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Autore: Giansenio    06/12/2014    2 recensioni
Dante e Virgilio si accingono ad attraversare il primo dei fiumi infernali, l'Acheronte. Nell'avvicinarsi al fiume i due poeti si trovano costretti a farsi largo tra le anime, e Dante, come si può evincere dal testo gravemente cardiopatico, viene colpito da un attacco cardiaco. Virgilio, già estremamente apprensivo normalmente sembra sull'orlo di una crisi di nervi; saranno lui e lo sfortunato nocchiero Caronte a dover risolvere una situazione che si presenta estremamente spinosa.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dante Alighieri, Virgilio
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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~~L’ilarità fatale

-Quanto manca?- chiese con apprensione Dante per quella che a Virgilio parve la decima volta nell’arco di pochi minuti
-Ci siamo quasi, ancora pochi minuti- fu la risposta del duca che, come al solito, pur essendo sull’orlo dell’esasperazione e prossimo al collasso nervoso, si mostrava calmo e paziente nei confronti del suo molesto protetto.
Virgilio aveva appena finito di parlare quando finalmente apparve agli occhi dei due spossati poeti la tanto concupita meta, la gioconda riviera del fiume Acheronte. Lo spettacolo, per quanto a dir poco deprimente, rallegrò entrambi, il fiorentino perché stanco di camminare, il mantovano perché stanco di sentire l’altro lamentarsi perché stanco di camminare. Il fiume era di un rassicurante color grigiastro, sulla riva erano accalcate centinaia di anime urlanti in attesa di essere trasportate sull’altra sponda.
-Ci conviene metterci in coda, non speriamo in un trattamento di favore- cominciò Virgilio afflitto
-Lascia stare maestro, ci penso io ad aprirci un varco, seguimi- rispose Dante sorridendo, detto questo cominciò a spintonare le anime facendo sentire la sua fisicità di corpo vivo, imprecando e sgomitando.
-Visto, è stato facile?- ansimò Dante dopo aver fatto terra bruciata
-Si, ma ti vedo un po’ provato figliuol mio, sei sicuro di star bene?-
-Si, tranquillo Virgì, se non ti fai valere questi ti mettono i piedi in testa- rispose ansimando ancora più forte
-Forse dovrei chiamare un medico, non mi sembra normale- continuò Virgilio preoccupato
-Ma dove lo trovi un medico, qua son tutti morti, a che servono medici quaggiù?-
-Caronte dovrebbe aver fatto almeno un corso di primo salvataggio in acqua, in attesa che si palesi stenditi-
-Sto bene Virgì- Dante sembrava sul punto di avere un attacco cardiaco, era sempre più pallido e al contempo spazientito dall’apprensione della sua guida.
-Fai ciò che ti dico, se ti prende un colpo adesso avremo fatto tutta quella strada per nulla-
Al pensiero di aver camminato per giorni senza scopo le condizioni di Dante peggiorarono, non riusciva quasi più a parlare ed era paonazzo.
-Virgì certo che tu sei Marone di nome e di fatto eh- rantolò
-Interrompi questo turpiloquio, te ne prego-
-Ma come parli? Siamo nel 1300, aggiornati-
-Ti sembra il momento di aprire una discettazione sul mio linguaggio?- si risentì Virgilio
Fu il colpo di grazia, all’ennesima pomposa frase di Virgilio il cuore di  Dante scoppiò, e il poeta cadde come corpo morto cade, essendo effettivamente e  leggermente defunto.
Proprio nello stesso istante in cui il cuore di Dante si fermava, arrivò Caronte in barca recitando a memoria stizzito la solita solfa –Guai a voi anime prave, ma tu guarda che devo fare per vivere, io vegno per menarvi all’altra riva…-
Virgilio lo interruppe subito e appena sbarcato lo scrollò con decisione urlando
