Fanfic su artisti musicali > The Vamps
Segui la storia  |       
Autore: jamesguitar    10/12/2014    4 recensioni
Raccolta di tre One Shot su James McVey
Maddie armeggiò con le sue manine e porse al bambino una caramella verde, quella in cima al pacchetto, quell’orsetto gommoso. E lui lo afferrò, afferrò quella caramella sporca del sudore della bimba, ma buona comunque a suo parere. La afferrò e poi guardò quella bambina, che aveva spostato lo sguardo. Guardava un punto a lui sconosciuto con i suoi occhi di un marrone scuro, simile al nero, e pensava a chissà cosa.
In quel momento, nonostante l’estremamente giovane età, James pensò che fosse davvero bella.
[...]
La ragazza gli appoggiò la testa sulla spalla, al suo migliore amico, colui che c’era sempre. Non ci fece molta importanza, ma il ragazzo abbassò lo sguardo sui suoi capelli bagnati; e poi giù, sui suoi occhi di un marrone così bello da cadere nel banale, sul suo naso che sembrava scolpito e sulle sue labbra divenute viola per il freddo.
[...]
«Sai, forse sarebbe potuta andare in modo diverso»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James McVey, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un semplice sorriso.
Terza One Shot: Lacrime piene di rimpianto.
 
Decicato al mio James, l'unico regalo di Natale che vorrei davvero ricevere.

Dorset, 8 Novembre 2020.
 
Era un giorno come gli altri, quello. Maddie era andata a lavorare nel negozio della madre e si trovava ancora lì. Osservò le gocce di pioggia che cadevano fuori dalle quattro mura tra cui si trovava e si ritrovò a sospirare pesantemente, era rimasta sola nel negozio e avrebbe dovuto chiudere, ma non ce la faceva. Forse era stupido, anzi, lo era sicuramente, ma aver trovato la settimana prima quella lettera dopo tanti anni, averla trovata troppo tardi, la aveva colpita nel profondo, così forte che a volte pensava di non riuscire a respirare. Si sentiva così stupida, così idiota ad averla persa non appena era arrivata, ma superstiziosa com’era non faceva che chiedersi se non fosse giusto così. Lei e James erano sempre stati uniti da un filo invisibile, ma la perdita di quel pezzo di carta non poteva significare la rottura del filo?
 
Maddie scosse la testa e si avvicinò alla porta d’ingresso del negozio, poi chiuse a chiave e girò il cartello closed. Tornò dietro al bancone e con pigrizia accese la televisione, era raro che lo facesse, ma non se la sentiva di andare a casa con quel tempaccio e non aveva voglia di restare sola a far niente.
Sbuffò quando apparì un programma di cucina e cambiò canale, ma subito si pentì. Il suo cuore si spezzò in mille pezzi, come al solito, a vedere quel volto sorridente dietro allo schermo, circondato dai suoi tre amici che non avrebbe mai conosciuto. Sentì i suoi occhi appannarsi e la sensazione delle lacrime sulle guance, che scorrevano lentamente mentre il video musicale veniva trasmesso su MTV. Cos’aveva fatto di male? Perché sembrava che tutti ce l’avessero con lei, che chiunque la stesse rimproverando per la sua mancanza di troppi anni prima?
 
Le note di quella canzone erano una melodia tagliente per il suo cuore, e Maddie affondò le unghie nel legno per cercare di scacciare il dolore, senza risultato. La aveva ascoltata una volta sola, appena era uscita, e subito era scoppiata a piangere come una disperata.  La aveva sempre evitata da quel momento, ma ora non riusciva a spegnere le televisione, era come attratta dallo schermo e non si era quasi accorta dei fiumi che uscivano dai suoi occhi un tempo truccati miseramente, proprio come piaceva a lui.
 
