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Autore: Rei Murai    04/11/2008    2 recensioni
Si girò verso la porticina rossa constatando che, anche essa, era diventata più grande….come se….
Si fissò notando di essere alto quando la chiave che, dopo essere scivolata dalla sua tasca, ora stava a terra a pochi passi da lui.
Decisamente più pesante quando cercò di alzarla mentre, con non poca fatica, riusciva a inserirla nella serratura e farla scattare.
E fu proprio in quel momento che i suoi dubbi divennero una sconcertante realtà.
Non solo la stanza dove stava fino a pochi minuti fa, ma anche il magnifico giardino che si trovava di fronte a lui, erano giganteschi.
Esattamente come se lui si fosse ristretto e fosse diventato della grandezza di un topo.
- ben venuta Arisu… – si voltò verso la voce che l’aveva preso alla sprovvista – … nel paese delle meraviglie - trovandosi davanti al bian coniglio…Uchiha Sasuke.

Fanfic parodia ispirata al libro "Alice Nel paese delle meraviglie" di Lewis Carrol Per tutti gli amanti di Naruto e che credono, come me, che il paese delle meraviglie esista da qualche parte ù.ù/ Commentate!
Genere: Parodia, Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Tratto dal libro “nel paese delle meraviglie”

Di Lewis Carroll

Pg:

Alice: Uzumaki Naruto
Coniglio: Uchiha Sasuke

Narratore: Uchiha Itachi (paurapaurapaura)

Dietro le quinte

Ragazzi correte, correte… dobbiamo muoverci e abbiamo poco tempo!

Avete tutti i copioni??

Coro: si -.-

E i costumi? Vanno bene i costumi??

coro: si…

N: senti rei… ma xkè proprio “Nel paese delle meraviglie”?

Nn ti piace come fiaba?

N: no, mi kiedevo semplicemente, xkè questa…

Xkè avrei dovuto farne un'altra? °° … ORA NN ABBIAMO TEMPO PER DISCUTERE VEDETE D MUOVERVI… SASUKE HAI DIMENTIKATO DI NUOVO LE ORECCHIEEE ><

S: tsk… *prende le orecchie e se le mette*

Perfetti… SIETE STUPENDI *-*

N/S: -.-‘’

Allora pronti… vai Itachi! SI COMINCIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA >O<

Ita: … -.- …

***********************************

Capitolo 1

Il bian coniglio.

Itachi:

Naruto sospirò per l’ennesima volta fissando le nuvole bianche sopra di lui.

Era una torrida giornata di metà luglio, gli uccellini cinguettavano, i prati erano ricoperti di splendidi fiori dai colori sgargianti e un ruscello gorgogliava allegro poco distante da lui.

Si trovava tra la folta vegetazione poco fuori Konoha e sarebbe stato anche piuttosto piacevole stare li se solo … non si stesse annoiando a morte.

Kakashi aveva dichiarato una giornata libera per tutti, per poi defilarsi di corsa verso una parte imprecisa di Konoha.

Sakura dopo aver tentato di convincere il moro a seguirla, aveva perso ogni speranza e se ne era tornata a casa senza nemmeno salutarlo mentre Sasuke…

Il SUO Sasuke, aveva deciso che, anche se non c’era Kakashi a commissionargli le missioni ciò non voleva dire che avrebbero dovuto passare una giornata in completo ozio, così se ne era andato ad allenarsi da qualche parte piantandolo li come un idiota.

Da solo.

Beh, forse non proprio solo.

Carezzò il piccolo gattino bianco che gli si era raggomitolato sul torace addormentandosi beato. Era saltato fuori da un cespuglio aggrappandosi a forza sulla sua schiena miagolando disperato e soffiando inutilmente ad un piccolo cane dal pelo mulatto.

L’aveva preso abbracciandolo possessivamente e fissando male in cane che aveva abbaiato una o due volte per poi defilarsela richiamato dal padrone e se l’era portato con se in quel posto che conoscevano solo lui e Sasuke e in cui andava quando voleva stare solo.

Sentì il micio alzarsi e stiracchiarsi appena, scendendo con un balzo leggero dal suo torace posandosi sull’erba leggermente umida.

Una folata di vento gli scompigliò appena i capelli biondi mentre gli occhi gli si chiudevano lentamente, trascinati dalla tranquillità di quel posto e dal sonno in arretrato che gli era rimasto da due mesi a quella parte.

