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Autore: biancoceano    12/12/2014    2 recensioni
"Le è tornato tutto in mente: i viaggi, il TARDIS, le stelle, il cielo infinito.
Te.
E persino me, ringraziando il cielo.
Ah, Donna.
La donna più importante dell'universo.
Credo sia arrivato il momento di ricongiungere ciò che il destino ha separato."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 12, Donna Noble, Martha Jones
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                              -Overtaking;



Dicono che i ricordi restino impressi nella mente anche se le cose finiscono.
E chi poteva saperlo meglio di quell'uomo pazzo che si divertiva a viaggare nello spazio e nel tempo in quella cabina blu? Andare in giro per l'universo e salvare esseri viventi era un modo per colmare il vuoto onnipresente dentro di lui.
"Il Dottore", si faceva chiamare.
Aveva scelto lui quel nome per un motivo preciso, ma non l'aveva mai detto. Era una promessa che aveva fatto tanto tempo fa a se stesso, e non c'era bisogno di spifferarla al mondo intero.
Il Dottore che andava in giro a curare l'universo ma che non sapeva curare se stesso.
Un po' un paradosso.
Ma alla fine, la sua vita era piena di paradossi.
Era stato in due posti contemporaneamente, aveva rischiato di far crollare il tempo per sempre, aveva sposato la figlia dei suoi due migliori amici. Quest'ultima parte potrebbe sembrare normale se non fosse per il fatto che la figlia aveva qualche anno in più ai propri genitori.
Ma quando si nasce Signore del Tempo si impara a conviverci, con queste cose.
L'unica cosa impossibile da accettare era la solitudine. 
Aveva visto mondi crollare, persone sparire davanti ai suoi occhi, alieni sterminare un'intera popolazione senza alcun motivo, ed era riuscito ad accettare ogni singola cosa.
Ma la solitudine no.
La solitudine era un fardello troppo grande.
Aveva più di mille anni e di amici ne aveva avuti. Ricordava ogni singolo volto ed ogni singola voce.
Ricordava ogni singolo pezzo del suo cuore che si rompeva una volta rimasto solo.
Perché tutti amano viaggiare con il Dottore e vedere stelle e pianeti, ma nessuno rinuncia per sempre alla propria vita e alla conseguente normalità.
Aveva accettato anche quello, alla fine.
Cosa poteva farci se il destino aveva deciso così? Cosa poteva farci se il destino gli aveva dato un potere immenso, ma nessuno con cui condividerlo?
Nulla. Assolutamente nulla.
Esattamente come ciò che si ritrovava ad affrontare quando i suoi amici lo lasciavano. 
Il vuoto. 
Il silenzio.
E strano come un secondo prima si è circondati da risate e da amore ed il secondo dopo si è soli con se stessi ad affrontare i mostri rimasti fin troppo tempo chiusi nell'armadio.
E allora si inizia un nuovo viaggio, una nuova avventura che comporta nuove vite da salvare e nuovi sorrisi felici.
Alla fine, nessuno ringraziava mai il Dottore.
E a lui andava bene così; non lo faceva per i ringraziamenti, ma solo per se stesso.
Era egoista e ne era fin troppo consapevole.

Seduto ad osservare pigramente la consolle piena di lucine accese ad intermittenza, il Dottore stava giocherellando con uno strano ageggio spaziale che avrebbe dovuto eliminare le bruciature dal'esterno della cabina. Ci era quasi riuscito, quando il trillo di un telefono lo fece sussultare, facendo rompere in mille pezzi lo strumento. 
Il Dottore si aggirò per la plancia di comando con il cacciavite sonico puntato alla ricerca di quello strano suono. 
Avvicinò l'orecchio ad un incavo nella parte destra della consolle e si accorse che il rumore proveniva esattamente da lì.
Affondò le mani in un liquido viscido e tirò fuori un telefonino del ventunesimo secolo. Non proprio di ultima generazione, ma almeno entrava in una tasca.
Aprì lo sportellino e lesse il nome che lampeggiava sul display.

"No, non può essere. Non può essere, no no no." Chiuse lo sportellino e sbarrò gli occhi. Se li strofinò e li riaprì.

>>Martha Jones<<
>> Chiamata in arrivo<<

"Dovrei rispondere? Cavolo, dovrei?" Chiese a nessuno in particolare. Fissò qualche secondo in più il display e poi premette il tasto verde.

