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Autore: Notteinfinita    06/12/2014    3 recensioni
La festa di Natale era già iniziata ma Diana era ancora nella sua stanza. Con fare nervoso prese il piccolo pacchetto regalo e se lo strinse al petto. Da tempo aveva capito che quello che provava per Martin non era semplice affetto ma non aveva ancora avuto il coraggio di confessarglielo; ormai però non poteva farne a meno.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diana Lombard, Martin Mystère
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avviso dell'autrice: la colpa per la creazione di questa FanFiction è di EvelynChan che ha scritto una fantastica One Shot natalizia, “Un caminetto per due”, e mi ha fatto venire una voglia matta di scrivere qualcosa.

Grazie Evelyn per la tua stupenda ff!



Il regalo


La festa di Natale era già iniziata ma Diana era ancora nella sua stanza. Con fare nervoso prese il piccolo pacchetto regalo e se lo strinse al petto. Da tempo aveva capito che quello che provava per Martin non era semplice affetto ma non aveva ancora avuto il coraggio di confessarglielo; ormai però non poteva farne a meno. Stargli accanto da semplice amica le risultava sempre più faticoso e si era detta che una confessione sincera era la scelta migliore, anche se forse sarebbe stata dolorosa.

Fattasi coraggio, si diede un'ultima occhiata allo specchio. Aveva indossato un vestitino corto di velluto rosso che la faceva somigliare un po' ad un elfo...o almeno questo era ciò che le aveva detto Martin quando lo aveva acquistato e, vista la sua passione per il soprannaturale poteva considerarlo un complimento.

Senza ulteriori indugi uscì dalla stanza e si diresse a passo spedito verso la palestra dove si stava svolgendo la festa.

Era appena entrata quando lo vide e sentì il cuore mancarle un battito, tra poco sarebbe stato il momento della verità. Aveva fatto solo qualche passo quando ciò che vide la fece bloccare:Martin non era solo, stava cingendo le spalle di Jenni, forse le stava chiedendo di ballare.

Diana sentì le forze abbandonarla e le braccia ricaderle lungo i fianchi, inermi, mentre il regalo scelto con tanta cura rotolava a terra.

Sentiva gli occhi bruciarle e la testa pulsarle.

Improvvisamente si sentì soffocare dalla ressa presente in quella stanza, senza pensarci due volte volse le spalle alla festa e corse via fregandosi di chi poteva vederla o farsi delle domande.

Arrivata nella sua stanza si tolse le scarpe, erano rosse e col tacco alto, le aveva scelte pensando di stupire Martin e si rannicchiò sul davanzale della finestra, disperata.



La festa andava avanti da tempo. Martin, intento a chiacchierare con alcuni compagni, diede uno sguardo all'orologio. Era tardi ma di Diana neanche l'ombra. Preoccupato, diede un'occhiata in giro.

Arrivato nei pressi dell'entrata della palestra urtò qualcosa con il piede, abbassato lo sguardo vide un piccolo pacchetto.

Dopo averlo raccolto notò che il biglietto portava il suo nome e la scrittura era certamente quella di Diana.

Ora ne era certo, le era successo qualcosa.

Nel frattempo, avvistato Java gli si avvicinò.

«Hai visto Diana?»

«Vista vicino dormitori. Lei a letto, grosso mal di testa. Aveva occhi rossi.» spiegò il cavernicolo.

Dopo un veloce saluto all'amico, Martin si allontanò.

Appena uscito dalla palestra spiccò la corsa verso i dormitori. Diana non aveva un semplice mal di testa e lui era intenzionato a scoprire la verità.

Teneva a lei più di quanto fosse disposto ad ammettere e la sola idea che stesse soffrendo per qualcosa lo faceva impazzire.

Arrivato davanti la sua stanza , si prese un attimo per riprendere fiato quindi bussò.

Non ricevendo risposta, riprovò una seconda e una terza volta ottenendo i medesimi risultati. Ancora più in ansia, si decise a cercare di aprire la porta; per sua fortuna non era chiusa a chiave.

Appena entrato vide la ragazza raggomitolata sul davanzale della finestra, al buio, immobile.

«Diana!» chiamò, raggiungendola.

«Martin, va via.» rispose la ragazza, con la voce rotta dal pianto.

«Cosa ti è successo, dimmelo.»

Diana si limitò a scuotere la testa mentre nuovi singhiozzi le rendevano impossibile parlare.

Allarmato, Martin la prese tra le braccia mentre la ragazza tentava di divincolarsi.

«Diana, ti prego, dimmi perché piangi!» la supplicò.

Lei avrebbe voluto rispondergli ma cosa avrebbe potuto dirgli? Come poteva dirgli la verità quando questo significava perderlo per sempre?

«Torna alla festa, Jenni ti aspetta.» disse quindi, tornando a volgere il capo verso la finestra.

«Chi se ne frega di Jenni, chi se ne frega di tutto se tu stai male!» urlò Martin, esasperato, prendendole il viso tra le mani.

Vedendo il suo sguardo gli fu tutto improvvisamente chiaro, anche se gli sembrava impossibile, davvero stava piangendo per lui? Possibile che anche lei sentisse qualcosa di più della semplice amicizia nei suoi confronti?

Con il cuore a mille avvicinò il suo volto a quello di lei e la baciò. La sentì irrigidirsi per un attimo ma poi avvertì le sue mani artigliargli la camicia mentre il bacio si faceva più intenso.

Non aveva mai immaginato che baciarla sarebbe stato così, come una scarica di adrenalina, una fonte a cui non si vorrebbe mai smettere di bere. Ci aveva pensato tante volte ma la realtà superava di gran lunga l'immaginazione.

Quando si staccò dalle sue labbra la strinse a se, sentendola accoccolarsi contro il suo petto.

«Ho trovato il tuo regalo per me, posso aprirlo?» le chiese.

Al cenno di assenso di lei, strappò la carta con frenesia scoprendo una scatolina e dentro un ciondolo con un tribale.

«Significa coraggio.» spiegò la ragazza.

«Grazie!» rispose Martin, baciandola dolcemente sulla fronte. «Domani andiamo a comprare il tuo.»

«Vuoi dire che non mi avevi fatto il regalo?» chiese Diana, sollevandosi a guardarlo, indispettita.

«Ti avevo preso un regalo ma andava bene per la mia migliore amica, non per la mia ragazza.» spiegò sorridendo.

Arrossendo, lei nascose il viso sul suo petto aspirando il profumo forte e speziato che ben conosceva. Il regalo più bello che potesse desiderare era lì accanto a lei, forse Babbo Natale esisteva davvero se no non avrebbe potuto spiegare come fosse possibile che il suo più grande desiderio fosse diventato realtà.


Fine.


Angolo dell'autrice: Avete già fatto l'albero?

Comunque sia, buone feste!

Ho finito di scriverla alle due di notte...spero sarete clementi!


  
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