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Autore: Teqvjla    08/12/2014    0 recensioni
Lei. Una ragazza semplice, dei sogni nel cassetto, la voglia di vivere.
Lui. Un ragazzo semplice, milioni di persone ed amarlo, la voglia di vivere.
E tanti, tanti ricordi.
La loro storia. Un'unica storia.
L'amore, i sogni, la realtà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-Niall, dove diavolo mi stai portando?-

-Francesca, per la centesima volta, è una sorpresa! Non te lo dirò mai, quindi fammi un favore!-

-Quale?-

-Sta' zitta!-

La bionda gonfiò le guance come suo solito. Odiava non sapere nulla.

-Ma..!- cercò di protestare, prima che il biondo la zittisse di nuovo.

-Giuro, se dici un'altra parola ti bendo anche la bocca!- e già, quell'anche stava a sottolineare che l'aveva già privata della vista.

Sbuffò, decidendo di fare come chiesto "gentilmente" dal ragazzo accanto a lei. Si sentiva davvero impotente con il suo stesso foulard legato attorno alla testa a coprire i bellissimi e curiosissimi occhi celesti, ed era una sensazione che non sopportava. Non capiva che bisogno c'era di bendarla, le sembrava addirittura esagerato.

Che il biondo la stesse portando in qualche posto che magari già conosceva e volesse rendere il tutto più misterioso e bello? Non era necessario una benda. Con lui persino una discarica diventava il posto più bello del mondo. O magari voleva ucciderla, ma senza che lei guardasse? Oddio, questo sì che era esagerato! Sorrise della sua stupidaggine.

-Che hai da sorridere?- le chiese il ragazzo, guardandola di sfuggita prima di riconcentrarsi sulla strada. Lei, che si era per un attimo dimenticata della sua presenza, si schiarì la voce, agitandosi sul sedile.

-Non te lo dirò mai, quindi fammi un favore- lo scimmiottò lei, sorridendo di nuovo.

-Quale?- ripeté lui, cercando di imitare la sua voce.

-Fatti i cavoli tuoi!- asserì, con finto tono irritato.

-Ooh, aggressiva!- rise, seguito dopo poco da lei, che non riusciva a rimanere indifferente al suono della sua risata da paperella. -Comunque siamo arrivati-

-Finalmente!- esclamò la ragazza, toccandosi il foulard sugli occhi con l'intendo di levarlo.

-Ferma! Non toglierlo! Lo farò io al momento giusto- proferì lui, aprendo la porta dal lato del passeggero e prendendole una mano per aiutarla a scendere.

Francesca sentì il cuore battere più forte: non riusciva a controllarlo, non riusciva ad evitarlo. Le mani iniziarono a sudare, cosa che accadeva solo in occasioni estreme, e quella di certo lo era.

-P-posso... posso camminare da sola- farfugliò, cercando di sottrarre la mano dalla sua stretta salda, ma lui strinse leggermente più forte, senza farle male, con la sua solita delicatezza.

-Lo so, ma non voglio che incespichi su un gradino o su qualcosa. Mi sentirei in colpa a procurarti ulteriori danni- disse, e dal suo tono di voce intuì che stava sorridendo. Sorrise leggermente anche lei. Era incredibile il modo in cui riusciva a calmarla con semplici e poche parole.

-Ok- annuì, cercando di convincere se stessa a lasciare per un attimo da parte la timidezza e lasciarsi andare.

 

 

 

 

 

-Allora è proprio un brutto vizio di famiglia, eh!- sbottò la Emma, alzando gli occhi al cielo.

-Cosa? Le mani che sudano?- ridacchiò la donna.

-Sì! È la cosa più fastidiosa del mondo... come si fa ad evitare!?-

-Non puoi evitarlo, non puoi controllare il tuo corpo, delle volte-

-Quanto vorrei poterlo fare!-

Francesca rise.

