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Autore: Altariah    12/12/2014    2 recensioni
“Cos’è quella roba?”
Vitani alzò gli occhi e trovò Sera ad indicarla.
“Cos’è quella merda che ti stai mettendo sulla faccia?” Ripeté l’elfa, giusto per farle capire che sì, fosse rivolta proprio a lei.
Da Dragon Age: Inquisition
Coppia: Adaar e Sera
Raccolta di missing moments
Genere: Fantasy, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Testa Bionda


Vitani alzò gli occhi. Bellissimo.
Cielo, vento e sabbia. Tutto qui, e lo amava. L’Oasi Proibita era sicuramente uno dei luoghi più belli che avesse mai visitato nella sua vita. Era come se le ricordasse l’afa della terra qunari, in cui lei, però, non era mai stata. Poteva sentire nelle ossa di appartenere al deserto. Ogni volta che in sala di guerra qualcuno nominava delle spedizioni all’Accesso Occidentale, l’inquisitore ne approfittava subito.
Mezzogiorno.
“Fermiamoci. Non voglio gente che sviene e ruzzola giù per un paio di dune. Riprenderemo la spedizione quando il sole sarà un po’ più misericordioso.”
L’inquisitore appoggiò le armi e si sfilò l’armatura, lanciando un’occhiata a Cassandra e a Solas, che si erano seduti all’ombra di un albero. Solas sembrava sempre così assente. Non aveva sfilato le parti scomode degli abiti, stava semplicemente per i fatti suoi, a evocare lampi di energia sui palmi delle mani. A pensarci, Vitani non l’aveva mai neppure visto mangiare. Trovava quasi più umano Cole.
Cassandra invece estrasse un panno da una sacca e ripulì alla bene e meglio la sporcizia dalla spada e dallo scudo, poi iniziò a mangiare un pezzo di pane e qualche striscia di carne secca.
La qunari si limitò a mangiare un frutto dal sapore sgradevole e troppo maturo giusto per placare la fame, e annoiata, decise di sistemare il Vitaar sul proprio viso, che ormai andava sbiadendo.
“Cos’è quella roba?”
Vitani alzò gli occhi e trovò Sera ad indicarla.
“Cos’è quella merda che ti stai mettendo sulla faccia?” Ripeté l’elfa, giusto per farle capire che sì, fosse rivolta proprio a lei.
L’inquisitore si osservò la mano sporca di pittura e poi tornò a guardarla. “Si chiama Vitaar. È composto da sostanze nocive per gli esseri viventi, il più delle volte, ma a cui i qunari sono immuni.”
“A-ha” annuì, poco convinta. “A cosa ti serve? Me lo chiedo dalla prima volta che ti ho vista. Serve… a spaventare gli stronzi?”
“Beh, direi che con te non fa effetto.” Le sorrise l’inquisitore.
Sera si sistemò accanto alla qunari, probabilmente con l’intenzione di importunarla, di cercare un qualche argomento scomodo su cui discutere tanto per sentire innervosire “Lady Adaar”, ma si accorse di essere a corto di idee. Per qualche strano motivo Vitani non rispondeva alle sue provocazioni, anzi, le ignorava… o spesso le assecondava addirittura.  Ad esempio, ora, nonostante le avesse indirettamente affibbiato un nominativo poco nobile, era stata così dolce nella sua risposta che le venne istintivamente da sorridere.
Senza più spunti, l’elfa quindi iniziò a tracciare sulla sabbia qualche linea, borbottando.
Guardandola, Vitani sentì una strana voglia di parlarle. Non era mai stata di molte parole, ma provava una certa curiosità nei confronti della bionda. Divertente e folle erano i primi due aggettivi che le erano venuti in mente.
“Comunque no, se proprio vuoi saperlo. Non soltanto”
Sera lanciò un’occhiata furba all’Araldo, accompagnata da un mezzo sorriso che scomparve subito. Ma non parlò, fu felice di sapere che Vitani non l’avesse liquidata. Ha voglia di parlare.
“Ci sono diversi disegni, diversi… ingredienti, per un Vitaar. Dipende tutto da che effetto desideri causare.”
“Certe volte sono ridicoli. Ridicoli forte, Lady Araldo.”
 La mora ridacchiò, pensando all’aspetto imbarazzante che alcune pitture riuscivano a creare… specialmente sul viso del Toro. Stava per replicare, ma si fermò non appena si accorse che l’elfa aveva appena sfilato dalla tracolla un diario. Era di ottima fattura, rivestito in pelle e decorato a linee sottili. Con tutta probabilità lo aveva rubato in qualche casa di nobili di Redcliffe.
Scorse le pagine veloce, finché non ne trovò una del tutto vuota. Appuntò qualche parola, di fretta, scarabocchiandovi accanto qualche cosa che aveva vagamente la forma di un viso.
“Hai un diario?”
Sera ci mise un attimo per alzare di nuovo gli occhi. Annuì, senza commentare.
Strano. A Vitani non sarebbe mai sembrata una ragazza pronta ad annotare tutti i pettegolezzi su qualche foglio di carta. Quello, pensò, lo fanno le giovani altolocate e viziate, raccontando i propri interessi, i propri gusti. Non una ladra con passioni sfrenate per tutto ciò che è sciocco, rumoroso ed infantile. Non Sera.
In assenza di una domanda sensata da porle, l’inquisitore sorrise. “È molto bello.”
“Sì… piace tanto anche a me.” L’elfa si mordicchiò il pollice. “L’ultimo l’ho lasciato in una taverna di Orlais. Avevo bevuto qualche sorso di vino e me lo sono scordato là. Quanto mi incazzai il giorno seguente! Non ti immagini.” Agitò un braccio, lasciando poi cadere il pugno sulla sabbia. “Beh, posso immaginare però la fine che abbia fatto quel diario. O il locandiere intrattiene i più ubriachi con i miei appunti e disegni sconci, o è finito in mano ad un’ecclesiastica che, dopo aver borbottato scandalizzata, l’ha usato per accendere il camino.” Scoppiò a ridere.
“Non prima di aver riguardato un paio di volte ogni pagina!” L’assecondò la mora.
“Pff” Soffocò un’altra risata, una delle sue, troppo rumorose. “Salvia!”Gridò subito dopo, e si alzò in piedi, correndo ad una ventina di metri di distanza. Ormai Vitani la conosceva troppo bene per stupirsi, così si riappoggiò al tronco alle sue spalle, rilassando il collo. Nessuna nuvola aveva avuto intenzione di aiutarli a rimettersi in cammino, e il sole era ancora al centro del cielo. Ci sarebbe voluto tempo. Tanto valeva riposarsi un po’.
Pensò un po’ al diario. Rifletté a quali possibili contenuti avrebbe potuto avere, ma poi capì… e allora l’idea di un libricino da riempire con semplici scarabocchi non le sembrò più un’idea tanto assurda. Capì che Sera aveva davvero bisogno di qualcosa in cui buttare se stessa, i suoi trascorsi. Appuntarli. Riversare l’odio verso i demoni e la paura che le provocavano. E appuntare anche le intenzioni, qualcosa che avrebbe voluto fare. Non c’entrava nulla il diario scritto ogni sera per descrivere la giornata, i vestiti, i ragazzi. Quello che l’elfa portava con sé altro non era che il suo ordine. Un ordine mentale. Le ricordava le cose da fare, la aiutava a dare forma a delle idee troppo grandi che nella sua testa avevano una forma distorta.
Era il caos? Quello che insidiava la mente della testa bionda era caos puro? Dalle sue parole traspariva proprio quello.  
Vitani sperò di poterlo sfogliare, prima o poi. Forse avrebbe trovato il lato di Sera che nessuno aveva mai conosciuto.
 