"Dottore, ce ne hai messo di tempo per rispondere! Cosa stavi facendo, eh? Ti stavi pavoneggiando con la tua nuova compagna di viaggio*?" La voce di Martha era squillante esattamente come la ricordava.
Erano passati tanti anni dal loro ultimo incontro: lei lo chiamava ogni tanto per sapere come stava e lui diceva sempre che andava tutto bene. Non aveva alcun senso darle preoccupazioni. Conosceva Martha: gli avrebbe ordinato di tornare sulla Terra e di passare qualche giorno con lei e la sua famiglia. Ma l'ultima cosa che il Dottore avrebbe voluto vedere era proprio una bella famigliola felice. Non per cattiveria, ma solo perché era consapevole del fatto che la vita non gli avrebbe mai concesso una gioia simile.
Adorava Martha, perché era dannatamente intelligente. Aveva viaggiato con lui per un po', ma lui non era stato in grado di apprezzarla a dovere. 
Martha.
Colei che aveva trovato il coraggio di andare via da lui e di rinunciare alle bellezze dell'universo.

"Ehi, Martha. No, mi dispiace deluderti, ma sono solo." Cercò di sembrare felice, e sperò di esserci riuscito.

"Già, il tuo tono di voce dice tutto. Non ti chiederò nulla, come al solito. Ma sei sicuro di non voler venire da me per qualche giorno? Io e Mickey saremmo fieri di ospitarti qui."

"No, tranquilla. Mi riprenderò, mi conosci." No, non lo conosceva affatto.

"Come ti pare. Quando vuoi, fammi una chiamata, lo sai."

"Lo so, tranquilla. Posso sapere a cosa devo questa chiamata?"

"Oh, già. Dottore, è successa una cosa."

Il Dottore si iniziò a preoccupare. "Non farmi preoccupare. Tu stai bene? Mickey? I bambini?"

"Da quando sei diventato così ansioso? No, non riguarda noi. Riguarda un'altra persona a cui tieni molto." Martha fece una pausa per prendere un respiro profondo. "Dottore, ho visto Donna l'altro giorno. Mi ha chiesto di te. Ricorda tutto."

Alcune cose sono fatte per far mancare il respiro.
Ma in un senso assolutamente buono, come se l'estate tornasse all'improvviso portando con sé una ventata di aria profumata e nuvole bianche dalle forme più fantasiose. 
Quella frase detta da Martha fece uno strano effetto al Dottore. Non avrebbe dovuto ricordarsi di lui, perché ciò avrebbe comportato un ritorno della sua parte da Signora del Tempo. 
Il Dottore ricordava ancora il giorno in cui tutto accadde. Credeva di aver trovato finalmente qualcuno come lui, qualcuno che potesse capirlo e che, sì, avesse anche la sua intelligenza. La sapienza dei Signori del Tempo era qualcosa di superiore ed un peso assurdo per la mente di un umano. Si sa, alle persone che vivono a lungo non è riservata alcuna gioia; infatti il Dottore fu costretto a cancellare ogni ricordo che potesse portare a lui o ai viaggi nel tempo, in modo da non nuocere a Donna. 
Aveva perso la sua migliore amica e la donna della sua vita nello stesso giorno.*
Ma la telefonata di quel giorno aveva portato un piccolo chicco di speranza, una sensazione che non provava da tempo.

"Martha... lei sta bene?"

"Sono andata da lei poco fa. Sta benissimo e... Dottore, forse dovresti venire qui."

"Non so se sia la cosa giusta da fare. Mi sono rigenerato due volte dopo quel giorno. Tu mi hai visto: sono totalmente diverso, e temo che ciò possa confonderla."

"Dottore, non ti preoccupare, è stata la prima cosa che le ho detto. Le ho mostrato una tua foto -a proposito, smettila di fare selfie!- e ha solo fatto commenti sarcastici sulle tue sopracciglia."

Il Dottore sorrise. "Allora è davvero tornata." 

Mise in moto il TARDIS mettendo Martha in attesa. Una nuova luce brillava nei suoi occhi ghiaccio; sarebbe andato tutto bene.

"Sei qui fuori? Sento il rumore inconfondibile dei motori. Quando metterai un po' di olio?" 

Martha uscì nello stesso momento in cui il Dottore si chiuse le porte del TARDIS alle spalle. Lo strinse forte come non faceva da tempo, anche su lui non stava ricambiando. La ragazza sapeva di quel nuovo aspetto, quindi non ci fece caso e continuò ad abbracciarlo.

"Ti trovo bene." Gli sorrise.

"Anche io." Sorrise di rimando. 

"Nuovo aspetto, nuovo carattere. Affrontarlo è sempre complicato." Un alone di tristezza calò sui suoi occhi. Aveva passato momenti splendidi con la decima rigenerazione del Dottore, e aveva conosciuto pochi istanti dell'undicesima. Era strepitoso e triste che la stessa persona non rimanesse la stessa per tutto il corso della sua vita. Nei suoi occhi ghiaccio poteva ancora vedere un bagliore di quel marrone caldo che le aveva fatto perdere la testa qualche tempo fa.

