Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club
Ricorda la storia  |      
Autore: formerly_known_as_A    07/12/2014    4 recensioni
Tutti sembrano cercare regali di Natale per Momo con largo anticipo... o almeno questo crede Sousuke.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Settembre-Dicembre'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'idea era finire questa storia in tempo per la mezzanotte, ma oggi ero distrutta e comunque è ancora il 6 in una buona metà del mondo!

Una piccola nota prima di iniziare: si tratta di un seguito di Beetle of Friendship, anche se non è necessario averla letta per capirci qualcosa. E c'è una RinAi molto vaga. Sono due note, ok.

Buona lettura!



“Yamazaki-senpai, cosa pensi di regalare a Momo-kun?”

La domanda lo sorprende un poco, posta ai primi di dicembre appena, ma conosce Aiichirou come una persona abbastanza ansiosa e l'idea che pensi ai regali di Natale già adesso non lo sorprende più di tanto.

Alza lo sguardo dalla rivista che stava sfogliando distrattamente e concentra lo sguardo sul kohai. Lui ai regali di Natale ci ha pensato solo distrattamente. Di solito poi è qualcosa che si festeggia più in coppia che tra amici, ma non gli dispiace poi molto pensare di passarlo con i suoi nuovi compagni di squadra.

“Delle conchiglie. O delle forme ad incastro.” risponde, piatto, senza pensarci poi troppo.

Aiichirou lo guarda con gli occhi sbarrati, la bocca appena aperta come se avesse detto la cosa più assurda del mondo, poi scoppia a ridere, una risata fragorosa che un po' lo mette in imbarazzo.

Cos'ha detto di tanto strano?

“Yamazaki-senpai! Momo-kun non è una vera lontra!” esclama, tenendosi la pancia.

Sousuke guarda altrove, borbotta qualcosa di indefinito anche per lui, il sottofondo della risata di Aiichirou che non sembra voler scemare.


Il tre dicembre, Sousuke sta assistendo ad un allenamento, seduto in panchina come è costretto a fare da qualche mese. Rin è andato su tutte le furie quando gli ha chiesto di uscire dalla squadra e lui è rimasto. Rin gli ha detto che ha un occhio migliore del suo per i movimenti dei nuotatori e lui ha voluto crederci.

Gli piace essere utile, anche se non lo è più nel modo in cui vorrebbe esserlo.

Gli piace soprattutto che le persone pensino che i suoi consigli siano utili, vedere come nuotatori come Aiichirou o Momo abbiano fatto progressi anche grazie a lui... quello lo riempe decisamente di orgoglio.

“Yamazaki-senpai!”

Non fa in tempo a distogliere lo sguardo dalla piscina che sente due presenze ai lati, due presenze che sono appena uscite dall'acqua e hanno probabilmente voglia di tormentarlo.

“Yamazaki, Yamazaki! Cosa regali a Momo?” domanda Minami e Sousuke non può che avere un déjà-vu. Uozumi, accanto, si piega per entrare nel suo campo visivo, l'espressione preoccupata che stona sul suo viso dai lineamenti marcati e lo rende quasi buffo.

“Yamazaki-senpai, non abbiamo idee, volevamo regalargli un insetto, ma a Kazuki non piacciono e io ho un po' paura, non sappiamo cosa scegliere.” si lamenta, le sopracciglia corrucciate.

“Tu cosa gli regali?” aggiunge Minami, speranzoso.

Sousuke passa lo sguardo da uno all'altro, poi guarda la piscina, notando l'assenza del rosso. Lo trova in piedi accanto ad Aiichirou, lo sguardo rivolto verso il trio, le braccia incrociate al petto ed un'espressione indefinibile sul volto.

Cosa sta succedendo al mondo?

“Mi sembra un po' presto per pensare a Natale...” azzarda, tornando alla coppia.

“Eh? Natale?” chiede Minami, stupito. “Vuoi dire che non sai che il compleanno di Momo è il sei?” aggiunge, sembrando allo stesso tempo preoccupato e offeso.

Offeso da cosa, di preciso?

Il compleanno. Avrebbe dovuto pensare prima che anche Momotarou doveva festeggiare una ricorrenza del genere, una volta l'anno. Si ricorda i compleanni, di solito, ma a Momo a dirla tutta non ha mai chiesto la data.

Considerando la sensazione di gelo che non proviene dai due nuotatori fradici ai suoi lati e che gli trasmette il sapere che non può addurre a scuse come “il Natale è per le coppie” con un compleanno e che, forse, l'idea della pallina di gomma a forma di pesca che ha visto non è il regalo migliore per un'occasione del genere, probabilmente avrebbe dovuto pensarci prima.


