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Autore: Debbie_93    12/12/2014    0 recensioni
Horror ispirato dalle titletrack Tenebre e Profondo Rosso.
Horror/Mistero/Thriller
Genere: Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pioveva. Ogni goccia batteva sulla finestra della camera di Jane. Era ormai arrivato l'autunno e le foglie ormai cadevano dai rami degli alberi. La nebbia si estendeva su tutta la pianura, lasciando poca visibilità. Su quella piccola isola il vento gelido del nor scuoteva i rami degli alberi. Il cielo coperto di nubi grigie e il suono del silenzio interrotto dalla pioggia. In un'atmosfera quasi tetra e buia.
Jane se ne stava nella sua camera sotto le coperte del suo letto. Da qualche giorno non usciva più di casa. Le sue giornate erano fatte di silenzio e solitudine. I suoi occhi azzurri fissavano il buoto, come due diamante nel buio della sua stanza.
Da giorni non parlava più, nemmeno si alzava per bere o mangiare. La sua situazione era disperata. I suoi genitori non sapevano che cosa fare. Avevano contattato tutti i medici della zona, ma nessuno di loro aveva dato risposte.
La madre le andava a far visita. Cercava di smuoverla, di stimolarla con qualche racconto. Nulla il suo sguardo rimaneva fisso, senza smuoversi.
La piccola Jane aveva otto anni. Ogni suoi pensiero e ricordo era stato rimosso. Sembrava fosse piombata in uno stato di paralisi permanente. Così i suoi genitori decisero di trasferirla in un istituto di igiene mentale. Non sopportava di vederla in quello stato.
I medici che la seguivano erano rimasti completamente allibiti di fronte a quella bambina. Ogni cosa sembrava aver perso senso per lei. L'unica analisi certa era che non stava morendo. Appariva quasi in estasi, di fronte a qualche che l'aveva colpita.
Passavano e giornate e Jane fissava la finestra, che dava sul giardino. La sua espressione era improvvisamente cambiata da incuriosita a spaventata. Le tremavano le labbra e gli occhi sgranati. Scese dal lettino e si allontanò verso il muro, dove si fermò sbattendo la schiena. Il suo piccolo cuoricino le batteva nel petto, mentre il respiro si fece frenetico. Scosse più volte il capo, come per scacciare qualcosa che non voleva vedere. Rimase in punta di piedi, con lo sguardo fisso sulla finestra.
« Perché continui a seguirmi? » chiese a bassa voce, totalmente spaventata.
La figura che vide in giardino la invitava a seguirla. Le faceva cenno con la mano. La fissava con i suoi occhi di fuoco e un sorriso sulle labbra.
« I miei genitori non vogliono e da qui non posso uscire » Jane continuava a guardare quella figura, che la invitava ad uscire. Sembrava ipnotizzata da lei.
Iniziò a camminare verso di essa, passa dopo passo si avvicinava alla finestra gli occhi vuoti e socchiusi, il respiro regolare e la mente svuotata.
I cardini della finestra tremavano, la maniglia si girò e la finestra si spalancò.
Una folata di vento gelido avvolse la stanza, scompigliando i capelli scuri della bambina. Una voce nella sua testa, faceva eco. La guidava con maestria.
Il vento continuava a soffiare, mentre Jane era si arrampicava sul davanzale con facilità. Stotto di lei il vuoto.
« Vieni piccola Jane. Vieni. Ti porterò in un posto speciale... » la voce attraversava l'aria calma e allo stesso tempo inquietante.
« Sì, arrivo » rispose con voce innocente la bambina. I piedini scalzi, vestita solo di una vestaglia bianca. Nemmeno un brivido attraversava la sua pelle. Le braccia lungo i fianchi, mente il suo sguardo non vedeva altro che una splendida giornata di sole e dei bambini che correvano e giocavano felici.
Fece un passo nel vuoto sotto i suoi piedi e rimase sospesa nell'aria, senza cadere. Tutto quello che sentiva erano le voci dei bambini.
« Vieni piccola, Jane » continuò quella voce sconosciuta.
Mosse il secondo passo. Era sospesa in aria, mentre iniziò a camminare. Il vento gelido le sfiorava la pelle, facendole ondeggiare la vestaglia bianca. Un piccolo stormo di corvi degli occhi iniettati di sangue, si erano posati su uno degli alberi del giardino.
Il loro gracchiare faceva eco in mezzo alla nebbia, ormai dissolta. Le nubi si erano allontanate, lasciando spazio ad un cielo stellato. Dove infine faceva capolino la luna pallida.
Il piccolo stormo di corvi si librò in volo, quando un grido sovrastò l'atmosfera.
Gli uccelli si spaventarono e scapparono. Jane cadde sul prato con un tonfo secco.
Un'infermiera si era precipitata alla finestra, tutta terrorizzata. Andò immediatamente a cercare aiuto. Urlò per tutto l'edificio, quando un gruppo di inservienti uscirono con un brandina portata a mano.
Jane giaceva sul prato, priva di sensi.
La figura nel giardino era scomparsa, ma sarebbe tornata a riprendersi ciò che era suo.
La bambina venne trasportata all'interno dell'istituto di igiene mentali. Tutto correvano da una parte all'altra, facendo spazio alla barella.
Le fecero subito una serie di esami. Niente sangue, nessun graffio e fratture. Quella bambina si era salvata per miracolo.
Qualche giorno dopo i medici le avevano fatto delle domande su quello che le era accaduto. Nessuna risposta. Solo il ricordo di lei nella sua stanza dopo aver visto un uomo riflesso nello specchio, che le mostrava il suo verso volto. L'immagine rispecchiava di un essere maligno.

   
 
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