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Autore: Kerri    07/12/2014    0 recensioni
E' arrivato il momento di lasciare la casa che durante gli ultimi mesi ha accolto Joan, donandole più di quanto avrebbe mai immaginato. Un cliente che si è trasformato in qualcosa di più, un partner, un amico, un confidente. Un lavoro che la appassiona più di quanto le costi ammettere. Ma non può rimandare ancora, il momento è vicino.
"Dopo questi mesi tornare alla normalità mi spaventa. La mia vita ritornerà quella monotona e sempre uguale di prima. Nuovi clienti, nuove case, nuovi problemi. Nuovi, è vero, eppure sempre gli stessi.
Tu eri diverso, Sherlock. Tu sei diverso".
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joan Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New York, 15 novembre
 
Non so perché sto scrivendo. Questi fogli bianchi e questa penna sono capitati tra le mie mani mentre riordinavo la tua scrivania. I fogli sono spessi, la penna lascia tratti neri e sottili. La mia calligrafia spunta da questi segni chiara, pulita, ordinata. Nessuno crederebbe mai che sono stata un dottore.  Forse lo sono ancora, dopotutto.
Basta.
Mi sto dilungando.
Passare troppo tempo con te ha anche i suoi svantaggi.
Tu che sei entrato nella mia vita come un uragano e l’hai sconvolta totalmente.
I don’t believe that anybody feels the way I do, about you now
Non so se qualcun altro potrà mai capire. Probabilmente sei l’unico cliente con il quale ho lavorato che…
È che a volte sei così odioso, insopportabile e sfrontato! Egocentrico è un eufemismo. Non tutto ruota attorno a te, Sherlock.
In realtà neanche io riesco a spigarmi come mi sento. I tuoi progressi sono così evidenti e tra qualche giorno dovrò andarmene. Ho già rimandato abbastanza. Devo riconoscere che tu non hai più bisogno di me, da un po’ di tempo ormai. Ma forse sono io, sono io che ho bisogno di te e questo mi spaventa. Il tuo lavoro, ciò che fai, mi incuriosisce. I tuoi colpi di genio, le tue illuminazioni. Deduzioni corrette solo guardando, solo osservando. Illumini l’oscurità con la tua intelligenza, con il tuo cervello. Non riesco a capire come fai, Sherlock. Non riesco a spiegarmi come riesci a fare quello che fai dopo tutto quello che hai passato.  
There are many things that I would like to say to you but I don’t know how…
E ci sono così tante cose che vorrei dirti, tante cose che vorrei chiederti. Irene, tuo padre, i tuoi vecchi casi, le persone che ogni tanto vengono a trovarti. Chi sono? Cosa hai fatto per loro? Tutto è avvolto nel mistero, nell’oscurità. Prima di andarmene avrei voluto risolvere almeno un po’ di  questi misteri, avrei voluto capirti un po’ meglio, sarei voluta entrare nel tuo cervello, almeno per un po’. Ma so che con me ti sei già esposto abbastanza, ti sei già aperto fin troppo. Tutte le volte che provo a chiederti qualcosa, tu ti raggomitoli su te stesso, ti scossi, eviti, deridi. E io devo sopportare e aspettare che sia tu a prendere l’iniziativa, che sia tu ad aver bisogno di me.
So che sotto quella maschera, sotto tutti quei tatuaggi e quei gilet inglesi, sotto quella sfrontatezza, si nasconde una persona buona e con un grande cuore, una persona che ha aiutato tante persone. Non lasciarti tentare di nuovo dall’oscurità, Sherlock. L’oblio non è mai la soluzione migliore.
Because baby you’re gonna be the one who saves me?
Dopo questi mesi tornare alla normalità mi spaventa. La mia vita ritornerà quella monotona e sempre uguale di prima. Nuovi clienti, nuove case, nuovi problemi. Nuovi, è vero, eppure sempre gli stessi.
Tu eri diverso, Sherlock. Tu sei diverso.
Mi mancheranno i pavimenti cigolanti, i muri spogli della mia camera, il distretto di polizia, l’odore di antico dei tuoi libri, la pila di piatti sporchi (no, forse quella un po’ meno), il camino pieno di foto, fogli e indizi, Clyde, i messaggi in codice, la soddisfazione dell’aver appena risolto un caso.
‘Cause after all you’re my wonderwall
Mi mancherà tutto questo. Mi mancherai anche tu, soprattutto tu.
Grazie Sherlock Holmes,
grazie perché forse in questi mesi, sconvolgendo la mia vita, l’hai rimessa a posto. Ora ho così tanti dubbi. Abbandonare questa casa significa anche affrontarli, ritornare alla realtà, rispondere a tutte quelle domande che lampeggiano insistenti nella mia testa e a cui non ho mai saputo dare una risposta, o forse semplicemente non ho voluto.
Perché probabilmente ho paura delle risposte.
Cosa voglio fare? Chi voglio diventare? Sono ancora in tempo per cambiare?
L’ho già fatto una volta, niente mi impedisce di farlo ancora.
Per diventare cosa? Un detective?
Dopo la chirurgia, mai avevo trovato qualcosa che mi appassionasse così tanto.
Ecco, mi mancheranno le serate in poltrona a mangiare cibo d’asporto e cercando di risolvere un complicato puzzle.
Mi mancheranno le canzoni liriche alle tre di notte, la tua sveglia, il capire al volo come mi sento, a volte meglio di me.
Sai cos’è giusto, sai cosa fare, continua così. Alfredo ti darà una mano. Non esitare a chiedergli aiuto, non esitare a fidarti delle persone.
È vero, a volte, possono spezzarti il cuore. Altre invece, possono riparartelo.
Grazie di tutto.
Con affetto,
Joan Watson
https://www.youtube.com/watch?v=bx1Bh8ZvH84

Angolo dell'Autrice:
Ciao a tutti! Premetto che è la prima volta che scrivo di Joan e Sherlock, quindi non so cosa possa essere uscito da sotto. Mi piacerebbe molto sapere se vi è piaciuta o meno! :)
Che altro dire? La canzone "Wonderwall" (Ho messo il link sopra, se vi va di ascoltarla!), si commenta da sola. Personalmente, è una delle mie canzoni preferite e ho pensato che descriveva bene la storia di questi due personaggi! Mi piacerebbe scrivere una fic anche dal punto di vista di Sherlock, anche se entrare nel suo cervello è un po' più difficile per me! Voi che dite? 
Spero vi sia piaciuta e ringrazio tutti coloro che sprecheranno un po' del loro prezioso tempo leggendola :) Ovviamente, qualsiasi recensione positiva o negativa è sempre gradita! 
Vi abbraccio forte e alla prossima!
-Kerri

 
   
 
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