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Autore: fri rapace    09/12/2014    6 recensioni
"E' il senso di colpa dei sopravvissuti," spiegò Hermione, "so che Lupin ha cercato di convincerla, ma è davvero molto depressa..." (Harry Potter e il Principe Mezzosangue)
Cosa c'è di vero nell'affermazione di Hermione secondo cui Tonks è disperata perché crede che la morte di Sirius sia avvenuta a causa sua?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Ron Weasley | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Hermione stava attraversando il corridoio all'ingresso della Tana quando venne raggiunta dalle voci di due persone che discutevano animatamente. Preoccupata, uscì nel trasandato giardino dei Weasley e constatò con sollievo che si trattava solo di Lupin e Tonks.

“Devi riprendere il controllo, Tonks,” stava sollecitando in tono teso il suo ex insegnante, “lo capisci che lasciandoti andare a questo modo abbasserai la guardia e finirai col metterti in pericolo?”

Tonks, adirata e incredula, ribatté sprezzante:

“Quindi sarei io quella che si sta mettendo intenzionalmente in pericolo? Che faccia tosta che hai a farmi la predica!”

Lupin assunse un'aria colpevole, esitò a lungo e infine allungò un braccio, posandole la mano su un fianco.

Hermione pensò che, da persone gentile qual era, stesse cercando di consolarla, ma Tonks reagì allontanandolo con insofferenza, marciandole poi incontro senza più voltarsi indietro.

Cercò di fermarla: solo pochi mesi prima lei, la giovane Auror e Ginny erano amiche e chiacchieravano spesso, ma Tonks non si univa più a loro da tempo e avrebbe voluto comprenderne il motivo, oltre che capire cosa fosse successo alla ragazza divertente e loquace che ricordava.

Ma Tonks la sorpassò come se non l'avesse neppure vista, seguita da Lupin che, però, si arrestò prima di raggiungerla.

“Prof... ehm, Remus, cosa sta succedendo a Tonks?” chiese Hermione preoccupata. “È sempre così triste.”

Anche Lupin aveva un pessimo aspetto, ma era abituata a vederlo in quello stato, anche se il fatto che il Plenilunio fosse ancora distante forse avrebbe dovuto insospettirla.

L'uomo sostava con lo sguardo ancora inchiodato nel punto dove Tonks era scomparsa, Smaterializzandosi; si decise a parlare solo quando sembrò rendersi conto che il suo silenzio si era protratto a sufficienza da suscitare ulteriori domande. Tuttavia, prima di risponderle, la esaminò con con cura, probabilmente per valutare cosa avesse inteso della conversazione che aveva colto involontariamente.

“Tonks...” iniziò, spostando nervosamente il peso del corpo da un piede all'altro. “Lei si sente responsabile di... beh... cercavo di spiegarle che non è colpa sua, che deve dimenticare e andare avanti, perché ci sono altre persone, persone migliori...”

Hermione corrugò la fronte.

“Scusami, ma non credo di aver capito...” disse, malgrado le costasse ammetterlo. Sapeva che Lupin la stimava per la sua perspicacia, che la considerava una strega molto brillante per la sua età. Interpretando la nuova pausa di silenzio in cui erano piombati come una conferma della sua delusione, Hermione si sforzò di arrivare da sola a quella conclusione a cui Lupin, palesemente, aveva dato per scontato che lei giungesse senza bisogno di ulteriori spiegazioni.

“A meno che...” pensò ad alta voce. “Beh... ma non dovrebbe sentirsi responsabile per Sirius, no? Ricordo che Bellatrix stava combattendo con lei prima di concentrarsi su di lui, ma...”

Lupin sbatté ripetutamente le palpebre.

“Sirius?” ripeté stranito, ma fu solo un attimo di esitazione prima di riacquistare sicurezza. “Sì, ecco... è il 'senso di colpa dei sopravvissuti',” le spiegò disinvoltamente.

Seppur soddisfatta di essere riuscita a sbrogliare da sola il mistero, Hermione non riuscì a tacere: Lupin aveva detto una cosa che l'aveva decisamente disturbata:

“Però non è stato molto carino dire che ci sono persone migliori di Sirius,” gli fece notare.

Lui distolse lo sguardo e avanzò di qualche passo, lasciandola a fissargli la schiena.

“Hai ragione, Hermione, non mi sono spiegato bene. Capisci, Sirius manca molto anche a me...”

La ragazza si morse il labbro, che sciocca era stata! Aveva forse scordato che stavano parlando della morte dell'ultimo amico che restava a Lupin? Era naturale che quell'argomento lo mandasse in confusione, doveva soffrirne ancora molto.

“Perdonami, Remus, io non volevo... siamo tutti molto dispiaciuti per Sirius.”

“E Harry come l'ha presa?” le chiese lui all'improvviso, sicuramente per deviare l'attenzione da sé. “Spero di riuscire a scrivergli presto. Diglielo. Se posso, gli scriverò.”


***


Hermione era nella stanza di Fred e George assieme a Ron e Ginny, erano corsi al secondo piano della Tana subito dopo aver scoperto che la notte precedente era arrivato Harry, che in quel momento di trovava ancora infilato nel letto di uno dei gemelli.