 

 

 

 

 

Non avevano camminato molto, dopo essere scesi dalla macchina. Dieci passi e cinque gradini. Un viaggio molto breve, durante il quale le loro mani non si erano mai staccate. Forse non era molto, poteva essere un messaggio insignificante, ma per lei contava più di quanto si potesse pensare.

Non potendo affidarsi alla sua vista, cercò di concentrarsi sugli altri sensi. C'era una leggera brezza fresca, che continuava a spostare le ciocche dei suoi capelli biondi un po' ovunque. C'era un odore di fresco, di erba appena tagliata, di fiori, di rose, e di tabacco. Sentì Niall muoversi accanto a lei, e riuscì a sentire il tintinnare di un mazzo di chiavi.

Le senti fare quel rumore, quello tipico di quando inserisci una chiave nella serratura e la giri dentro. Sentì il leggero cigolio di una porta aprirsi, altri tre passi di lei, e uno solo di lui, dovuto alle gambe più lunghe delle sue, e la porta richiudersi.

Niente più brezza, niente più erba, niente più rose. Solo il profumo più accentuato di tabacco e un leggero senso di calore.

-Niall... che sta succedendo?- chiese, rompendo il silenzio che l'avvolgeva. Sentì un leggerissimo brusio ed una risatina, che giurò non appartenere al biondo che nel frattempo aveva staccato la mano dalla sua.

-Ok, adesso ti tolgo la benda, ma tu mi devi promettere che non urlerai e non scoppierai a piangere disperata- enunciò lui, portando le mani dietro alla sua testa. Di nuovo sentì quella risatina. Ok, ora era davvero curiosa. Annuì, facendogli intendere che avrebbe fatto come lui le aveva chiesto.

E finalmente lo fece: slegò la benda che le copriva gli occhi, che lei dovette chiudere per la forte luce e aprire lentamente come quando ci si sveglia la mattina, prima che si spalancassero alla vista di fronte a lei.
Quattro sorrisi erano lì davanti a lei, uno più bello dell'altro. Lei spalancò la bocca, coprendola con le mani piena di stupore, prima di indietreggiare leggermente, sbigottita. Niall rise della sua espressione, frenando la sua camminata a ritroso.

-Allora, piaciuta la sorpresa?-

 

 



-Ragazzi, qui ci vuole una selfie per immortalare questo bellissimo momento!- esclamò Liam, prendendo il suo cellulare e facendo radunare i ragazzi attorno a lui.

-Francesca, dai, vieni!- la incitò Louis, facendole un gesto con la mano.

-Oh, no, per carità, sono orribile! Ho tutto il trucco sbavato e i capelli così in disordine che probabilmente Mufasa si starà ribaltando nella tomba! No grazie!- proferì, facendo scoppiare a ridere tutti.

-Ma non è vero, sei bellissima! E poi dai, non dirmi che non vuoi immortalare questo momento! Ci stiamo divertendo un sacco!- la riprese il castano dagli occhi acquamarina. Lei cercò di ribattere nuovamente, ma quando il suo sguardo si soffermò su quello chiaro e limpido dell'irlandese decise di cambiare idea. Come poteva dire di no a quel sorriso così adorabile?

Si avvicinò a loro, che la incitavano a sbrigarsi, prima limitandosi a sorridere timidamente all'obbiettivo mentre Harry teneva le labbra incollate alla sua guancia per farsi scattare la foto e Zayn faceva una smorfia buffissima che faceva ridere il biondo del gruppo, e poi lasciandosi andare a pose e smorfie buffissime che non facevano altro che scatenare l'ilarità di tutti. Decisamente uno dei momenti più belli della sua vita.

-Oh, sì, un'altra così!- esclamò Liam, fingendosi un fotografo un po' effeminato.

-Tesoro, l'obbiettivo ti adora! Sei PER-FECT!- squittì di nuovo, facendo scoppiare a ridere nuovamente la ragazza. Aveva ripetuto la stessa scena del video, come aveva fatto Leeroy, nonché il suo personaggio.