Dopo alcuni minuti risentì dei passi avvicinarsi, talmente leggeri che quasi non sprofondavano nella sabbia.
“Caldo. Secco. Caldo. Secco.” Parlava tra sé e sé riavvicinandosi, per poi sedersi nello stesso punto di prima.
L’inquisitore non riaprì gli occhi, sentendo che si trattava di Sera.
“Caldo. Ma secco. Mi piace. Però… troppo caldo. E forse anche troppo secco.” Le parole erano accompagnate dal suono della grafite su un foglio del diario. Non stava scrivendo, stavolta.
“Salvia. Per l’alito cattivo. Fa bene ai denti”
Sera stava sussurrando, come se parlasse a se stessa e Vitani dovette acuire l’udito sempre maggiormente.
“Sorridi come una stupida” aggunse la bionda dopo un attimo di silenzio.
La qunari aprì gli occhi, facendo finta di niente. “Salvia, eh?”
“Già. Non credevo di trovarla qui. E invece questa pianta cresce dappertutto, a quanto ho visto.” Si passò sui denti una foglia “Beh, mai come la radice elfica. Quella, se non fai attenzione, riesce a crescerti anche nel culo.” Rise da sola, come al solito.
Vitani la guardò bene. Le osservò le orecchie a punta, i capelli tagliati in quel modo orribilmente irregolare, talmente brutti che quasi li avrebbe definiti belli, le ciglia, troppo nere, e la bocca grande, sorridente e socchiusa, dalla quale pendeva una foglia intera di salvia.
Stava disegnando. Era addirittura tranquilla, immersa nell’idea che doveva trascrivere e concentrata sulla carta come non mai.
A Vitani piacque vederla così. Quando Sera alzò gli occhi velocemente dal disegno e la guardò, la qunari capì che quella testa bionda le stesse iniziando a piacere decisamente molto più di quanto si sarebbe mai aspettata.
Senza che Vitani se ne accorgesse, Sera ridacchiò tra sé e sé, senza riuscire a fare a meno di arrossire.
 
 
 
 
 
 
Altariah scrive cose. Avevo voglia di scrivere della mia Lady Adaar e Sera fin dalla prima volta in cui ho aperto DA:I, praticamente. Ma scrivevo, cancellavo, scrivevo, aggiungevo, cancellavo… e cose del genere.
Prepara i biscotti per lei!
Ora che ho finito la prima partita le idee mi si sono schiarite molto. Sono riuscita in qualche modo a dare forma ai miei vaneggi, magari non con dei risultati ottimali, ma almeno l’ho fatto… e questa OTP ha smesso in parte di tormentarmi.
Grazie per aver letto! Ah, e ho notato che dal cellulare le parole in corsivo non sono in corsivo. Olè!
Usa la seta!
Sono innamoratissima di Sera, tanto quanto la mia Adaar, immagino. AH. Queste fan fiction pubblicate all’una di notte.
Quanto mi mancavano.
TORTA!
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