“Momo, hai tempo oggi pomeriggio?”

Nella testa di Sousuke la scena era un po' diversa.

C'era Momo che usciva dalla classe per la pausa, c'era lui che riusciva ad intercettarlo in un luogo poco affollato e gli poneva quella domanda in tono casuale e Momo che rispondeva allo stesso modo.

D'altronde hanno appurato che sono amici e gli amici escono anche insieme senza un motivo preciso. Anche se lui ha un secondo fine, ma questo il rosso non deve saperlo.

Non si aspettava che Momo non uscisse dalla classe, non si aspettava di doverlo chiedere dalla porta, di doverlo ripetere perché ha biascicato e di attirare l'attenzione di tutti i suoi compagni di classe.

Venti paia di occhi lo fissano in silenzio senza sbattere le palpebre, prima che il vociare dell'intervallo riprenda, ma è abbastanza per farlo vergognare come un cane.

Momo rimane in silenzio a guardarlo, però, le guance rosse, le dita che si tormentano a vicenda. Sembra improvvisamente minuscolo, in quella classe e quell'impressione è l'unica cosa che trattiene il senpai da scappare gridando.

Aspetta che si alzi e gli vada incontro, lo segue in un corridoio più calmo e gli dice soltanto che si vedranno per le tre davanti alla camera. Non ci sarebbe bisogno di nascondersi per dirlo, ma la voce di Momo è così sottile, così diversa dal solito, che a Sousuke sembra improvvisamente normale, quella scelta.


Si incontrano alle tre del pomeriggio in corridoio, ma Sousuke esce un po' prima, come se restare in camera con la giacca e le scarpe fosse stupido, ma fare la statua vivente davanti alla stanza, invece, perfettamente ok.

Nei cinque minuti infiniti che passa a fissare la porta gli sembra che tutta la squadra di nuoto si sia messa d'accordo per passare proprio da quel corridoio e si affossa mano a mano sempre di più contro il muro, quasi nella speranza che possa riassorbirlo in camera.

Non dovrebbe essere così nervoso, in fondo vuole solo fare un giro in città con Momo per capire cosa potrebbe volere per il suo compleanno. E non è che gli importi davvero qualcosa dei compleanni, ma al ragazzo sembra di sì, quindi lui può solo adattarsi.

Senza contare che Momo gli ha regalato Momopyon, un cervo volante, per il suo compleanno e deve aver speso una fortuna in attrezzatura... una pallina a forma di pesca non sembra proprio una grande idea.

Momo lo sorprende quando non sta guardando la porta, punzecchiandogli la pancia con un dito. Sobbalza e fa un passo in avanti, quasi travolgendolo. Lui ride e Sousuke non può che sentire un misto di disagio e felicità, nel sentirlo.

È strano essere felici se qualcuno ride della sua goffaggine? Sa che non lo fa per cattiveria, per cui...

“Dove vuoi andare?” chiedono, in contemporanea e il più piccolo sembra sorpreso. “Credevo volessi la mia compagnia per andare da qualche parte!”

Sousuke scuote la testa, ma non può dirgli la verità, per cui alza le spalle soltanto.

“Avevo voglia di uscire con te.” risponde, avviandosi verso l'uscita prima che Momotarou possa ribattere.

Non si guarda indietro finché non sono sulla strada, immerso in un silenzio a cui non è abituato, con quella compagnia. Quando lo fa, è per notare quanto rosso sia in viso il kohai e chiedersi se abbia davvero così freddo.

Nota le mani nude e si sfila i guanti, porgendogli.

“Momo, insomma.” lo rimprovera.

Momo sembra soffrire il freddo più di ogni altra cosa e non è la prima volta che gli presta qualcosa con cui coprirsi, ma lo vede esitare, il respiro che si condensa in piccole nuvole davanti al viso.

“Grazie.” sussurra, quasi inudibile, infilandosi i guanti troppo grandi.

Il rossore non sembra volerne sapere di abbandonare il suo viso.

Momo resta in silenzio per tutto il viaggio, appoggiato al finestrino per guardare fuori, senza però commentare tutto come al suo solito. È abituato al suo entusiasmo per qualsiasi cosa e la mancanza di quel rumore di fondo che caratterizza le loro solite uscite finisce per preoccuparlo.

Posa una mano sulla sua fronte, senza preavviso. Dev'essere gelato, ma corruccia le sopracciglia nel vederlo agitarsi e scuotere la testa.

“Sei caldo. Stai male?” chiede, meditando se sia il caso o meno di comprargli un cappello. Ultimamente ne ha visti molti con le orecchie, l'idea di un Momo con un cappello buffo in testa non gli sembra così strana, anzi.

