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Autore: Charlotte_Insane    12/12/2014    1 recensioni
Storia d'amore ambientata ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, da una parte c'è Brian (Synyster Gates), soldato nazista in cerca di vendetta per la sua famiglia, dall'altra Francesco (Frank Iero), che nonostante gli orrori visti, riesce a conservare ancora un po' di innocenza, la stessa innocenza che attira e spaventa Brian.
Brian, un uomo ancora incapace di amare, ma che presto imparerà...
Questo è solo un "esperimento", ma non mi pento di nulla!
[BrianXFrank]
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Avenged Sevenfold, My Chemical Romance
Note: AU, Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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2.2 You should have known the price of evil…
 


Buio, non riuscì a percepire altro in quello che aveva tutta l’aria di essere un luogo dimenticato da Dio e dagli uomini, un pianoforte in sottofondo pareva suonare una qualche ninna nanna, a lui parvero unirsi dei violini, e poi un orchestra intera. Quella musica era bellissima, ma, talmente cupa da far venire la pelle d’oca…
Quello non pareva il fronte, ma solamente un luogo devastato dalle bombe piovute dal cielo, le stesse bombe che sganciavano i miei compagni notte e giorno.
Girai un po’ a vuoto, finché non inciampai in qualcosa, anzi in qualcuno. Mi alzai rapidamente, era un ragazzo, forse sui 20 anni circa, il suo volto era pallido ed incrostato di fango, fango che circondava tutto e di cui solo ora mi accorgevo.
Il ragazzo mosse un braccio leggermente, che fosse ancora vivo?! O quelle erano solamente le contrazioni di un cadavere?! Poi, il braccio del ragazzo si alzò, io tentai di indietreggiare, ma questi mi afferrò saldamente per la camicia, mi guardo con occhi vitrei e neri, quell’essere non poteva di certo essere umano.
«Perché mi fai questo Brian?»  mi domandò una prima volta, quasi in un sussurro, ma la seconda volta la sua voce morente parve diventare ancora più forte fino ad urlarmi, letteralmente, contro,  fu allora che mi lasciò, io caddi a terra, spaventato come non mai.
Trassi un respiro profondo e  mi alzai cauto, il ragazzo non c’era più, era sparito nel nulla. Allora, mi lasciai cadere nuovamente su quello che restava di un prato un tempo verde, solo fango ad imbrattare il mio viso, i miei capelli, i miei vestiti ed il mio corpo.
Chiusi gli occhi.
«CHI CAZZO CREDI DI ESSERE?!»  urlò qualcuno, e mi parve nuovamente quel ragazzo, mi alzai ma non lo vidi, poi un rumore di spari risuonò nell’aria e io caddi a terra..
 
« AHHH!-» mi svegliai nel cuore della notte soffocando appena un urlo di terrore, respirai profondamente per poi alzarmi, mi diressi verso una finestra infondo alla nostra camerata, dormivano tutti, tranne me. Mi affacciai, la cittadina dormiva oltre una collinetta a pochi chilometri dal fronte. Nulla di sospetto, niente bombe, niente aerei, niente soldati. Quella notte, sembrava che tutti stessere raccogliendo le forze, pronti a colpire nuovamente.
Una mano poggiata con delicatezza sulla mia spalla mi fece sussultare appena, ma quando mi voltai vidi solo Zachary, era un amico per me, lo avevo conosciuto al fronte e da allora c’era sempre stato.
«Insonnia?»  mi chiese poggiandosi con un braccio al davanzale della finestra
« Incubi...» gli risposi a testa bassa, me ne vergognavo profondamente ma lui non fece trasparire alcuna emozione, non lo faceva mai in certe situazioni, in quei momenti non pareva neppure lui.
«Che cosa hai sognato?»
« Un soldato morto che mi chiedeva perché lo avessi ucciso..»
« Lo avevi fatto davvero?» fu la sua unica domanda, lo sguardo serio che, però, non gli apparteneva, se non in quelle rare occasioni.
«No, cioè, almeno credo...»  lo vidi sospirare mentre si voltava verso di me
«Mai disturbare i morti, diceva mia nonna… » riflettei su quella frase tornando a letto, mi distesi sulla brandina ripensando a quel volto pallido che sapeva solo di morte. Chi era davvero?! E che cosa gli avevo fatto io?! Io non stavo disturbando alcun morto, Zachary si stava sbagliando. .
Troppe domande per uno stupidissimo sogno che magari non aveva neppure un vero significato. Mi era capitato di uccidere altri soldati, era.. normale… non potevo cominciare a pensarci ora o sarei crollato disonorando la mia famiglia e il mio Paese.
Quello era solo un sogno, che di sicuro non avrebbe cambiato nulla nella mia vita.
 
 
Giunse l’alba, ma non ero riuscito a dormire molto dopo il mio incubo. Zachary era nella brandina accanto alla mia, dormiva ancora, non era fatto per la vita militare.
Lui era italo-tedesco, i suoi genitori si trovavano in Svizzera, si erano rifugiati lì per evitare la guerra, ma il mio amico era stato convocato al fronte.
Una volta mi raccontò che non avrebbe mai dimenticato l’espressione di sua madre quando lo salutò la mattina in cui è partito. Sul suo volto c’era la rassegnazione di chi sapeva che quella era l’ultima volta in cui avrebbe visto suo figlio vivo.
Mia madre era diversa dalla sua, era per natura più fredda e severa, e allo stesso modo aveva educato me.
Mio padre, era morto combattendo nella Prima guerra mondiale e da quel momento tutto era cambiato.
Se mi trovavo lì era soprattutto per lui, per onorare la sua memoria ed il suo sacrificio.
Mi tornò in mente il ragazzo che avevo conosciuto la notte scorsa, Francesco, chissà come la sua famiglia avesse preso la sua partenza, anche sua sorella poteva essere in pericolo in quell’ambiente, io stesso avevo visto i miei compagni d’armi fare cose terribili, ma per gli italiani eravamo costretti a comportarci in un determinato modo, poiché erano nostri alleati.
Improvvisamente capì l’apprensione che Francesco aveva dimostrato nei confronti di sua sorella, nonostante l’apparenza, ero certo che fosse un ragazzo forte.
Chiunque riesca a conservare il sorriso, anche dopo essere passato attraverso l’inferno doveva essere una persona molto forte.
Ed io lo ero?! Ero sempre stato convinto che fosse così, ma adesso mi sentivo come se fossi solo un fantoccio nelle mani dei miei superiori, un uomo dal destino incerto, pronto a morire in battaglia per la sua Patria e per i suoi ideali, ideali che forse non erano così perfetti come avevo sempre creduto…
  
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