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Autore: dragonqueens    10/12/2014    0 recensioni
Celeste è una dolce ragazza di 16 anni costretta continuamente a cambiare casa insieme alla zia e al fratello maggiore per problemi. Finalmente hanno trovato la casa perfetta ed è da un anno che ci abitano. Purtroppo un giorno la nostra Celeste vede qualcosa che non doveva e non voleva vedere e scappa piangendo dalla zia, l’unica persona che le è sempre stata vicina. Sua zia le da la possibilità di fare uno scambio e si ritrova in un’altra vita dove pensa di aver sempre vissuto e dove ha tutti i suoi amici. Con i ricordi di quella vita si uniranno anche quelli della precedente di cui non ricorda nulla. Ma solo la vicinanza con Lui le fa ricordare i fatti successi prima dello scambio.
Riuscirà Celeste a ricordare la sua vita passata e in quale mondo deciderà di vivere? Ma soprattutto riuscirà a trovare l’amore della sua vita o è tutto un sogno?
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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FAVOLA
Ora vi racconto una storia che
Farete fatica a credere
Perché parla di una principessa
E di un cavaliere che
In sella al suo cavallo bianco
Entrò nel bosco
Alla ricerca di un sentimento
Che tutti chiamavano amore

Prese un sentiero che portava
A una cascata dove l’aria
Era pura come il cuore di quella
Fanciulla che cantava
E se ne stava coi conigli
I pappagalli verdi e gialli
Come i petali di quei fiori che
Portava tra i capelli
Na na na na na na na na na…

Il cavaliere scese dal suo cavallo bianco
E piano piano le si avvicinò
La guardò per un secondo
Poi le sorrise
E poi pian piano iniziò a dirle
Queste dolci parole:

Vorrei essere il raggio di sole che
Ogni giorno ti viene a svegliare per
Farti respirare e farti vivere di me
Vorrei essere la prima stella che
Ogni sera vedi brillare perché
Così i tuoi occhi sanno
Che ti guardo
E che sono sempre con te
Vorrei essere lo specchio che ti parla
E che a ogni tua domanda
Ti risponda che al mondo
Tu sei sempre la più bella
Na na na na na na na na na…

La principessa lo guardò
Senza dire parole
E si lasciò cadere tra le sue braccia
Il cavaliere la portò con se
Sul suo cavallo bianco
E seguendo il vento
Le cantava intanto
Questa dolce canzone:

(2 volte)
Vorrei essere il raggio di sole che
Ogni giorno ti viene a svegliare per
Farti respirare e farti vivere di me
Vorrei essere la prima stella che
Ogni sera vedi brillare perché
Così i tuoi occhi sanno
Che ti guardo
E che sono sempre con te
Vorrei essere lo specchio che ti parla
E che a ogni tua domanda
Ti risponda che al mondo
Tu sei sempre la più bella
Na na na na na na na na na…
(favola, MODA’)
Sognavi di vivere in una favola quando eri piccola?
Io si. Sognavo di essere una piccola principessa, che viveva in un grande castello di cristallo. Sognavo che portavo vestiti regali bellissimi, rosa e scintillanti e indossavo gioielli di diamante puro. Sognavo che avrei potuto cambiare il mondo con una parola e tutti sarebbero stati felici. Sognavo un mondo arcobaleno dove vivevano elfi, fate, unicorni e streghe. Dove tutti erano buoni. Dove ognuno sorrideva. Si condivideva la felicità e si sorrideva per le piccole cose di ogni giorno. Sognavo di essere una principessa da salvare da una strega malvagia. Sognavo il mio bel principe gentile che mi veniva a salvare in sella a un cavallo bianco. Sognavo il lieto fine con il vissero felici e contenti. Continuavo a sognare. Sognare. Sognavo su quelle favole semplici che ci facevano sorridere e addormentare. Ma, ditemi chi di noi non ha mai sgranato gli occhi e spalancato la bocca non appena sentiva il suono del "C'era una volta..."? Così cominciano quasi tutte le favole, tre brevi paroline magiche che ci incantavano da bambini e ci facevano chiedere "Ancora!" non appena il nostro narratore si interrompeva. Dal Principe ranocchio a Cenerentola, da Biancaneve a Robin Hood, ognuno ha sognato di essere un eroe buono, una principessa da salvare, un principe coraggioso e di diventare, così, parte di quel mondo meraviglioso raccontato nel libro. Ognuno ha creduto che quel mondo magico da qualche parte potesse esistere per davvero, ognuno di noi si è affacciato alla finestra in cerca di E.T., ha aspettato sotto le lenzuola che Peter Pan facesse il suo ingresso per portarci dai bambini sperduti o ha sperato nell'intervento della fata turchina.
Un motivo per cui ci abbiamo creduto nelle favole, e in fondo in fondo ci crediamo ancora, esiste. Ci crediamo ancora perché la favola non racconta solo una storia ma racconta le emozioni che ci sono dentro, racconta la possibilità di redimersi, il perdono, l'amore, la forza e il coraggio di perseguire un desiderio. La favola racchiude, come il mito, la storia del genere umano, in cui esistono lupi cattivi e coraggiosi cacciatori; credere alle favole ci ricorda che ogni azione non è mai fine a se stessa ma ha le sue conseguenze, ma soprattutto ci ricorda che quando sembra tutto buio esiste sempre la speranza, come accade nel racconto del mito di Pandora. La favola racconta la nostra storia, quindi, qualcosa che viene riconosciuta come vera dal nostro animo. La favola racconta verità: in questo si custodisce la sua realtà.  Ma il vero motivo per cui ci crediamo è il lieto fine, ovvero il coronamento del desiderio: dopo mille disavventure, dopo sforzi, lotte magiche e trasformazioni finalmente arriva quel tanto atteso "E vissero felici e contenti". E nella nostra vita noi al lieto fine ci crediamo, crediamo che il principe salvi la principessa, crediamo che Pandora lasci sempre Speranza sul fondo del vaso e che la strega cattiva ci lasci le penne. Forse è il credere nelle favole a portare noi esseri umani nella dimensione dell'incanto e che fa sognare ad ognuno il suo principe o la sua principessa con cui vivere una eterna favola d'amore.
Il problema dove sta? Il problema è che passiamo l’infanzia tra i film della Disney e il tipico lieto fine. Poi cresci e i tuoi mille castelli ti crollano addosso. Scopriamo cosa è successo realmente: Cappuccetto Rosso è morta perché il cacciatore non ha fatto in tempo a salvarla, il vero Piter Pan salto dalla finestra e morì perché credeva di poter volare, la Sirenetta si uccise perché non poteva stare con l’amato, Cenerentola era una prostituta, Biancaneve non si risvegliò con il bacio del principe, la Bestia stuprava la Bella, Riccioli d’oro viene divora, il pifferaio ipnotizza i bambini e li conduce in una grotta dove nessuno li troverà mai e moriranno tutti.  Scopriamo che non ci sono vere streghe cattive o vere fate buone. Scopriamo che il bel principe gentile è solo bello e non gentile e ne regale, che è scorbuti, antipatico e ci tratta male, ma noi lo amiamo. Non ha più il suo destriero bianco ma arriva in sella di una moto elegante, scura e seducente come una pantera.
Ma sappiate che esistono ancora le principesse al giorno d’oggi. Sono quelle ragazze con un libro fra le mani, con le cuffiette nelle orecchie e la musica a palla. Ora le principesse hanno dei jeans strappati e felpe enormi. Le principesse di oggi soffrono, cadono ma si rialzano. Le principesse di oggi toccano il fondo ma risalgono a galla. Non hanno paura. Sorridono anche se dentro soffrono. Cercano un mondo di pace. Perché in questo mondo la pace è la cosa migliore.