-Sta male, sta male, oh è colpa mia, non sapevo fosse cardiopatico, ti prego, controlla se il suo cor ancor sussulta-
-Ma come parli?- rispose Caronte divertito
-Ti prego di glissare sul mio periodare eccessivamente formale e magniloquente, ma ora ti supplico, soccorrilo-
Caronte non riuscì a trattenere una fragorosa risata, ma nonostante ciò si chinò sul corpo esanime di Dante, mugugnando –Discettazione,glissare, ma chi è questo beota?-
Il nocchiero infernale  iniziò a tastare il polso allo sfortunato poeta, con aria critica e volto concentrato, mentre ripassava le nozioni di primo soccorso studiate qualche millennio prima.
-Allora, ci sono liete novelle?- domandò Virgilio
-Mmmh- fu la secca risposta
-Ignoro il campo semantico di Mmmh-
-Che significa ignoro?-
-Non lo so-
-Pfff,più stupido di quanto pensassi, usa pure parole che non conosce- borbottò Caronte
-È vivo o privo di vita? Ti prego, rispondi ai miei quesiti dettati dall’affetto che nutro per quest’uomo-
-Se non si è ancora svegliato per farti tacere, allora è sicuramente morto-
-Morto? Vuoi dire…defunto?-
-Desunto,esatto- confermò Caronte accarezzandosi la barba
-Cosa dovrei desumere?-
-Desunto- ripetè il nocchiero ottusamente
-Non c’è nulla che si possa fare? Quest’inazione mi tormenta-
-Bè, si posso provare a fargli ripartire il cuore con un massaggio, ma… nulla si fa per nulla, ci intendiamo?-
-Svelami il tuo disio- rispose subito Virgilio
-Soldi, quattrini, ne ho bisogno per arrotondare la miseria che mi dà Lucifero-
-Non ho sesterzi con me, posso offrirti solo la mia dialettica-
-Dialettica- sghignazzò Caronte
-Ebbene?- proseguì accigliato il poeta
La risata del vecchio traghettatore sottopagato risuonò fragorosa nella solinga piana, e dopo alcuni minuti non accennava a fermarsi. Caronte rideva, e rideva, e ogni volta che si accingeva a smettere Virgilio cercava di esordire con vari –Se ha concluso…, Mi permetta…- che immediatamente risvegliavano l’ilarità appena sopita. Il barcaiolo divenne roseo, poi fucsia, poi rosso e infine violaceo, fino a che non cominciò a tossire violentemente e senza sosta.
-Mi sembra malazzato- disse Virgilio mentre Caronte si accasciava al suolo, piegato dalla tosse e dalle risate. L’ilarità si spense solo quando con un sussulto e un fragoroso colpo di tosse il vecchio demone iniziò a rantolare per poi rimanere stecchito, vittima del troppo riso.
Virgilio era in preda al panico, farfugliava, straparlava, pregava, era sul punto di buttarsi nel fiume per farla finita, poi si accorse di essere già morto. Ad un tratto il cadavere di Dante fu scosso da un sussulto, il poeta mosse una falange, poi un dito, infine tutto l’avambraccio. Virgilio si precipitò immediatamente a sollevare la testa al suo protetto, mentre questo con un ultimo sussulto si drizzò a sedere tossendo. Prima ancora che riuscisse a parlare Dante fu accerchiato da una turba di anime, già poco raccomandabili in vita e ora inacidite dalle gomitate prima ricevute; Virgilio fu portato via scalciante e ormai in preda ad una crisi isterica mentre il povero Alighieri veniva brutalmente percosso. Il pestaggio non durò molto ma fu sufficiente a far capire a Virgilio alcune cose: 1)l’uomo che doveva condurre fino al paradiso terrestre era morto, era morto mentre si trovava all’inferno, ed era chiaro che ormai era destinato a rimanerci, cosa avrebbe detto a Beatrice?
2) L’unico che poteva traghettarli dall’altra parte giaceva stecchito, col volto bluastro e una smorfia grottesca stampata sul volto.
Poscia ch’ebbe ragionato questo
Lo duca capì con maraviglia
Ch’era spacciato e un poco mesto
E cadde com’uom cui sonno piglia.

 

   
 
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