«Ti prego, Maddie, vieni con me»
 
La ragazza pensò che aveva sognato tante volte di svegliarsi una mattina e non ricordare più chi fosse James, che aveva sognato di dimenticarlo per sempre e di rimuoverlo dalla sua mente, perché odiava sentirsi ricordare dalle sue immagini sul web, dai suoi tweet e dai ricordi che aveva sbagliato tutto, che era sempre stato troppo presto o troppo tardi, che il loro momento non era mai arrivato veramente e non sarebbe arrivato mai più.
Maddie leggeva di James, leggeva delle sue delusioni in amore e delle sue riflessioni, e non riusciva mai a non piangere perché sapeva che se ci fosse stata lei con lui lo avrebbe trattato come un principe, che non lo avrebbe fatto soffrire. Ma sapeva anche che aveva sempre fatto lo stesso errore, allontanare le persone, ogni volta, e che quello fatale li aveva allontanati per sempre.
 
«Io non scelgo te, James!»
 
Erano state quelle le ultime parole che gli aveva rivolto. Nessun bacio d’addio, nessuna frase sdolcinata, ma una coltellata che gli aveva inflitto senza pietà e che non poteva dimenticare.
 
Ogni anno James McVey veniva in Dorset per Natale, Maddie lo sapeva perfettamente, e ogni volta lo ignorava. Ma lui non l’aveva mai cercata, quindi perché avrebbe dovuto fare diversamente?
Sapere che era nella sua stessa città e non potersi muovere era una tortura, lo era sempre stata, ma non si sarebbe mai azzardata a mettere piede fuori casa, sapendo che avrebbe potuto incontrarlo. E vederlo, ignorarsi, avrebbe portato altro dolore. Ne aveva abbastanza di soffrire.
Ma se era vero, allora perché non riusciva a smettere di piangere?
 
Dorset, 30 Aprile 2016.
 
«Maddie, ti prego, vieni con me» la proposta di James era assurda, Maddie scosse la testa. Si accorse dello scintillio che scompariva dagli occhi del biondo ed indietreggiò, come se le semplici parole che il ragazzo aveva detto potessero ucciderla da un momento all’altro.
«L-lo avete accettato?» era spaventata da quello che stava succedendo. Sapeva che James aveva incontrato Bradley, un ragazzo che amava cantare, per mettere su una band. Sapeva che avevano trovato un batterista e che avevano iniziato a caricare cover su Youtube, che avevano preso un bassista in prova e che forse avrebbero firmato un contratto. Ma diavolo, non credeva sarebbe successo così in fretta.
«Sì, Maddie! Ci faranno firmare un contratto, ti rendi conto? Affitteremo un appartamento a Londra per lavorare meglio, e dato che sarò qui davvero poco ho pensato di chiederti di venire con me» James si era spento un po’, aveva capito che non avrebbe avuto la reazione che sperava.
Maddie appoggiò la fronte su una mano e provò a respirare regolarmente, ma non  ce la faceva. Doveva aiutare la sua famiglia, aveva promesso di restare in quel periodo di crisi e di aiutare al negozio, ora che aveva finito la scuola. Aveva rinunciato al College per questo, che senso aveva andarsene?
 
«Sei semplicemente fuori di testa!» iniziò a piangere, anche se odiava farlo davanti a lui. «Io non posso, e sai benissimo il perché! Mio dio, davvero pensi di andartene e basta? Lasciarmi così?»
Non riusciva a crederci. Era successo tutto troppo in fretta, santo cielo.
James voleva stare calmo, davvero, ma non ce la fece. «Non puoi? E perché? Perché devi aiutare la tua famiglia? Hai due fratelli, Maddie, che non fanno nulla tutto il girono! Non puoi lasciarmi andare da solo, per favore!»
Non voleva lasciarla lì, da sola, ma allo stesso tempo non poteva rinunciare al sogno di una vita. Perché diavolo non riusciva a capirlo come una volta?
«Lo sai benissimo che non sono abbastanza responsabili, e poi come lo spiego a tutti? “Ciao mamma, ciao papà, ciao Joseph, ciao Ally, me ne vado a Londra!”»
 