Due mesi.

Era da poco che stava con Sasuke e il loro rapporto non era certo tra i migliori.

Sasuke… era freddo, distaccato, insopportabile ma altrettanto dolce e premuroso e poi era bello.

Quella bellezza che ti colpiva al solo sguardo.

Aveva imparato a conoscere ogni singolo centimetro del corpo del compagno in quei due mesi.

L’espressioni, i modi di fare, cosa gli piaceva e cosa odiava… .

Però era sicuro che ci fossero anche troppe cose che non conosceva del suo ragazzo.

Cose che anche cercando di scoprirle, non sarebbe riuscito a capire in pieno.

Con quei pensieri in testa chiuse gli occhi lasciandosi andare.

Aveva bisogno di dormire se quella sera voleva seguire i ritmi dell’Uchiha e con un sorriso dipinto sul volto, si lasciò andare in quell’oblio senza sogni che era il suo dormire.

Si risvegliò qualche ora dopo.

Il sole ormai era abbastanza alto nel cielo e i pochi posti all’ombra che si erano creati quella mattina, erano stati mangiati dalla luce abbagliante che ora inondava tutto regalando nuovi colori alla natura che lo circondava.

Si tirò a sedere sentendo i morsi della fame che cominciavano ad attanagliarli lo stomaco in prese sempre più strette.

Allungò una mano prendendo lo zaino e tirandone fuori l’obento contenente il pranzo accorgendosi solo in quel momento che Sasuke aveva lasciato li il suo. “affari suoi, così s’impara a piantarmi in asso” pensò poggiandosi ad un albero, unico punto ancora in ambra in quella piccola radura, cominciando a mangiare lentamente.

Fu allora che lo vide.

Nascosti tra la folta vegetazione due occhi neri lo stavano fissando con interesse.

Poggiò l’obento fissando con più attenzione verso quel punto. L’essere colto in fallo saltò fuori da dietro il cespuglio sorridendogli e prendendo a correre.

Nemmeno il tempo di pensare. Lasciò li tutto partendo al suo inseguimento chiamandolo a gran voce.

- SASUKEEE, TEME FERMATI! – sbraitò aumentando la velocità più che convinto a raggiungerlo.

- è tardi, è tardi! – rispose l’altro senza accennare a fermarsi – la regina mi prenderà per le orecchie e tenterà di violentarmi ancora … mi chiedo io … perché anche per me non c’è la pena di morte? – saltò un cespuglio intrufolandosi di più nella folta radura sempre inseguito dal biondo.

Nello stesso istante del salto il biondo allungò una mano afferrandolo e facendo cadere entrambi a terra tra un turbinare di foglie.

Sasuke fu il primo a rialzarsi fissandolo spaesato.

Che diavolo voleva quello da lui?

Per tutta risposta il biondo rimase seduto a terra fissandolo sconcertato;

il moro portava un paio di boxer bianchi e semi trasparenti che, sembravano essere un tutt’uno con il suo corpo, tanto erano aderenti sul cui, dietro, spuntava un piccolo batuffolo bianco e peloso.

A parte quell’indumento per il resto era nudo.

Attorno al collo portava una cravatta nera che scendeva a sfiorargli la pelle bianca del torace, mentre ai polsi portava due polsini neri, come quelli delle camicie, allacciati da due piccoli bottoni d’oro ciascuno.

Mentre tra i capelli… tra i fili neri di Sasuke spuntavano due lunghe e bianche orecchie da coniglio, di cui una era piegata in modo tenero in avanti e ricadeva morbida a sfiorargli la fronte.

La cosa più spettacolare erano gli occhi.

Quegli occhi neri, solitamente inespressivi, che ora si mostravano a lui sbigottiti e spaesati.

Quasi si stesse chiedendo chi fosse la persona che si trovava davanti.

Gli lanciò un’altra veloce occhiata sbigottita per poi scoppiare a ridere divertito.

- ma come ti sei conciato? – gli chiese mentre il moro continuava a fissarlo sempre più stranito.

Cosa c’era che non andava nel suo abbigliamento?

Si fissò brevemente i “vestiti” per poi tornarlo a fissare sempre più spaesato.

Alla fine gli si avvicinò poggiandogli una mano sulla guancia e sfiorandogliela delicatamente.

A quel gesto il biondo smise di ridere regalandogli uno sguardo carico di dolcezza, un sorriso dolce, come quelli che riservava solo a lui.