Continua a invitare a cena Tonks. Vorrebbe che Bill s'innamorasse di lei. Magari, dico io. Preferisco mille volte avere lei in famiglia,” stava spiegando Ginny a Harry, che aveva appena scoperto che Fleur e Bill si sarebbero sposati presto.

Mmm, funzionerà di sicuro,” commentò Ron sarcastico, “ascolta, nessun uomo sano di mente può innamorarsi di Tonks quando c'è in giro Fleur. Voglio dire, Tonks è carina quando non si fa quelle cose stupide ai capelli e al naso, ma...”

Ron s'interruppe, lo sguardo rivolto alla porta dava sul corridoio sbilenco.

Anche Hermione si voltò e vide Lupin fermo sulla soglia, ma si mosse così velocemente che scorse la sua espressione solo per un istante.

“Miseriaccia,” esclamò Ron, senza fiato, “avete visto come mi ha guardato? Che gli è preso?”

“Sai benissimo cosa devi fare per scoprirlo, no? Va a chiederglielo!” incalzò Hermione.

Ron la guardò spaventato.

“Cosa? No, sei pazza?”

Lei sbuffò spazientita.

“Cos'è di preciso che ti spaventa? Non sarà perché è un lupo mannaro, non è vero?” gli chiese minacciosa.

“Ma no, storia vecchia, Lupin è a posto!” replicò lui, offeso.

“E allora?” sbottò lei, chiedendosi se avesse davvero urtato la sua sensibilità. A volte lo sottovalutava, ma era talmente zuccone da spegnerle sul nascere qualunque senso di colpa nei suoi riguardi, inoltre lui la offendeva di continuo!

“Allora magari, e dico magari ma intendo di sicuro, Fleur piace anche a Lupin e non vuole certo discuterne con me. Insomma, piace anche a papà, ma mica va a strombazzarlo in giro!”

Hermione lo zittì con un'occhiata omicida: come poteva pensare che maghi adulti come il signor Weasley e Lupin si lasciassero abbindolare dai poteri di Flebo? Ron era così infantile e superficiale!

“Bene, visto che sei troppo vigliacco per parlarci tu, lo farò io!” disse, alzandosi dal letto di Harry.

Ron, però, non si tirò indietro.

“Vado io!” le urlò, superandola di corsa. “Con te sarebbe anche peggio, non lo capisci? Ti sembra un argomento che un uomo vorrebbe discutere con una ragazzina?”

Hermione, furiosa per l'epiteto con cui l'aveva definita, non rinunciò a intervenire, ma venne un istante dopo investita da Ron che tornava sui suoi passi a tutta velocità.

“Guarda che Lupin è andato di la'!”

“Hermione, devo chiamare la mamma, lui è... non so cos'è successo...”

La ragazza intravide Lupin riverso a terra in fondo al corridoio.

“Ron, cosa Merlino gli hai fatto?”


***


Avevano trasportato Lupin sul malconcio divano del salottino della Tana e ora tutti gli occupanti dell'abitazione si accalcavano attorno a lui, preoccupati.

Qualcuno bussò alla porta e Molly si affrettò a raggiungere l'ingresso per porre le domande di rito all'ospite.

“Per fortuna è arrivata! Ora ci penserà lei,” esclamò, evidentemente soddisfatta dalle risposte ricevute, prima di intimare ai ragazzi di uscire dalla stanza.

Tutti si voltarono, certi di vedere un Medimago, invece...

“La mamma ha intenzione di lasciare Lupin nella mani di Tonks... ma è matta?” reagì Ron, sbigottito.

“Guarda che Tonks è un'Auror, smettila di sminuirla!” gli ringhiò contro Ginny.

“Beh, Ginny, visto che ti piace tanto, perché non te la sposi tu?” replicò lui, piccato.

Tonks nel frattempo si era accostata al capezzale di Lupin e gli aveva puntato la bacchetta al petto.

“Reinnerva!” formulò.

“Vedete, ha sbagliato, la formula corretta è Innerva,” brontolò Ron.

'Innerva' funzionerebbe solo se tu avessi Schiantato Lupin...” commentò seccamente Hermione. “Lo hai fatto?”

Lupin si stava lentamente svegliando e Molly ordinò nuovamente loro di lasciare la stanza, questa volta spingendoli fuori con la forza.


***



“Come stai?” sospirò Tonks, accomodandosi accanto a lui accompagnata dai cigolii delle molle del vecchio divano dei Weasley.

“Cos'è successo?” le chiese Remus, guardandosi attorno smarrito.

“Sei svenuto... terrorizzando il povero Ron.”

Remus si stava ancora sforzando di mettere a fuoco la stanza con una certa ansia.

“Non ti preoccupare, Molly ha fatto uscire tutti, siamo soli... guardati, sei mezzo morto di fame, per forza sei collassato. Suppongo che nel branco giochiate al salto del rancio...”

Remus si chiuse nel solito silenzio, l'unica riposta che offriva a qualunque domanda gli ponesse riguardo la sua missione tra i lupi mannari.