Maddie sapeva che le sue parole stavano ferendo James, sapeva che si stava comportando male e lui anche, ma proprio non riusciva a smetterla, anche se forse avrebbe proprio dovuto.
«Sai cosa, Maddie? Magari per una volta potresti scegliere me, invece degli altri!»
La ragazza scosse la testa perché proprio non ci riusciva a fidarsi del tutto di lui, quel tradimento bruciava sotto la pelle, scorreva nel sangue, e chi le diceva che non sarebbe stato diverso? Chi le diceva che poteva lasciare la sua famiglia e abbandonarla nel momento del bisogno, seguendo un ragazzo di cui forse aveva smesso di fidarsi in una grande città per aiutarlo a seguire il suo sogno, sapendo che il suo non si sarebbe mai realizzato?
«Io non scelgo te, James!»
Maddie scappò via senza sapere che la mattina dopo James avrebbe fatto i bagagli, che sarebbe andato via e che non avrebbe mai avuto l’occasione di baciarlo l’ultima volta.
 
Dorset, 8 Novembre 2020.
 
Facevano male. I ricordi erano lame che affondavano nel petto di Maddie, una ragazza rimasta incompleta per anni e che quando aveva finalmente trovato ciò che le mancava, lo aveva perso per sempre.
Maddie poteva dire quanto voleva che era andata avanti, che piano piano stava diventando un’adulta a tutti gli effetti e nel frattempo James poteva essere rimosso dalla sua mente, ma sapeva non era così. Lei ci provava, davvero, ma non ci riusciva. Qualsiasi ragazzo che vedeva le ricordava lui, ogni sorriso le faceva pensare che non era bello come quelli che James faceva di prima mattina, nessun paio di occhi aveva la stessa tonalità dei suoi, quel verde/azzurro irresistibile che aveva fatto innamorare fin troppe ragazze a scuola, ma che avevano guardato sempre e solo lei.
 
Maddie pensò che aveva trovato la lettera nel momento sbagliato, che si avvicinava il Natale ed era probabile che lui fosse già in città, e che forse non avrebbe resistito e avrebbe lasciato la lettera nella sua casella della posta, giusto per fargli sapere che l’aveva letta e che non la avrebbe dimenticata facilmente.
La ragazza si asciugò le lacrime, doveva andare a casa. Sapeva che non lo avrebbe incontrato in giro, non gli piaceva uscire la sera quando stava a quella che un tempo era casa sua, perciò poteva stare tranquilla. Spense la televisione e il locale diventò silenzioso, più silenzioso di quanto avrebbe dovuto.
Scoppiò a piangere di nuovo, stavolta inarrestabile, perché la mancanza di qualsiasi suono la aveva lasciata sola con se stessa, sola con la consapevolezza che aveva fatto troppi errori e che se prima era troppo presto adesso era troppo tardi, come al solito, non sarebbe mai arrivato il momento giusto.
 
Sentì una mano bussare alla porta all’improvviso, e provò a smettere di singhiozzare. Possibile che la gente non leggesse mai i cartelli? Si staccò dal bancone a cui si reggeva per scacciare il dolore e non cadere nella disperazione, prese il cappotto, la borsa e si avviò alla porta. La aprì con le chiavi che erano rimaste attaccate ed uscì di fretta senza guardare chi l’aveva disturbata, girandosi e chiudendo il locale, poi mise le chiavi in tasca.
Un colpo di tosse fatto apposta per attirare la sua attenzione le fece gelare il sangue, e chiuse gli occhi. No.
Non poteva essere lui, giusto? Eppure Maddie non sbagliava mai, non dimenticava nemmeno un dettaglio delle persone che conosceva, era una sua caratteristica. Era cresciuta con quel ragazzo, come poteva dimenticare quel suono? Il suo profumo?
 
Chiuse gli occhi e pianse ancora, nonostante avesse sempre odiato quella parte debole di lei, quel sentimentalismo che non riusciva mai ad evitare.
Si girò lentamente e ciò che vide la lasciò spiazzata. Lo stesso viso, le stesse fossette tese per quel sorriso troppo bello per questo mondo orribile, quella corporatura muscolosa e quei jeans bucati sul ginocchio nonostante la temperatura. Maddie non riusciva a respirare, infilò le mani nelle tasche per evitare che tremassero e si sentì male, perché era la prima volta che lo vedeva da quando era partito e non sarebbe dovuta andare così, Maddie avrebbe dovuto andare a casa e chiudercisi dentro finché non se ne fosse andato.
 