"Martha, dov'è? E, soprattutto, come sta?" 

"Sta bene, te l'ho già detto. Devi sapere come è successo, non voglio che subisca traumi ulteriori. 

 Wilfred è morto, Dottore. So che per te il tempo non può essere definito, ma è passato davvero tanto tempo dall'ultima volta che sei andato a trovarlo. Da quella sera in cui hai salutato Donna senza che lei ti riconoscesse. Ecco, Wilfred è andato via, e Donna sta ancora cercando di affrontare la perdita. Sai quanto erano legati? Ricordi vero? 
Stamattina, in un impeto di malinconia, è andata a scavare tra le sue cose chiuse in cantina. Non so dirti il perché, ma posso immaginarlo. Sai meglio di me che quando qualcuno a cui hai voluto bene va via, c'è sempre una piccola parte che resta in vita. Hai presente le fiammelle flebili dei fiammiferi? Ecco, io immagino così quel ricordo. 
Ad ogni modo, scavando, ha ritrovato una piccola scatola blu. Sai che forma aveva, Dottore? No? Ma puoi immaginarlo, lo so. Mi ha raccontato che uno strano calore ha invaso il suo corpo, come se mille piccole scintille stessero per circondarla. Le è tornato tutto in mente: i viaggi, il TARDIS, le stelle, il cielo infinito. Te. E persino me, ringraziando il cielo. La prima cosa che ha fatto è stata correre da me; pensa che ricorda persino l'indirizzo.
Ah, Donna. 
La donna più importante dell'universo.
Credo sia arrivato il momento di ricongiungere ciò che il destino ha separato." 



Ci sono giorni straordinari.
Giorni in cui il sole brilla alto e i raggi sembrano abbracciare l'interno azzurro del cielo. 
Ci sono giorni pieni di amore, di carezze, di parole sussurrate al vento e di baci sognati. Giorni in cui si fissa il vuoto desiderando che la persona amata sia al proprio fianco. 
Giorni di abbracci lontani e di ricordi assordanti.
Giorni che fanno mancare il respiro a causa della malinconia.
Giorni passati davanti ad una finestra, ad osservare la vita che scorre con una tazza di te' ed una lacrima che scende lenta.
Ci sono giorni straordinari, e il Dottore lo sapeva perfettamente.
E sono quei giorni in cui il vento soffia forte scompigliandogli i capelli e gelandogli la punta del naso.
Guardando la donna che gli correva in contro da lontano, il Dottore si rese conto che viveva esclusivamente in funzione di quei giorni.
Perché erano così dannatamente rari, e lui era sempre stato in grado di apprezzare le cose rare.
Il vento soffiava forte, ed era gelido.
Ma questa volta c'era qualcuno a riscaldarlo, dentro e fuori.
Donna.
Quanto tempo.


"Dottore, sei tu?" Stava piangendo.

"Dipende. Dimenticati il visino dolce della mia decima rigenerazione, dimenticati gli sguardi languidi e dimen-" 
Non riuscì a finire la frase, perché Donna lo stava abbracciando talmente forte da fargli mancare il fiato. 
E per la prima volta da quando si era rigenerato, stava ricambiando.

Quando si staccarono stavando piangendo entrambi.

"Oi, uomo di Marte! Non ti ricordavo così rammollito!" 

"Per l'ennesima volta, non sono un marziano!" E scoppiarono a ridere entrambi.

Da lontano, Martha sorrise e si incamminò verso casa.


Ci sono giorni straordinari, e nessuno lo sa più del Dottore.
Giorni in cui gli abbracci non vengono dati al vuoto e i ricordi tornano a galla senza far mancare il respiro.
Giorni in cui le lacrime vengono versate non per piangere qualcuno, ma per accoglierlo.

Giorni in cui la cabina blu che viaggia nello spazio non ospita una sola anima solitaria, ma due. 



*Companion è intraducibile, quindi perdonatemi l'adattamento orribile.
*La donna della sua vita è ovviamente Rose. Inutile ricordarvi Journey's End.


Angolo autrice: 
Per una volta, ho voluto scrivere di chi resta, e non di chi va via.
Questo è il mio "regalo" di Natale per voi.
Dato che in questo periodo sono senza creatività, sono sicura che non riuscirò a pubblicare nulla prima del 24/25.
Vi auguro un felice felice feliiiice Natale e spero che tutti i vostri desideri si avverino.
Un abbraccio grande quanto l'interno del TARDIS,
Emy.
  
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