Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: ciparampa    12/12/2014    2 recensioni
Davide trascorre una giornata d'inverno con il suo fidanzato; passando da i banchetti di santa Lucia, in una fredda piazza di Verona, al caldo appartamento di Marco.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dovevo incontrarmi con il mio fidanzato per fare un giro tra le bancarelle di santa Lucia in centro a Verona, la mia splendida città. Avevamo deciso di incontrarci davanti alla gran guardia alle cinque di pomeriggio, ma quando arrivai lui ancora non c’era. Poco dopo mi vibrò il telefono mostrandomi un suo messaggio che mi avvisava che sarebbe arrivato  in ritardo di cinque minuti a causa del traffico. Nel frattempo mi strinsi nel mio giubbotto e mi guardai attorno. Il cielo era già scuro e i lampioni delle strade già accesi, il clima era gelido tant’è che mentalmente ringraziai mia madre per aver insistito così tanto affinché mi mettessi anche sciarpa e guanti. La cometa usciva dall’Arena per scendere luminosa quasi al centro di piazza Bra. I venditori avevano cominciato ad esporre i loro prodotti sui banchetti già dalla mattina, attirando l’attenzione di adulti e bambini, questi ultimi attratti principalmente dalle bancarelle dei dolci. Quasi trecento banchetti erano situati nella piazza e c’era una gran quantità di movimento attorno ad essi.
Dalla folla vidi emergere Marco, il mio fidanzato, che si faceva largo tra i passanti.
“Scusa per il ritardo cucciolo ” mi disse prima di darmi un fugace bacio
Arrossii lievemente sentendo le sue labbra calde premere sulla mie “Figurati, non è stata colpa tua”.
Tenendoci per mano ci dirigemmo verso le bancarelle, immergendosi nel miscuglio di persone, colori e odori. Camminando ci giungevano al naso i profumi delle mele caramellate, cioccolata, abete e muschio, pergamena antica.
“Che freddo!”  dissi sistemandomi la sciarpa per coprire maggiormente il collo. Stavo per mettere le mani  nelle tasche del giubbotto quando, cingendomi i fianchi, Marco mi attirò a sé per scaldarmi con il calore del suo corpo; prendendo le mie mani tra le sue, le portò alla bocca soffiando il suo alito caldo. Arrossi al suo dolcissimo gesto e mi avvicinai maggiormente a lui appoggiando il mio corpo al suo; riscaldato liberai le mani dalla sua presa guardandolo negli occhi e sorrisi a tanta tenerezza.
“Ti va di prendere dei biscotti? Offro io!” esclamai già entusiasta all’idea di mangiare.
Ci dirigemmo verso una bancarella di dolci e acquistai una confezione di frollini di santa Lucia.  Ci spostammo in una zona più isolata per mangiare in tranquillità. Avevamo entrambi parecchia fame cosicché  i dolci finirono in pochissimo tempo.
“Hai dello zucchero a velo sulle labbra” dissi a Marco indicandogli il punto in cui si era sporcato “lascia stare” aggiunsi subito “ti pulisco io”. Mi alzai un poco sulle punte affinché le mie labbra arrivassero alle sue e con la lingua tolsi lo zucchero in eccesso; Marco nel frattempo aveva aperto leggermente la bocca e ne approfittai per scendere di qualche centimetro mettendo in contatto la mia lingua con la sua e continuando quello che era diventato un bacio appassionato. Chiusi gli occhi e gli cinsi la nuca lasciandomi trasportare dalle miriadi di piacevoli emozioni che mi stavano esplodendo dentro.
“A FROCI!!” purtroppo fui richiamato alla realtà da questo triste insulto. A quanto pare qualcuno non approvava il nostro amore. Fui subito portato a pensare che forse avevamo esagerato compiendo pubblicamente ciò che avremmo dovuto fare in intimità, ma mi ravvidi subito in quanto, nonostante quella fosse una zona appartata, insieme a noi c’erano altre tre coppie composte da ragazzo e ragazza che si stavano baciando molto più intensamente di quanto avessimo fatto noi prima di essere distratti dalla maleducazione di una persona.
“Andiamocene cucciolo, andiamo dove possiamo stare più tranquilli” mi sussurrò Marco visibilmente affranto dall’interruzione, cercando con uno sguardo carico di rancore l’uomo che, dopo averci insultato, si era dileguato tra le vie della città.
Il suo appartamento era situato nell’attico di un condominio in una zona di lusso della città. Sebbene vi vivessero solo lui, sua madre e suo padre, l’appartamento era grande ben 150m2. I suoi genitori erano partiti il giorno prima per trascorrere il weekend in montagna, lasciando la casa libera per il figlio ventenne. Quella sarei rimasto a dormire da lui, quindi prenotammo due pizze e preparammo un film da guardare rilassati sul divano. Avevamo ancora un’ora prima che arrivasse il fattorino, quindi decidemmo di farci una lunga e rilassante doccia calda.
L’acqua calda scendeva veloce dal getto della doccia innalzando una piccola nube di vapore che andava a depositarsi sulle pareti del bagno coprendole con una miriade di goccioline.
Io e Marco ci stavamo lavando insieme godendo uno la presenza dell’altro.
Il suo corpo era troppo affascinante e vicino per non attrarre il mio sguardo: le spalle erano larghe e spigolose e presentavano sotto di esse un tronco longilineo che si sviluppava in baso con addominali ben definiti, le gambe erano toniche e forti.
Arrossi quando guardai verso il suo inguine. Mi girai di spalle continuando a lavarmi per nascondere la mia eccitazione.
Il suo corpo si fece più vicino al mio. “Ho visto che prima mi stavi guardando, maialino” mi mormorò prendendomi il mento tra due dita facendomi girare il volto verso la sua bocca che si unì alla mia in uno scambio di emozioni, piacere e saliva.
Terminammo di lavarci e ci vestimmo pronti per una serata a base di pizza, film e divertimento.
Ci venne l’acquolina in bocca quando, aprendo le scatole delle pizze, sentimmo il profumo inconfondibile di quel cibo; dunque ci sedemmo e mangiammo tranquillamente, godendoci ogni singolo boccone di pizza e sorseggiando una lattina di coca cola. Terminata la cena ci sedemmo sul divano sistemandoci sotto una calda copertina in modo tale da essere comodi per guardare “Lo Hobbit”. Restammo raggomitolati uno accanto all’altro scambiandoci opinioni e lievi baci sulle labbra fino alla fine del film quando, accompagnanti dalla stanchezza e dal richiamo del soffice e caldo divano, ci addormentammo: la mia testa sulla sua spalla e il suo capo sul mio, mentre le nostre mani erano rimaste intrecciate l’una all’altra dall’inizio del film.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ciparampa