Anche io mi sentivo una principessa quel sabato pomeriggio a casa mia, due ore prima della festa a cui dovevo andare. Avevo già indossato il vestito che avevo preso con Rosalya e me lo stava risistemando per renderlo perfettamente perfetto. L’albina aveva aggiunto brillantini su tutto il vestito fino a farlo sembrare un cielo coperto da dolci nuvolette bianche. Mi aveva avvolto la vita con un lungo nastro blu notte che andava a chiudersi dietro la schiena con un fiocco abbastanza grande. Mi misi dei tacchi alti blu come il fiocco e al collo una catenina con un cuore di cristallo. Al polso misi il mio solito vecchio braccialetto d’oro con i rubini incastonati. Ero perfetta. Yeah. Anche Rosa lo era. Eravamo perfette. Avremmo fatto un figurone … più o meno. Forse lei. Io avrei avuto un piccolo problema ad andare alla festa. Ma all’ora non lo sapevo. Continuammo a prepararci fino ad essere veramente pronte. Eravamo pronte. Pronta per una festa, ma non pronta per quello che sarebbe successo.
All’ora stabilita i nostri due cavalieri arrivarono e suonarono il campanello di casa mia. DLIN DLON. “CAM, VAI AD APRIRE LA PORTA, PER FAVORE!!!” urlai a mio fratello che era stravaccato sul divano.
“NON HO VOGLIA” mi rispose urlando. Che fratellino gentile che ho pensai. Cam era il solito strafottente, menefreghista e nullafacente ragazzo di città che riusciva  rimorchiare una ragazza anche se era vestito da straccione (mi ricordava Castiel). Aveva un carattere di merda e ce l’ha ancora adesso (forse anche peggio). Non potevo chiedergli nulla perché non lo faceva. L’unica cosa che faceva era dormire, mangiare e fare sesso. Niente di più. Ah si! Piscia anche. Poi disturba, rutta, emette peti e molte altre cose rozze.
“VAI AD APRIRE QUELLA CAZZO DI PORTA!” gli urlai ancora contro.
“NOOOOO” sfaticato e testone: molto azzeccati come aggettivi.
“Camierino <3 per favore puoi andare ad aprire la porticina” si intromise nella discussione Rosa con una voce dolce come il miele, che fece sciogliere il cuore duro di mio fratello e lo fece alzare dal divano. Andò verso la porta e la aprì, facendo entrare i nostri due accompagnatori. Subito dopo se ne andò. Io e Rosa dovemmo farli aspettare almeno dieci minuti o più anche se aravamo pronte. Perché? Secondo Rosa, era un modo per farsi desiderare. Non ne ero sicura al cento per cento, ma era meglio non contraddirla. Quando decidemmo di scendere iniziò a battermi forte il cuore. Un attimo prima ero felice (non troppo visto che dovevo andare alla festa delle tre galline), dopo il suono del campanello un essere superiore mi aveva fatto comprendere a cosa stavo andando incontro. Avrei visto Castiel vestito bene, elegante e un po’ meno rockettaro. Chissà com’è? pensai. La mia immaginazione mi fece sbavare non poco. Rosa fortunatamente non se ne accorse. Non se ne accorse perché stava sbavando anche lei, penso su Leigh. Feci un lungo respiro. Anche lui mi avrebbe vista. Avrebbe ammirato le mie curve? Gli si sarebbero illuminati gli occhi? Se ne sarebbe infischiato? Non lo sapevo. Zietta mia!, ero agitatissima. Respirammo lentamente insieme, io e Rosa. Guardammo le scale. Era l’ora. Dovevamo scendere. Scendemmo lentamente e mi sembrava di sentire le solite canzoncine da film romantico americano. Ero imbarazzatissima. Sapevo già che non sarei cascata, Rosa mi aveva fatto fare le prove tutto il pomeriggio per sicurezza. Però una cosa è scendere quando nessuno si aspetta niente da te, un’altra quando qualcuno ti sta guardando e che giudica ogni cosa che fai. Non so quale preferite. Io la prima. Finalmente la lunga discesa dalle scale finì e arrivammo davanti ai nostri due cavalieri in smoking. Credo che Rosa abbia interferito anche con le scelte dei ragazzi, perché Castiel portava  un completo blu scuro con una camicia azzurra e Leigh uno viola scuro con una camicia violetta. Non so se c’è bisogno di ricordare che io sono vestita di azzurro e blu come Castiel e Rosa di viola come Leigh, ma lo faccio. La solita Rosa.. pensai. Doveva abbinare sempre tutto alla perfezione. Però, c’era da precisare che erano veramente fighi. Soprattutto Castiel. Era strano vederlo in blu, ma stava da dio!
Leigh fece qualche dolcissimo complimento a Rosalya sulla sua incredibile bellezza. Castiel, invece, me ne fece uno. Almeno penso che fosse un complimento.
Uscimmo di casa. Salimmo sulle moto con cui i due ragazzi erano arrivati. Partimmo e ci dirigemmo verso la festa.
Non capisco cosa ho fatto di male per avere tutte queste sfighe. Ditemelo voi se lo sapete perché io mi arrendo. Ma… io non capisco perché gli unici ad una festa dove tutti si dovevano vestire di viola siamo stati io e Castiel vestiti di azzurro? Ok forse non state capendo niente. Allora ricapitoliamo: siamo partiti da casa, siamo arrivati al luogo della festa, ci siamo guardati intorno, abbiamo notato che tutti erano vestiti di viola e per questo non siamo riusciti ad entrare. Ma perché cavolo Rosalya mi ha fatto mettere un vestito azzurro? Già… perché Rosa me lo ha fatto mettere? Rosa si sarà sba … è stata ROSA!!!! Non ci potevo credere!! Rosa aveva organizzato tutto. Era tutto un suo piano. Infatti, la nostra carissima amica Rosa mi si avvicinò dicendo:”sono stata gentilissima. Potrai saltare la festa e stare un po’ con Castiel da sola” come se Castiel non avesse il coraggio di lasciarmi qui fuori! pensai. Mi voltai verso il rosso che aveva una faccia abbastanza spazientita. Gli chiesi cosa aveva intenzione di fare e prima che il ragazzo aprì bocca Rosa si mise in mezzo e ci ordinò di andare a mangiare ad un ristorante super elegante che aveva prenotato in precedenza e che non voleva perdere i soldi che aveva già dato. Visto che stavamo per rifiutare, ci fece una di quei suoi soliti sguardi che era meglio non contraddire. Così ci dirigemmo verso il ristorante stabilito.
Io e Castiel ad un ristorante elegantissimo? Avevo un brutto presentimento.
 
   
 
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