Senza staccare gli occhi dai suoi, il moro, si sporse a lasciargli un casto bacio sulle labbra.

Lento e dolce.

Non gli e ne aveva mai dato uno così…

Non fece nemmeno in tempo ad assaporarlo appieno.

Sasuke si girò di nuovo riprendendo a correre velocemente ripetendo che era in ritardo e che doveva sbrigarsi!

Lasciò passare cinque secondi, il tempo per capire che diavolo fosse successo e poi di nuovo via, all’inseguimento di quell’idiota che sembrava non avesse alcuna intenzione di fermarsi.

Fino ad una radura.

Il moro era scomparso.

Non sapeva nemmeno dove esattamente si trovasse, ma poco importava.

Poi lo vide, un grosso buco nel terreno.

Gli si avvicinò sporgendosi appena e non vedendone il fondo nonostante la luce forte del sole che si trovava sopra di lui

- E’ TARDIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII – l’urlo si propagò dal buco fino ad arrivare alle sue orecchie.

Già era difficile sentirlo parlare… figurarsi urlare.

Ma era tardi per cosa???

Voleva sapere.

Voleva capire perché quell’idiota continuava ad urlare e dove diavolo doveva andare conciato così.

Senza contare il fatto che lo aveva piantato li come un idiota per la seconda volta in un solo giorno.

Preso più dalla curiosità che da altro si buttò anche lui nel buco, al suo inseguimento.

Dove andava Sasuke sarebbe andato anche lui.

… Che avesse voluto o meno … .


*******

Capitolo 2

Io sono Alice?!?

La caduta sembrava non finisse mai.

Un gran salto nel vuoto a rallentatore e a testa in giù. Tentò più volte di rigirarsi da quella posizione scomoda, senza avere alcun successo.

Chissà dove sarebbe finito… beh, ovunque fosse il posto, non voleva rischiare di rompersi il collo.

E il buco era sempre più profondo…sembrava davvero che non finisse mai… stava giusto facendo una di questa considerazioni quando una fonte di luce gli offuscò lo sguardo.

Fissò verso la luce socchiudendo gli occhi per poi cercare di rigirarsi con la testa verso l’alto.

Inutile.

Provò allora a frenare la caduta aggrappandosi alle pareti umide tramite il chakra.

Troppo scivolose.

Non gli veniva nulla in mente.

Non riusciva a pensare.

Poi, di botto, si fermò.

Il corpo che penzolava a qualche centimetro dal terreno, le punte dei capelli che sfioravano le mattonelle immacolate del pavimento e i piedi incastrati in una lunga asse di ferro.

Sospirò appena, aggrappandosi alle pareti e lasciandosi cadere a terra in posizione eretta.

Di fronte a lui si estendeva un lungo corridoio piastrellato di bianco e in fondo ad esso…

- è tardi…è tardissimo… -

… Sasuke correva ad una velocità impressionante continuando ad urlare.

Cominciò ad inseguirlo, incurante del dove il moro si stesse dirigendo, cercando di non perderlo mai di vista.

Lo vide poco dopo svoltare a destra.

Poi a sinistra.

E poi… sparire in lungo corridoio pieno di porte.

Si fissò attorno spaesato. Il corridoio era lungo una ventina di metri, il colore delle piastrelle era di un grigio scuro mentre le pareti…le pareti erano ricoperte interamente da porte.

Grandi, medie, piccole, lavorate, spoglie….tante porte che accedevano ad altrettante stanze.

E tutte rigorosamente chiuse.

Mosse qualche passo fissandosi attorno per poi sobbalzare per via di un forte rumore.

Si voltò su se stesso notando che la stanza con il camino, da cui era “apparso” era completamente sparita; davanti a lui si trovava solo un muro di pietra che gli impediva di tornare in dietro.

Scoraggiato si chiese da che parte potesse essere andato Sasuke quando, girandosi, notò una porta più piccola delle altre.

Essa si trovava in fondo al corridoio, di un color arancio scuro, con il pomello d’oro e finemente lavorato. Si avvicinò poggiando la mano sopra di esso girandolo piano mentre la serratura scattava e la porta si apriva senza troppe storie.

Felice si chinò appena per entrare dentro una piccola stanza quadrata e spoglia, a parte per una minuscola porticina coperta da delle tende rosse e per un tavolino su cui si trovavano una bottiglia e una vecchia chiave in rame.

