandonare l’isola. E ora... quanto tempo era passato?

Un giorno? Una settimana? Un mese? Un anno?

Non lo sapeva. Non lo poteva sapere.

 

“Tornerai?”

“Te lo prometto!”

 

E invece, da quella sera non aveva più fatto fughe dall’isola. Niente scappatelle...niente di niente.

Perchè?

 

Dentro di sè, lo sapeva...

 

Sapeva che, se l’avesse rivista, la gioia provata l’avrebbe vinto e sarebbe rimasto. E lui... non voleva... non poteva rimanere.

 

Non poteva crescere. Non poteva...?

 

Per lei?

 

Ci risiamo. Con tanti giri di parole, finiva sempre a quelle due domande. Si era roso con quei due interrogativi per tanto, tanto tempo.

 

Ma ora basta.

 

Si alzò e lanciò un’occhiata allo zufolo, pieno di polvere. Non l’aveva più toccato.

 

Esalò un respiro. Doveva tornare. Rivederla... per l’ultima volta. Non poteva lasciare che avesse questo ricordo di lui, questo brutto ricordo di bugiardo.

 

E inoltre... non ce la faceva più a starle lontano.

 

E forse... neanche lei ce la faceva. Magari... l’avrebbe convinta... a venire con lui...

 

No! Non si sarebbe comportato da bambino, con Wendy.

 

Non più.

 

Volando nel cielo, incontrò un pensiero. Un pensiero orribile.

 

La finestra. E se fosse stata chiusa?

 

Impossibile. Wendy non l’avrebbe fatto.

 

Ma...le strade, le case... certa gente... era diverso. Era tutto diverso.

 

Quanto tempo era passato?

 

E se... se ci fosse stato veramente, uno Sposo?

 

...

 

No! Basta con questi tormenti. Sarebbe stata aperta. Wendy... non l’avrebbe mai chiusa. Mai.

 

 

Si trovò davanti alla sua casa.

 

La finestra...

 

La finestra era...

 

Era...

 

 

 

 

Continua...

  
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