-Ok, basta, ti prego, ho i crampi!- esclamò lei, asciugandosi le lacrime che le erano sgorgate dagli occhi a causa delle troppe risate. Si era rilassata molto rispetto all'inizio: i ragazzi erano stati molto gentili e premurosi, ma la cosa più importante per lei era che non solo la avevano trattata da fan, ma anche da amica.

Avevano riso a mai finire, fatto almeno, e senza esagerare, un centinaio di foto, giocato alla Wii, con la quale sorprendentemente aveva battuto Harry a bowling (cosa per cui il riccio le aveva tenuto il broncio per mezz'ora!), avevano chiacchierato di un po' di tutto ed erano stati fantastici ogni secondo.

Niall non smetteva mai di ridere, e vederla così felice non faceva che aumentare la sua felicità.

Francesca buttò uno sguardo alla portafinestra che dava sul giardino, notando che il cielo era diventato più scuro.

-Oddio, che ore sono?- era stata così bene che il tempo era volato, diventando l'ultimo dei suoi pensieri. Harry buttò uno sguardo all'orologio che aveva al polso e la fissò con un leggero sorriso.

-Le 8 p.m.- rispose, con quella sua voce bassa e roca che la faceva rabbrividire ogni volta.

-Così tardi? Wow! Ehm... io credo che dovrei andare!- esclamò lei, spostandosi una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Niall le lanciò uno sguardo indecifrabile.

-Ma no, perché non resti a cena? Ordiniamo qualcosa!- propose Zayn, col tono di voce dolce. Non riusciva a credere che i suoi idoli volessero passare altro tempo con lei.

-Mh, non saprei, davvero, io...- il suo cellulare iniziò a squillare, interrompendola.

-Scusate- farfugliò allontanandosi un secondo recandosi in bagno, che uno dei ragazzi le aveva indicato prima. -Pronto?-

-Francesca! Oddio, scusami, non avrei dovuto chiamarti, lo so che sei occupata, ma Fanny, non lo so, stavamo parlando e lei ha avuto un attacco di nausea ed ha iniziato a vomitare tutto, il che mi sembra strano, stava bene poco prima, aveva mangiato una semplice brioche alla crema e poi lei...- iniziò a farfugliare Brenda, con voce agitata, facendo corrugare le sopracciglia alla bionda.

-Wo, frena! Bren, respira, con calma, e dimmi che è successo. Che ha Fanny?-

-Ha avuto un malore, adesso è a letto, ma è bollente. I-io non sono brava in queste cose, ho avuto realmente paura. Ti prego, scusami se ti ho interrotta, ma potresti tornare qui? Non credo di farcela da sola!- spiegò la rossa, la voce più calma, ma molto dispiaciuta.

Francesca sospirò. Non si aspettava questo piccolo inconveniente? Inconveniente.. era una sua impressione o prima aveva cercato di rifiutare la risposta di Zayn? Non era molto coerente con sé stessa, lo aveva capito ormai. Decise di fare la cosa più giusta.

-Tranquilla, non ti preoccupare. Mezz'ora e sono lì, ok? Non svenire e ricordati di respirare- ridacchiò, immaginando la scena di Brenda che impostava una sveglia ogni tre secondi per ricordarsi davvero di respirare.

-Ok. Ci vediamo fra poco- rispose l'altra chiudendo la chiamata. La bionda sorrise leggermente, prima di voltarsi verso lo specchio. In fondo non era così “orribile” come si era descritta prima, solo un po' in disordine. Gli occhi erano contornati da una leggera sfumatura di nero, dovuta alla sbavatura della matita. Davvero Niall le aveva chiesto di non scoppiare a piangere disperata? Era stata una cosa impossibile.