Senza pensarci troppo si avvicinò al tavolo prendendo la chiave e ispezionandola con attenzione, era così vecchia che sembrava potesse rompersi al primo giro dentro la serratura. Senza farci troppo caso se l’infilò in tasca per poi ispezionare quello che sembrava una comune bottiglietta d succo di frutta. La stappò annusando il contenuto diffidente

“bevimi” riportava un piccolo cartellino attaccato al collo della bottiglia. Naruto lo fissò per qualche istante diffidente;

già il fatto di essere finito in quel posto, costretto a rimanere li per sempre, non gli piaceva proprio, per non parlare del fatto che, l’unico modo per uscire da quel posto, era quello di diventare della grandezza di un topo per poter uscire dalla porta che si trovava a pochi passi da lui.

Si sedette a terra sempre tenendo in mano la bottiglia continuando a fissare l’etichetta pensieroso.

Doveva trovare un modo per levarsi d’impiccio.

Infondo, se Sasuke era riuscito ad uscire da quel posto, ammesso e concesso che il moro fosse proprio uscito da quella stanza, perché non doveva riuscirci lui?

Si fissò attorno in cerca di un'altra uscita senza incontrarne nessuna che non fosse la piccola porta nascosta dietro le costose tendine rosse.

Si alzò uscendo da quella e tornando nel lungo corridoio.

In fondo ad esso, il muro di pietra faceva ancora bella mostra di se, sbarrandogli il passaggio.

Cominciò a percorrerlo a ritroso, fermandosi di fronte ad ogni porta gli fosse accessibile e provando ad aprirla, con il risultato di arrivare scoraggiato di fronte alla porta arancione.

A parte quella, tutte le altre porte, erano rigorosamente chiuse.

Aveva provato anche ad inserire la chiave nelle varie serrature, ma tutte erano troppo grandi per poter essere aperte da quella chiavetta minuscola.

In fine era tornato nella piccola stanzetta sedendosi in un angolo e reprimendo a stento le lacrime che gli stavano salendo agli occhi.

Sarebbe rimasto per sempre rinchiuso in quel posto?

Non avrebbe più rivisto Sakura, Kakashi e tutti gli altri?

Non avrebbe mai più potuto davvero vedere Sasuke?

Lo sguardo gli cadde nuovamente sulla piccola bottiglia che aveva poggiato a terra, tappandola, poco prima di alzarsi.

Forse un sorso gli avrebbe schiarito le idee e avrebbe trovato un modo per uscire da li.

Allungò la mano senza pensarci troppo, stappandola di nuovo mandando giù un piccolo sorso.

Rimase stupito fissandola mentre il gusto del liquido caldo si spargeva per la sua gola.

Cioccolata.

Ne mandò giù un altro sorso mentre il gusto cambiava diventando vaniglia.

Ciliegia e poi pistacchio.

Miscugli di gusti che si spargevano per le sue papille gustative deliziando il suo palato e stupendolo sempre di più.

Si dispiacque non poco di averlo finito quando mandò giù l’ennesimo sorso, con una fatica immonda.

Poggiò la bottiglia a terra alzandosi venendo ributtato a terra subito dopo da una forte fitta al petto.

Fuoco.

Qualcosa che si propagava dalla sua pancia per tutto il corpo, come se….quasi come se il sigillo di Kyuubi si stesse sciogliendo e la volpe si stesse separando da lui.

Quel dolore immondo non durò che pochi secondi, ma quando si rialzò, la prospettiva delle cose era cambiata, tutto era diventato più grande.

Si girò verso la porticina rossa constatando che, anche essa, era diventata più grande….come se….

Si fissò notando di essere alto quando la chiave che, dopo essere scivolata dalla sua tasca, ora stava a terra a pochi passi da lui.

Decisamente più pesante quando cercò di alzarla mentre, con non poca fatica, riusciva a inserirla nella serratura e farla scattare.

E fu proprio in quel momento che i suoi dubbi divennero una sconcertante realtà.

Non solo la stanza dove stava fino a pochi minuti fa, ma anche il magnifico giardino che si trovava di fronte a lui, erano giganteschi.

Esattamente come se lui si fosse ristretto e fosse diventato della grandezza di un topo.

- ben venuta Arisu… – si voltò verso la voce che l’aveva preso alla sprovvista – … nel paese delle meraviglie - trovandosi davanti al bian coniglio…Uchiha Sasuke.

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