“Beh, ti avverto, Molly ha un imbuto e non ha paura di usarlo. Intende ficcartelo in gola e ingozzarti come un'oca, prima che tu te ne vada di nuovo ti farà scoppiare il fegato...” pensò di sorridere, invece sospirò. “Qualche giorno fa mi ha detto cos'hai raccontato ai ragazzi.”

“Cioè cosa?” domandò lui, ma lei capì dalla sua voce tesa che già presagiva a cosa alludeva.

“Che sono distrutta dal senso di colpa per aver causato la morte di Sirius.”

Remus impallidì visibilmente. Straordinario, considerando che il suo colorito di partenza era già spaventosamente cereo.

“Lo sai che non lo penso veramente, vero?” pronunciò con enfasi.

Lei tacque.

“Tonks è importante che tu lo capisca, nessuno incolpa te.”

Tu sì e a pensarci bene non hai tutti i torti,” gli mormorò con voce malferma.

“Tu sai perché ho mentito, lo so che lo sai.”

Tonks inghiottì la rabbia, lasciandosi sfuggire un singhiozzo soffocato.

“Oh, Ninfadora...” le mormorò lui, accarezzandole dolcemente una guancia. “L'ho detto solo perché non volevo... non volevo...”

“... che Hermione pensasse che è a causa tua se sono una pezza?”

Remus si tormentò le mani con un'espressione di grande sofferenza.

“Mi disprezzo,” mormorò, “e so che non cambierò mai.”

“Non ti ho mai chiesto di cambiare.” Tonks lo fissò dritto negli occhi. “Non avevo alcuna intenzione di raccontare ai ragazzi di noi due. Non l'ho detto a nessuno, neppure a Molly, ma i nostri amici lo hanno capito lo stesso... credevi che avessi vuotato il sacco per farmi compatire e spingerli a fare pressione su di te?”

Remus pensava esattamente quello, comprese, cosa che la ferì profondamente.

“E allora come lo hanno capito?”

“Dal mio Patronus... è cambiato e io... beh, avrei potuto evocarlo incorporeo come fai tu, ma la prima volta che è apparso mi ha presa alla sprovvista, l'hanno visto tutti, compreso Piton...”

Lui rivolse istintivamente gli occhi alla bacchetta che stringeva ancora nel pugno.

“Il tuo Patronus?” ripeté, come in trance. Era l'unico membro dell'Ordine a ignorarne la forma.

“Si è trasformato in un lupo, Remus, perché sei tu il mio pensiero felice più intenso.”

Fu come se l'avesse pugnalato, ma ciò che seguì alla prima, istintiva reazione, la lasciò sbigottita: Remus scoppiò a ridere reggendosi prima la pancia e poi la testa e presto i suoi occhi si riempirono di lacrime, che gli balzavano dalle ciglia a ogni nuovo attacco d'ilarità, percorrendogli con scie irregolari le guance, il mento, il collo.

Tonks si strofinò il naso con il dorso della mano, l'altro palmo premuto sullo stomaco.

“Perché deve fare così male?” chiese all'uomo che amava e che ancora rideva e rideva, ma il loro dolore non era un Molliccio e quelle risa che sembravano più un pianto non l'avrebbero ingannato neppure se lo fosse stato.


***


Hermione corse incontro a Tonks, fermandola nell'atto di estrarre la bacchetta dal mantello per Smaterializzarsi.

“Tutto bene?” chiese ottimista. Aveva udito delle risate provenire da dietro la porta del salotto dove Molly aveva chiuso lei e Lupin.

Lei si strinse nelle spalle, era molto pallida e non c'era traccia sul suo viso dell'allegria che dovrebbe accompagnare delle risate.

Hermione, pur comprendendo che l'amica non voleva confidarsi, desiderava offrirle il proprio sostegno.

“Non è stata colpa tua, Tonks.”

Tonks tirò le labbra in un sorriso triste, prima di prendere a girare su se stessa e svanire nel nulla.




*frasi tratte da Harry Potter e il Principe Mezzosangue.

Ho pensato a Tonks che, secondo Hermione, ha problemi con le Metamorfosi ed è sempre depressa perché soffre del 'senso di colpa dei sopravvissuti' dopo aver letto la biografia di Remus... Remus, già, perché da ciò che dice Hermione pare che sia stato proprio lui a parlargliene, e sarebbe stato proprio da lui mentire per coprire il motivo reale dello strano comportamento di Tonks, no? Perché in realtà Tonks, di certo addolorata anche dalla morte di Sirius (come tutti i membri dell'Ordine), sta male perché teme che Remus si faccia ammazzare a causa sua, non perché si sente in colpa per Sirius.

Beh, questa è la mia spiegazione ;-)

(chissà, magari ho preso una grossa cantonata XD)


ps-in questo passaggio: “Lei si sente responsabile di... beh... cercavo di spiegarle che non è colpa sua, che deve dimenticare e andare avanti, perché ci sono altre persone, persone migliori..." naturalmente Remus si riferiva a se stesso, non a Sirius.



   
 
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