Il ragazzo balbetta qualcosa, nascondendo la bocca nella sciarpa, poi fa un respiro profondo e torna a guardarlo.

“Sto bene.” risponde finalmente, la voce chiara e un po' più simile alla solita. “È un po' strano trovarsi in giro da solo con il senpai.” ammette, come se potesse veramente essere un problema.

Sousuke è perplesso.

“Non siamo mai usciti da soli?”

Il ragazzo scuote la testa, sorridendo appena.

“Abbiamo sempre retto la candela alla coppia sposata.”

Il maggiore ride, prima di scuotere la testa.

“Ora non lamentarti, non hai Rin in stanza che sospira e rotola nel letto ad ogni nuovo messaggio.”

La risata di Momo è così forte che alcuni passanti si voltano, ma Sousuke reputa che quel piccolo segreto che gli è sfuggito sia stato utile alla causa e non gli importa.

Aspetta che smetta di ridere e gli sembra per un attimo che le luci natalizie che illuminano la strada rendano quella risata più bella.

Forse è solo essersi preoccupato per lui ed aver scoperto che sta bene.

Eppure non può fare a meno di pensare che Momotarou sembri bellissimo, sotto quelle luci.

“Devi comprare qualcosa?” chiede, prima che il pensiero sembri troppo reale. Ma è tardi, perché ha scaldato le sue guance e non gli sembra di stare tanto bene.

Momo scuote la testa e ridacchia ancora.

“È tutto il giorno che non riesco a mangiare nulla, ora all'improvviso ho fame! Fermiamoci da qualche parte, al caldo!” precisa all'ultimo, alzando l'indice come se dovesse sottolineare che non è giornata da andarsene in giro per negozi.

“Ti serviva qualcosa?”

Scuote la testa. Sì, gli serve sapere cosa comprargli per il suo compleanno. Gli serve sapere se ha qualche preferenza, se ha bisogno di qualcosa in particolare, se gli piacciono davvero le pesche.

Ma lo segue verso un locale caldo, dove il profumo della cioccolata li avvolge da subito e vederlo entusiasmarsi davanti a due fette di torta grosse quanto la sua testa, all'improvviso, gli basta.


“Cosa hai comprato a Momo?”

È il cinque dicembre, sono le quattro del pomeriggio e Yamazaki Sousuke vuole strangolare il compagno di stanza che ha posto quella domanda in tono tanto ovvio.

Comincia a chiedersi se tutti stiano domandando a lui perché pensano ci sia chissà quasi rapporto tra di loro o soltanto per far salire i suoi livelli di stress. Probabilmente entrambi.

Affonda la testa nel cuscino e vi soffoca un grido di frustrazione. La faccia di Rin che spunta dalla scala lo avverte che deve averlo preoccupato.

Si siede sul letto e sbuffa, l'amico che lo imita nella prima parte, con l'espressione di uno che si aspetta di tutto.

“Non gli hai comprato n...” comincia, subito interrotto da un ulteriore verso frustrato.

“Senti! Non è così facile!” sbotta, prendendo a togliere i nodi dalle cuffie del lettore mp3 per occupare le mani. “L'altro giorno l'ho portato a fare shopping e abbiamo passato tre ore chiusi in un bar a bere cioccolata. Mi ha parlato delle solite cose. Di cibo, di cervi volanti e dei suoi pessimi voti in storia. Uno si aspetta che uno come Momo chieda sempre qualcosa, invece era lì, ha mangiato due fette di torta e poi mi ha detto che era felice. Non si può essere felici per due fette di torta, Rin, non a due giorni dal tuo compleanno, dai degli indizi, almeno!”

Rin ascolta lo sfogo in silenzio, poi muove le mani come impazzito per rubargli il cuscino e se lo porta al petto.

“Oh no...”

Non gli importa davvero che Rin sia un romantico, che guardi film per cui piange sempre nel finale e che gli abbia fatto vedere otto volte Titanic. Non gli importa nemmeno che stia con un ragazzo.

Ma la posa da “serata tra amiche” distrugge Sousuke. Lo distrugge perché il suo amico è adorabile e dovrebbe essere illegale, principalmente, ma soprattutto perché è preannuncio di un momento, che può durare fino alle tre ore, in cui si parla di sentimenti.

Sousuke è riservato, in quel campo. È straordinariamente lento ad accorgersi dei sentimenti, lo sa, troppo abituato a reprimere tutto per poter andare avanti. Rin è il contrario. Non con tutti, ma con lui sì.