Certo, non si era buttata a terra e non aveva fatto scenate, si era leggermente commossa lasciandosi scappare un paio di lacrime. Ma andiamo, chi non l'avrebbe fatto? Sarebbe anche potuta svenire, ma si dette un contegno. Sarebbe stato imbarazzante allo stato puro svenire davanti ai loro occhi in quel modo.

Ricordava ancora un anno prima, quando li aveva incontrati per la prima volta in persona, quando avevano cantato per lei, quando le avevano sorriso e... le sensazioni erano tornate a galla, forse più belle e nitide della prima. Era stato diverso dalla prima volta. Era stato nuovo e migliore.

Un'altra giornata indimenticabile da aggiungere alla lista. E credeva ancora di stare sognando.

Con un pezzetto di carta igienica imbevuto d'acqua si asciugò le sbavature; diede una veloce sistemata ai capelli e poi uscì dal bagno.

-Oddio!- sobbalzò, portandosi una mano all'altezza del cuore quando vide Harry appoggiato sul muro di fronte al bagno.

-Scusami- mormorò lui con voce neutra, non staccandosi dalla sua posizione. Francesca si incuriosì nel vederlo fissarla in quel modo.

-H-ho... ho qualcosa che n-non va?- chiese, arrossendo leggermente. Non sapeva nemmeno cosa dire.

-No, non che io veda. Ma forse c'è qualcosa che io deva sapere- asserì lui, continuando a fissarla con quello sguardo intenso. La ragazza deglutì.

-Tipo cosa?-

-Tipo ingannare qualcuno di noi. E sai chi intendo-

La bionda strabuzzò gli occhi. Davvero il riccio dagli occhi verdi amato in tutto il mondo la credeva capace di fare qualcosa del genere? Lei? La stessa ragazza che non riusciva a mentire nemmeno sui compiti e che non saliva sull'autobus se non aveva un biglietto nuovo di zecca e non contraffatto? Wow.

-Cosa?! No! Santo cielo, no! Per carità!- esclamò lei, alzando di poco la voce e agitando le braccia nervosa. -Non sarei capace di fare male nemmeno ad una mosca... beh, forse ad un mosca sì, da fastidio, ma davvero, io non voglio abbindolare nessuno, sono una normale ragazza che ha avuto la fortuna di incontrare i suoi idoli, tutto qui-

Il ragazzo sospirò.

-D'accordo. Voglio crederti. Voglio davvero sperare che tu mi stia dicendo la verità, perché se così non fosse, beh, mi dispiace dirtelo in modo così crudo, ma dovrai sparire dalla sua vita. E non per un po', ma per sempre. Non voglio che i miei amici soffrano-

La bionda sospirò a sua volta. Da una parte era rimasta sorpresa dalle parole del ragazzo, non se le aspettava, soprattutto da lui; non perché desse peso a ciò che si dicesse del “donnaiolo” del gruppo, lei non credeva a quelle voci, erano solo quello: “voci”. Sapeva che dietro si nascondeva molto di più, inoltre era solo un diciannovenne, che male c'era nel divertirsi e non cercare nulla di serio? Era una sua scelta ed era giusto così.

Dall'altra parte ne fu davvero felice. Era bello sapere che si preoccupasse del suo amico in modo così protettivo, nonostante fosse più piccolo, apprezzava molto il suo gesto.

-Non avrà nulla di cui soffrire, fidati- sorrise leggermente triste lei. Harry aggrottò le sopracciglia.

-Che vuoi dire?-

-Ma dai, è una cosa così semplice. Io sono solo una fan, che vuoi che sia? Non vedo perché Niall dovrebbe soffrire per una come me quando al mondo ci sono un migliaio di ragazze migliori. Non so nemmeno perché ti sto dicendo queste cose!- confabulò nervosa, torturandosi le mani come suo solito. Lui si lasciò scappare un sorriso.

-Perché sei una stupidina. Ecco perché. Se davvero pensi queste cose, beh, mi rimangio la parola sul fatto che sei intelligente ed hai un cervello- rise, dandole un buffetto con la mano sulla guancia.

