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Autore: lapoetastra    08/12/2014    0 recensioni
Quel giorno i colori stavano litigando.
Non riuscivano a decidere chi, tra loro, fosse il più bello.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno i colori stavano litigando.
Non riuscivano a decidere chi, tra loro, fosse il più bello.
< Non ha senso discuterne ancora! >, stava dicendo l'azzurro.  < Sono io il più bello, non lo vedete? Sono il colore del cielo d'estate, quando non ci sono nuvole e i bambini possono andare fuori a giocare! >
< E io, allora? >, intervenne il rosso infervorato. < Io rappresento la passione! Sono il colore del fuoco che scalda e permette la vita. >
< Bhe, anche io non sono male. Sono il colore del Sole e della luce. >, disse il giallo.
< Io invece rappresento la speranza, e sono il colore dell'erba, delle fronde degli alberi in primavera. >, proruppe il verde.
< Vi state dimenticando di me. >, disse con voce esile il bianco, il più timido del gruppo. < Io sono il colore della purezza, dei fiori di ciliegio, della neve con la quale i bambini si divertono tanto, in inverno. Sono io il colore più bello. >
< No, sono io! >
< No, io! >
E ricominciarono a litigare.
Solo il nero restava in disparte.
Non aveva preso parte alla conversazione, perchè tanto sapeva che non avrebbe mai potuto gareggiare con gli altri.
Loro erano colori così allegri e vivaci, mettevano allegria solo guardandoli.
Lui, invece, era cupo e triste, e non avrebbe mai potuto competere.
Nessuno lo avrebbe mai votato come il più bello.
Tutti lo odiavano.
E lui soffriva per questo, ma tanto non ci poteva fare niente.
Non poteva cambiare se stesso.
< Allora facciamo così >, propose il giallo, cercando di porre fine a quell'incessante discussione.  < Andiamo al parco, e chiediamo al primo bambino che incontriamo quale sia per lui il più bello tra noi. Si sa che i fanciulli sono la voce della verità. Così sapremo chi ha vinto. >
Tutti i colori accettarono l'idea e partirono.
Anche il nero andò con loro, sebbene di malavoglia.
Sapeva di non avere la benchè minima chance, soprattutto se quella domanda era posta ad un bambino.
Di certo egli, essendo piccolo e ancora non corrotto dagli orrori che dominavano il mondo, avrebbe preso in considerazione solo gli altri colori, gioiosi e felici.
E di sicuro non lui, così scuro, così...cattivo, associato alle ombre, ai mostri, alla morte.
No, non lo avrebbe mai potuto scegliere.

I colori arrivarono davanti ad un bambino, seduto su una panchina del parco.
Era molto piccolo, di sicuro non più di cinque o sei anni.
< Ciao! Noi siamo i colori... il rosso, il blu, il giallo, il bianco e il verde. Dicci, caro fanciullo, quale tra noi è secondo te il più bello? >, domandò il rosso, sorridendo accattivante.
< Il nero >, sussurrò piano il bambino.
Gli altri colori rimasero a bocca aperta, increduli, sicuri di aver capito male.
< E' il nero, il mio preferito. >, ripetè il piccolo, a voce un po' più alta.  < Perchè è l'unico colore che vedo. >, continuò poi, non smettendo di fissare il prato ai suoi piedi.
Era infatti un bambino cieco dalla nascita.
Non aveva mai visto i colori del mondo, per lui esisteva solo e soltanto il nero, che riempiva ogni giorno, ogni momento, il suo campo visivo e a cui ormai si era affezionato, come se fosse stato un amico che non lo abbandonava mai e mai lo avrebbe fatto.
Gli altri colori erano rimasti in silenzio, ancora sconvolti per quella scelta così strana ed inusuale, che non avevano preso in considerazione neanche per un attimo.
Solo un suono giungeva debolmente alle orecchie: un suono ovattato, morbido, dolce.
Il suono di un pianto.
Pochi passo dietro di loro c'era il nero, che cercava invano di trattenere le lacrime di gioia ed incredulità.
Era felice come mai era stato in tutta la sua vita.
E se la meritava tutta, quella contentezza.
Perchè sì, era proprio lui il colore più bello.
   
 
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