Non è un male che si fidi così tanto, solo prova una certa invidia, per quell'animo romantico rimasto intatto nonostante tutto, per quella fiducia cieca che Rin sembra nutrire nei suoi confronti.

Sousuke fa ancora fatica ad aprirsi con lui e sa che non dovrebbe... ma è difficile. Ci sono troppi anni che li hanno separati e, per quanto gli voglia ancora bene, non sa da dove iniziare.

“Non dovrei essere io a dirtelo... ma credo che Momo fosse felice perché eravate insieme, non per la torta. Ti ammira parecchio.” gli spiega invece Rin, traducendo qualcosa che Sousuke probabilmente non avrebbe mai visto.

“Siamo amici... perché ammirarmi?” domanda, confuso.

You big dork!

L'esclamazione è accompagnata da un colpo di cuscino in faccia e solo così Sousuke capisce che deve trattarsi di una specie di insulto.

“Cosa devo fare con te?” chiede Rin, scuotendo la testa.

“Dirmi cosa vuole Momo, se possibile?”

Comincia a preoccuparsi di non cogliere qualcosa di evidente persino a Rin e la cosa non gli piace. Momo è suo amico e se c'è qualcosa che non va' nel loro rapporto vuole saperlo.

Il capitano della squadra di nuoto sospira e scuote ancora la testa, sembrando sconsolato.

“Non posso dirtelo. Tu cosa avevi pensato di regalargli?”

“Una palla a forma di pesca.”

Rin spalanca gli occhi, tra la sorpresa e lo sconforto, prima di scoppiare a ridere e Sousuke ha una sorta di déjà-vu.

“Non è una vera lontra, Sousuke!”


Il sabato sono esenti dall'allenamento pomeridiano. Questo significa essere vittima della seconda attività preferita della squadra di nuoto: passeggiare davanti alle loro camere.

Copre i due metri che lo separano dalla camera di Momo e Aiichirou in poco meno di cinque secondi, eppure risponde a ben otto persone che lo salutano per cognome.

Bastano quei cinque secondi per avere già voglia di tornare in camera, ma fa un respiro profondo e cerca di calmarsi, prima di bussare alla porta.

Momo apre a metà di un balzello e si blocca con un piede per aria nel vederlo. Il rossore che invade il suo viso è così improvviso che teme stia per sentirsi male.

“Soucchi!”

Allunga rapidamente la mano con il regalo in avanti, proprio mentre il ragazzo si sposta per farlo entrare e per poco non finisce in terra. Nota con orrore la quantità di pacchi e scatole che adornano la scrivania e medita di andare a cambiare il proprio.

Nonostante questo, gli basta ricordarsi della notte insonne passata a pensare a qualcosa da regalargli per porgergli nuovamente il foglietto di carta, non resistendo un secondo alla visione della sua espressione perplessa.

Si affretta a spiegare. “È un buono. Mi sono ricordato di questo ristorante italiano, visto che ti piace...”

“La pasta con le vongole?” completa Momo, fissando il buono come se si trattasse di un biglietto d'oro per qualche premio meraviglioso.

Sousuke annuisce, il viso illuminato di felicità di Momo che confonde i suoi pensieri. Si era preparato un discorso, qualcosa almeno da seguire per punti. Gliel'ha detto 'buon compleanno'? Non se lo ricorda.

“Sì, è per due così puoi portarci una ragazza. È un posto romantico, dicono, anche Rin lo dice, quindi hai una specie di certificato del romanticismo, sai?” blatera, guardando altrove, una voce nel cervello che analizza ogni singola parola dandogli dell'idiota. Il resto della testa rimbomba di vuoto cosmico e comincia a credere di star sudando nonostante il freddo.

“Grazie, Soucchi.”

Sente un tocco alla mano che lo costringe a guardarlo e la pressione della carta sul palmo.

Sbatte le palpebre, sorpreso e deluso dal fatto che rifiuti il suo regalo.

È più devastante di quanto pensasse. Sente il cuore pesante, fitte intense che seguono il suo battito. Sa che lo sguardo sta cercando di sfuggire all'evidenza di un rifiuto e gli sembra di dover annaspare per cercare aria.

“Andiamoci insieme, ti va'?” dice infine Momo e l'altro ragazzo ha finalmente il coraggio di guardare in basso

Gli sembra che il mondo abbia ripreso i suoi colori, il cuore che fa male più di prima, ma è un dolore che lo porta a sorridere stupidamente, la stessa gioia che torna ad illuminare Momo.

Quando lo abbraccia per la seconda volta, è pronto a ricambiare la stretta.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club / Vai alla pagina dell'autore: formerly_known_as_A