-Hey!- gliela schiaffeggiò di rimando lei, spalancando gli occhi.

-Non puoi pensarlo davvero. Inoltre non conosci Niall come lo conosco io- ribatté lui, incrociando le braccia tatuate al petto. Francesca iniziava sentire la testa girare a causa di tutti quei “non”. Che voleva dire?

Prima che potesse fare altre domande una testolina bionda sbucò dal corridoio.

-Cookie!- la chiamò, sorridendo allegramente. -Allora, che succede qui? Hai deciso di rimanere? Dai, vieni, i ragazzi vogliono ordinare thailandese!- parlò a raffica, sempre col sorriso sul volto.

-Thailandese? Woo, sto arrivando!- esclamò Harry, dirigendosi a passo svelto verso il salotto. La ragazza sorrise. Il biondo la osservò attentamente.

-Quindi?-

-Oh, mi dispiace Niall, io non...- iniziò a dire, prima che lui la interrompesse.

-Aspetta, non dirmi che non ti piace il thailandese! Cavolo, avrei dovuto chiedertelo prima! Non è un problema, possiamo ordinare altro! Una pizza, cinese, messicano, quello che vuoi!- esordì sempre con quel sorriso incoraggiante sul volto e gli occhi speranzosi. Ancora quella morsa sullo stomaco. Di nuovo la stava pregando.

-No... io... una delle mie amiche non sta molto bene, e l'altra è preoccupata perché non sa che fare, quindi...- spiegò con voce lieve, triste. Il sorriso sul volto del biondo si spense piano.

-Oh, capisco. Vuoi... vuoi che ti riaccompagni a casa?- chiese cercando di sorridere, ma quel che ne uscì fu solo una smorfia dispiaciuta.

-Mi farebbe piacere, grazie-

-Andiamo allora-

 

E così era arrivato il fatidico momento dei saluti. I ragazzi la strinsero in un abbraccio di gruppo e le augurarono un buon ritorno a casa col biondo. Inoltre le dissero che avevano molto gradito la sua compagnia e non gli sarebbe dispiaciuto rincontrarla di nuovo, cosa che la fece tornare di buon umore all'istante.

Chissà, forse in quelle due settimane che le mancavano c'era ancora qualche possibilità.

-Ciao Francesca!- la salutò Louis, stringendola in un abbraccio.

-Ciao Lou!-

Harry ripeté il gesto dell'amico.

-Ciao piccina- mormorò al suo orecchio. Lei lo guardò stralunata.

-Piccina? Ma se sono più vecchia di te!-

-Sì, ma sei alta quanto una bambina di dieci anni. Anzi, forse una bambina dieci anni è più alta di te!- la prese in giro, arruffandole i capelli.

-Giù le mani! Ricordati che un giorno le ragazze basse domineranno il mondo e quel giorno sarà la tua fine!- disse, facendo scatenare una risata di gruppo.

-Continua a sognare!-

Si salutarono un'ultima volta e poi uscirono di casa diretti verso l'auto di Niall. Lui sembrava leggermente a disagio, già da prima. Salirono in macchina senza dire una parola, e lui mise in moto in silenzio: gli unici rumori che si sentivano erano quelli delle ruote sul asfalto e le canzoni trasmesse alla radio, che lui aveva accesso per nascondere il leggero imbarazzo che si era venuto a creare fra di loro. Niente, nemmeno una sillaba.

Francesca ebbe l'impressione di non riuscire a sentire nemmeno il suo respiro, eppure riusciva a vedere, con la coda dell'occhio, il suo petto alzarsi ed abbassarsi piano.

Il viaggio durò dieci minuti circa. Arrivati vicino all'hotel della ragazza lui spense l'auto.

-Ehm... quindi io vado- farfugliò lei, mordendosi il labbro inferiore. Lui si voltò a fissarla.

