Chi ha sentito il sapore della sofferenza
così profonda nel cuore da esser dolce,
mi perdonerà, forse, se scrivo
per enigmi.
Fratelli, la sofferenza è nostra musa;
la sofferenza, e muti
specchi deformanti il nostro pubblico.
La mia musa ha un fratello, dubbio,
e loro madre è il desiderio:
come la mano del mare scuotono
i nostri pensieri malfermi, empiendoli
di dei, di verità,
di gioie, di urgenze, di vergogne, di paure, d'inconcepibili
malinconie,
mentre il tutto assomiglia alle libellule che sorvolano il fiume-
il loro sguardo si rivolge al sole
e subito non c'è più nulla.