«Ciao» disse James e dal suo tono si capì tutta l’ansia e la paura che provava, il sorriso che portava in volto divenne falso e a Maddie mancò il respiro.
«Ciao» rispose lei.
James non avrebbe dovuto, ma odiava vederla piangere e non riuscì a trattenersi dall’abbracciarla. La circondò con le braccia facendole mancare il respiro. Era troppo per lei, sentire il corpo del ragazzo premuto contro il suo, il suo profumo che le era mancato così tanto riempirle le narici. Si allontanò di scatto e provò a scusarsi con gli occhi ma non ce ne fu bisogno, lui capì.
«Come te la passi?» era la domanda peggiore da fare, ma d’altronde cosa poteva chiederle?
Maddie alzò le spalle, indicò il trucco colato sulle guance e provò a sorridere: «Tu che dici?»
 
James smise di sorridere, la aveva cercata per un motivo e voleva dirle ciò che aveva in testa, prima di cambiare idea e scappare a gambe levate come aveva fatto una volta.
«Mi dispiace.» sussurrò, senza sapere cosa aspettarsi da quella ragazza troppo bella, troppo intelligente, troppo tutto per piangere.
Maddie sentì il cuore cederle nel petto, fu come se un’onda la avesse investita in pieno e si sentì morire. Cosa avrebbe dovuto dire? Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, non voleva commettere lo stesso errore di anni prima e reagire male a ciò che diceva.
«Ti dispiace?»
«Sì, mi dispiace. Ti giuro che non sono qui per farti qualche scenata o stupida dichiarazione d’amore, perché ciò che provo per te lo sai già e mi sembra stupido. Semplicemente, mi dispiace. Volevo dirti questo.»
 
Maddie scosse la testa e non riuscì ad aprire gli occhi, anche se avrebbe voluto. Non ce la faceva a incontrare i suoi, perché sapeva che sarebbe impazzita e non poteva essere vero, doveva essere un incubo, lui non poteva essere lì per davvero come Maddie aveva sognato tante volte prima di svegliarsi e scoprire che non sarebbe mai tornato.
«Io… non so che cosa dire» confessò la mora, mordendosi il labbro.
 
«Non credo che mi permetterai di nuovo di vederti, perciò ti chiedo di elencare le cose che ho fatto che ti hanno ferita, una per una. Ho passato anni a chiedermi perché non avessi risposto a quella lettera, e…»
«L’ho trovata solo una settimana fa» sussurrò la mora, aprendo leggermente le palpebre e osservando la sua espressione sconvolta.
«C-Cosa?» Maddie riuscì a vedere un accenno di lacrime e si odiò per essere stata distratta come sempre, per non aver notato quella che avrebbe potuto essere l’occasione per ricominciare daccapo con lui ed essere felice.
«Mi è arrivata ma l’ho messa via, credendo che fosse vecchia» ammise, sentendo una lacrima attraversarle la guancia e provando a scacciare il dolore che le attanagliava il petto, senza riuscirci.
 
«Tu…» James si avvicinò di nuovo, sapeva che era sbagliato, ma non ce la faceva. Le afferrò la nuca e la avvicinò al suo viso, mescolò i loro respiri e le asciugò la lacrime con il pollice, di vederla piangere per i suoi sensi di colpa non aveva voglia. E lo sapeva che magari era stata colpa sua davvero e faceva bene a sentirsi male, ma non riusciva a desiderare nemmeno un secondo che soffrisse.
«Dispiace anche a me» disse Maddie mentre la brezza le colpì il viso, seccando la pelle che James ancora toccava con le dita. Non riusciva a muoversi, era come bloccata da un incantesimo.
 