-Ok- mormorò piano.

-Niall, cosa c'è che non va?- gli chiese, non riuscendo a sopportare quel peso sullo stomaco che l'attanagliava. Tolse la cintura di sicurezza voltandosi verso lui per poterlo guardare meglio. Lui fece lo stesso.

-Non c'è nulla che non va. Solo...-

-Solo... cosa?-

-Sei curiosa, eh? Mi dispiace che devi già andare. Insomma, ci stavamo divertendo un sacco. Il tempo con te sembra passare così in fretta delle volte. È incredibile quanto tu mi faccia stare bene- sospirò lui, abbassando lo sguardo.

Era già Capodanno? Perché Francesca sentiva i fuochi d'artificio scoppiarle dentro?

-S-sul serio?- balbettò sorpresa ed emozionata.

-Sì, non ti mentirei mai su una cosa del genere. Fosse per me adesso ti legherei, butterei nel bagagliaio e poi ti mangerei- disse lui, con voce seria. Lei aggrottò le sopracciglia.

-Ma questo cosa ha a che fare con ciò che hai detto prima?-

-Niente, è solo che non riesco a stare serio quando sono nervoso e inizio a dire cavolate- fece spallucce lui. Sorrisero insieme.

-Dispiace anche a me, davvero. E vorrei restare, ma non voglio lasciare da sola la mia amica- proferì lei.

-Lo so, è un'altra delle cose che mi piacciono di te-

Ancora quella sensazione dei botti a Capodanno la fecero sussultare.

-Oh, io... wow. Ci sono altre cose che ti piacciono di me?-

-Oltre la tua curiosità? Da quel che ho potuto vedere e capire, sì- rispose, vago.

-Me le dici?- disse, quasi saltellando sul sedile. Lui rise.

-Facciamo così: te le dirò se... mi prepari qualcosa di italiano. Insomma, invitami a cena e poi ne parliamo, ci stai?- enunciò lui con gli occhi che brillavano e l'acquolina in bocca.

-Ma come faccio, sono in hotel...-

-Ti porto a casa mia, tu dimmi solo che lo vuoi- la interruppe di nuovo lui.

-Beh, d'accordo. E cena sia. Ma te lo dico già, non sono una gran cuoca, quindi non aspettarti chissà che!-

-Non preoccuparti, mangi di tutto! Facciamo venerdì?- chiese lui, sporgendosi col busto in avanti.

-Mh... ok- assentì la ragazza, annuendo con la testa.

-Perfetto- sorrise compiaciuto lui.

-Buonanotte Niall- fece lei, aprendo la portiera dell'auto, ma prima che potesse fare un passo fuori lui la afferrò per un polso.

-E il bacio?- chiese, indicandosi la guancia sinistra, la stessa che lei aveva baciato quella volta dopo che erano tornati dal pub. La bionda arrossì quando lui si avvicinò, sporgendo la guancia in attesa del bacio. Lei si protese in avanti, posando le labbra leggere sulla sua pelle, mentre l'odore del suo dopobarba le arrivava alle narici.

Si allontanò di scatto, rendendosi conto che si stava soffermando un po' troppo su di lui, rimanendo a fissarlo nelle iridi chiarissime che sembravano ipnotizzarla.

Prima che lui potesse di nuovo fare o dire qualcosa scappò fuori, chiudendo la portiera forse un po' troppo forte e correndo verso l'hotel, esattamente come quella volta.

Il cuore palpitava fortissimo, le orecchie fischiavano e le gambe sembravano di gelatina.

Dio, quel ragazzo l'aveva fatta cadere ai suoi piedi solo con un battito di ciglia, che altro voleva adesso? Non riusciva a capirlo. Ma quel che riusciva a capire meno era perché il suo cuore dovesse diventare sempre più debole alla sua vista. Ogni santissima volta.

 
















 

Continua...

  
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