«Tradirmi è stata la cosa peggiore che potessi fare, James. E io sono stata una stronza da quel momento, ma lo sai che…»
«Sì, lo so che sei fatta così, e non ti biasimo. Ma Maddie, volevo solo che venissi con me e che potessimo ricominciare daccapo»
«Credimi, lo so, però… cazzo, non mi è mai stato permesso di andare al College e odiavo il fatto che tu potessi realizzare il tuo sogno, mentre io non avrei mai potuto» ammise la mora, abbassando lo sguardo e piangendo ancora, senza riuscire a fermarsi.
James rimase perplesso da quella risposta. «Non credevo la pensassi così. Sai, magari avresti potuto dirmelo. Magari sarebbe potuta andare in modo diverso»
 
La ragazza non sopportò più quella lontananza e lo abbracciò forte, come avrebbe voluto fare in quegli anni che senza di lui erano passati lentamente. Estati che non avevano avuto lo stesso sapore senza i suoi baci al sapore del gelato che aveva appena mangiato o alla sua risata che riempiva le giornate uggiose, gli inverni passati senza la cioccolata calda del bar all’angolo che non era mai riuscita a prendere da quando era andato via, le foto strambe fatte col suo cellulare e finite chissà dove.
James affondò il viso nei suoi capelli e ne sentì il profumo; senza che riuscisse a controllarsi singhiozzò sulla sua spalla e non servì a nulla ripetersi di essere forte, perché non ce la faceva e forse andava bene così, forse dovevano incontrarsi quella sera e sistemare tutto, forse non era vero che il loro momento non sarebbe mai arrivato.
 
«James, giuro che se avessi letto la lettera in cui mi dicevi che saresti tornato se lo avessi voluto, io non ci avrei pensato due volte a chiamarti. È tutta colpa mia.» la ragazza singhiozzò e si lasciò cullare dal ragazzo che avrebbe amato sempre, dal ragazzo che era tornato in un modo così scontato e allo stesso tempo così assurdo ed inaspettato.
«Non so più chi sono, ma so che persona ero prima che rovinassimo tutto, prima che io rovinassi tutto tradendoti e prima che troppi errori ci tenessero separati» sussurrò James. «Le canzoni che scrivo parlano tutte di te, perché sei l’unica che abbia mai amato davvero e farei di tutto per farti tornare da me»
Forse fu l’emozione, o il desiderio di scappare da una cittadina troppo piccola, la stanchezza di una vita così triste e monotona e il desiderio di realizzare anche il proprio, di sogno, a far dire a Maddie: «Non ti lascerò andare via di nuovo, James, verrò con te. Rimetteremo insieme i pezzi come avremmo dovuto fare tempo fa», piangendo, per poi farle baciare James. Farle assaporare le sue labbra dopo troppi anni passati a cercare di scoprire chi erano, senza rendersi conto che senza l’altro non erano nessuno.




 
#ANGOLOAUTRICE
Ebbene, povere anime distrutte che siete arrivate fin qui a sopportarmi, eccoci con l'ultima shot della raccolta.
Non avete idea di quanto mi sia affezionata a James, Maddie, ciò che hanno passato e qualsiasi abbia scritto di loro. Era da mesi che progettavo di scrivere questa raccolta e ora che l'ho pubblicata non solo mi sento felice, mi sento anche soddisfatta.
Lo so che come finale questo può sembrare un po' scontato, ma secondo me non lo è più di tanto e poi credo che dovesse andare proprio così, che loro due dovessero rivedersi e promettersi di riprovarci, senza nessuna sicurezza di arrivare in fondo al tunnel, ma di cercare di uscirne insieme. Se sapeste il finale che avevo pensato all'inizio... Ew, vi verrebbero i brividi.
Niente, ringrazio chi ha recensito e letto in silenzio, mi ha fatto piacere sapere che qualcuno apprezzava la mia idea!
Anche stavolta un vostro parere mi farebbe davvero felice, ragazze. Spero di non avervi deluse!

Alla prossima storia,


Jamesguitar

Ps. Sto scrivendo anche una long su James, "Marlboro". Se vi va, fate un salto!
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The Vamps / Vai alla pagina dell'autore: jamesguitar